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Discussione: Contrassegno DISABILI per AUTO

  1. #16

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    Buongiorno a tutti. Da tanto ci proponevamo di farlo, almeno ogni volta in cui facendo una commissione, una passeggiata, una visita medica o semplicemente andando a scuola ci siamo trovati col nostro piccoletto esausto in braccio e la schiena dolorante (che mi è costa anche qualche iniezione ogni tanto)... Insomma, è inutile che cerchi di spiegarlo a voi che sapete perfettamente di cosa sia fatta la nostra quotidianità.

    Ieri abbiamo affrontato la visita all'ASL propedeutica al rilascio del contrassegno europeo, dopo essere stati rincuorati da un carissimo amico avvocato bresciano, nonché "sibling", che ci ha detto che in Lombardia ormai il rilascio di pass per i portatori di disagio cognitivo è pressoché automatico.

    La dottoressa che ha visitato il nostro piccolo è stata cortesemente inamovibile: NO, NO e NO, non a chi ha il cromosoma in più, non a chi ha disturbi dello spettro autistico: NO e basta, almeno finché non le arriveranno "dall'alto" linee guida in tal senso. Abbiamo fatto presente un parere del MIT (che non ha alcun valore legale, ma non è scritto dalla bottegaia della piazza, con tutto il rispetto) che ha deciso comunque di ignorare.

    Siamo usciti avviliti, ed avviliti è poco. Capiamo perfettamente che c'è chi abusa di questi strumenti, ma è un dato di fatto che la nostra mobilità NON E' quella di un bambino (ed una famiglia) di normodotati e ci stiamo rendendo conto che le nostre abitutini lentamente cambiano, e stanno aumentando le rinunce. La passeggiata nel centro di una cittadina, per fare un esempio. Non sarà un diritto inalienabile, per carità, ma credo che uno Stato inclusivo, per quel che costa, potrebbe anche agevolarla a chi fa solo poche centinaia di metri poi si stanca.

    Ve la faccio breve: colto dall'amarezza cosmica, ho scritto la seguente email. La copio nella sola speranza che chi ne condivide i contenuti possa iniziare un'opera di sensibilizzazione ed un giorno (probabilmente a noi non servirà più, anzi lo spero, perché spero che la nostra autonomia aumenti) questa discussione sia solo un ricordo.



    Egregi Assessori [regionali del Piemonte alla Sanità, Famiglia-Bambini-Pari opportunità], Egregio Direttore Sanitario ASL ****,

    mi chiamo ***** e sono il papà di *****, bambino di 7 anni che ha iniziato pochi giorni fa la prima elementare, con un anno di ritardo rispetto ai suoi coetanei.

    ***** è un bambino in buona salute generale ed ha la sindrome di Down. Gli è stata riconosciuta l'indennità di accompagnamento perché è assodato e riconosciuto dalla Legge che questa sindrome limita le capacità cognitive dell'individuo che ne è affetto.

    Vengo al dunque: benché ****** sia in grado di camminare, non lo fa come un coetaneo ed ha una limitatissima resistenza agli sforzi fisici. A questo si aggiunge l'ulteriore difficoltà del deficit cognitivo, non sempre si riesce a convincerlo della necessità di muoversi nella giusta direzione. Questo non è mai stato un problema nei primi anni della sua vita, era sufficiente prenderlo in braccio, volente o nolente. Benché sia in grado di fare piccoli tratti di corsa, con la freschezza e l'entusiasmo della sua giovane età, basta osservarlo affiancato da un coetaneo per capire la difficoltà e lo sforzo che questi brevi tratti gli costano, ancorché li affronti, per carità, ma giungendo prestissimo al limite.

    Ora il frugoletto pesa circa 25kg, noi genitori non abbiamo più vent'anni e cominciamo ad avere dei seri ed oggettivi problemi nella quotidianità, nella routine così come nel tempo libero. Banalmente recarci alle terapie settimanali implica la ricerca di un parcheggio nei pressi dell'ospedale e la corsa, sempre più spesso col bambino in braccio, verso i reparti. Altrettanto banalmente il percorso che ******* deve compiere per recarsi a scuola è stato (giustamente) pedonalizzato e ci impegneremo a farglielo percorrere a piedi, ma essendo questo percorso al limite della resistenza fisica del piccolo già mettiamo in conto le volte che dovremo portarlo in braccio con cartella e magari ombrello, ovviamente attesi dai nostri datori di lavoro che giustamente pretendono puntualità. Quando ****** non è collaborante sono guai davvero seri.

    Non voglio proseguire con altri esempi certo della vostra comprensione e per il desiderio di non scadere nel patetico.

    Abbiamo fatto richiesta del contrassegno europeo di invalidità presso il nostro Comune di residenza (********, Provincia di Cuneo) che ci ha dirottati all'ASL CN2 per una visita che si è tenuta oggi nel primo pomeriggio con esito NEGATIVO.

    La cosa ci ha profondamente mortificati conoscendo l'orientamento della vicina regione Lombardia, da cui provengo, dove fin dall'anno 2004 (giusto circolare H1.2004.0036432, qui allegata) i soggetti portatori di disabilità intellettiva titolari di indennità di accompagnamento sono addirittura esentati dall'obbligo di accertamento medico legale e, sapendo che la stessa sensibilità è contenuta in un DDL che per i noti avvenimenti politici non è mai giunto ad approvazione, la mortificazione è ulteriormente cresciuta, per culminare con la lettura del parere del M.I.T. in data 11/03/2016. Questo Ministero ha voluto sensibilizzare gli Enti preposti al rilascio del certificato di invalidità ad un'interpretazione estensiva del concetto di difficoltà a deambulare, maggiormente benevola nei confronti dei soggetti portatori di disabilità intellettiva (cfr. allegato).

    La dottoressa oggi incontrata si è detta perfettamente consapevole delle difficoltà di ******* quindi nostre, ma con ferma cortesia si è dichiarata COSTRETTA ad esprimere parere negativo stante l'assenza di linee guida regionali sull'argomento, in ciò ritenendo il parere del M.I.T. non sufficientemente autorevole.



    Mi rivolgo a Voi nella speranza che possiate condividere l'orientamento del MIT e della vicinissima Regione Lombardia facendolo Vostro.

    Notando che la Regione Lombardia ha deciso di prendere posizione con uno strumento semplice e di subitanea attuazione, una CIRCOLARE, e che questa circolare mi risulta pedissequamente applicata dai Medici delle ASL locali, sarebbe apprezzabile un Vostro interessamento ed allineamento in tal senso.

    Al riguardo desidererei conoscere la Vostra opinione ed i Vostri intenti in proposito, sognando che questa email possa essere di stimolo ad un'immediata presa di posizione sull'argomento stante la pluralità di soggetti che immediatamente potrebbero beneficiarne.

    Grato per l'attenzione ed il riscontro che vorrete concedermi colgo l'occasione per porgere i migliori saluti ed auguri di buon lavoro.

    ***********

  2. #17

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    Ho appena inviato il messaggio sotto, chiuso il browser ed aperto la posta elettronica.

    Guardate che sorpresa:



    -------- Messaggio Inoltrato --------
    Oggetto: Re: Visita medico legale per contrassegno europeo disabilità (cognitiva)
    Data: Fri, 13 Sep 2019 08:50:25 +0200 (CEST)
    Mittente: assessore.caucino@regione.piemonte.it
    cc: aipd@aipd.it, aslcn2@legalmail.it, Livio Tesio <livio.tesio@regione.piemonte.it>




    Assessorato alle Politiche della Famiglia, dei Bambini

    e della Casa, Sociale, Pari Opportunità



    Egr. Sig. ******, da Assessore regionale con delega ai bambini, sostengo la sua richiesta, ritenendo infatti che quanto scritto dal preposto Ministero sia già esaustivo per indirizzare gli organismi sanitari ad assumere gli atti conseguenti.

    Gli uffici dell’Assessorato e in particolare il Settore del Dott. Livio Tesio (in indirizzo alla presente) si rendono disponibili a collaborare, fin da subito, con i preposti uffici dell’Assessorato regionale alla Sanità e con l’Azienda Sanitaria Locale, per favorire l’adozione degli atti ritenuti opportuni.

    Auspicando in una rapida e sollecita definizione, si porgono distinti saluti.

    Avv. Chiara Caucino

  3. #18
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    Grazie per la condivisione! Domani a un orario più umano mi rileggo bene il tutto
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

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