Cari amici, oggi più che mai ho bisogno di confronto e consiglio.
Ieri io e mio marito Paolo abbiamo incontrato le maestre di Monica. E' stato il primo incontro lungo e approfondito, dopo uno fugace, praticamente di sola presentazione.
Monica fa la prima elementare e ha un grosso problema di manualità fine che le rende difficilissimo scrivere, lei non sa nemmeno disegnare.
A questo incontro erano presenti le due insegnanti di classe e il sostegno.
Dopo una lunga sviolinata per il fatto che Monica è autonoma, intraprendente, integrata, rispetta le regole etc etc emerge che per 4 ore alla settimana viene portata fuori dalla classe. In pratica, nelle ore in cui si fa "scrittura", l'insegnante di sostegno le fa fare delle attività differenziate in un'altra aula. Queste attività differenziate da quanto ho capito consisterebbero in attività al computer, composizione di lettere con das, pongo e roba simile, manipolazioni varie, scrittura gigante su imitazione alla lavagna, ma anche la composizione di un albero, che non ho capito cosa c'entra... Sì perché mi hanno detto che fanno queste cose per instradarla alla scrittura, così difficile per lei.
Quando mi hanno detto queste cose mi si sono rizzati i capelli e ho espresso la mia contrarietà con una certa decisione (Paolo poi mi ha detto che sono stata un po' aggressiva....) e ho argomentato che non capisco come non si possano fare queste cose stando in classe. Mi è stato risposto: come si fa con le manipolazioni? e ma monica si distrae, se altri fanno cose diverse da lei. e ma noi disturbiamo gli altri e gli altri disturbano noi.
Non mi aspettavo questo, davvero, e mi si è annebbiata la mente. Avevo solo voglia di piangere e confusamente ho ripetuto per un po' che preferirei trovassero delle modalità alternative cosicché Monica possa stare in classe anche quando fanno cose che sono al momento fuori dalla sua portata. Ho fatto la figura della mamma ansiosa, che non si fida.... infatti mi è stato detto più volte di fidarmi, che fanno così proprio perché monica poi (ma quando?) possa stare tranquillamente sempre in aula. Mi hanno anche detto che non è l'unica ad uscire dall'aula, ci sono altri due bambini che stanno evidenziando delle criticità che, quando possibile, vengono portati in altra aula per "attività di potenziamento". Ho risposto che non mi importa nulla di cosa fanno con gli altri, e così ho fatto anche la figura dell'individualista.
Su questa cosa ci ho perso il sonno e oggi ne ho parlato alla riunione dell'associazione locale. Alla presidente sono venuti i fumi a sentirmi e assolutamente mi ha detto che non sta né in cielo né in terra che facciano così, in prima elementare!!! Che assolutamente devono trovare modalità alternative e (a questo non avevo pensato) cosa farebbero poi gli altri che è così fuori dalla portata di Monica? mica staranno già scrivendo i romanzi?
Paolo invece è più rilassato: a lui le maestre hanno dato l'impressione di sapere il fatto loro e lui pensa che probabilmente un trattamento uno-a-uno possa aiutare (non mi ha saputo spiegare però come la mettiamo con la composizione dell'albero...)
Allora il punto è questo : sono io imbesuita dalla chimera dell'integrazione a tutti i costi oppure no? In pratica, Paolo (senza dirlo a chiare lettere) mi ha fatto venire il dubbio che intestardendomi sulla permanenza in classe sto solo inseguendo un principio, uno slogan, a discapito delle necessità concrete, attuali, di Monica.
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate voi, in base alla vostra esperienza
Grazie
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