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Discussione: fuori dalla classe

  1. #31

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    Ciao Maddy, sono un'insegnante di sostegno nella primaria.

    Perdonami, ma le tue paure sono del tutto ingiustificate. E' normale portare fuori i bambini quando si fa didattica differenziata ed anche auspicabile. Due insegnanti che fanno cosa diverse contemporaneamente, una a un gruppo numeroso e uno ad un singolo può creare, per certe attività, un caos assurdo. Un pò si lavora in classe e un pò fuori, a seconda delle necessità e del bambino.

    Diverso è all'infanzia, dove sul ruolo, l'utilità e l'efficacia del sostegno (in alcuni casi) ci sarebbe molto da discutere, ma dalla primaria in poi è doveroso.

    Da insegnante ti dico che devi preoccuparti solo di vedere se sono dei bravi insegnanti e basta, e fidarti.
    Se puoi organizza anche un'altra riunione per spiegarti meglio e se sai stata aggressiva, per scusarti. Ti assicuro che non è bello per chi sta dall'altra parte sentirti attaccati per cose così (quasi tutti i bambini col sostegno vengono portati fuori all'occorrenza, è assolutamente normale, francamente è la prima volta che mi capita di sentire che un genitore metterlo in discussione) o quello che è successo potrebbe compromettere il percorso di tuo figlio a scuola.

  2. #32
    Administrator Pinguino reale L'avatar di paola
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    Tasto dolente per noi quest'anno... premetto che noi veniamo da un'esperienza alle primarie disastrosa, dove il bambino ha lavorato tantissimo ma male, per cui abbiamo avuto 4 anni in cui il bambino ha colorato molto scritto tanto con la copiatura, ma è arrivato alla fine della quarta che non leggeva e scriveva neanche parole semplici. Questo perchè ci siamo fidati (fino alla fine della terza) per cui ora non ci fidiamo più se prima non vediamo che la fiducia è meritata. L'anno scorso (prima media) è stato un anno idilliaco con un team docenti splendido e un'insegnante di sostegno che metteva davvero le esigenze del ragazzo al primo posto. Davide è uscito pochissimo dalla classe perché visto che era stato sempre abituato a lavorare in modo troppo distante dalla classe facendo argomenti completamente diversi (anche quando si potevano fare le stesso cose in modo diverso), di concerto insegnanti e pedagogista hanno pensato fosse invece opportuno far vedere anche ai compagni che lui poteva fare le cose in classe insieme a loro, questo anche per favorire le autonomie sociali. Usciva solo verso la fine della mattinata quando andava giù la concentrazione per fare attività diverse (esempio usare il pc) per farlo riposare un attimo. Gli insegnanti lo volevano in classe nonostante lui svolgesse dei programmi su italiano e matematica lontani anni luce da quello degli altri, ma doveva lavorare in classe perché non sempre c'era il sostegno, per cui anche gli altri insegnanti erano abituati a seguirlo.
    Quest'anno invece sono cambiati buona parte dei professori, ma soprattutto l'insegnante di sostegno che però ha un'altra idea: di fuori rende di più.
    Peccato che il nostro obiettivo non sia quello di colmare un gap ormai incolmabile, ma ci sia anche quello di lavorare sulla percezione che i suoi compagni hanno di lui, e che lui ha di sè in confronto agli altri, questo perché è in quella fase in cui vorrebbe fare le stesse cose degli altri e avrebbe bisogno anche di sentirsi un po' meno diverso e più gratificato, aspetto curatissimo l'anno scorso che gli ha consentito di mettere il turbo.
    Ora stiamo ancora cercando un equilibrio su questo e altro, speriamo di riuscire a trovare un'intesa anche quest'anno, ma non è semplice. Ormai mi basta vedere l'orario per capire realmente a che posto vengono messe le esigenze del ragazzo.

    Quote Originariamente inviato da Tati Lulù Visualizza il messaggio
    Perdonami, ma le tue paure sono del tutto ingiustificate. E' normale portare fuori i bambini quando si fa didattica differenziata ed anche auspicabile. Due insegnanti che fanno cosa diverse contemporaneamente, una a un gruppo numeroso e uno ad un singolo può creare, per certe attività, un caos assurdo. Un pò si lavora in classe e un pò fuori, a seconda delle necessità e del bambino.
    Sicura? In tanti anni è la prima volta che sento che sia auspicabile far uscire il bambino dalla classe, perché ho sempre letto e mi è sempre stato detto dagli addetti ai lavori il contrario. Di solito è una necessità degli insegnanti più che dei bambini... Per cui data la premessa che il bambino è auspicabile che stia in classe ci possono essere delle eccezioni e, comunque, dipende dal bambino. Se si esce lo si fa quando ci si è costretti in situazioni eccezionali, ma assolutamente non può e non deve diventare la norma, tant'è che può essere contestato da parte della famiglia se non è condiviso con essa. Ai bambini serve anche imparare a fare le cose quando "c'è confusione" perchè poi nella vita reale è con la confusione che si devono rapportare. Si può fare all'inizio e per periodo limitati nel tempo, ma non può essere che il bambino o ragazzo venga portato sistematicamente fuori a fare altro.


    Da insegnante ti dico che devi preoccuparti solo di vedere se sono dei bravi insegnanti e basta, e fidarti.
    Da mamma che ha pagato le conseguenza della fiducia mal riposta, dico di vigilare sempre, con calma, cercando di tenere a bada l'ansia da prestazione, ma con determinazione e di dire tutto ciò che secondo noi è sbagliato, dopo aver chiesto delucidazioni, magari, informandosi prima da altre mamme maestre/professoresse e non dicendo le cose direttamente, ma mandando avanti la pedagogista, ma comunque non abbassare mai la guardia perché molto sta alla buona volontà degli insegnanti e l'insegnante che sa che alle spalle c'è una famiglia presente mette più raramente le sue esigenze al primo posto a discapito di quelle del bambino, come invece di solito avviene, perché di fatto i nostri figli sono nostri per sempre, invece sono dell'insegnante massimo per cinque anni (se va bene).

    Se puoi organizza anche un'altra riunione per spiegarti meglio e se sai stata aggressiva, per scusarti. Ti assicuro che non è bello per chi sta dall'altra parte sentirti attaccati per cose così (quasi tutti i bambini col sostegno vengono portati fuori all'occorrenza, è assolutamente normale, francamente è la prima volta che mi capita di sentire che un genitore metterlo in discussione) o quello che è successo potrebbe compromettere il percorso di tuo figlio a scuola.
    Sul scusarsi solo se si è offeso o se si è messa in discussione la professionalità dell'insegnante immeritatamente, il percorso a scuola dei nostri figli viene compromesso nel momento in cui entra in aula un insegnante incapace, oppure che non ha a cuore il lavoro che fa, oppure che mette i suoi interessi davanti a quelli del bambino (spesso non andandoci proprio al lavoro), o peggio ancora parzialmente preparato ed arrogante che non ascolta e vuole stravolgere il lavoro fatto, creando confusione nel bambino. Direbbe un vecchio comico "ce li ho tutti!"
    Il migliore sostegno che Davide ha avuto è stato l'anno scorso e non aveva abilitazione, ma aveva un estrema umiltà e tanta voglia di far bene, ha cercato materiale e strumenti e ha puntato sul fatto che doveva fare le cose insieme agli altri, sebbene non fossero le stesse cose. Forse la mancanza della "formazione specifica" è stato il suo valore aggiunto, perché è partita dal presupposto che era un bambino come gli altri e che faceva parte di una classe in cui doveva imparare a lavorare e a relazionarsi. Il percorso del bambino non lo compromettono mai i genitori, ma sono sempre gli insegnanti perchè sono loro a scuola non noi e chi vuole far bene lo fa a prescindere dai genitori.
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  3. #33

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    Paola condivido molte delle cose che hai detto.
    Primo fra tutti l'importanza di favorire l'integrazione con gli altri bambini/ ragazzi e di lavorare sulla percezione di sé che i nostri bambini hanno e che trasmettono agli altri compagni. La didattica differenziata deve tenere conto anche di quanto svilente possa essere per il bambino essere emarginato dal contesto della classe e di quanto viceversa il gruppo possa essere trainante. Mio figlio ad esempio trae grande soddisfazione dal fatto di riuscire a svolgere la maggior parte delle attività come gli altri compagni e questi ultimi, pur cogliendo la necessità di Lorenzo di essere supportato di più dalle insegnanti, lo rispettano e egli riconoscono i risultati raggiunti. Sono certa che se lo avessero incominciato a portare fuori dalla classe immediatamente non avrebbero ottenuto gli stessi risultati. Questo non significa che bisogna demonizzare l'uscita dalla classe se questa fatta con specifici obiettivi, condivisi in sede di pei e magari nella modalità del piccolo gruppo. La condivisione con la famiglia e gli altri professionisti è fondamenatale ... perché la progettazione educativa è solo una parte del progetto di vita che la famiglia decide per il suo bambino e che nessuno può permettersi di mettere in discussione (come bene esprimi tu Paola quando dici che per te è un obiettivo secondario quello di raggiungere gli stessi obiettivi didattici degli altri rispetto alla necessità di lavorare sull'autostima di Davide) e perché i professionisti spesso hanno una visione a più largo raggio del bambino, che hanno visto crescere e per i quali hanno impostato obiettivi di più lungo termine .
    Sono poi d'accordo con te che la fiducia vada costruita attraverso il reciproco ascolto. Non è una cosa scontata, nemmeno di fronte a persone con grande esperienza. La bravura di un insegnante non può prescindere dalla capacità di mettersi in atteggiamento di ascolto del bambino in primo luogo ma anche della famiglia. Ho subito, per fortuna in un contesto scolastico meno importante -la scuola dell'infanzia_ delle persone che pur essendo abbastanza brave come educatrici avevano una tale sicurezza della loro superiorità da non ascoltare minimamente le mie richieste e le mie osservazioni... ecco questo tipo di relazione non mi ha permesso per tre anni di avere fiducia nelle persone che avevo di fronte e non mi ha permesso di crescere e evolvermi come avrei voluto e potuto se ci fosse stato uno scambio paritario e onesto

  4. #34

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    Sono convinta che il lavoro in classe sia preferibile rispetto al lavoro fuori al limite poi si può integrare a casa con un supporto per i compiti sono in linea con il tuo giudizio, tieni duro secondo me è quella la strada, è vero anche che devi cercare di mantenere una comunicazione positiva con la scuola e con gli insegnanti ma noi mamme in questo siamo maestre

  5. #35

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    Per Paola e le altre.

    Adesso sarebbe molto lunga spiegare tutto, ci vorrebbe un trattato. Quello che cerco di farvi capire è che la scuola vista dal di dentro è completamente diversa che vista dal di fuori. Quello di cui dovete preoccuparvi come genitori è solo se gli insegnanti sono preparati o meno, senza entrare in cose troppo specifiche, altrimenti rischiate di farvi un'idea totalmente sbagliata.

    Che sia meglio stare in classe che fuori, come se fosse un assioma, perdonatemi, ma davvero non è così. La risposta giusta è dipende, dalla patologia/livello del bambino, dall'attività, dal programma, dal grado di istruzione ecc...
    Questi non sono limiti che vanno posti. Quest'anno, che mi sono capitati un autistico medio e una bambina con encefalite (invece del b. Down che avevo chiesto) se non li portassi per un pò anche fuori, in un ambiente silenzioso e ''protetto'' non farebbero proprio nulla e tutto il senso del rapporto 1 a 1 andrebbe a farsi benedire.
    Vi prego di non mettere questo tipo di paletti ''idiologici'', perchè gli insegnanti, se bravi, sanno cosa fare, come, quando e quanto. Ripeto, come genitori preoccupatevi solo di questo, io ho fatto una specializzazione universitaria per fare sostegno, ho una preparazione specifica, voi come mamme dovete solo eventualmente valutarne i risultati, la scelta dei metodi da utilizzare vanno lasciati a chi ha studiato per fare questo.

  6. #36
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    Infatti ho scritto che dipende dal bambino, la mia era una risposta al tuo auspicabile, che sembrava un concetto a prescindere.
    Sulla preparazione specifica e su a chi spetta cosa avrei molto, ma molto da dire. Perchè sarà pur vero che ci sono degli insegnanti capaci e preparati (sempre troppo pochi), ma è anche vero che il progetto su un bambino/ragazzo non è solo della scuola, ma la scuola ne è solo una parte, per cui il lavoro che si fa a scuola non può prescindere da tutto il resto e dall'ascolto delle altre figure (pedagogisti, npi, logopedisti, ecc.) soprattutto quando si mettono a disposizione della scuola, ma anche della famiglia.
    Ad esempio in questi anni ho visto spesso scrivere a mano sui quaderno di Davide da insegnanti specializzati, e io da mamma "ignorante" mi sono chiesta "ma questi ci hanno preso pure la specializzazione per non capire che devono scrivere con grafia chiara senza mischiare gli stili dei caratteri?". Insomma se di fronte si ha un bambino che sta imparando a leggere (con difficoltà di apprendimento certificate) ed è stato consigliato di iniziare dallo stampato maiuscolo (ad esempio) se tu mi scrivi C che si leggono e e si mischia stampato a corsivo è così difficile capire che nella mente del bambino si crea caos? Quando mi sono capitati quaderni di questo tipo mi sarei dovuta fidare? sinceramente più che fidarmi mi chiedo "ma in che consiste l'abilitazione se poi vanno fatte notare cose così elementari?" e mi viene da correggere i quaderni nella parte scritta dall'insegnante (per non parlare poi degli orrori di ortografia).
    Quando un insegnante è bravo ti assicuro che ce ne accorgiamo subito e ci fidiamo, perché ne abbiamo bisogno prima di tutto noi, ma ci accorgiamo altrettanto in fretta quando abbiamo di fronte persone impreparate, svogliate o semplicemente che fanno il sostegno per ripiego. Io ho enorme rispetto, stima e gratitudine per gli insegnanti che fanno sostegno (e non solo) in modo serio e con dedizione (e ne conosco tanti), ma mi fanno altrettanta rabbia quelli che lo fanno come scorciatoia fregandosene (scusate il termine) dei ragazzi e dei bambini che dovrebbero seguire e li manderei tutti a casa, e ti assicuro che i primi a pensarla così sono proprio gli insegnanti che lavorano e che hanno a cuore i ragazzi. Sapessi quante ne ho dovute sentire di quelle che succedono dal di dentro della scuola, lo so che si vede tutto in modo diverso e forse è proprio questo il problema in molti casi... a me sembra assurdo che ogni anno mi debba controllare su quali materie c'è il sostegno perché la maggior parte si fanno l'orario com'è più comodo a loro piuttosto che in funzione delle materie previste nell'orario, eppure è così, e ci provano quasi tutti
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  7. #37
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    Quote Originariamente inviato da Tati Lulù Visualizza il messaggio
    Se puoi organizza anche un'altra riunione per spiegarti meglio e se sai stata aggressiva, per scusarti. ....o quello che è successo potrebbe compromettere il percorso di tuo figlio a scuola.
    Cos'è? Una minaccia?
    Naturalmente sto scherzando.....Ho profonda stima per tutte le insegnanti e soprattutto per chi ha scelto di fare l'insegnante di sostegno... nel tuo caso in particolare visto che hai deciso di buttarti "nella mischia" mettendoti in gioco su questo forum con noi genitori.
    Volevo invece girare nuovamente il punto di osservazione della questione, perché chiaramente ognuno tira l'acqua al suo mulino
    Se dalla parte degli insegnanti è sacrosanto il diritto ad essere lasciati liberi di impostare il lavoro secondo la propria formazione e la propria esperienza, naturalmente dando per scontato che sia al meglio delle proprie capacità e non perché si è cercata una "scorciatoia"....dall'altra parte gli insegnanti non devono dimenticarsi che i genitori sono quelli conoscono meglio di tutti il proprio bambino, quindi non ascoltare i suggerimenti che possono arrivare dalla madre solo perché non ha una formazione specifica potrebbe essere dannoso per il bambino....oltre che deleterio per il rapporto scuola-famiglia.
    Noi siamo alle prime esperienze, mi figlio di 6 anni ha iniziato da poche settimane la scuola primaria, e devo dire che abbiamo trovato un ambiente sano e propositivo e ci siamo trovati subito in sintonia con tutte le maestre, compresa quella di sostegno e l'educatrice.
    La stessa cosa, purtroppo, non era successa nei tre anni di scuola materna...e quindi la differenza, anche nel rendimento scolastico del bambino, la stiamo già riscontrando giorno dopo giorno.

    Sull'utilità di lasciare la classe...il ragionamento può essere giusto. Nel nostro caso a volte succede quando, soprattutto al pomeriggio, inizia a comparire la stanchezza "oppositiva"...e secondo la maestra è sufficiente un quarto dì'ora in sala biblioteca a leggere un libro per ricaricare le batterie quel tanto che basta a tornare in classe e finire il lavoro con i compagni.
    Su questo siamo d'accordissimo....meno lo saremmo se nostro figlio venisse sistematicamente portato altrove senza motivo o magari per materie specifiche. L'inclusione con i compagni può passare per tante cose...e la presenza in classe è una di quelle fondamentali.

    Quote Originariamente inviato da Tati Lulù Visualizza il messaggio
    ...quasi tutti i bambini col sostegno vengono portati fuori all'occorrenza, è assolutamente normale, francamente è la prima volta che mi capita di sentire che un genitore metterlo in discussione
    Su questa affermazione ho delle perplessità...perché, quando all'incontro che abbiamo avuto prima dell'inizio della scuola con la dirigente scolastica, tutte le insegnanti (prevalente, inglese, religione, ecc..), l'educatrice e il team della neuropsichiatria, ho preso la parola chiedendo che mio figlio venisse il più possibile tenuto in classe per favorire l'integrazione con i compagni......beh....tutte quante mi hanno risposto che non avrei neanche dovuto dirlo perché era normale che fosse così....quindi, non me ne volere, ma in questo caso "è la prima volta che sento un'insegnate metterlo in discussione"
    Ultima modifica di zioudino; 14-10-2015 a 12:22
    L'anatroccolo non diventa cigno ma vola lo stesso

  8. #38

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    Riprendo questa discussione perché vorrei capire come intervenire nella didattica di Mirco....sempre se è il caso, visto che non ne ho le competenze.
    Da mamma, quello che vedo nei quaderni, mi piace.
    Ma ho il dubbio che a Mirco vengano tolti degli stimoli a prescindere. E questo mi infastidisce, visto che siamo cresciuti con il grande consiglio dato in neonatologia "è un bimbo che va stimolato".
    Già l'insegnante ci tiene che segua le regole come gli altri bimbi. D'accordo....bisogna mirare in alto....ma oggettivamente ci sono delle difficoltà in questo. Ad esempio il discorso del goccino di pipì....non è non rispettare la regola del mantenersi pulito....è altro....e così via.
    Poi non mi ha mai chiesto i suoi interessi, ciò che gli piace....come passa il tempo libero. Potrebbe chiedermelo per prepararsi il materiale e cercare di farselo dire da lui.
    Inoltre, era da un po' che non portava il libro della biblioteca a casa, che ero convinta che avessero sospeso la cosa per tutti. Invece nella riunione vengo a sapere che gli altri ritiravano ancora i libri. Così nel quaderno delle comunicazioni sottolineo la cosa chiedendo se ci fossero difficoltà.....e zac.....senza nessuna risposta....mi arriva Mirco con il suo libro preso dalla biblioteca.
    Alla scuola dell'infanzia non era così.....mi manca a questo punto....già era di stampo montessoriano....ma la maestra si approcciava con me in maniera più costruttiva.
    Sono tentata di darle quella specie di decalogo....girava tempo fa qui nel forum....giusto che sappia come vorrei che si approcciasse con Mirco.
    Voi in che situazione siete?
    ......basta guardarsi negli occhi per scoprire il nostro percorso.....il percorso dell' Amore.

  9. #39

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    Giusi non lo so come funziona alle elementari ma piu che un decalogo io se avessi qualcosa da chiedere chiarirei di persona al mattino quando porti mirco puoi chiedere tu stessa la motivazione.... i libri li prendono autonomamente o gli vengono dati?
    Anna,mamma di jaja 9 anni.

  10. #40

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    Quote Originariamente inviato da GIUSI Visualizza il messaggio
    Riprendo questa discussione perché vorrei capire come intervenire nella didattica di Mirco....sempre se è il caso, visto che non ne ho le competenze.
    D'accordo....bisogna mirare in alto....
    Sono tentata di darle quella specie di decalogo....girava tempo fa qui nel forum....giusto che sappia come vorrei che si approcciasse con Mirco.
    Voi in che situazione siete?
    Ciao Giusi. Noi nella didattica non possiamo intervenire...questa è una cosa che spetta alle insegnanti, però possiamo suggerire...o meglio, chiedere o dare informazioni in questo, ( anche quelle non richieste, come i suoi gusti, i suoi interesse) avendo l'accortezza di scriverlo "al contrario", se tu hai il quaderno scuola-famiglia, oppure esprimerlo a voce.
    Io uso entrambi i metodi, in base alle comunicazioni, vedendo quasi quotidianamente l'insegnante al momento dell'uscita.
    Per farmi capire meglio... ad esempio, se devo suggerire come fare perchè Mariasole stia al passo nel dettato con i compagni: "buongiorno. Ho notato che a casa mia figlia scrive in velocità lo stampato maiuscolo, rispetto al corsivo. Nei dettati, provi a farla scrivere così...forse riuscirà a stare al passo della classe"; l'anno scorso ero più direttiva " faccia scrivere in stampato maiuscolo mia figlia" ...ma ho visto che questo modo di fare ottiene risultatoidiversi, probabilmente perchè mi sostituisco all'insegnante.
    Invece, un'altra volta ho chiesto all'insegnante se mi poteva ricevere alla fine della lezione, perchè dovevo parlarle..e anche qui sono stata più diplomatica, invece di accusarla subito.
    Mariasole mi riporta che lei urla molto, e questo la spaventa, perchè a casa non alziamo mai la voce, e cio' rischia di "minare" il rapporto di fiducia che mia figlia ha con lei. Che risposta gli devo dare, o cosa mi suggerisce di fare? E l'insegnante si è messa in discussione, dicendo che la classe è molto vivace e spesso bisogna alzare la voce per farsi ascoltare, o che è meglio richiamare i compagni girandosi verso la classe, poichè Mariasole avendo gli apparecchi, sente le urla in forma più amplificata... in quello arriva l'insegnante di italiano e chiede cosa è successo...
    Poi alla riunione di classe, le insegnanti parlano di come la classe va tenuta "marcata stretta" perchè con poco si perde l'attenzione, i bambini chiacchierano..., parlando dell'importanza del voto in condotta che quest'anno viene ripristinato, aggiungendo: "anche perchè poi noi dobbiamo alzare la voce per richiamare l'attenzione, e questo va a discapito dei bambini più sensibili, che prendono paura o si chiudono".
    Ieri l'insegnante mi ha scritto "sono contenta, perchè ora Mariasole si esprime e mi racconta molto di più, si sta aprendo" e tra me e me pensavo a come lei ha riacquistato fiducia, perchè probabilmente ha adottato un nuovo modo di proporsi.
    Per la didattica, invece, mando avanti la logopedista o l'educatrice che viene una volta alla settimana a casa, e hanno fatto un cazziatone a tutte, spiegando come, per ogni parola nuova, si deve utilizzare l'immagine per farla comprendere a Mariasole.
    E' inutile che parliate di inquinamento delle falde acquifere, se lei non sa cosa vuol dire falde, o nelle poesie scrivete la brina, se non avete appurato che lei sappia il significato della parola. Prima dovete lavorare sul lessico...altrimenti è come se voi parlate in italiano, intercalando qualche parola in "inglese" per lei, e ciò non gli permette di assimilare la frase.
    Giusi, io ti ho fatto vari esempi, perchè da ciò che hai scritto, non capisco qual'è l'ambito in cui Mirco, secondo te non viene stimolato.
    Riguardo al volare, io sposo il concetto che " bisogna volare alto, ma non troppo...appena appena al di sopra di ciò che i nostri figli riescono fare", così da permettergli di dare sempre il meglio di sè, e di non minare la loro autostima, o bloccarli nelle attività, perchè le sentono troppo difficili, o al di sopra della loro portata.
    Ti ho espresso la mia situazione, suggerendoti un approccio non troppo diretto nel dire le cose, ma ponendosi noi a disposizione dell'insegnante, nell'ascoltare i loro consigli, oppure, se siamo noi che consigliamo, mai farlo "dando ordini".
    Nella mia esperienza ho visto che questo approccio paga di più...e l'altro, quello più incisivo e di richiamo, lo lascio alla logopedista, che è competente in didattica, e dalla quale le insegnanti accettano di più, rimproveri o "tiratine di orecchi" sul loro operato, suggerendogli ciò che dovrebbe dirgli, in base a ciò che più mi sta a cuore che facciano.
    La bellezza è nella diversità e nelle"diverse diversità" c'è la vera completezza.

  11. #41

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    Sono daccorto con te mariasole.
    Anna,mamma di jaja 9 anni.

  12. #42

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    Fuori dalla classe... No grazie! salvo per occasioni eccezionali che comunque vanno motivate ai genitori!



    Quote Originariamente inviato da mariasole Visualizza il messaggio
    .....Noi nella didattica non possiamo intervenire...questa è una cosa che spetta alle insegnanti... "
    mmmm......
    Se tutto procede bene nulla in contrario
    Ma quando la didattica non funziona o viene del tutto differenziata io intervengo anche su quella
    Lory

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