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Discussione: Zigulì...

  1. #61
    Administrator Pinguino reale L'avatar di kokoro
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    La rabbia era sopita dentro di me, e questo libro ha solo dato un nome alle cose, le ha chiamate con il loro nome, le ha guardate in faccia una ad una senza cercare scorciatoie e consolazioni. E' quando riesco a liberarmi di tutte gli alibi, di tutte le sovrastrutture e di tutti i pensieri positivi così come di pensieri negativi che si appiccicano sopra alle esperienze, è solo quando riesco a togliere aggettivi verbi e avverbi che riesco a trovare il vero nome delle cose...
    "Quando un predatore entra nella conchiglia nel tentativo di divorarne il contenuto e non ci riesce, lascia dentro una parte di sé che ferisce e irrita la carne del mollusco, e l'ostrica si richiude e deve fare i conti con quel nemico, con l'estraneo. Allora il mollusco comincia a rilasciare attorno all'intruso strati di se stesso, come fossero lacrime: la madreperla. A cerchi concentrici costruisce in un periodo di quattro o cinque anni una perla dalle caratteristiche uniche e irripetibili"
    Cose che nessuno sa, di Alessandro d'Avenia
    Solo che io non sono un'ostrica e il mio dolore, la mia rabbia non diventeranno mai una perla. Forse mia figlia sì, in fondo lo è già, una perla unica e irripetibile, e nessuno mi porterà via l'amore che ho per lei, l'ammirazione per la sua grinta, la meraviglia per le sue conquiste. Ma nessuno mi porterà via mai nemmeno il dolore, e la rabbia che ho verso quel dannato cromosoma contro cui, lei, solo lei, lotta davvero tutti i giorni.
    Kokoro... con l'accento sulla terza ò!
    Ovvero Martina, mamma di Giulia (21 anni), Emma (18 anni SdD), Cesare (17 anni)

  2. #62
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    Questo è un altro libro però...
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  3. #63
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    Premetto che questo libro non l'ho letto ma visto che la discussione sta andando oltre provo a dire la mia.
    Tornando al tema della rabbia provocata dal dolore, penso che sia un qualcosa che non lascia le persone, si "cristallizza" può assumere forme diverse, può essere "canalizzata", controllata, come dice Cri, ma non scompare, soprattutto quando è causata da un dolore che non ci può lasciare, ma che si rinnova, ogni volta che vediamo quanto la disabilità di nostro figlio lo faccia stare male, ogni volta che dobbiamo tirarla fuori quella rabbia per farlo rispettare, ogni volta che daremmo tutto perchè leggiamo nei suoi occhi la consapevolezza del suo essere "diverso" e invece possiamo solo stargli accanto impotenti, e forse è proprio dalla nostra impotenza che nasce la rabbia...
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  4. #64
    Administrator Pinguino reale L'avatar di kokoro
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    Quote Originariamente inviato da paola Visualizza il messaggio
    Questo è un altro libro però...
    Certo, credevo si fosse capito... Correggerò il post per non dare adito a fraintendimenti. E quest'altro libro parla pure bene del predatore... Ma i libri non sono di chi li scrive, ma di chi li legge e dell'interpretazione che se ne da, e di che cosa se ne fa con quelle parole... Non siamo noi a leggere i libri, ma i libri a leggere noi, quando siamo fortunati.
    Proust diceva: "il riconoscimento dentro di sè, da parte del lettore, di cio' che il libro dice e' la prova della sua verità"... Beh Ziguli' per me e' stato questo.

    Per chi e' interessato domani l'autore sarà alle "Invasioni barbariche"... Speriamo che non sia solo l'occasione di parlare dei suoi acuti pungenti, ma di lavorare sul quel famoso ponte tra noi e gli altri.
    Kokoro... con l'accento sulla terza ò!
    Ovvero Martina, mamma di Giulia (21 anni), Emma (18 anni SdD), Cesare (17 anni)

  5. #65

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    Quote Originariamente inviato da kokoro Visualizza il messaggio
    Per chi e' interessato domani l'autore sarà alle "Invasioni barbariche"... Speriamo che non sia solo l'occasione di parlare dei suoi acuti pungenti, ma di lavorare sul quel famoso ponte tra noi e gli altri.
    Grazie Martina, ecco speriamo che quest'occasione........ non vada perduta.
    Eve mamma di Eleonora 13 anni e Ale 20 anni

  6. #66

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    ...e però stasera c'è Zelig...preferisco ridere...
    ......basta guardarsi negli occhi per scoprire il nostro percorso.....il percorso dell' Amore.

  7. #67

  8. #68

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    Quote Originariamente inviato da kokoro Visualizza il messaggio
    l'autore sarà alle "Invasioni barbariche"... Speriamo che non sia solo l'occasione di parlare dei suoi acuti pungenti, ma di lavorare sul quel famoso ponte tra noi e gli altri.
    Non mi è piaciuto niente!
    Mi spiego meglio: intanto la Bignardi mi piace piu' leggerla che guardarla in tv in quanto la trovo scontrosa e scostante, ma brillante solo quando un personaggio le va a genio.
    Mi sarei aspettata che lei per prima nei panni dell'intervistatrice avesse visto "oltre" quel libro, e soprattutto "oltre" quel padre che come lei stessa ha sottolineato sin dalle prime battute è sconvolgente per cio' che scrive. Accenna con un sorriso quasi di disapprovazione l'uso dell'olio di canapa, senza pero' approfondire il perchè di quel rimedio.
    Mentre guardavo l'intervista, mi venivano in mente le parole che Verga scrive nel libro , cioe'- che non puoi capire fino in fondo, se non sei tu genitore di un figlio disabile-
    Avrei voluto che Verga avesse avuto la possibilita' di tirare fuori anche quell'ironia che è tangibile nel libro, e invece è apparso un papa' depresso, crudele, innamorato certo del figlio, ma arrabbiato. Solo arrabbiato.
    Se quell'intervista doveva servire a lavorare sul noi e gli altri, per me è stata un'occasione sprecata!!!
    Loredana, mamma di Emilio (1999) ed Edoardo sdd ( 2001)

  9. #69
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    Daria stessa dice: "Non so se stasera siamo riusciti a raccontarlo, è molto difficile raccontare questo libro, infatti io invito a leggerlo, anche perché anche se uno non è minimamente interessato al tema della disabilità, è un libro che parla di noi stessi, perché lei è stato capace di raccontare cosa fa un uomo quando è messo con le spalle al muro di fronte al dolore totale. Lo ha raccontato qui dentro, farlo poi dal vivi o è molto più difficile, però saperlo scrivere è un dono che lei ha avuto."
    Io credo che lei abbia capito, ma non era facile. Lui era molto emozionato ed è una persona molto timida. E' vero, è mancata l'ironia che nel libro invece è molto presente, e questo è un vero peccato! Ma di certo qualcosa è passato. Per esempio nella rete è esploso un vero e proprio caso, twitter ieri sera è andato in fibrillazione, in 10 minuti #Zigulì è diventata una parola trend, il che significa che molte persone l'hanno postata e i post che ho letto io erano di gente che non aveva a che fare con la disabilità e che, commossa e colpita, voleva leggere il libro. E questo è un bel pezzo di ponte...
    Kokoro... con l'accento sulla terza ò!
    Ovvero Martina, mamma di Giulia (21 anni), Emma (18 anni SdD), Cesare (17 anni)

  10. #70

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    sono d'accordo che l'intervista non ha reso la forza del libro. Del resto, non avrebbe potuto, come raramente ci riescono i film.
    I libri non si possono descrivere nè raccontare. Vanno letti.

  11. #71

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    Non ho ancora letto il libro, che mi riprometto di fare al più presto ed ho vistooggi dal link di Cri l'intervista.
    La mia prima impressione è che questo papà sia un uomo dolorosamente solo davanti a suo figlio,non so se nel libro se ne accennni ma non ha mai coinvolto la madre in tutto ciò.
    detto questo dalle sue parole mi sono trovata a pensare che non tutte le disabilità sono uguali,mi spiego meglio e con questo non voglio fare classifiche ma mi rendo conto che un conto è parlare di mio figlio ,un conto sentire il papà di Moreno che raccontava cosa può fare o non riesce a fare,ho sempre pensato nel mio caso che sono contenta che Giorgio riesca ad esprimere,anche se non sempre appropriatamente le proprie emozioni o sentimenti,tra di noi c'è e c'è sempre stato un grande canale di comunicazione anche quando da piccolo non si esprimeva verbalmente,una delle mie più grandi paure era di non riuscire ad entrare in sintonia e capirlo,perciò capisco l'impotenza davanti ad un figlio che grida e non sai il perchè.
    Il fatto poi che il canale visivo che in altri tipi di disabilità è grossa fonte di comunicazione sia precluso,incide ancora di più su l'impatto che la disabilità di questo bimbo ha nelcapire i suoi bisogni.

    L'impressione è che vivano una grande solitudine,non ho colto nelle sue parole qualche momento di ''serenità'' se così si può chiamare ,qualche momento piacevole con questo bimbo,forse leggendo il libro mi sarà più chiaro tutto.Antonella mamma di Giorgio.
    P.S.Non ho capito però come ,se nato sano,poi ha avuto tutte queste problematiche,ha accennato ad una ischemia,possibile?

  12. #72

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    da come descrive il suo handicap mi sembra un classico caso di grave cerebrolesione da emorragia cerebrale, come nel caso di alcuni prematuri.

    La madre. Sì, nel libro accenna solo al fatto che non parlerà di lei, perchè non può parlare delle emozioni di un altro. Mi pare di capire che siano separati.

  13. #73

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    Io mi sono commossa moltissimo. Ho pianto nell'ascoltare il dolore di questo padre. Di fronte ad un dolore così grande posso solo ascoltare in silenzio...e farmi piccola piccola. Era un uomo emozionato, timido, non avvezzo a tutto questo clamore e ai tempi della televisione... ed era lì, non a parlare di un romanzo, ma a parlare di suo figlio... che non è affatto un dono. Quel passaggio è stato grandioso ed ha trasmesso benissimo quello che anch'io penso da sempre. Proviamo a chiederlo ai nostri figli se pensano davvero di aver ricevuto un dono nella loro vita. Per noi può esser diverso e per dirla con le parole di Verga «mi ha insegnato ad aver rispetto per l'Altro, Altro con la A maiuscola, una maggior attenzione per il mondo che mi circonda. Io sicuramente questo ho imparato, un po' per necessità, se vogliamo. Però mi accorgo che in realtà, forse sono riuscito a sviluppare, grazie a Moreno, una sensibilità che prima non avevo, e questo me lo ha insegnato lui, sicuramente.»... ma per i nostri figli?
    A me la Bignardi è piaciuta molto: non è un libro che si può raccontare, ma appunto solo leggere. Vogliamo parlare delle maestre invece???? Bocciate!
    milena, mamma di Francesca... e anche di Giorgia!

  14. #74

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    Le maestre......certo avere un alunno come Moreno non deve essere facile ma...esordire dicendo che morde,fa male,...non mi è sembrato una bella uscita,ci sarà qualche momento piacevole con questo bambino ma loro non lo hanno raccontato,sono state molto ''crude'' e forse quella è la loro visione ,spero di no o perlomeno non solo questo.Antonella mamma di Giorgio

  15. #75

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    le maestre hanno reso molto bene la gravità della situazione di Moreno, ma nel finale... quando hanno detto che il papà deve essere aiutato ad amare un po' di più suo figlio... bleahhhhh
    Si vede proprio che non hanno capito niente di lui... sensibilità zero.
    Se proprio vogliamo, per conquistare maggiore serenità quel padre dovrebbe, passatemela, amare un po' meno suo figlio, nel senso di "staccare" un po' dalla sua disabilità per stare meglio tutti e due e recuperare un po' di serenità...

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