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Lo sviluppo del pensiero logico in bambini e ragazzi con sindrome di Down.
Nel contributo che segue riportiamo, in estrema sintesi, i risultati di una ricerca condotta da Renzo Vianello, Silvia Lanfranchi e Elena Moalli (in Vianello, 2006). La lettura evidenzierà che si è utilizzato un linguaggio tecnico (ad esempio si parla di deviazioni standard). Si noti tuttavia che la sostanza del lavoro è comprensibile anche a chi non ha basi scientifiche specifiche, dato che si è avuto cura di evidenziare nel testo la “sostanza” delle cose (ad esempio che nelle prestazioni i bambini sono molto diversi tra di loro, per cui alla stessa età troviamo differenze molto grandi e questo risulta chiaro anche a chi non sa cosa sono le deviazioni standard).
Nel corso di varie ricerche condotte negli ultimi dieci anni abbiamo avuto l'opportunità di proporre il test OL (Operazioni Logiche) a 189 bambini o ragazzi con sindrome di Down di età compresa fra i 7 e i 18 anni. Rinviamo al manuale (Vianello e Marin, 1997) per le caratteristiche del test. In questo contesto ci limitiamo a sottolineare che:
- comprende 18 prove riguardanti le aree della seriazione, della numerazione e della classificazione;
- ha una fedeltà molto elevata e una chiara validità (in particolare ha una correlazione di .67 con WISC-R, ma è meno influenzato dalle componenti verbali, culturali e scolastiche).
Risultati
Tabella 1 Risultati riportati al test OL da 189 soggetti con sindrome di Down di età comnpresa tra i 7 e i 18 anni, distinti per gruppi di età.
Consideriamo i livelli di età mentale (EM) raggiunti alle varie età.
Esse oscillano da 5;0 a 5;7. Si tratta complessivamente di una età mentale da non sottovalutare, poiché fornisce le basi cognitive per le prime fasi di apprendimento della lettura e della scrittura e per le prime attività aritmetiche.
La progressione è lentissima, ma costante, se si eccettua la lieve "caduta" a 17-18 anni. Non è facile spiegare questo declino. L'ipotesi più convincente, a nostro avviso, è che, finita la scuola dell'obbligo ci possa essere una qualche crisi di identità o motivazionale o comunque un disorientamento e che questo possa influire anche nelle prestazioni ai test.
Ci sembra opportuno attirare l'attenzione su un dato cruciale: le deviazioni standard. Esse sono notevoli e confermano la grande variabilità intrasindromica. Può essere utile un esempio. Dato che tra + una deviazione standard e - una deviazione standard vi è circa il 66% della popolazione, a 15-16 anni un minore con sindrome di Down su tre ha ottenuto una prestazione media inferiore a 6,43 (9,62-3,19; corrispondente ad una EM di 4;9 invece di 5;7) o superiore a 12,81 (corrispondente ad una EM di 6;7).
Consideriamo ora eventuali differenze di genere. Nel campione dei bambini normodotati, come indicato nel manuale, non risultano differenze fra maschi e femmine. Vi è infatti una quasi totale sovrapposizione dei dati. Anche in questo caso sia nel totale che nelle singole aree non risultano differenze significative.
Abbiamo infine calcolato la fedeltà del test (e cioè quanto esso ci dia risultati non influenzati dalla situazione del momento), con questo gruppo di minori con sindrome di Down, sia per mezzo dell’alfa di Cronbach, che con il metodo split-half. In ambedue i casi abbiamo ottenuto dati significativi a livello .01 (.65 nel primo caso e .55 nel secondo). Si tratta di un dato da evidenziare, perché il fatto che un test sia fedele con individui normodotati non implica automaticamente che lo sia anche per individui con sindrome di Down. In definitiva anche per quanto riguarda la fedeltà si tratta di un test adatto per i minori con questa sindrome (e che, di norma, tende a darci lo stesso risultato anche se somministrato alla mattina o al pomeriggio, con un somministratore o un altro ecc.).
Conclusioni
Per molti individui con sindrome di Down lo sviluppo cognitivo procede con un certo ritmo fino all'acquisizione di prestazioni di pensiero logico equivalenti all'età mentale di 4-5 anni (raggiunto dalla maggioranza dei bambini con sindrome di Down fra i 7 e gli 11 anni), ma poi rallenta in modo notevole (pur non arrestandosi). Un dato numerico è esemplificativo. La differenza fra le medie dei bambini di 7-8 anni e quelle dei ragazzi di 16-17 è, in termini di età mentale, equivalente a 7 mesi. In altre parole ciò che nei bambini normodotati viene acquisito, in media, in 7 mesi, richiede, in media, 9 anni ai minori con sindrome di Down. Poiché sappiamo che il progresso cognitivo tra i 5 e i 7 anni di età mentale è cruciale per l'apprendimento scolastico e per lo sviluppo dell'autonomia risulta molto importante dedicare notevoli energie alla costruzione di materiali e strumenti per il potenziamento del pensiero negli individui con sindrome di Down.
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