L'esibizione idiota di chi fraintende il Natale
Sabato 25 novembre passeggiavo in Como (ang. Via 5 Giornate - Via Volta) quando incontro un gruppo di una ventina di ragazzi/e, età circa 16/18 anni, tutti con cappello di Babbo Natale, festosi, che innalzavano un cartello con scritto "Mongoli di Natale". Avendo io un amatissimo nipote con sindrome di Down, mi avvicino e chiedo loro il significato di quel cartello. Le loro risposte sono state sconvolgenti per insipienza, arroganza, ignoranza: "Signora, noi non vogliamo offendere nessuno, impari l'italiano, suo nipote è mongoloide, non mongolo, che nel linguaggio corrente vuol dire deficiente". E per mostrarmi la loro buona fede uno aggiunge : "Anzi , quando sarò grande (?) io curerò quelli come suo nipote". Una ragazza sorridente: "Su signora è Natale, non rompa…" e mi offre caramelle che porta in un cesto. Tutto questo tra sghignazzi, sfottimenti ecc. da "bravi ragazzi". Come spiegare a questi giovani che mio nipote, della loro età, non ha bisogno di "cure", tantomeno da loro così ottusi e superficiali, ma solo di amore e rispetto come tutti? Che vive la sua vita con serenità in famiglia, a scuola, svolge attività sportive (nuoto, equitazione e accudisce giornalmente il suo cavallo che tanto ama). Che quel cartello offende soprattutto loro, la loro intelligenza, la loro sensibilità. Alla fine con amarezza sono riuscita a dir loro soltanto "vergognatevi!" rendendomi conto che erano comunque parole inutili. Se la mia protesta avrà colpito anche uno solo di loro non sarà stata del tutto vana, perché loro sono il futuro e, alla luce anche di simili episodi, non è una banalità dire che non sarà del tutto roseo… Lettera firmata San Fermo Il primo commento è stato, nonostante tutto, benevolo: speriamo che sia solo l'esibizione muscolare della momentanea idiozia di qualcuno che ha frainteso lo spirito del Natale, ci siamo detti in redazione. Poi siamo andati a farci un giro in quel pozzo senza fondo che è il web e abbiamo scoperto che i "MongoliPerNatale" hanno addirittura un sito dove professano il loro "mongolopensiero", un incredibile concentrato di imbecillità riconducibile a questa summa: «radunare il maggior numero di persone disposte a collezionare figure di cacca in compagnia». E più oltre, ad colorandum: «suscitare stupore, incredulità, sorrisi spontanei e, naturalmente, aggiungere una tacca alla lista delle figure di m.... ». Alla data del 21 novembre, questa allegra compagnia di dementi aveva raggiunto l'invidiabile primato di ben 54 iscritti, tutti rigorosamente anonimi. Complimenti, dunque, ai membri della confraternita che il 25 novembre hanno offerto alla città un segno ineguagliabile del loro nulla interiore. Con buona pace di chi tutti i giorni si misura con il dramma vero dell'handicap e con il suo mistero, profondo quanto il Natale. E giustamente si indigna. Pier Angelo Marengo p.marengo@laprovincia.
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