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Discussione: fuori dalla classe

  1. #16

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    la mia esperienza con jonny alle elementari, vissute per la maggior parte fuori è stata negativa
    lui non ha imparato a stare in classe a lavorare
    non ha mai fatto (semplificato) quello che facevano i compagni
    i compagni stessi non hanno mai compreso le potenzialità di jonny
    ora alle medie lui sta moltissimo in classe, l'ho preteso e stop
    voglio che prenda un diploma (ovviamente sarà semplificato) ma rifiuto un semplice attestato di frequenza
    dal mio punto di vista lui ha perso 5 anni con la scusante che per lui era meglio così piuttosto che cosà ma non ha mai compreso cosa fosse andare a scuola
    solo laboratori e divertimento
    in 5 anni ha a mala pena imparato a leggere stampato maiuscolo e scrivere (maldestramente) sempre stampato maiuscolo
    ora, in 3 settimane sta leggendo agilmente lo stampato minuscolo
    e tutto stando in classe con i compagni
    e ciò mi conferma che fino ad oggi hanno sbagliato con lui e io ho avuto il prsciutto sugli occhi
    sono d'accordo quando si dice che loro potrebbero sentirsi "inferiori" vedendo che non riescono a fare ciò che fanno i compagni ma...
    ma secondo me si sbagliano i presupposti
    in classe c'è un bambino "lumachina", bene sta alle insegnanti riuscire a fare il progranmma adeguandosi alla "lumachina" non a questa a seguire il ritmo della classe, altrimenti si sentirà sempre inadeguata e per forza si proporrà di uscire dall'aula
    se io insegnante ho sempre insegnato in un modo perché la classe mi seguiva bene, adesso che ho chi segue diversamente devo reinventare il mio modo di insegnare
    questo è per me integrazione e inclusione e solo così non ci saranno più discorsi sull'uscire di classe

    esempio... la maestra di inglese di 5^ ha trovato il sistema per interrogare i bambini nei numeri da 1 a 100 i inglese
    ha deciso di farli giocare a tombola, ogni bambino la sua cartelletta e jonny seduto alla cattedra a estrarre i numeri, il bambino di turno lo doveva dire in inglese e tutti a cercarlo sulla propria cartelletta
    risultato... classe divertita senza sentirsi rallentata, jonny soddisfatto e incluso nel compito con i compagni, compagni attenti che hanno ripassato e imparato i numeri

    alle elementari tutto questo si può fare
    alle medie meno, ma se si è già abituati a fare qualcosa di attinente anche se semplificato, sarà più semplice quando avanzano le difficoltà
    Claudia, mamma di Niko 11/03/1997 (ADHD), Jonathan 09/09/2003 (SdD) e Raphael 26/10/2009

  2. #17
    Super Moderator Pinguino reale L'avatar di giuly
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    Quote Originariamente inviato da Laura74 Visualizza il messaggio
    lo scorso anno ho chiesto che Lety venisse portata fuori a fare "attività di rinforzo" (avendo lei un programma semplificato per alcuni versi e differenziato per altri), la psicologa ed anche l'insegnante di classe, mi hanno detto che qs era CONTRO L'INTEGRAZIONE di Letizia all'interno della classe, ma io(e la sua insegnante di sostegno dello scorso anno) ho chiesto a che genere di integrazione si riferivano se la bambina faceva attività differenti e come facevano a disturbarsi a vicenda fra bambini e insegnanti che stavano facendo attività differenti...risposta?
    Sono più che d'accordo con Laura: integrazione non è stare tutti dentro la stessa aula
    Si può favorire l'integrazione in tantissimi modi, anche se ogni tanto il bambino esce dalla classe, l'importante è che nulla sia lasciato al caso ma ben programmato e soprattutto tarato sulle esigenze del bambino.
    Quattro ore in un tempo scuola di 40 sono un periodo di tempo ragionevole, per giunta le insegnanti hanno intenzione di proporre a Monica un sacco di attività interessanti che le permetteranno di utilizzare e migliorare le sue potenzialità.
    Adriano resta a scuola per 27 ore e ne ha solo due scoperte (le ore di religione). In prima restava per lo più in classe e usciva un paio d'ore all'interno di un piccolo gruppo con un bimbo straniero che non conosceva l'italiano e un bimbo con una serie di problematiche cognitive non certificate. Questi momenti erano molto gratificanti per lui perchè si trovava quasi alla pari con gli altri due bimbi e, per una volta, non era lui quello con più difficoltà. Poi il bimbo straniero ha imparato la nostra lingua e l'altro bimbo ha fatto dei progressi, quindi è diventato sempre più difficile lavorare con un gruppo di bambini dello stesso livello.
    Quest'anno Adriano esce dalla classe quando le insegnanti vedono che è stanco e gli fanno fare gli esercizi proposti dalla logopedista per migliorare il tono muscolare della bocca o giochi didattici tipo il mercato, attraverso i quali veicolano concetti legati alle varie discipline.
    Hanno provato anche a portarlo fuori nei momenti in cui gli propongono lavori che richiedono grande concentrazione ma alla fine hanno deciso di lasciarlo in classe perchè da solo si distraeva ancora di più

    Credo che il problema di base sia la fiducia negli insegnanti: non bisogna farsi problemi e chiedere quali sono i loro obiettivi e le motivazioni che li portano a prendere determinate decisioni, lasciare loro un po' di tempo per provare e poi, se si vede che non funziona, il bambino non impara o non è sereno, intervenire chiedendo di rivedere il tutto.

  3. #18
    Administrator Pinguino reale L'avatar di kokoro
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    Maddy spero che le cose vadano un po' meglio… Ho pensato e ripensato a che cosa scrivere in merito, ma sono davvero combattuta. Per me inclusione significa stare in classe, con le deroghe necessarie in casi specifici, ma è chiaro che le deroghe vanno definite tra genitori e insegnanti, condivise, motivate e pianificate. Personalmente ho martellato le insegnanti affinché Emma stesse sempre in classe, ma di fronte ad una proposta argomentata ho acconsentito che lei uscisse il venerdì pomeriggio con un piccolo gruppetto a lavorare alla lim. Per lo più il venerdì pomeriggio si addormentava e così invece era molto motivata e i suoi compagni più motivati di lei gestivano la lista dei gruppi che dovevano uscire con lei con entusiasmo e coinvolgimento.
    Penso che la cosa importante sia che tu non perda il controllo e la lucidità oltre che la fiducia nelle tue insegnanti. Lo capisco, ma cerca di riconquistare la serenità sul tema, chiedi un incontro con le insegnati e confrontati con loro serenamente. Nel frattempo ci avranno senza dubbio pensato anche loro.
    A volte è più semplice di quanto sembri e gli insegnanti semplicemente non hanno valutato tutte le possibilità e strategie. Prova a confrontarti serenamente e a proporre tu alternative. Per farti un esempio della mia situazione, quest'anno mi hanno chiesto se possono mettere Emma in ultimo banco perché con l'insegnante di sostengo dialogano molto e quindi l'atmosfera già impegnativa della classe (sono 27!!!) diventa sempre più difficile da gestire. Io ho spiegato alla maestra che Emma ha delle difficoltà di vista impegnative (vede in sostanza solo 5 decimi) e che ritengo importante che stia davanti… Non è servito molto altro, ha colto il punto e sta rivalutando altre strategie.
    Kokoro... con l'accento sulla terza ò!
    Ovvero Martina, mamma di Giulia (21 anni), Emma (18 anni SdD), Cesare (17 anni)

  4. #19
    Super Moderator Pinguino reale L'avatar di maddy
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    Non potete immaginare quante volte ho riletto i vostri messaggi, ormai li so quasi a memoria, e tutti siete stati preziosi nel farmi riflettere con calma.
    Sicuramente non ha senso fare le guerre di religione e 4 ore sono davvero un tempo accettabile su 40 di frequenza. Sicuramente non ha senso inimicarsi il corpo docente, perchè dobbiamo lavorare assieme 5 anni ed è auspicabile che si riesca a fare gruppo e collaborare.
    Però non mi voglio nemmeno ritrovare nella situazione descritta da Ariel, che sente di avere sprecato 5 anni. Io sono fiduciosa nelle capacità di Monica, so che lei può apprendere se stimolata nel modo corretto e vorrei che lo capissero anche loro.
    Comunque non mi impunterò sulle 4 ore, ma di sicuro di questa cosa occorre riparlare con le maestre. Perchè l'insegnante di sostegno, convinta di fare cosa buona, mi ha girato dei video che mostrano il suo lavoro con Monica alla lavagna. Non credevo ai miei occhi: questa donna ci mette tanta buona volontà, ma non sa proprio fare il suo mestiere. Lei scrive la E e Monica ripete la A. Perchè? perchè non ha catturato l'attenzione di Monica, non ha messo in pista nessuna strategia giocosa (la E che ha tre braccia...... insomma queste cose le so pure io che di didattica capisco come di astrofisica....), va di fretta, è monotona e, ciliegina sulla torta, scrive la E partendo dal basso !!!!! Inoltre, ho anche qualche perplessità anche sul metodo di scrittura nello spazio libero della lavagna: non si dovrebbe insegnare a stare negli spazi? ok il quadretto da 1 cm forse è ancora piccolo per lei, allora stampiamo dei bei fogli A4 con delle griglie da 2 o 3 cm di lato..... che ne so, queste sono cose che penso io che ho a cuore la bambina e non ho nessuna cognizione, loro che sono esperti di insegnamento non ci arrivano?
    Questa insegnante di sostegno non è di ruolo, sono arrivata a sperare che venga sostituita, anche se ormai Monica le è affezionata.
    Oggi parlerò con l'educatrice metodo Feuerstein che segue monica da più di un anno e chiederò consigli. Poi cercherò di organizzare una riunione con insegnanti, educatrice e pedagogista, vediamo se riesco a sistemare la cosa senza "espormi" troppo. In sostanza, ok a uscire se davvero serve, ma per fare ciò che ho visto nel video.....anche no.
    In tutto questo la NPI è "missing in action".... non ha dato nessuna data per incontri alla scuola (Monica non è l'unica bambina che lei ha in carico nell'istituto comprensivo), al telefono non si riesce mai a parlarle, che dire? non mi aspetto granchè da lei, ormai la conosco da un pò e le cose più argute che le ho sentito dire negli anni le ho sentite alla macchinetta del caffè
    Vi aggiornerò. E voi, vi prego, non smettete di dirmi la vostra, soprattutto se si tratta di contraddirmi
    Maddalena, mamma di Monica, 11 anni

  5. #20

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    Per me è un argomento in evoluzione....
    Vi spiego. Il mio primogenito ha avuto un compagno di classe con la sindrome....e ricordo che i primi anni gli chiesi più volte quanti compagni avesse e lui non contava mai subito questo suo compagno. Ci rimasi male tanto da dirglielo alla maestra al primo colloquio fatto. Lei mi "rassicurò" dicendomi che era per il fatto che il suo compagno spesso faceva lezione in un'altra stanza. Sapete che non mi convinse come risposta!
    Penso di aver ribadito a mio figlio fino in quinta che il numero dei compagni corretto era quello maggiore. Sia chiaro...mio figlio non lo ha mai trattato male...ma non mi andava giù la sua risposta. Credo che "da mamma" non potevo digerirla...per me era un'ingiustizia.
    In questi anni ho cercato di capire questo modo di fare. Ho avuto l'opportunità di conoscere il suo compagno. Visto le sue difficoltà...ora penso che il tutto era stato gestito per il suo bene.
    Mirco, l'anno scorso che era un medio, ogni tanto faceva attività fuori dalla classe in un gruppo...perché in classe non c'era una situazione consona. L'anno prima ogni tanto usciva, sempre in gruppo, per fare attività specifiche. Dunque ho sempre visto questo approccio in linea al bene di mio figlio
    Per non finire la mia riflessione...la scorsa settimana mia figlia, in prima Secondaria, mi ha detto che non hanno i laboratori perché parecchie stanze sono usate come aule di sostegno. Istintivamente mi stavo inalberando sempre per lo stesso motivo (ingiustizia!)....ma poi ho pensato che se l'apprendimento viene affrontato così anche alle Secondarie....si vede che è necessario.
    Ora penso che sia una cosa positiva...ovviamente se fatta con buon senso e in modo costruttivo e proficuo per i nostri figli.
    Dunque non opporti a priori....però, come al solito, VIGILA !
    ......basta guardarsi negli occhi per scoprire il nostro percorso.....il percorso dell' Amore.

  6. #21

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    maddy
    Poi cercherò di organizzare una riunione con insegnanti, educatrice e pedagogista, vediamo se riesco a sistemare la cosa senza "espormi" troppo
    Maddy, poichè i confini genitore-insegnante sono sempre delicati, ti consiglio di parlare e confrontarti con l'educatrice del metodo fourestain, o con il referente scolastico dell'AIPD se ce l'avete, e di far parlare loro, perchè se è un "esperto esterno" che dice i vari suggerimenti, proposte, attività o esprime le potenzialità di Monica dalle quali partire, ha un effetto più positivo; se lo diciamo noi genitori, abbiamo un'altra valenza agli occhi delle insegnanti e la nostra emotività, a volte, non ci permette di essere del tutto obbiettive. Spero di essermi spiegata bene, ciao
    p.s. cmq aver fatto un video apposito, anche se poi ha sortito un effetto contrario, esprime la buona volontà dell'insegnante
    La bellezza è nella diversità e nelle"diverse diversità" c'è la vera completezza.

  7. #22
    Super Moderator Pinguino reale L'avatar di maddy
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    eccomi qua a raccontarvi gli sviluppi.
    Innanzitutto devo registrare 100 punti a mio sfavore perchè sono riuscita a litigare con la dirigente scolastica al nostro primo incontro . In pratica abbiamo commesso reciproche scorrettezze a proposito di PEI.... sì insomma quasi mi vergogno a dirvelo, ma ve lo dico : la scuola mi consegna solo un pezzo di PEI e mi dice che altri pezzi sono solo visionabili in segreteria. Poichè le uniche cose interessanti erano sui pezzi non consegnabili (in pratica lì c'erano scritti gli obiettivi didattici) io cos'ho fatto? li ho fotografati col cellulare mentre li visionavo in segreteria . Non vi dico il pieno che ne è uscito quando mi ha visto la dirigente.... un disastro!!!!
    Comunque questo episodio mi ha fatto capire chiaramente che dovevo passare la mano, dovevo mandare avanti figure più neutrali (io resto convinta che era mio diritto fare quelle foto ma diciamo che l'ho un pò provocata....).
    Nel frattempo fortunatamente c'è stata anche la convocazione presso la NPI e sono riuscita a combinare un incontro tra insegnanti e pedagogista e educatrice Feuerstein. Purtroppo io sono stata lasciata fuori da quest'ultimo incontro perchè era di natura tecnica, ovvero le insegnanti volevano essere messe a conoscenza dei possibili stratagemmi attuabili con monica per favorire il suo apprendimento. Un incontro molto pratico insomma, per condividere metodi didattici e, presumo, anche per sviscerare difficoltà che, lo comprendo, si è più liberi di descrivere senza la presenza della famiglia.
    Pedagogista e educatrice mi hanno poi riferito che ci sono ottimi presupposti per lavorare bene, avranno incontri con la scuola a cadenza mensile e..... insomma stavolta mi devo proprio fidare. D'altra parte, la mia mania del controllo non mi porta da nessuna parte. Cioè io friggo se non sono a conoscenza delle cose, ma ci sono aspetti della vita in cui, lo devo ammettere, o si hanno le competenze necessarie o si deve mollare la presa, non ci si può fissare con l'idea di potere o dovere controllare tutto. E quindi con GRANDE sforzo da parte mia, ho deciso di delegare ad altri il controllo su ciò che la scuola offre a mia figlia. Chissà se ce la farò fino in fondo, ma ci devo provare !!!
    Maddalena, mamma di Monica, 11 anni

  8. #23

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    Ma scusa Maddy, non vorrei soffiare sul fuoco ma a noi in segreteria , dopo apposita richiesta scritta, lasciano una fotocopia dei pei..non capisco cosa ci sia di così misterioso in questo documento..tra l'altro son sempre così generici...

  9. #24
    Administrator Pinguino reale L'avatar di paola
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    Il pei devono dartelo tutto!!! per cui eri autorizzata a fare quelle foto e a questo punto farei richiesta scritta, indirizzata alla dirigente, regolarmente protocollata scrivendo la frase generica "ai sensi della vigente normativa" (ma se serve l'articolo di legge non è un problema procurarselo) si chiede copia completa del PEI, altro che andarlo a visionare in segreteria!!! io pure i verbali dei collegi docenti sono arrivata a chiedere per via della formazione delle classi e sono stati obbligati a darmeli!! Anche perchè la prima richiesta di documenti si fa solo alla scuola con garbate maniere, la seconda si manda per raccomandata e per conoscenza si mette l'ufficio scolastico provinciale.
    Per la tua assenza a scuola nei colloqui "tecnici" ad averci professionisti di fiducia è la cosa migliore. Io con i dirigenti ho smesso di averci buoni rapporti da tempo e seguo il consiglio del pres. dell'associazione Tutti a scuola: telefono e parlo di meno e scrivo di più (con la scusa che lavoro). Se ti serve un documento chiedilo per iscritto, così per iscritto devono risponderti. Fate attenzione ai PEI!!
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  10. #25

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    IO a volte mi sembra di essere fuori dal mondo...o sono davvero capitata in una isola felice.

    Apro una parentesi: il PEI deve essere fatto conoscere alla famiglia, perchè poi, dopo averne preso visione, se lo approva lo firma, altrimenti, se qualche voce non è corretta, o secondo la famiglia non corrisponde al proprio figlio (in un contesto diverso, tra scuola e famiglia, i bambini possono avere atteggiamenti e risposte totalmente diverse) come è capitato a me, lo si comunica e poi, dopo averlo cambiato, se la famiglia è d'accordo lo firma.

    Quando le insegnanti mi hanno convocata per farmi conoscere il PEI che avevano redatto, in un orario in cui io e mio marito non potevamo essere presenti entrambi, cosa che volevamo fare, e visto che le docenti non avevano altri orari disponibili, me lo hanno inviato, in via eccezionale, via mail, per farlo conoscere a entrambi.
    Via mail ho comunicato le cose che secondo me erano da variare ( avevano scritto che aveva frequentato 3 anni la scuola dell'infanzia, invece erano 4, e che la famiglia non aveva richiesto l'addetto all'assistenza, mentre noi lo avevamo fatto, ma era stata la NPS a negarcelo) e al colloquio, al quale ho partecipato solo io, me lo avevano spiegato e fatto comprendere meglio. Siccome c'era anche scritto vedi allegato A per gli obiettivi, e vedi B,C,D, per le varie materie, li ho richiesti, ma me ne hanno inviati solo 2, perchè gli altri li dovevano ancora completare. Quindi ho trovato massima collaborazione. L'ho firmato, e ora per avere la copia originale, la devo richiedere alla segreteria della scuola, ma non l'ho ancora fatto, perchè avendo la copia via mail, ho girato quella anche alla logopedista.
    Ti assicuro che io Maddy, essendo anche nel settore, ho fatto una doppia fatica, penso, rispetto a te, nel "staccarmi" dal "dirigere" le persone che ruotavano attorno a Mariasole, ed ho compreso che la cosa migliore era dar loro fiducia e cominciare a mettermi da parte, a lasciar fare a loro le maestre, e a me la mamma, cosa non facile dopo 7 anni (dal nido, alla fine della scuola dell'infanzia) che ero io che sceglievo le sue insegnanti, redigevo il Pei, il PDF e tutte le varie griglie di valutazione.
    La mia bambina, e la tua, hanno spiccato il volo e noi, ora, le dobbiamo accompagnare con lo sguardo, vedendo senza dubbio se ci sono nubi o "tempeste" all'orizzonte, e intervenire, però, in caso contrario, accompagnarle, mettendoci da parte, senza sostituirci a loro, e lasciandoli nelle "mani" delle insegnanti.
    Io trovo molto utile un quadernetto che abbiamo per comunicare giornalmente, o in base alle necessità, tra famiglia e insegnante, nel quale comunichiamo sia le cose positive, che le difficoltà riscontrate e i vari suggerimenti...ad esempio Mariasole aveva difficoltà a scrivere il numero 8 e lo faceva con le due palline staccate, invece che con un segno unico circolare, e loro mi han suggerito di provare a casa prima su un foglio A4, così che lei si allenasse a fare il movimento circolatorio, e poi, a mano a mano che imparava, a ridurre sempre più il foglio, oppure ha funzionato molto bene, come rinforzo positivo, il darle un gettone di carta, attaccato sulla maglietta con lo scoch, dal'insegnante di sostegno, o mettere sul quaderno il viso triste o felice, in base a come esegue le attività. Una o due volte alla settimana, in base ai miei impegni, conteggiamo i gettoni , e poi al pomeriggio,la porto a fare vari giri sulle giostre del centro commerciale, in base a quanti gettoni ha "guadagnato".
    Alla prima riunione tra insegnati e specialisti, ho partecipato anche io, e poi alla fine l'insegnante di classe mi ha riferito che lei non sapeva che io non dovevo partecipare e mi ha invitata "per sbaglio". Ti assicuro che io penso già alla prossima che faranno e a come farò, dopo tanti anni, ad "accettare" di non essere presente, ma è giusto così...ci dobbiamo fidare, ma sempre con i radar aperti. Non ti nego che molte comunicazioni di come Mariasole vive all'interno della classe, me le danno i suoi compagni quelle volte, una, due o tre al mese, in cui riesco a invitarli a casa mia per giocare con Mariasole, oppure ora, anche da mia nipote, che una volta alla settimana va a scuola, quando Mariasole non ha la copertura dell'orario.
    Come vedi, la mia "mania" di controllo, ce l'ho ancora, ma un pò alla volta, so che la devo far sparire !!!
    Ci facciamo compagnia in questo!
    Super abbraccio Maddy e ...non fare "bilanci" ...noi siamo per la prima volta genitori, e per di più "particolari" per il cromosoma in più, non ci sono ricette sicure e, per quanto cerchiamo di fare del nostro meglio, a volte non basta...stiamo imparando anche noi....quindi un pò di "clemenza" con noi stessi, ce la dobbiamo avere
    La bellezza è nella diversità e nelle"diverse diversità" c'è la vera completezza.

  11. #26
    Super Moderator Pinguino reale L'avatar di maddy
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    Quote Originariamente inviato da mela Visualizza il messaggio
    Ma scusa Maddy, non vorrei soffiare sul fuoco ma a noi in segreteria , dopo apposita richiesta scritta, lasciano una fotocopia dei pei..non capisco cosa ci sia di così misterioso in questo documento..tra l'altro son sempre così generici...
    infatti, il punto è che è una cosa estremamente generica.....
    io non so se li trovo tutti io o cosa.... già alla materna mi era capitata una dirigente che impediva alle insegnanti di partecipare agli incontri con l'equipe riabilitativa, adesso mi capita questa che dice che solo una parte di pei è consegnabile.... mah. Figuratevi che le ho ribattuto che la famiglia avrebbe dovuto firmarlo per condivisione e che non si può dire condiviso un documento che non si può avere con sè. Ma questa mi ha risposto: ma certo lo firmi pure! col cavolo, le ho ribattuto io, e il resto del dialogo ve lo evito per decenza....
    Comunque, ho deciso di ritirarmi dalla lotta per il momento. Non mi impunto sulle ore fuori dalla classe e non mi impunto su un documento. In un mondo perfetto, sul PEI dovrebbero essere scritti chiaramente obiettivi e metodi e, pur nel rispetto dell'autonomia professionale degli insegnanti, dovrebbe esserci condivisione con la famiglia e tutti i vari professionisti che ruotano attorno al bambino. Nel mio caso non è così, ma se gli incontri scuola-pedagogista funzioneranno, se saranno un'occasione concreta, e non formale, per passare alle insegnanti le "dritte" per poter aiutare al meglio Monica, allora in questo caso amen per il mancato PEI. E confido che anche sull'uscire dalla classe si riesca a far capire che potrebbe non essere proprio "necessario"
    Ovviamente mi tocca sorvegliare comunque che il tutto funzioni e sortisca gli effetti sperati, perchè, diciamolo chiaramente, non è che pedagogista e educatrice fanno questo solo per amore di Monica..... questi incontri mi costano e parecchio, quindi devo controllare che questo intervento non sia autoreferenziale
    Maddalena, mamma di Monica, 11 anni

  12. #27

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    Quote Originariamente inviato da maddy Visualizza il messaggio
    In un mondo perfetto, sul PEI dovrebbero essere scritti chiaramente obiettivi e metodi e, pur nel rispetto dell'autonomia professionale degli insegnanti, dovrebbe esserci condivisione con la famiglia e tutti i vari professionisti che ruotano attorno al bambino.
    Infatti è così (almeno, parlo per le medie). Quello che c'è scritto nel PEI lo puoi scaricare da qui: http://toctoc.jimdo.com/app/download...c?t=1349611302 (poi magari i modelli di PEI possono variare, ma la sostanza è comunque sempre quella).

    Sul discorso di compilare il PEI con la collaborazione della famiglia, la legge (Decreto Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994: http://www.edscuola.it/archivio/norm.../dpr24294.html) dice espressamente:

    5. Piano educativo individualizzato. - 1. Il Piano educativo individualizzato (indicato in seguito con il termine P.E.I.), è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.
    2. Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno.
    3. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di cui alla lettera a), comma 1, dell'art. 13 della legge n. 104 del 1992.
    4. Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2, propongono, ciascuno in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, di cui ai precedenti articoli 3 e 4, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno comunque disponibili.


    Magari fallo presente alle maestre
    ComuniCAAzione: il mio blog di materiale sulla CAA.

  13. #28

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    ho un po' di cose da dire ... ma ho troppo cose in testa, dal momento che sto vivendo questo importante momento con il mio bambino, e non so se ne uscirà un insieme di pensieri coerenti o solo un groviglio di idee e confuse:
    innanzitutto butto li la prima cosa che mi viene in mente: ma tu Monica come la vedi? cosa vedi dai quaderni, cosa riesci a cogliere quando ti fermi a fare i compiti con lei, quali progressi vedi????
    Io quando vedo i quaderni rimango senza parole e anche se poi ridimensiono l'iniziale impatto e riesco a distinguere quello che lui ha fatto da quello in cui è stato supportato e guidato l'effetto finale è sempre quello di una crescita enorme e progressiva e questo mi da la misura della capacità delle insegnanti.

    torniamo al bisogno del controllo... sulla scuola io avevo ricevuto indicazioni consigli molto precisi da una professionista a cui mi sono appoggiata e che stimo e rispetto. Anzi una parte del corso che ho fatto con tale professionista verteva sul tema scuola e sul ruolo del genitore a scuola, ruolo che doveva essere molto attivo e quasi poliziesco a stanare eventuali comportamenti non corretti e molto attento ad evitare che il bambino non fosse correttamente seguito. Sulla base di quelle indicazioni all'inizio ho rischiato di mettermi dalla parte sbagliata e comunque di rompere i rapporti. A un certo punto ho capito che per chiedere fiducia e collaborazione era meglio non partire in quarta e dare a mia volta fiducia... un po' di controllo comunque mi è sempre possibile tramite la visione dei quaderni e tramite la supervisione della logopedista che segue Lorenzo... perciò ho deciso di mettermi da parte un po' ad aspettare come si sviluppava la relazione. Quando ci siamo trovare per scrivere / vedere il pei assieme mi sono resa conto che questo atteggiamento aveva fatto nascere una relazione di fiducia. La compliazione del PDF è stata fatta assieme e mi sono accorta che la nostra idea di Lorenzo era molto molto vicina, se non coincidente.... e questo mi ha fatto molto piacere, sapere che la loro idea delle competenze di lorenzo fosse allineata alla mia che lo conosco da quasi sette anni...

    visto che le cose come dicevo sono tante, faccio una pausa e metto a letto il pupo...
    Ultima modifica di ADR; 23-12-2014 a 22:26 Motivo: aggiunta

  14. #29

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    il pei dicevamo... sono convinta anch'io che sia un tuo diritto averlo tutto e che, come suggerisce Paola, in caso di difficoltà meglio mettere le richieste per iscritto , in modo da stanare eventuali comportamenti non corretti... ma se ti metti a fotografare come una ladra passi dalla parte del torto. Non puoi mandare avanti i professionisti a cui ti appoggi ? una volta ogni tanto mi facco lasciare i quaderni e li porto alla logopedista, cosa che serve a rassicurare la sottoscritta che stiano procedendo correttamente ma amche a lei per dare eventuali indicazioni.. ad esempio l'ultima volta lei ha suggerito di inziare a farlo scrivere su un quadretto solo, e io ho provato a casa e devo dire che così Lorenzo controlla molto meglio gli spazi e fa meno fatica,... ma ho lasciato che fosse lei a dirglielo, per evitare che mi vedessero come una che voleva insegnargli il mestiere.... le insegnati hanno capito che sono abbastanza competente sulle difficoltà e possibilità di Lorenzo, ma non voglio dar loro l'idea della saputella....

    rispondo ora sul tema del fuori della classe, perchè non lo avevo fatto in precedenza... il perseguimento degli obiettivi specifici del pei e il consolidamento di alcune competenza e strategie specifiche può richiedere che il bambino venga portato fuori della classe (meglio se in piccolo gruppo) ma tali obiettivi devono essere concordati assieme in sede di pei e devono essere chiari. Inoltre visto che l'obiettivo è quello di mantenere il divario con il resto della classe, tali momenti non devono coincidere con altri in cui vengono affrontati e presentati nuovi argomenti, ma devono coincidere con un momenti in cui anche il resto della classe consolida alcune competenze e conoscenze... altrimenti nostri bambini non saranno mai in grado di stare al passo... diverso è il caso in cui i nostri bambini vengono fatti uscire ( e succede) perchè sono stanchi e fanno il giro della scuola con l'istituto o portati a ballare o a fare dei laboratori inutili ai fini del pei.
    Mi pare che il numero di ore, la collocazione delle ore nella giornata e gli obiettivi che ti proponevano deponesse a favore delle maestre di Monica.

    personalmente non credo che Lorenzo esca molto spesso dalla classe. Attualmente è stato deciso di mantenere una programmazione identica a quella degli altri bambini , pur con obiettivi e strategie differenziate. Una cosa su cui mi sono imposta è che avesse gli stessi compiti degli altri: questo per poter tenere sotto controllo l'andamento generale della classe e poi per dare a Lorenzo e ai suoi compagni un'idea di omogenietà di trattamento, malgrado le differenze .... poi le modalità con cui io e Lorenzo portiamo a termine quei compiti è frutto di una mia mediazione e di mie scelte che privilegiano l'aspetto cognitivo del compito piuttosto che quello grafico motorio....ultimamente ad esempio , visto che finivamo per arrabbiarci, io faccio scrivere Lorenzo meno possibile, preferisco fargli comporre le parole con delle sillabe stampate e poi io scrivo. Così i compiti sono più leggeri e dopo magari abbiamo il tempo per fare un gioco per rafforzre le mani o un gioco premio scelto da Lorenzo....
    tutto questo per dirti che fai bene a ritirarti se questo vuol dire allentare la tensione.... ma fare un passo indietro non significa abbandonare la lotta ma piuttosto significa trovare delle modalità alternative per esercitare la tua azione di controllo ... spero che questo discorso confuso ti possa aver dato alcuni spunti. ciao

  15. #30
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    riprendiamo l'argomento
    Io sul PEI ho scelto di non impuntarmi più. Ovvero credo che la collaborazione che offrono e cercano le maestre sia la cosa più importante, e non me la voglio certo "giocare" per il rispetto di una norma. Peraltro, sono abbastanza fiduciosa che alla lunga la pedagogista riuscirà a far passare il messaggio che anche il rispetto dei passaggi formali è importante. Speriamo che nel frattempo la dirigente si sia dimenticata di me e delle foto che ho fatto . A mia parziale discolpa devo dire che non ho nemmeno cercato di nascondermi mentre facevo le foto.... sono stata sfacciata, quello sì
    Monica va volentieri a scuola, è più integrata che all'asilo, ma non ha ancora compreso che a scuola si va per imparare, non solo per giocare, mangiare la merenda e andare in mensa.... perchè queste sono le cose che lei mi riporta.
    Farle fare i compiti è un'impresa titanica, lei non vorrebbe mai, oppure si lancia sull'obiettivo compiti per poi distrarsi nel giro di 5 minuti. I suoi quaderni non riescono ad entusiasmarmi..... lei fa una gran fatica a tenere la matita, non sa direzionare il tratto, non sa fare le coloriture, non sa raccontare con parole sue una storia appena letta.... In questo contesto non posso certo pretendere che abbia gli stessi compiti della classe. Lei ha una versione più "leggera" (le vengono evitati tanti compiti di pura logica) e spesso più tarata su di lei (es abbinamento figure-parola scritta).
    La verità vera è che Monica, da un punto di vista delle competenze specifiche, avrebbe dovuto attendere un altro anno prima di iniziare la scuola. Ma abbiamo scelto diversamente per altri motivi (autostima, gruppo classe, motivazione a restare alla materna). E poi non è nemmeno detto che tra un anno sarebbe stata più pronta....
    Maddalena, mamma di Monica, 11 anni

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