Quante volte l'ho detto e scritto, quante volte lo abbiamo detto e scritto tutti, quante volte Elena ha combattuto per valere questo suo diritto...che i bambini/ragazzi con la Sindrome di Down hanno bisogno di essere trattati esattamente "come gli altri"...
eppure mi sono fermata a pensare in questi ultimi giorni, se questo "come gli altri" abbia dei limiti...
Elena in quest'ultimo periodo ha trovato grosse difficoltà al lavoro nel rapportarsi con una collega, vorrei raccontarvi tutta la storia ma sarebbe davvero un po' lungo...quello che mia sorella dice a questo proposito è che la sua collega ha dei modi molto brutti con lei, che la umilia (per la precisione le sue parole sono state "ci gode a umiliarmi" ) e questo la fa stare molto male.
La faccenda ci ha colpito un po' tutti...e abbiamo, insieme a Elena, cercato tutta una serie di stratagemmi per risolvere la questione...senza ottenere buoni risultati.
Negli ultimi giorni la situazione sembra un po' migliorata, grazie all'intervento di una collega molto carina e ben disposta nei confronti di Elena che in buona sostanza è intervenuta in sua difesa...
(e grazie alla crisi economica che è intervenuta in sua difesa riducendo il suo monte ore di lavoro questo mese...concedendole un po' di "vacanza" in più! )
Quello che personalmente mi ha fatto male di tutta questa storia (oltre ovviamente al dispiacere nel vedere Elena che ci soffriva) è l'impressione (per me per la prima volta così chiara) che mia sorella non avesse tutte le risorse necessarie per affrontare questa situazione, in fondo non così drammatica, di una collega str*** con cui fare i conti...mi ha fatto male perchè io non l'avevo mai avuta questa impressione e perchè questa faccenda mi ha portato proprio a considerare quali siano i limiti del "come gli altri"...e quanto sia ingiusto che questi limiti ci siano!
Elena ha combattuto innumerevoli battaglie per far valere il suo diritto alla "parità di trattamento" e poi in un colpo arriva qualcuno che senza rendersene conto sbatte in faccia al mondo una sua fragilità, la evidenzia così tanto che all'improvviso quel "come gli altri" non basta più...diventa evidente che serve qualcosa in più...un po' più di intervento da parte nostra per cercare di consigliarla su come gestire la situazione, un po' più di sensibilità da parte della collega-buona che prende in mano la situazione, un po' più di apertura/intelligenza/empatia da parte della collega-str*** per evitare che tutto questo diventasse necessario...
Un po' di più...non come gli altri...ma Elena non sembra soffrirne, non so se non se n'è resa conto o se è solo così tanto più allenata di me ad accettare i propri limiti...
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