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Discussione: Nata con sindrome Down, Cassazione: Asl dovrà risarcire bimba e genitori

  1. #1

    Predefinito Nata con sindrome Down, Cassazione: Asl dovrà risarcire bimba e genitori

    TREVISO - La sentenza della Cassazione in sè è rivoluzionaria. Per la prima volta infatti viene riconosciuto il diritto all’indennizzo anche al bambino che nasce disabile e non solo alla famiglia. Finora potevano chiedere il risarcimento del danno solo i familiari: papà, mamma, sorelle e fratelli. Nessun altro. Soprattutto non aveva diritto di chiedere i danni il bambino che, a causa di una errata diagnosi del medico, nasceva diversamente abile. Il feto, infatti, non è soggetto di diritto, come sostiene la giurisprudenza, e dunque non ha diritto a non nascere; se nasce malformato non ha diritto di chiedere i danni. Finora insomma i Tribunali avevano ritenuto che vivere - e nascere disabili - era comunque meglio che non nascere.

    Questa sentenza della terza sezione civile della Suprema Corte ribalta il punto di vista e riconosce il diritto all’indennizzo al bimbo handicappato. Il caso è stato sollevato dall’avvocato Enrico Cornelio di Mestre per conto della famiglia O.

    La mamma della piccola che chiameremo Maria, che aveva già avuto due figli, quando scopre di essere incinta per la terza volta dice chiaramente al medico che è disposta a continuare la gravidanza purché il bambino nasca sano. Per mille motivi, a cominciare dal fatto che ha già due figli piccoli cui badare e che la famiglia non è in condizioni economiche tali da prendere sotto gamba la nascita di un figlio con problemi. Dunque, la signora si rivolge a un medico che lavora in ospedale a Castelfranco, il quale riconosce le sue ragioni e consiglia una serie di test, ma non quelli decisivi - amniocentesi, villocentesi, deposito di liquido linfatico nella plica nucale. Del resto la signora era giovane, avendo all’epoca 29 anni e due figli sanissimi.

    Nel settembre del 1996 nasce la piccola Maria, affetta da sindrome di Down. I genitori e le sorelle di Maria chiedono conto di quello che è successo al medico e all’Ulss 8 di Castelfranco. Il Tribunale di Treviso assolve il medico e la sentenza viene confermata anche dalla Corte di appello di Venezia. I genitori fanno, quindi, ricorso in Cassazione. Che accoglie tutti i motivi di ricorso dell’avvocato Cornelio il quale non solo chiede la condanna del medico e dell’Ulss, ma soprattutto l’ammissione alla richiesta di indennizzo della diretta interessata e cioè della bambina disabile.

    E per la prima volta la Corte di Cassazione accoglie il principio che non nascere a volte non è un danno, mentre nascere malformato e diventare invalido è un danno. Per la piccola Maria è stato chiesto un milione di euro.


    Ecco l'articolo...
    http://www.ilmessaggero.it/primopian...e/223429.shtml
    Virginia mamma di Ludovica (22.11.11)
    - L'essenziale è invisibile agli occhi -

  2. #2

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    Sempre delicato parlare su questi temi.
    In questo momento il mio pensiero però è rivolto a quella ragazza di sedici anni. E spero vivamente che questa richiesta sia stata solo un tentativo volontario seppur disdicevole (e andato a "buon" fine) di trarre profitto da una situazione di svantaggio e sfortuna.
    Diversamente, se davvero i suoi genitori, e lei stessa... pensassero sul serio che era meglio per lei che non fosse nata, non sarà certo un milione di euro a far loro cambiare idea in merito, e soprattutto a rendere a questa ragazza il rispetto e l'autostima (non oso nemmeno parlare di "amore") che è dovuto ad ogni persona e che a lei non è stato insegnato.

    p.s.: non posso fare a meno di chiedermi se la ragazza sia stata sentita come testimone... e abbia avuto il coraggio di dire che a causa della sua condizione, avrebbe preferito non essere nata...
    Io non ne conosco nessuno...
    Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
    www.darioweb.com

  3. #3

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    Quote Originariamente inviato da aledario Visualizza il messaggio
    Sempre delicato parlare su questi temi.
    In questo momento il mio pensiero però è rivolto a quella ragazza di sedici anni. E spero vivamente che questa richiesta sia stata solo un tentativo volontario seppur disdicevole (e andato a "buon" fine) di trarre profitto da una situazione di svantaggio e sfortuna.
    Diversamente, se davvero i suoi genitori, e lei stessa... pensassero sul serio che era meglio per lei che non fosse nata, non sarà certo un milione di euro a far loro cambiare idea in merito, e soprattutto a rendere a questa ragazza il rispetto e l'autostima (non oso nemmeno parlare di "amore") che è dovuto ad ogni persona e che a lei non è stato insegnato.

    p.s.: non posso fare a meno di chiedermi se la ragazza sia stata sentita come testimone... e abbia avuto il coraggio di dire che a causa della sua condizione, avrebbe preferito non essere nata...
    Io non ne conosco nessuno...
    La penso esattamente come te
    Virginia mamma di Ludovica (22.11.11)
    - L'essenziale è invisibile agli occhi -

  4. #4

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    Io trovo scandaloso che non fossero stati indennizzati nel primo tentativo di risarcimento (in quanto un medico è obbligato a spiegare alla paziente che tipo di diagnostica prenatale è disponibile e a proporla) e penso che l'avvicato abbia fatto chiedere i danni alla bambina stessa in quanto altrimenti, conclusasi la causa, non poteva sollevarne un'altra identica... e quindi per un cavillo legale doveva per forza cambiare il soggetto richiedente l'indennizzo... e quindi secondo me in legalese va letta pure la risposta, che è volta a dare un giusto indennizzo che avrebbero già dovuto dare prima, perchè di fatto il ginecologo non ha svolto nel modo corretto il suo lavoro... e questo ha per lo meno creato un danno economico alla famiglia in questione, che è sostanziale sia indennizzato... non la vedrei dal lato paternalistico/moralistico ma per quel che è...

  5. #5

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    mah....
    quindi chissà come si sente moralmente te questa ragazza visto che la sua famiglia è stata risarcita xchè lei è nata ...
    chisà magari lei dovrebbe chiedere un risarcimento x avere quella famiglia-....che x sedicia nni l'ha fatta sentire un danno.
    Anna,mamma di jaja 9 anni.

  6. #6

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    E' una gran brutta storia se ci mettiamo dal punto di vista della ragazzina, sentirsi dire che la sua nascita era subordinata al fatto di essere sana, ma il problema è comunque la mancata professionalità del medico, la inesatta spiegazione dell'attendibilità dei test. Continuo a rendermi conto di quanto personale medico "superficiale" esiste nella nostra sanità. Anch'io per Marco ho fatto solo il tri-test che mi dava esito negativo non a rischio, eppure il mio ginecologo mi aveva chiaramente spiegato che era basato su un calcolo percentuale non attendibile..... come poi si è verificato. E allora dovevo prendermela con lui??? Peraltro un amico?????
    noi sorteggiati dal computer di Dio!!

  7. #7

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    Beh ma io mi auguro di cuore che la ragazzina non sappia nulla della causa, e che la stessa sia stata impostata nell'obiettivo di dare alla ragazzina stessa un futuro garantito anche economicamente per quando i suoi non ci saranno più, e non perchè veramente i suoi genitori, che sicuramente la ameranno, adesso se tornassero indietro la abortirebbero...

    Anna Rita: non devi prendertela no, ti aveva spiegato tutto... ma se invece alla tua domanda "dimmi qual'è l'esame più attendibile che posso fare per evitare di avere un bambino con qualche malattia" lui ti avesse risposto "il tritest" senza citare l'amniocentesi... beh allora per me potresti prendertela eccome... così come se vado da un notaio per comprare un appartamento non può dimenticarsi di avvisarmi che è pignorato... un professionista interrogato su una questione deve essere sincero ed esaustivo... poi ognuno decide in base alle giuste informazioni che ha ricevuto... se le informazioni sono sbagliate, mi spiace ma paga...

  8. #8
    Administrator Pinguino reale L'avatar di zioudino
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    La sentenza potrebbe essere tecnicamente corretta visto che i genitori avevano espressamente chiesto di verificare che non fosse presente un'anomalia nel feto...e si sarebbe potuta riconoscere la sdD. Che poi sia eticamente giusto...beh quello è un altro discorso...Quando mia moglie era in gravidanza noi abbiamo rifiutato ogni indagine prenatale sapendo che non avremmo in nessun caso abortito...e quindi non ci saremmo neanche lontanamente sognati di chiedere un risarcimento...ma le nostre intenzioni erano diverse da quelle di questa famiglia.
    L'anatroccolo non diventa cigno ma vola lo stesso

  9. #9

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    Un professionista deve essere sincero ed esaustivo...
    Anch'io la penso cosi'.In modo che ci siano scelte consapevoli.Posso comprendere cosi' il risarcimento ai genitori.
    Ma questa vicenda lascia una scia di tristezza molto marcata: figlio disabile=danno.
    Mi e' venuta in mente la vicenda friulana di qualche anno fa: genitori risarciti e mantenimento del figlio perche' una legatura delle tube non aveva funzionato.Ma io so che questa procedura non e' perfetta al 100%.
    Perche' l'uomo ha questa smania di perfezione...di certezze...che poi perfezioni non sono...certezze non sono...???????
    ......basta guardarsi negli occhi per scoprire il nostro percorso.....il percorso dell' Amore.

  10. #10

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    Quote Originariamente inviato da La stampa
    Bimba nasce down, la Cassazione
    riconosce il danno a carico del medico
    Se per colpa del medico non viene effettuata l'amniocentesi, nonostante la gestante abbia chiesto accertamenti per escludere malformazioni del feto - volendo, in un simile caso, abortire - nel caso in cui nasca un neonato handicappato, il risarcimento per la difficile vita a cui è destinato, oltre che ai suoi familiari, spetta anche al piccolo venuto al mondo per la negligenza del dottore. Lo sottolinea la Cassazione avvertendo però che questo nuovo orientamento non intende affatto riconoscere la soggettività del feto e togliere alla donna l'esclusivo diritto di scegliere se abortire.

    «Il diritto alla procreazione cosciente e responsabile è, dunque, attribuito alla sola madre - afferma l'Alta corte nella sentenza 16754 - per espressa volontà legislativa, sì che risulta legittimo discorrere, in caso di sua ingiusta lesione, non di un diritto esteso anche al nascituro in nome di una sua declamata soggettività giuridica, bensì di propagazione intersoggettiva degli effetti diacronici dell'illecito, con l'indispensabile approfondimento sul tema della causalità in relazione all'evento di danno in concreto lamentato dal minore nato malformato».

    Con questo verdetto, che non intacca i principi della legge 194 sull'aborto, ma anzi richiama al rispetto della centralità della scelta della donna, «spesso dimenticata», i supremi giudici hanno aperto la strada affinchè una famiglia trevigiana tutta - genitori, bimba handicappata e le due sorelline - possa ottenere il risarcimento dei danni per la nascita malformata non diagnosticata. Il concepito «non è soggetto di diritti», ma una volta nato diventa «oggetto di tutela». Per la Suprema Corte, in casi del genere non si discute «di non meritevolezza di una vita handicappata, ma di una vita che merita di essere vissuta meno disagevolmente, attribuendo direttamente al soggetto che di tale condizione di disagio è personalmente portatore il dovuto importo risarcitorio, senza mediazioni di terzi, quand'anche fossero i genitori, ipoteticamente liberi di utilizzare il risarcimento a loro riconosciuto ai più disparati fini».
    Come dice Giusi, a noi ciò che interessa realmente di questa sentenza è il principio che afferma non troppo tra le righe, aggravato a mio parere dalle motivazioni qui sopra in neretto, perchè partono dal presupposto a questo punto che il "danno" sia riconoscibile solamente a chi "non sarebbe dovuto nascere", come a dire... "i tuoi genitori non ti volevano (anzi "la mamma" visto il principio sancito dalla legge 194 e giustamente ribadito dalla sentenza), per cui visto che a causa di un medico che non ha permesso loro di interrompere la gravidanza sei comunque nata, almeno ti diamo dei soldi per vivere meglio quella vita che altri avevano deciso non valesse la pena di essere vissuta".
    Peccato che questo sia altamente discriminatorio nei confronti di chi la stessa sindrome ce l'ha e non ha quasi alcun aiuto (economico o altro) per affrontare la stessa condizione.
    Assisteremo a breve a una richiesta a tappeto di indagini prenatali anche tra chi comunque terrebbe il bambino? Così basta trovare un medico che applica i protocolli (della serie che le indagini prenatali si fanno solo a partire da una certa età, se non ci sono precedenti etc etc, cosa che credo il Ministero della Sanità stressi abbastanza per motivi anche di carattere economico e di efficienza) e che non ti prescrive alcun tipo di indagine (se sei giovane)... e poi sperare solo di essere sfortunata ed avere un bimbo down (o meglio ancora se altro, visto che la sindrome in oggetto non è certo tra le più invalidanti) per diventare milionari, grazie a questo lungimirante precedente giudiziario?
    No... non capisco, e non mi piace, lo ammetto.

    p.s.: Anche perchè l'ultima frase, che teoricamente "libera" la persona down dalla mediazione dei genitori, che dispongono di patria potestà fino alla maggiore età del soggetto (e quindi anche del patrimonio derivante dal risarcimento a lei diretto), non è accompagnata ad esempio dalla nomina di un Amministratore di sostegno "altro" dai genitori, che tuteli l'interesse della persona e ne amministri i beni. Molta demagogia... e poca verità in questa sentenza.
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  11. #11
    Super Moderator Pinguino reale L'avatar di ritz
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    Quote Originariamente inviato da zioudino Visualizza il messaggio
    ...Quando mia moglie era in gravidanza noi abbiamo rifiutato ogni indagine prenatale sapendo che non avremmo in nessun caso abortito...e quindi non ci saremmo neanche lontanamente sognati di chiedere un risarcimento...ma le nostre intenzioni erano diverse da quelle di questa famiglia.
    E' andata così anche per noi, ma la dott.ssa che ci seguiva lo scrisse a chiare lettere in cartella. "la famiglia a seguito di esplicita proposta rifiuta ogni tipo di indagine invasiva, manifestando di contro piena volontà ad effettuare controlli di vario genere atti a verificare lo stato di salute del feto."
    Forma di tutela personale?

  12. #12

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    Io invece avevo chiesto esplicitamente di poter fare l'amniocentesi, anche se non rientravo per età, e il dottore me l'aveva negata perchè trasnlucenza, bi e tri test erano perfetti.
    Aveva ritenuto inutile rischiare un aborto.
    Doveva andare cosi.
    In merito alla sentenza, o meglio all'azione intrapresa da questi genitori, credo che è giusto che chi sbaglia debba pagare.
    Molto spesso ci troviamo di fronte a medici superficiali, incompetenti e poco inclini a lavorare seriamente ...
    Per tutti questi professionisti tale sentenza dovrebbe essere di monito, perchè la loro leggerezza si ripercuote sulla vita degli altri ...
    E questa categoria di persone spesso lavora solo per lo stipendio a fine mese, e l'unico modo per fargli comprendere il danno che creano e toccarli in ciò che tengono di più: il denaro..
    Mi spiace solo che sarà l'assicurazione a pagare e non lui di tasca.
    Non credo assolutamente che la bimba in questione possa sentirsi rifiutata o non accettata dai genitori ...

  13. #13

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    Quote Originariamente inviato da moneypenny Visualizza il messaggio
    Anna Rita: non devi prendertela no, ti aveva spiegato tutto... ma se invece alla tua domanda "dimmi qual'è l'esame più attendibile che posso fare per evitare di avere un bambino con qualche malattia" lui ti avesse risposto "il tritest" senza citare l'amniocentesi... beh allora per me potresti prendertela eccome....
    l'amniocentesi non ti dice che avrai un bimbo sano ti dice solo se non avrà malattie cromosomiche tra l'altro quelle più frequenti....infatti una mia conoscente avendo superato l'età ha fatto l'amnio che era negativa ma la sua bimba aveva la sindrome di williams....
    non esiste un esame che ti assicura di avere un bimbo sano, senza contare che durante il parto può capitare qualsiasi cosa...

    per la sentenza sono anch'io d'accordo con Sandro...
    Pamela mamma di Andrea 8 anni e Angelica sdd 6 anni

  14. #14

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    ... però, però il messaggio che arriverà ai più è davvero brutto. Lo dico perchè mio figlio di 19 anni a casa ammalato la prima cosa che mi ha detto quando sono tornata ieri sera è stata:"mamma hanno detto in televisione che una ragazza down ha chiesto un indenizzo perchè è nata down, ma cosa dici quindi lei non voleva nascere????"
    Francesca mamma di Stefano 19 anni e Giovanni Angelo 6 anni SD.

  15. #15

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    Quote Originariamente inviato da lorenzo201 Visualizza il messaggio
    Io invece avevo chiesto esplicitamente di poter fare l'amniocentesi, anche se non rientravo per età, e il dottore me l'aveva negata perchè trasnlucenza, bi e tri test erano perfetti.
    Aveva ritenuto inutile rischiare un aborto.
    Sei nelle condizioni ideali per fare una causa!
    Non mi convince la rabbia verso i medici, devo essere sincero. Certo come ovunque ci saranno persone più o meno coscienziose ed attente nel loro lavoro, e sicuramente il principio ineludibile di "chi sbaglia deve pagare" è valido anche e soprattutto per loro.
    Ma, come avevo ipotizzato nel mio post sopra, quasi sempre il loro agire è ispirato a best-practice e protocolli di indagine a livello nazionale cui devono attenersi scrupolosamente. E così è stato per esempio mi immagino nel vostro caso, anche se avevate richiesto esplicitamente (come nel caso della sentenza) l'amniocentesi.
    Io credo che se venisse proposto alla maggior parte delle persone che chiedono indagini prenatali invasive (tanto per rimanere sul tema del "toccare nel portafoglio"), se vogliono farle "a pagamento", visto che il protocollo (e gli esami non invasivi) indica per loro un rischio basso e la non prescrivibilità dell'esame, la stragrande maggioranza delle persone si tirerebbe indietro.
    Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
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