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Discussione: Il limite del "come gli altri"

  1. #1

    Predefinito Il limite del "come gli altri"

    Quante volte l'ho detto e scritto, quante volte lo abbiamo detto e scritto tutti, quante volte Elena ha combattuto per valere questo suo diritto...che i bambini/ragazzi con la Sindrome di Down hanno bisogno di essere trattati esattamente "come gli altri"...
    eppure mi sono fermata a pensare in questi ultimi giorni, se questo "come gli altri" abbia dei limiti...
    Elena in quest'ultimo periodo ha trovato grosse difficoltà al lavoro nel rapportarsi con una collega, vorrei raccontarvi tutta la storia ma sarebbe davvero un po' lungo...quello che mia sorella dice a questo proposito è che la sua collega ha dei modi molto brutti con lei, che la umilia (per la precisione le sue parole sono state "ci gode a umiliarmi" ) e questo la fa stare molto male.
    La faccenda ci ha colpito un po' tutti...e abbiamo, insieme a Elena, cercato tutta una serie di stratagemmi per risolvere la questione...senza ottenere buoni risultati.
    Negli ultimi giorni la situazione sembra un po' migliorata, grazie all'intervento di una collega molto carina e ben disposta nei confronti di Elena che in buona sostanza è intervenuta in sua difesa...
    (e grazie alla crisi economica che è intervenuta in sua difesa riducendo il suo monte ore di lavoro questo mese...concedendole un po' di "vacanza" in più! )

    Quello che personalmente mi ha fatto male di tutta questa storia (oltre ovviamente al dispiacere nel vedere Elena che ci soffriva) è l'impressione (per me per la prima volta così chiara) che mia sorella non avesse tutte le risorse necessarie per affrontare questa situazione, in fondo non così drammatica, di una collega str*** con cui fare i conti...mi ha fatto male perchè io non l'avevo mai avuta questa impressione e perchè questa faccenda mi ha portato proprio a considerare quali siano i limiti del "come gli altri"...e quanto sia ingiusto che questi limiti ci siano!

    Elena ha combattuto innumerevoli battaglie per far valere il suo diritto alla "parità di trattamento" e poi in un colpo arriva qualcuno che senza rendersene conto sbatte in faccia al mondo una sua fragilità, la evidenzia così tanto che all'improvviso quel "come gli altri" non basta più...diventa evidente che serve qualcosa in più...un po' più di intervento da parte nostra per cercare di consigliarla su come gestire la situazione, un po' più di sensibilità da parte della collega-buona che prende in mano la situazione, un po' più di apertura/intelligenza/empatia da parte della collega-str*** per evitare che tutto questo diventasse necessario...

    Un po' di più...non come gli altri...ma Elena non sembra soffrirne, non so se non se n'è resa conto o se è solo così tanto più allenata di me ad accettare i propri limiti...
    Margherita, sorella di Elena...da sempre!

  2. #2

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    Un argomento molto "tosto" quello che butti lì con leggerezza al lunedì mattina Marghe!
    Certo... quel "come tutti gli altri" è solo parziale... è evidente in tante cose, ed un po' è strano che tu ti sia scontrata solo ora su questa realtà... anche se conoscendo Elena, la sua determinazione e le sue potenzialità... la cosa non mi meraviglia più di tanto.
    Penso al mondo del lavoro, ed a come anche solo per l'assunzione noi genitori abbiamo avuto un ruolo, comunque decisivo... per Dario...
    Penso a cose banali tipo quella della riduzione di orario cui hai fatto accenno... e della quale avevo parlato poche sere fa con papà... di fronte alle quali magari i "nostri" non riescono a cogliere o a chiedere le spiegazioni necessarie ed opportune... richiedendo di fatto così un intervento chiarificatore esterno...
    Gli esempi sarebbero tanti e su tanti fronti... ma ciò che più conta alla fine è la conclusione cui tu arrivi... quella per cui per essere sullo stesso piano degli altri... i nostri superdotati necessitano di una serie di coinvolgimenti emotivi e professionali dei quali si potrebbe in teoria fare normalmente a meno.
    E' una limitazione... questo è fuori discussione... se si guarda esclusivamente alla sfera della loro "autonomia" (intendendo ovviamente con questa parola una realtà molto ampia ed un obiettivo molto ambizioso)... ma è anche una realtà che se "giocata" bene a livello di umanità e capacità relazionali (che certo non mancano loro!)... può diventare una ricchezza per chi ha la "fortuna" di vivere a contatto con loro... capace di far sorgere comportamenti ed atteggiamenti virtuosi (anche se non in tutti! ) in persone che normalmente magari non si preoccuperebbero d altro che non di se stessi. E' l'altro piatto della bilancia... quello che secondo me fa da equilibrio... controbilanciandolo... all' handicap (questo va chiamato proprio con il suo nome! E' uno svantaggio indotto dal contesto sociale!) che le persone down hanno nella società civile in generale... ed in questa società civile così sfrenatamente competitiva in particolare.
    Lo so... non c'entra nulla... e non è sufficientemente consolatorio rispetto ad un problema che comunque c'è e non viene modificato dalle sue eventuali conseguenze "positive"... ma è l'unico modo che conosco per non arrendersi alla struggente nostalgia dell'anima che ti prende in queste circostanze (ci sarebbe anche la rabbia... ma è un sentimento che normalmente non mi appartiene...), e affrontare questa tua "nuova" consapevolezza nel modo più positivo possibile... che poi in fondo è anche l'unico modo per cercare di cambiare veramente le cose... anche dove esse positive non sono...
    Credo che Dario, Elena... e tutti i ragazzi come loro... raggiungano questa consapevolezza molto prima di noi, grazie alla loro intelligenza emotiva... e riescano a farsene una ragione ed a trovare le loro personali ed efficaci soluzioni. Possiamo forse imparare da loro la semplicità dell'accettazione del limite... quando questo è veramente tale... dopo aver insegnato loro a lungo... a rifiutare quello che lo è solo in apparenza...
    Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
    www.darioweb.com

  3. #3

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    Quote Originariamente inviato da marghe Visualizza il messaggio

    Un po' di più...non come gli altri...ma Elena non sembra soffrirne, non so se non se n'è resa conto o se è solo così tanto più allenata di me ad accettare i propri limiti...
    Come dice Sandro, forse i nostri ragazzi raggiungono questa consapevolezza CRUDA, a volte PUNGENTE come un coltello affilato puntanto nel costato, molto prima di noi...di tutti noi che stiamo loro intorno...
    è un'altra fase? è ancora una nuova fase? dell'accettazione, del percorso accanto a loro...
    e mi chiedo..ma quante fasi ci sono, quando si "taglia" l'ultimo traguardo...quando si raggiunge la PIENA consapevolezza o ci si RASSEGNA alla piena consapevolezza?
    e si lascia sfogo alla sola amarezza, passando e facendo passare anche tutta la rabbia...
    Fa rumore camminare tra gli ostacoli del cuore! (Ligabue - Gli ostacoli del cuore)

  4. #4

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    NOn sono i ns figli che non hanno la capacita' di difendersi, sono gli altri spesso molto stronzi ....verso il prossimo......a che serve comportarsi cosi' male??? i ns figli non lo farebbero mai...
    Io forse non saro' mai nessuno , ma sicuramente nessun'altro sara' come me.
    (Jim Morrison)

  5. #5

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    Sandro hai ragione quando dici che la "parzialità" del "come gli altri" dovrebbe già essermi familiare...e in effetti mi sembra di essere preparata a pensare, come negli esempi che facevi tu, alla necessità per Elena di un aiuto in più nel fare concretamente alcune cose, nel gestire alcune faccende, nel cogliere tutte le sfumature e le necessità connesse alla sua autonomia...
    forse sono meno abituata a vederla così in difficoltà nel gestire le relazioni...Elena è abituata ai pregiudizi: certo ci rimane male quando qualcuno ha nei suoi confronti atteggiamenti troppo protettivi o la tratta come una bambina, o le rivolge attenzioni non richieste, ma poi reagisce, trova la cosa giusta da dire o da fare o semplicemente alza le spalle e va avanti..., comunque ho sempre avuto l'impressione che alla fine riesca col tempo a farsi conoscere nel bene e nel male, nei suoi limiti e potenzialità...e mi sembrava che una volta superati questi pregiudizi, una volta che la gente imparava a trattarla "come gli altri" appunto, lei riuscisse ad instaurare davvero delle relazioni positive, o quantomeno accettabili. Evidentemente invece non è poi così attrezzata nel gestire tutto ciò che fa parte del "come gli altri": in fondo probabilmente questa sua collega si sta comportando con Elena esattamente come si sarebbe comportata con un altra persona che non le era simpatica, che non lavorava secondo i suoi canoni o che le rompeva le scatole per qualche motivo...capita a tutti prima o poi di avere a che fare con un collega str**, no?

    E' questo il limite del come gli altri di cui parlavo...non tanto la necessità di aiuto più o meno concreto, quanto il bisogno da parte di Elena di avere a che fare con persone con certe abilità relazionali che probabilmente non tutti hanno, e che probabilmente non si possono chiedere a tutte le commesse di supermercato (mentre è più facile e giustificato chiederle ad insegnanti, educatori o terapisti vari...)...
    Margherita, sorella di Elena...da sempre!

  6. #6

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    In ogni dove nel mondo persone strn.... approfittando o vessano persone più deboli, fisicamente o caratterialmente.... indipendentemente dal fatto che siano down o no.... e le seconde in alcuni casi hanno la forza di reagire in altri no e chiedono aiuto alla famiglia agli psicologi ecc. ecc. oppure subiscono per il resto della loro vita xchè non sanno fare diversamente.

    Credo quindi che non ci sia miglior esempio di " trattati come tutti gli altri " di quanto da te raccontato...

    Sono altresì convinto che la sola consapevolezza dimostrata da tua sorella in relazione al comportamento tenuto dal strn... sia un grande segnale di forza.

    Ciao
    Simone
    In Hoc Signo Vincerae !

  7. #7

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    Quote Originariamente inviato da elsy63 Visualizza il messaggio
    NOn sono i ns figli che non hanno la capacita' di difendersi, sono gli altri spesso molto stronzi ....verso il prossimo......a che serve comportarsi cosi' male??? i ns figli non lo farebbero mai...
    Invece secondo me è proprio questo il punto: se chiediamo alla gente di comportarsi con i nostri ragazzi come si comporterebbe con gli altri dovremmo tenere in conto che qualcuno con "gli altri" non si comporta poi così bene...perchè una collega non può permettersi di essere stronza con Elena se questa è la sua indole?!
    Evidentemente ci vuole una sorta di compromesso tra la disponibilità ad andare oltre i loro limiti e la capacità di tenere questi limiti in considerazione che, mi rendo conto ora più di che mai, non è cosa da tutti...
    Margherita, sorella di Elena...da sempre!

  8. #8

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    Concordo .....
    In Hoc Signo Vincerae !

  9. #9

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    Tempo fa una persona che lavorava in un centro con ragazzi con SD mi raccontò l'episodio di una ragazza a cui aveva detto una frase tipo:
    "Ma possibile che non capisci!" usando un tono spazientito
    e la ragazza le aveva risposto:
    "Se capissi tutto come te non starei qui"

    Questa persona era rimasta molto colpita dal prontezza e dalla risposta e mi disse che da quel giorno aveva imparato a misurare molto meglio le parole ed i toni.

    Mi è venuto in mente quest'episodio perchè secondo me una persona cosi consapepevole come Elena sarebbe bello se riuscisse a rispondere a questa persona facendola sentire una m.... appunto nella consapevolezza delle sue difficoltà e di quanto una persona che attacchi lei sia veramente meschina.


    letizia

  10. #10

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    Scusami Marghe se ti ho dato l'impressione... di non aver capito.
    Ho la presunzione di averlo fatto! ma forse poi non sono riuscito a spiegarmi altrettanto bene.
    Cerco qui però di specificare un punto particolare che mi sta a cuore...
    Di sicuro nè i nostri cari superdotati nè il resto del mondo sono sempre "se stessi"... ma in quanto esseri in relazione non "si comportano" ma anche "sono" secondo me... diversi a seconda delle persone e/o delle situazioni con cui appunto... si relazionano.
    In questo senso non esiste "lo stronzo" ... e nemmeno "il buono" (se non magari come concetto di tipo statistico ... secondo la... diciamo... "predisposizione" naturale di ognuno! ). Rimane il fatto secondo me innegabile... a riprova di quanto qui affermato... che le persone down sono spesso statisticamente capaci di generare un'empatia tale (se conosciuti anche solo più che superficialmente) da diminuire moltissimo gli appartenenti alla prima categoria (non sto ovviamente parlando di atteggiamenti offensivi e vessatori comunque diffisi... di chi in realtà non conosce...). E questo in linea generale li tutela dall'incontrare ... un numero di "gentiluomini" ... pari a quello che normalmente incontra ognuno di noi nella sua vita. Di questo ne sono convinto... come sono altresì convinto che sia una cosa molto bella e "fortunata" di questo tipo di disabilità ... (al contrario di tante altre, che non generano la stessa empatia-simpatia).
    Ovviamente questo non toglie che qualche elemento "refrattario" non si lasci condizionare troppo da questa caratteristica dei "ragazzi del '47" ... ma credo che ci stia. E che si possa accettare di supportare i nostri in questi fortunatamente pochi casi in cui avviene un incontro di persone così profondamente diverse (anche se... come sapete, io ci tengo molto al fatto che pure i nostri... possono nella vita essere ... "stronzi", e sono convinto sinceramente che a volte lo siano!!!). A titolo di esempio (anche banale se volete) nell'esempio citato da Letizia qua sopra... chi è che ha dato la risposta più da ... st*****?
    A mio parere non c'è dubbio in proposito... pur con tutte le attenuanti del caso: la seconda! (pensae a quel colloquio... senza che ci fosse un cromosoma di troppo in mezzo!) Ma la potenza dell'empatia che genera in noi è tale... da farci pensare (addirittura alla diretta interessata... che poteva anche aver solo sbottato a seguito dell'ennesima manifestazione di indolenza o pigrizia di una persona abituata magari a sfruttare la propria condizione di disabile) di essere stati addirittura nel torto a far presente con la giusta decisione... ciò che era nel nostro diritto fare. A renderci ... insomma... meno ...
    Non con la mole vincete o fallite ... siate il meglio di qualsiasi cosa siete
    www.darioweb.com

  11. #11

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    Quote Originariamente inviato da marghe Visualizza il messaggio
    ...
    Evidentemente ci vuole una sorta di compromesso tra la disponibilità ad andare oltre i loro limiti e la capacità di tenere questi limiti in considerazione che, mi rendo conto ora più di che mai, non è cosa da tutti...
    No, Marghe, non è cosa da tutti e non solo nel caso di Elena. Succede un po' per tutti i "limiti" che non necessariamente siano "facilmente riconoscibili". Penso che il "succo" della questione sia solo l'incapacità del "mettersi nei panni di" o di fermarsi un momento e saper chiedersi "perchè? ci sarà un motivo se...". Io credo, però, che per uno (o una in questo caso) str... ce ne sono cento che, se già non lo sanno fare, per lo meno tentano il difficile "equilibrismo" fra il tener presente questi limiti pur andando oltre gli stessi: evviva a tali "funamboli"!
    Ultima modifica di Anto65; 25-05-2010 a 00:09

  12. #12

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    Quote Originariamente inviato da marghe Visualizza il messaggio
    Invece secondo me è proprio questo il punto: se chiediamo alla gente di comportarsi con i nostri ragazzi come si comporterebbe con gli altri dovremmo tenere in conto che qualcuno con "gli altri" non si comporta poi così bene...perchè una collega non può permettersi di essere stronza con Elena se questa è la sua indole?!
    Evidentemente ci vuole una sorta di compromesso tra la disponibilità ad andare oltre i loro limiti e la capacità di tenere questi limiti in considerazione che, mi rendo conto ora più di che mai, non è cosa da tutti...
    infatti dicevo che non bisogna comportarsi male verso il prossimo...chiunque sia....
    Io forse non saro' mai nessuno , ma sicuramente nessun'altro sara' come me.
    (Jim Morrison)

  13. #13

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    Quote Originariamente inviato da marghe Visualizza il messaggio
    Quello che personalmente mi ha fatto male di tutta questa storia (oltre ovviamente al dispiacere nel vedere Elena che ci soffriva) è l'impressione (per me per la prima volta così chiara) che mia sorella non avesse tutte le risorse necessarie per affrontare questa situazione, in fondo non così drammatica,
    per le persone che hanno a che fare con ragazzi più border-line, come può essere tua sorella, queste situazioni sono molto dolorose.
    Ricordo una intera nottata in chat con una mamma la cui ragazza aveva avuto un piccolo incidente, e questo fatto - in fondo non così drammatico - le aveva rivelato in un colpo tutta la fragilità della figlia ("sembrava una bambina"), solitamente molto disinvolta e sicuramente "high functioning" all'interno della categoria.
    La consapevolezza del fatto che anche in un ambiente "protetto", basta un piccolo tassello fuori posto che crolla il mosaico, è molto dura da digerire.
    D'altra parte, l'intelligenza è anche elasticità mentale e capacità di adattamento, e sicuramente questa caratteristica è in loro carente.
    Loro sono abituati al limite, è vero, ma a volte pure loro sembrano smarriti di fronte alla manifestazione palese di questo.
    Nel we abbiamo assistito ad un concerto di percussioni di ragazzi disabili intellettivi, di cui uno solo down. Mentre gli altri ragazzi erano molto abili con le percussioni, il ragazzo con la sdd (forse solo perchè faceva parte da meno tempo del gruppo) si perdeva e batteva fuori tempo.
    Tornando a casa ho detto a Lucrezia: "hai visto, c'era anche un ragazzo con la sdd che suonava! Era anche un bel ragazzo.". E lei: "sì mamma, però mentre gli altri suonavano lui guardava in giro, così (e fa la faccia rimbambita). Perchè faceva così?".

  14. #14

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    Mi permettete un'ovvietà?
    I nostri adorati figli/fratelli NON sono come gli altri.
    Hanno infinite potenzialità, sono sensibili (sotto alcuni aspetti più di altri), sono capaci di inseririsi e di apprendere in modo sorprendente, ma....sono pur sempre portatori di un handicap.
    Questo porta l'aspetto così ben definito da Sandro, che quindi "accompagna" chi si confronta con loro ad arricchire il proprio animo, ma comporta anche che in alcune circostanze, che sarebbero comunque difficili anche per una persona "normodotata", abbiano bisogno dell'aiuto di chi gli sta vicino...
    Io penso, e qui mi rivolgo a Laura che, per questioni di età delle nostre figlie (oltre che per nome) in questa discussione è quella forse più vicina alla mia esperienza, che i nostri figli abbiano prestissimo questa consapevolezza. La mia bella Letizia (3 anni e 5 mesi) capisce già che non riesce a fare alcune cose rispetto ai suoi compagni: parlare prima di tutto...e questo la fa soffrire. Ma non la fa fermare: cerca di esprimersi e, soprattutto, trova il bello di vivere ogni giorno, anche in quei giorni in cui sua madre si rende conto di questa consapevolezza che sta facendo capolino in questa giovane, tenera vita e soffre impotente.
    Ma questo è un altro discorso....
    gigliorosa

  15. #15

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    Grazie a tutti per le vostre risposte e riflessioni che come sempre mi arricchiscono permettondomi di vedere le cose da diversi punti di vista e con diverse sfumature...
    Margherita, sorella di Elena...da sempre!

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