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Discussione: Figlia del silenzio - recensioni ed opinioni

  1. #31

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    Io mi riprometto sempre di non giudicare......
    In fondo sono io la prima che quando ha visto Letizia l'ha buttata fuori dalla sala parto, sono io la prima che la voleva abbandonare, sulla sua cartella clinica c'è scritto che "i genitori si prendono un periodo di tempo, nei termini di legge, per decidere se riconoscere o meno la bambina".
    Questo ricordo è per me ogni volta una coltellata, quando ci penso e rivedo Letizia con quella tutina che si guarda spaesata nel mondo, aveva gli occhi sbarrati, non so che cosa darei per tornare indietro nel tempo e prenderla in braccio e baciarla e dirle che va tutto bene, che la mamma è lì con lei.
    Soffro tanto a ricordare quel momento.
    Ma questa esperienza non mi fa diventare una persona migliore.
    Sono ancora una che si arrabbia, si offende, non vuole avere a che fare con la persona x perchè le è antipatica, non vuole tornare in ufficio per non avere la pietà delle colleghe che fremono all'idea di venirmi a fare la visita di circostanza.....
    Insomma, la meschinità in me è rimasta, magari in alcune cose si è un po' attenuata, in altre si è addirittura ingigantita, sono più permalosa di prima.
    Forse l'unica cosa che davvero ho imparato è a non giudicare chi fa scelte estreme, quali l'aborto o l'abbandono.
    Una mia amica, che ha avuto un bambino quattro giorni prima di Letizia, è rimasta incinta subito.
    Immaginatevi la mia invidia!!!
    Ebbene, lei ha scelto di abortire, perchè non poteva permettersi un altro figlio.
    Per quanto io mi trovi a cercare un bambino, a sapere che alla mia età avrò una serie di difficoltà, per quanto io abbia visto che quella mia amica ha avuto un bel bambino, mentre io ho avuto la mia bella Letizia, ma con la sdd, non riesco a giudicarla.
    Lei ha dei problemi, magari economici, magari di altro tipo, ma sono problemi per lei tanto grandi da rinunciare a un figlio. E il suo dolore basta, è grande abbastanza perchè ci si metta anche il mio giudizio, che sarebbe solo gratuito.
    Avete visto il musical "Notre Dame de Paris" di Riccardo Cocciante?
    Il Gobbo ad un certo punto canta una canzone struggente: "Come è ingiusto il mondo".....
    E quanto è vera questa cosa.....
    gigliorosa

  2. #32

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    Rachele, piano piano dovrai imparare a non giudicare per prima te stessa. Ti fai solo del male, e non serve né a te e tantomeno a Letizia. Te lo dice una che ha la tendenza ad analizzarsi e a recriminare sulle proprie scelte... ma con il tempo ho imparato che è anche questo un atto d'orgoglio, se Dio che tutto capisce e tutto conosce ci perdona, perché mai noi non riusciamo a perdonarci? Se abbiamo commesso degli errori, in quel momento lì, per come eravamo, non potevamo fare diversamente. Gli errori devono diventare un'occasione per riflettere e ripartire con nuove prospettive. Tutto fa parte della nostra vita e di tutto si può far tesoro per crescere e diventare migliori.
    Renza

  3. #33

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    Quote Originariamente inviato da gigliorosa
    Avete visto il musical "Notre Dame de Paris" di Riccardo Cocciante?
    Il Gobbo ad un certo punto canta una canzone struggente: "Come è ingiusto il mondo".....
    E quanto è vera questa cosa.....
    Potrei risponderti con una citazione di Mounier, diceva: "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore)................ E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
    e ogni cicatrice è un autografo di Dio,nessuno potrà vivere la mia vita al posto mio (Jovanotti)

  4. #34

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    Quote Originariamente inviato da maxniola
    [E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.

    .....ed è solo sentendosi coinvolti in un abbraccio senza limiti da parte di un Altro che ciò diventa possibile e realizzabile.
    "....il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino."
    Enc. "Spe Salvi"
    Benedetto XVI

  5. #35

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    ampia recensione sul libro oggi su Repubblica a pag. 31
    Francesco

  6. #36
    Super Moderator Pinguino reale L'avatar di ritz
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    Vi segnalo l'incontro con l'autrice, domani 22 maggio, a Milano.
    http://www.garzantilibri.it/default....ews&NEWSID=576

    Franz e io ci saremo

  7. #37

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    Sabato l'ho comprato, in realtà senza troppa voglia di leggerlo in questo periodo, ma poi domenica mattina ho letto i primi due capitoli e ieri sera, dopo che Franci è andata a letto, l'ho ripreso in mano e non mi sono più fermata: ho chiuso il libro alle 03.46 e stamattina sono uno zombie.
    E' un libro che mi ha fatto piangere tanto, tante lacrime copiose che da tanto tempo non solcavano le mie guance: è un libro di una tristezza e di uno struggimento infinito, ma è pure vero che io avevo enorme bisogno di sciogliere gli argini delle mie emozioni che cerco di tenere faticosamente soffocate in un angolo del mio cuore.
    Lo consiglio a tutti,
    milena, mamma di Francesca... e anche di Giorgia!

  8. #38

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    IN DIFESA DELLA VITA OFFESA (Da Famiglia Crisitiana)

    Un romanzo americano di grande successo sulle vicende di gemelli separati alla nascita. La testimonianza di un lettore sull’influsso di don Milani. Due scritti che trovano un punto di incontro nella sollecitudine per chi è stato vittima dei pregiudizi.



    Due letture si incrociano e trovano un punto di incontro, anche se la loro distanza è siderale. La prima è il libro di una scrittrice americana, un successo da tre milioni di copie. La seconda è la lettera di un nostro lettore. Il punto di incontro mi sembra la difesa della vita offesa. La vita offesa dall’ignoranza, dai pregiudizi, dal disamore.

    Figlia del silenzio è il primo romanzo di Kim Edwards, docente universitaria; in Italia esce ora da Garzanti. L’intreccio avvince subito. Marzo 1964, a Lexington, Kentucky, in una notte di tempesta Norah ha le doglie improvvise; impossibile arrivare all’ospedale. La aiuta nel parto il marito David, chirurgo ortopedico, che chiama ad assisterlo l’infermiera Caroline. Sposati da un anno, sono felici per la nascita del primo figlio: se è una bambina la chiameranno Phoebe, se è un bambino Paul. Ancora non sanno di due gemelli.

    Il primo nasce bene, sarà Paul. La seconda arriva a sorpresa, la madre è sotto sedativo e non se ne accorge. Sarà Phoebe. Ma David nota subito «il taglio degli occhi obliquo come di chi sta ridendo, il naso schiacciato... Mongoloide, aveva detto anni prima il suo professore, sapete cosa significa? Per risparmiarsi tanti dispiaceri, non resta che l’istituto». Sconvolto, il padre consegna la piccola all’infermiera con l’incarico di portarla in istituto. Alla moglie dirà che è nata morta.

    Ma Caroline non abbandonerà la piccola, la alleverà come una figlia in un’altra città, affrontando disagi e pregiudizi. Mentre il segreto e i sensi di colpa rovinano la famiglia di David. I gemelli si incontrano 25 anni dopo e si riconoscono: «Un gesto semplice di Phoebe rimise in moto il mondo».

    Mongoloide, si diceva una volta, e già nella parola era incluso il timore che in passato ha spinto molti genitori a fare la stessa scelta crudele di David. Oggi i nati con la sindrome di Down, così chiamata dal nome del medico che l’ha descritta, sono prediletti per la loro dolcezza, l’affettuosità e l’allegria. Dimostrano una grande capacità di apprendere, se sono ben curati e seguiti con amore.

    E qui arrivo alla lettera del nostro lettore. Antonio Tupone, da Lanciano, è un maestro in pensione. Ha letto l’Arrivederci su don Milani e ha voluto mandarmi la sua testimonianza scrivendo al computer ben 36 pagine, quasi un piccolo saggio sull’influsso che su di lui ebbe la Lettera a una professoressa: «Me ne sono innamorato subito. Insegnavo in un Centro di formazione professionale, e quel libro rivoluzionava il concetto di scuola. Con esso mi trovai dalla parte degli ultimi, dei più deboli, degli scartati dalla scuola tradizionale».

    Antonio racconta tante storie di riscatto, quella di Anna Rita mi ha colpita forse perché avevo appena finito di leggere Figlia del silenzio. Purtroppo, devo accorciare il racconto di Antonio. «Anna Rita era una ragazza Down di 24 anni, fu inserita nel corso per ceramisti. Veniva a scuola accompagnata dalla madre. Si adattò presto nel gruppo, si sentiva gratificata e ricoperta di fiducia. Una mattina arrivò da sola, chiesi chi l’avesse accompagnata, con orgoglio mi rispose: "Nessuno"...

    «Un giorno di gennaio cominciò a nevicare, eravamo tutti contenti, ma Anna Rita andò verso la finestra e si mise a pregare a voce alta perché smettesse la neve che le avrebbe impedito di uscire di casa. Come i ragazzi di Barbiana, anche lei sarebbe venuta a scuola pure di domenica, senza vacanze e senza ricreazione...».

    Mi ha conquistata il gesto di Anna Rita. Semplice come quello di Phoebe che «rimise in moto il mondo».



    Franca Zambonini
    Francesco

  9. #39
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    Predefinito Ancora "la figlia del silenzio"

    Sapete che sono solo un ospite del vostro pianeta. Vorrei porre un quesito, dibattuto più volte direte Voi, ma pur sempre attuale e utile per far capire al mondo esterno i problemi degli “autoctoni” del pianeta down. Abbiamo letto, mia moglie ed io, “la figlia del silenzio”. Scritto bene, commovente in alcuni passi (capisco le calde lacrime di Mariafatima). Ho letto tutte, ma proprio tutte, le tre pagine di osservazioni in risposta alla recensione di Francesco, constatando che la quasi totalità riguardano il libro da leggere e non già letto. Adesso che molti lo avranno letto si potrebbe avere una più approfondita analisi. Una bella e commovente storia, ma non deprimente. Ma la piccola down figlia del silenzio, è veramente vista nella sua reale dimensione oppure è l’eroina con gli occhi a mandorla di un romanzo da fiction tv? Lo chiedo a Voi, che avete esperienza diretta come genitori o siblings o parenti. La realtà è più drammatica o più dolce? Lo sviluppo della giovane è legato all’ambiente affettivo o ad altri fattori? Cosa devono pensare coloro che, come noi due, hanno solo grande rispetto e solidarietà per gli abitanti di questo fragile pianeta down? Io sono ammirato dalla vostra partecipazione alla vita del pianeta e dallo spirito che l’ispira, ma è sufficiente da parte nostra portare ammirazione, simpatia e amicizia fraterna? Domande intriganti e puerili ma certamente le vostre risposte saranno più profonde, più vissute e degne di grande riflessione. Grazie a tutti. Ugo Brugnara - Dream, pinguino in un’oasi.

  10. #40

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    Grazie per la citazione sulle mie lacrime.... ...ma come fai a sapere che ho pianto???? Che fossero calde comunque non c'erano dubbi visto il clima di questi giorni in Sicilia!!!
    COmunque io il libro, dopo le discussioni sull'argomento, mi ero ripromessa di non leggerlo e non l'ho comprato, come promesso...ma ahimè non si sfugge al destino e così mi è stato regalato con tanto di dedica!!!!!
    E' stato sul mio comodino per due mesi prima che riuscissi a leggerlo. Poi è successo tutto d'un fiato. Sono stata malissimo perchè mi sono calata nella storia( come succede a molti quando leggono un libro). Nella mia situazione personale ho fatto tante riflessioni e considerazioni sulla vita. Ho pianto di commozione, ho ripensato alla mia storia...ho scrutato curiosa Phoebe che cresceva, immaginando la mia piccolina. Non mi sono depressa. Ho sofferto, questo si, come si soffre nella vita reale. con tutte le domande e le incognite di chi è ancora all'inizio del cammino...Alla fine ho visto Paul avvicinarsi con "l'amore che non ha paura" alla sua gemella e questo mi sembra un finale non romanzato ma reale. E' la storia di tanti fratelli e sorelle del forum e questo chi meglio di loro potrà raccontarti?
    Nel corso del racconto ho notato come l'autrice guardava a Phoebe con gli occhi di Caroline, con gli occhi dell'amore così come hai visto descrivere i nostri figli nel forum. Io credo che l'autrice abbia fatto un buon lavoro. Credo che Phoebe sia diventata la donna che leggiamo nel romanzo perchè è stata AMATA con la sua dignità, con la sua personalità, con i suoi doni e i suoi limiti, COME PERSONA, educata con dolcezza e con fermezza, senza falsi pietismi.
    Poi alla fine....e pur sempre e solo :un LIBRO!!! la vita, quella vera ha i volti dei nostri figli, e a volte non ha niente da invidiare ad un romanzo!!!
    Anna Maria

  11. #41
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    Secondo me la descrizione di Phoebe è realistica anche se è una descrizione limitata, insomma non è nè ottimistica nè pessimista, così come è realistico l'impegno della mamma adottiva. Si vede che l'autrice prima di scrivere si è documentata ed ha conosciuto persone con sdd.
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  12. #42

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    io l'ho appena letto questo libro...all'inizio mi ha fatto versare tanti lacrimoni...ma devo essere sincera. Mi aspettavo di più...per come è partito il libro, tutti nei dettagli, mi aspettavo un finale diverso...sembra che l'autore alla fine andava di corsa e l'ha "arronzato"...
    in fondo è stato un bel libro...ma mi ripeto...quando l'ho chisuso sono rimasta un pò delusa...

  13. #43

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    Quote Originariamente inviato da confusa Visualizza il messaggio
    io l'ho appena letto questo libro...all'inizio mi ha fatto versare tanti lacrimoni...ma devo essere sincera. Mi aspettavo di più...per come è partito il libro, tutti nei dettagli, mi aspettavo un finale diverso...sembra che l'autore alla fine andava di corsa e l'ha "arronzato"...
    in fondo è stato un bel libro...ma mi ripeto...quando l'ho chisuso sono rimasta un pò delusa...
    Benvenuta ... "confusa" . Non credo che il tuo nick sia collegato alla qualità del giudizio del libro di cui parli... ci racconti come mai sei "atterrata" su questo pianeta?
    Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
    www.darioweb.com

  14. #44

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    Quote Originariamente inviato da aledario Visualizza il messaggio
    Benvenuta ... "confusa" . Non credo che il tuo nick sia collegato alla qualità del giudizio del libro di cui parli... ci racconti come mai sei "atterrata" su questo pianeta?
    anche io sono una mamma di 26 anni, di un bimbo di 15 mesi...e nonostante lui ha avuto la "fortuna" di nascere sano...non so perchè...ho un amore particolare per i bimbi con sdd...non partecipo attivamente al forum perchè ho paura di essere giudicata...nel senso che mi potreste dire "che ci fai tu qui"...e credetemi...se do "fastidio" basta dirlo...senza problemi...
    nella mia parrocchia abbiamo molti bambini come i vostri...e anche se alcuni non parlano nemmeno...ci pensano gli occhi a dire tuttio
    molte famiglie di questi bimbi si rispecchiano nei vostri racconti...e non so perchè vi leggo...ma so solo che a volte ci passo ore qui dentro!
    forse perchè durante la gravidanza...come molte di voi d'altronde...avevo il tarlo di partorire un figlio down...e siccome a volte ci penso a fare il bis...mi dico che conoscere il vostro "pianeta" mi farebbe affrontare in maniera diversa una eventuale probabilità di avere un bimbo down.


    mi ripeto...se ci sono problemi...ditemelo.

  15. #45

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    Quote Originariamente inviato da confusa Visualizza il messaggio
    ...non partecipo attivamente al forum perchè ho paura di essere giudicata...nel senso che mi potreste dire "che ci fai tu qui"...e credetemi...se do "fastidio" basta dirlo...senza problemi...
    Così averne di questi problemi! E' vero che su questo pianeta parliamo tanto di "noi"... della nostra esperienza di genitori... che in questo senso (e solo in questo ) sicuramente è un po' "speciale" per vissuto e problematiche... e quindi potrebbe far apparire il pianeta un po' come un "club privèe" ... ma ti assicuro che essendo il fine ultimo del nostro agitarci... la possibilità di garantire ai nostri figli il fatto che possano conquistarsi il diritto alla serenità... alla propria felicità o infelicità... qualsiasi "collegamento" con il mondo esterno "sensibile" ... quello che "guarda" con rispetto, senza falsi pietismi e nemmeno ridicoli imbarazzi ... può solo far piacere! Rimani perciò... se vuoi... e intervieni senza problema dove credi di poterlo fare... può essere molto utile per tutti.
    In fondo... spesso il vero "problema" sta solamente nella mancanza di sufficienti "ponti" di collegamento tra mondi solo in apparenza diversi ...
    Grazie quindi... di essere uscita allo scoperto... affacciandoti su quel ponte...
    Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
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