Originariamente inviato da
fabia
Scusa Loredana se insisto, ma mi pare di capire che questa non era la prova invalsi ma l'intelligenza dell'insegnante di sostegno e del gruppo di maestre che ha saputo mettere in atto la vera integrazione, costruendo una prova ad hoc, che rispetti le competenze del bambino ma che contemporaneamente lo mettesse a livello dei compagni ovvero tutti facevano la medesima cosa.
Risultato: lui si è sentito soddisfatto di aver fatto la prova come i compagni.
Beh a me questo basta, ovvero è il primo scopo, dopo bisogna sempre sperare un pò di più per i nostri figli consapevoli però di non superare il limite, perchè il limite esiste ed è quello che c'è tra le cose che non sono in grado di fare e lo sforzo per farlo, insomma un equilibrio sempre delicato. Il neuropsichiatra dice che c'è sempre il rischio di avere degli effetti psichici peggiori. (Mi riferisco a qualche forma di psicosi)
Chissà forse sbaglia e molti di voi lo confermano ma proprio non vorrei sperimentarlo in prima persona.
Come dico sempre.... la salute mentale è la prima cosa. Sembra paradossale pensarlo per i nostri ragazzi down ma è proprio così che la vedo.
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