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Discussione: Prima ragazza Down laureata in Italia

  1. #61

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    Quote Originariamente inviato da paola Visualizza il messaggio

    Io, onestamente, non penso gli affiderei i miei figli e come madre mi domando, ma è giusto farle pensare che ciò un giorno possa avvenire? non è un crearle un'illusione irrealizzabile?
    Avrei capito di più un discorso del tipo voglio lavorare a contatto con i bambini, e di persone Down che hanno visto realizzato questo di sogno ce ne sono, magari come bidelli o aiuto mensa o comunque con mansioni semplici che non implichino la piena responsabilità che ne consegue dall'affidamento di un minore, e sono persone che lo fanno consapevolmente, è così mostruoso cercare di tarare gli obiettivi e i sogni su cose più umili ma rispondenti alle effettive potenzialità dei nostri figli?
    Anch'io non affiderei i miei figli.E come genitori abbiamo il dovere di non creare illusioni.....le illusioni sono emozioni distruttive.
    Anche a me ha colpito il suo sogno.....ma mi è anche stato detto che ha voluto laurearsi in quel campo perché non aveva potuto farlo sua sorella.Forse è stato fatto tutto per amore........ma è doveroso tener conto delle responsabilità verso terzi.
    A volte penso alle paternità o maternità dei nostri pinguini.Se fisicamente è possibile... credo che sia impossibile per il discorso crescita e cura dei figli.Dovrebbe sempre esserci qualcuno a prendersi cura del bimbo........(francamente per dare la possibilità a mio figlio di essere padre mi piacerebbe essere immortale).......ma è solo fantasia
    ......basta guardarsi negli occhi per scoprire il nostro percorso.....il percorso dell' Amore.

  2. #62

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    Ora con tutto l'ottimismo che posso metterci mi rimane difficile pensare ad una maestra Down che rimane sola con 20/30 bambini che ha avuto necessità dell'aiuto pure per fare la tesi: ma voi i vs figli glieli affidereste alla ragazza del servizio? secondo voi è un sogno realizzabile?
    Ma ovviamente nn si può immaginare che questa diriga da sola una classe. Ora io nn la conosco nè ho visto il servizio...mi viene da pensare che una donna down di 'altro profilo' potrebbe lavorare in una materna come aiuto educatrice, cioè collaborare con le educatrici della scuola ma mai da sola con una classe o con soggetti potenzialmente difficili.

    Certo, la laurea in lettere boh...non so come possa aiutarla...comunque se lei è contenta del risultato, tanto di cappello.

    X ARIEL : anche noi non seguiamo il programma della classe ma uno semplificato ..siamo down doc!!!

  3. #63

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    Quote Originariamente inviato da paola Visualizza il messaggio
    Ora con tutto l'ottimismo che posso metterci mi rimane difficile pensare ad una maestra Down che rimane sola con 20/30 bambini che ha avuto necessità dell'aiuto pure per fare la tesi: ma voi i vs figli glieli affidereste alla ragazza del servizio? secondo voi è un sogno realizzabile?
    sinceramente io davo per scontato che comunque non sarebbe mai stata sola, ma che affiancherà l'insegnante....non mi sembra possibile, per quanto possa essere sveglia, che possa gestire una classe da sola (a volte fanno fatica le insegnanti a 46 cromosomi...)...
    Pamela mamma di Andrea 8 anni e Angelica sdd 6 anni

  4. #64

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    Scusatemi ho voluto aspettare e contare fino a 10.000 prima di rispondere ma alla fine non ce l'ho fatta e ....forse sarò arrivata si e no a 1000 ma devo subito rispondere!
    Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo??????
    Se noi per primi non crediamo alle capacità dei nostri figli come possiamo pretendere che ci credano gli altri che non li conoscono e credono ancora che il termine down sia sinonimo di ,scusatemi per il termine crudo cattivo ma sopratutto falso,"deficiente"?
    Invece di rallegrarci per il traguardo raggiunto da Giusy ci chiediamo se lei abbia avuto la coscienza di essersi laureata ,ma secondo me ha più consapevolezza lei di coloro i quali credono che lei non ne abbia perchè prigionieri delle loro paure e dei loro pregiudizi.Diciamo che vogliamo portare i nostri figli all'autonomia e quando questi desiderano farlo e s'impegnano con tutte le loro forze per ottenere risultati ,noi cosa facciamo?Ci accorgiamo che sono "diversi"e gli tarpiamo le ali,così non soffriranno in seguito,quando si accorgeranno di non essere adatti,scusatemi ma questo discorso mi sembra tanto simile a chi dice:"io abortisco mio figlio per non farlo soffrire"!Io sono un'insegnante e credetemi di insegnanti incapaci che non hanno "insegnato"nulla di buono agli alunni,cioè non hanno saputo tirare fuori dall'animo degli alunni ciò che di buono avevano,ne ho visti molti,forse avere un'insegnante down significherebbe fare poco dal punto di vista nozionistico e didattico ma fare tanto dal punto di vista umano ed è questo quello che io auspico per i miei figli normo e down:che abbiano dei docenti che li aiutino nel loro cammino di uomini e donne ,capaci di amare e relazionare col mondo intero senza pregiudizi e luoghi comuni.

  5. #65
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    Quote Originariamente inviato da uncantodilode Visualizza il messaggio
    Scusatemi ho voluto aspettare e contare fino a 10.000 prima di rispondere ma alla fine non ce l'ho fatta e ....forse sarò arrivata si e no a 1000 ma devo subito rispondere!
    Forse dovresti iniziare a chiederti perche ti sei arrabbiata tanto...
    L'hai visto il servizio quello completo prima che lo togliessero? Conosci la ragazza? cosa intendi tu per autonomia?
    Per me l'autonomia non è prendersi una laurea CON AIUTO, o saper mettere la tavola, ed è quella che spero mio figlio un giorno avrà, ma per averla deve essere consapevole di quello che può e non può fare, e raggiungere traguardi adeguati a loro per poi poter fare le cose da soli, se poi vogliamo continuare a credere che la sindrome di Down è solo sinonimo di diversità e non di "ostacolo"... liberi di farlo: possiamo pure sperare di farli diventare ingegneri e fare di tutto x farceli diventare, però non ci aspettiamo che dopo progettino case...
    Faccio la domanda anche a te: i tuoi figli in una classe che la ragazza dovrebbe gestire DA SOLA li metteresti? Gli insegnanti stanno da soli mica hanno il sostegno a se stessi!
    Questo non è non credere nelle potenzialità dei nostri figli, ma è avere un minimo di oggettività, poi per carità ognuno é libero di pensare che davvero i nostri figli non hanno nessun problema se non il fatto che imparano tutto (laurea compresa e mestieri compresi) quello che possono imparare gli altri solo un po' più lentamente, questa mi è sempre parsa una bella favoletta lenitiva, ma poco corrispondente a realtà. Poi ognuno può vederla come gli pare, l'importante è che poi sia in grado di ascoltare le esigenze dei propri figli e fare del suo meglio per loro. Comunque ripeto bisognerebbe capire perchè l'opinione dell'altro ci dà tanto fastidio (quando ce lo dà )
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  6. #66
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    Un'altra cosa...
    Quote Originariamente inviato da uncantodilode Visualizza il messaggio
    questo discorso mi sembra tanto simile a chi dice:"io abortisco mio figlio per non farlo soffrire"!
    No non è per niente uguale ma è uguale a quello "io non abortisco mio figlio perchè penso che abbia il diritto di vivere indipendentemente da ciò che imparerà a fare e gli vorrò bene lo stesso anche se non imparerà neanche a camminare"
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  7. #67

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    Quote Originariamente inviato da uncantodilode Visualizza il messaggio
    Scusatemi ho voluto aspettare e contare fino a 10.000 prima di rispondere ma alla fine non ce l'ho fatta e ....forse sarò arrivata si e no a 1000 ma devo subito rispondere!
    Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo??????
    Se noi per primi non crediamo alle capacità dei nostri figli come possiamo pretendere che ci credano gli altri che non li conoscono e credono ancora che il termine down sia sinonimo di ,scusatemi per il termine crudo cattivo ma sopratutto falso,"deficiente"?
    Invece di rallegrarci per il traguardo raggiunto da Giusy ci chiediamo se lei abbia avuto la coscienza di essersi laureata ,ma secondo me ha più consapevolezza lei di coloro i quali credono che lei non ne abbia perchè prigionieri delle loro paure e dei loro pregiudizi.Diciamo che vogliamo portare i nostri figli all'autonomia e quando questi desiderano farlo e s'impegnano con tutte le loro forze per ottenere risultati ,noi cosa facciamo?Ci accorgiamo che sono "diversi"e gli tarpiamo le ali,così non soffriranno in seguito,quando si accorgeranno di non essere adatti,scusatemi ma questo discorso mi sembra tanto simile a chi dice:"io abortisco mio figlio per non farlo soffrire"!Io sono un'insegnante e credetemi di insegnanti incapaci che non hanno "insegnato"nulla di buono agli alunni,cioè non hanno saputo tirare fuori dall'animo degli alunni ciò che di buono avevano,ne ho visti molti,forse avere un'insegnante down significherebbe fare poco dal punto di vista nozionistico e didattico ma fare tanto dal punto di vista umano ed è questo quello che io auspico per i miei figli normo e down:che abbiano dei docenti che li aiutino nel loro cammino di uomini e donne ,capaci di amare e relazionare col mondo intero senza pregiudizi e luoghi comuni.
    intanto chi ti dice che un insegnante down significhi fare tanto dal punto di vista umano?
    Potrebbe non essere in grado di trasmettere ciò che ha dentro o potrebbe essere umanamente poco valido: mica sono umanamente perfetti, i down..anche loro hanno pecche e difetti, come tutti.
    Comunque cerchiamo di aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà: ci sono attività e mestieri che mio figlio nn potrà fare e questo nn significa affatto non credere nelle sue capacità. Nelle SUE CAPACITA' , appunto: non in quelle che io vorrei che avesse e che invece non ha.
    E' anche una questione di rispetto nei suoi confronti: capire i suoi limiti e portarlo con serenità fin dove può arrivare, non certo lanciarlo verso obiettivi che nn può raggiungere.
    E tutto questo non ha niente a che vedere con il discorso penoso dell'aborto, non vedo cosa possa entrarci. Invece, se devo dirla tutta, penso che chi spinge i figli fino all'impossibile per far raggiungere loro traguardi che poco hanno di utile nella realtà , lo fa per soddisfare il proprio ego e la propria vanità di genitore ferito nell'orgoglio, non certo per il bene del proprio figlio.
    Quanto avrà dovuto sacrificare quella ragazza in termini di vita sociale per raggiungere l'obiettivo della laurea?
    Cosa serve di più: vivere esperienze in mezzo al mondo reale o rinchiudersi a studiare per un titolo che nella pratica servirà a ben poco?

  8. #68

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    Penso di avere detto ciò che non mi è piaciuto e cioè il fatto di non credere tanto alla laurea di questa ragazza ,di criticare il fatto che lei volesse in qualche modo insegnare ai bambini ma sopratutto al fatto di mettere in dubbio che lei potesse avere coscienza di essersi laureata.
    Se qualcuno dovesse avere qualche dubbio sulla capacità di coscienza di sè delle persone con sdd,suggerirei di andare a guardarei la puntata di "A Sua immagine "del gennaio del 2010,puntata incentrata sulla "scelta" di Cristina Acquapace. Se si è capaci di avere la profondità che ha dimostrato di avere Cristina non vedo come si possano avere dubbi a riguardo,certo le dita della mano non sono tutte uguali,ma anche noi "normo"non siamo tutti belli,bravi ed intelligenti alla stessa maniera.

  9. #69

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    Quote Originariamente inviato da paola Visualizza il messaggio
    ognuno é libero di pensare che davvero i nostri figli non hanno nessun problema se non il fatto che imparano tutto (laurea compresa e mestieri compresi) quello che possono imparare gli altri solo un po' più lentamente,
    Beh , se fosse vera questa storia, il sito e tutte le associaz di genitori, gli aiuti vari ecc ecc cosa ci starebbero a fare????? Basterebbe 'aspettare'....

  10. #70

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    Quote Originariamente inviato da uncantodilode Visualizza il messaggio
    ,puntata incentrata sulla "scelta" di Cristina Acquapace. Se si è capaci di avere la profondità che ha dimostrato di avere Cristina non vedo come si possano avere dubbi a riguardo,certo le dita della mano non sono tutte uguali,ma anche noi "normo"non siamo tutti belli,bravi ed intelligenti alla stessa maniera.
    Cristina è splendida, io ci farei la firma che mio figlio fosse così, peròanche lei ha dei limiti di cui è perfettamente conscia.
    Tant'è (e questo lo aggiungo io e si tratta di una mia conclusione personale ) che lei comunque, nonostante sia consacrata, vive in casa con la sua famiglia.
    E poi nn si tratta di avere o non avere profondità o intelligenza.
    Un'insegnante di classe deve avere 'l'occhio lungo' sulle situazioni, prontezza di riflessi e di parola, autorevolezza ecc ecc a volte faticano le insegnanti normalissime con anni e anni di esperienza...fare l'insegnante è un lavoro molto difficile e di responsabilità. Non bastano la laurea e la buona volontà.

  11. #71

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    Quote Originariamente inviato da uncantodilode Visualizza il messaggio
    Penso di avere detto ciò che non mi è piaciuto e cioè il fatto di non credere tanto alla laurea di questa ragazza ,di criticare il fatto che lei volesse in qualche modo insegnare ai bambini ma sopratutto al fatto di mettere in dubbio che lei potesse avere coscienza di essersi laureata.
    Se qualcuno dovesse avere qualche dubbio sulla capacità di coscienza di sè delle persone con sdd,suggerirei di andare a guardarei la puntata di "A Sua immagine "del gennaio del 2010,puntata incentrata sulla "scelta" di Cristina Acquapace. Se si è capaci di avere la profondità che ha dimostrato di avere Cristina non vedo come si possano avere dubbi a riguardo,certo le dita della mano non sono tutte uguali,ma anche noi "normo"non siamo tutti belli,bravi ed intelligenti alla stessa maniera.
    Conosco personalmente Cristina, non la ragazza che si è laureata. Mi sento di dire però che non si possono paragonare le due ragazze. La consapevolezza di una persona va aldilà di una laurea. Sinceramente non sò fino a che punto la laurea era un desiderio di Giulia, (credo si chiami così!), perchè da quel poco che ho potuto vedere in televisione, mi è sembrato che fosse il desiderio dei genitori. E' difficile poter dare un parere su una situazione che si conosce solo attraverso i media, perchè sappiamo tutti quanto queste cose siano "addomesticate".
    Eve mamma di Eleonora 13 anni e Ale 20 anni

  12. #72
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    Quote Originariamente inviato da evele Visualizza il messaggio
    Conosco personalmente Cristina, non la ragazza che si è laureata. Mi sento di dire però che non si possono paragonare le due ragazze.
    Infatti... Cristina parla lei alle trasmissioni e Marilena é tra il pubblico. E ti dirò di più é proprio per l'aver conosciuto e parlato con Cristina ed altri che quel che ho visto in tv su questa ragazza non mi é piaciuto, e la discussione era sul caso specifico
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  13. #73

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    ... io penso che quello che voleva dire la mamma di Emi è che non bisogna viaggiare con il freno a mano tirato perchè si ha paura di andare a sbattere.
    Certo non si andrà a sbattere ma non si riuscirà nemmeno ad andare da altre parti.

    Io ho visto la trasmissione di Magalli e non mi è piaciuta.

    Ma mai e poi mai smetterò di pensare che Giovanni possa arrivare dove vuole, sarò anche utopica, ma tutto quello che faccio e farò sarà cercare di dargli tutti gli strumenti necessari per riuscire a fare ciò che desidera.

    Già ha avuto la sfortuna di nascere con la zavorra e io non sarò certo responsabile di aggiungere altro peso.

    Da qualche parte ho letto questa frase di Pablo Pineda, «Metterci sempre, in quello che si fa, tutta l'illusione; non solo quando le cose vanno bene».

    Che se ci pensate bene, da un punto di vista di una generazione fà o due, anche tutte noi siamo delle illuse, perchè una generazione fà o due non era nemmeno pensabile che i nostri bambini potessero, frequentare la scuola, suonare uno strumento, prendere un autobus, avere un lavoro, avere una vita sociale ..... insomma tutte le vite che voi ogni giorno raccontate!!!

    Francesca

  14. #74

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    Quote Originariamente inviato da Fraegio Visualizza il messaggio
    ... io penso che quello che voleva dire la mamma di Emi è che non bisogna viaggiare con il freno a mano tirato perchè si ha paura di andare a sbattere.
    sì, certo, il ragionamento è giusto e comprensibile, ed è stato quello che in questi ultimi decenni ha fatto correttamente progredire la qualità di vita e l'autonomia delle persone con sdd. Da persone istituzionalizzate, tenute nascoste in casa o comunque non stimolate in quanto nessuno aveva fiducia in loro, si è arrivati ad avere persone semi-autonome e capaci di avere relazioni significative con gli altri.
    Ora il rischio è forse quello di non riuscire a rallentare per tenere conto dei limiti oggettivi derivanti dalla sdd. Un po' come i limiti umani nei record di corsa o salto in alto... siamo arrivati quasi all'asintoto, se vuoi progredire troppo in fretta ti serve il doping...
    Come con il doping, con le persone, semplici e non, c'è da stare attenti a forzare troppo, per il rischio di arrivare a disturbi psichiatrici che magari non si sarebbero verificati con uno stile di vita più consono alla persona in questione.
    Questo sul versante delle richieste.
    Poi c'è il capitolo delle illusioni... anche qui il confine è lasco... con i "nostri" non possiamo creare illusioni come la genitorialità o mestieri come la maestra gestiti in autonomia. Non possiamo però nemmeno frantumare queste illusioni troppo violentemente o prematuramente.
    Possiamo, però, cercare di soddisfare i bisogni che stanno alla loro base.
    L'istinto materno può essere soddisfatto facendo la zia, la sorella maggiore, prendendosi cura degli animali... la voglia di fare la maestra idem, facendo la vice-baby sitter o, nei casi migliori, l'aiuto-maestra.
    Anche per me è scontato che un mestiere difficile come fare la maestra non può essere svolto in piena autonomia da una persona con sdd. Anche nei rarissimi casi in cui il livello cognitivo può essere all'altezza, magari non lo sono la prontezza di riflessi o la capacità di pensare a cosa possa succedere con uno strumento, valutare la pericolosità di una situazione... un po' come il discorso della guida e della patente, che il problema non è capire come funzionano freno e frizione, ma è di saper gestire situazione di pluristimolo e di pericolo incombente.

  15. #75

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    Quote Originariamente inviato da uncantodilode Visualizza il messaggio
    al fatto di mettere in dubbio che lei potesse avere coscienza di essersi laureata.
    mi rendo perfettamente conto di quello che ho detto nella stessa maniera in cui penso che per ognuno di noi il fatto di avere o no la laurea non lo renda certo più istruito o ideneo a svolgere mansioni di responsabilità. Io penso che per questa ragazza il diploma o la laurea non avrebbe fatto molta differenza se il suo desiderio era inserirsi nel lavoro nell'ambito scolastico, per esempio ci sono corsi che permettono poi di farlo come aiuti in asili o simili. La laurea credo che abbia soddisfatto più i genitori e questo non vuol assolutamente dire non credere nelle possibilità dei nostri figli ma di crederci in maniera "reale". Non ricordo quanti anni ha tuo figlio ma il mondo della scuola fa emergere notevolmente le loro lacune e voler equiparare questa laurea a quella degli altri mi sembra una favola. Ognuno lo pensa a suo modo ma io non vivo di illusioni, vivo con i piedi per terra e cerco di rendere mio figlio autonomo e felice senza pretendere il "plus" che potrebbe andare a discapito della sua serenità.
    noi sorteggiati dal computer di Dio!!

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