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Discussione: Gestione studio ed educazione

  1. #1

    Predefinito Gestione studio ed educazione

    gent.mo dott Cuomo,vorrei sottoporle un problema riguardo il comportamento di mia figlia Maria Antonella di 7 anni e mezzo. Frequenta la 1 elementare e a casa quando svolge qualche compitino che le maestre le hanno dato,non accetta nessun aiuto e spiegazioni da parte mia perchè dice che lei è grande e vuole fare da sola. Anche se le maestre mi hanno detto di farla esercitare nella scrittura dell'alfabeto stampatello. Diventa "impunita" e strilla "DA SOLA ......SONO GRANDE!!!" In sostanza non accetta che qualcuno le stia vicino per aiutarla. Si stanca molto facilmente se deve fare una paginetta o colorare poche figure e presa a volte da "rabbia" e pur sapendo fare le cose diventa ingestibile e a volte scarabocchia il quaderno rendendolo poi inservibile. io la prendo con molta dolcezza e calma però questo lato del carattere lo manifesta anche nel vestirsi,lavarsi,o farsi la doccia!,Vuole fare da sola e si mostra molto oppositiva se tento di aiutarla un poco. Anche a scuola le insegnanti hanno detto che si stanca facilmente e apre la porta per uscire dalla classe e spesso si fa accompagnare nella sua classe dell'asilo dove ancora ci sono alcune bambine amiche più piccole di lei. Spessissimo mi ripete che lei è grande, dice che ha 8 anni e mezzo e dice che lei è alta fino "al cielo"! IO le dico che è diventata grande perchè va in 1 elementare però lei mi dice che fa la 5° . Premetto che questo atteggiamento nasce anche dal fatto che la sorella di 9 anni rappresenta un po il suo modello e lei si sente grande come lei! a volte si abbracciano e vanno d'accordo ma a volte sono liti continue perchè mentre una studia l'altra fa chiasso oppure Antonella vuole vedere i cartoni e l'altra i programmi per adolescenti come telefilms. A volte pur avendo messo delle regole Antonella non le rispetta volutamente e mettendoci a dura prova ! Anche la più grande mi accusa di accontentare sempre più Antonella che lei ! Puo darmi dei suggerimenti?
    per trovare me stessa devo uscire da me stessa.devo cercare la mia identità in Dio e anche negli altri uomini.

  2. #2

    Predefinito

    Ecco la risposta
    Quote Originariamente inviato da cuomo
    Gentilissima,

    in relazione a quanto mi scrive ed in riferimento a costanti che individuo
    nelle ricerche su bambini come Maria Antonella, tento, per quello che si può
    dedurre dalle poche righe da lei inviate, di formulare alcune ipotesi circa
    il comportamento di Maria Antonella.
    Sottolineo che la mia risposta manca di elementi contestuali e
    circostanziali, dello stile relazionale e educativo della famiglia, di
    atmosfere, di modi di fare,.
    La mia risposta manca di elementi che sono fondamentali (anche se
    solitamente si pensa che è importante dare notizie sulle manifestazioni che
    si definiscono quali problematiche).
    In primo piano si pongono solitamente quegli atteggiamenti che sono definiti
    quali problematici senza le descrizioni delle atmosfere relazionali che
    caratterizzano le circostanze. Senza tener conto che i significati
    circostanziali o impliciti o espliciti vanno analizzati in modo molto
    attento, meticoloso e con metodo.
    Molte volte incontro un automatismo che propone il far fermare i bambini con
    trisomia 21 alla scuola dell'infanzia uno o due anni in più. Rarissime volte
    mi è capitato di trovare motivazioni forti per questa scelta, il più delle
    volte si tratta di un automatismo. Il più delle volte la ricerca ci fa
    emergere che il seguire il flusso di passaggi alla scuola successiva come
    tutti non propone problemi mentre il farli restare nella scuola di infanzia
    per uno o due anni in più propone problemi. I problemi che per lo più
    emergono sono legati al fatto che i bambini con trisomia 21 perdono i loro
    amici (che passano alla scuola elementare), che si ritrovano con bambini più
    piccoli e quindi meno competenti dei coetanei (tendenzialmente i bambini
    come Maria Antonella si dirigono verso i più grandi in quanto da questi
    sono più compresi ed aiutati). Difatti anche gli insegnanti, nel passaggio
    alla scuola elementare, quando si rivolgono a coetanei riescono ad avere più
    aiuti e collaborazioni in quanto questi sono più competenti).
    Maria Antonella se ascolta e guarda amici più piccoli di lei riceverà da
    imitare azioni e competenze meno mature.
    Inoltre, sul piano empatico, i bambini con trisomia 21 sentono che in un
    certo senso sono stati messi da parte quando li si ferma per uno o due anni.
    E' possibile che Maria Antonella abbia avuto qualche influenza se è stata
    fermata?
    Altro riferimento lo ritrovo nel voler fare da sola che mi presenta una
    bambina attenta ai contesti, alle situazioni, alle relazioni e se vede che i
    suoi compagni fanno da soli anche lei lo pretende. Difatti gli aiuti, le
    facilitazioni devono poter essere introdotte con strategie che devono essere
    mimetizzate, non esplicite.
    Altro riferimento che potrebbe essere di disorientamento per Maria Antonella
    lo ritrovo nella sua segnalazione: ".le maestre mi hanno detto di farla
    esercitare nella scrittura dell'alfabeto stampatello.". Difatti le ricerche
    nell'ambito della Pedagogia Speciale che sto mettendo in atto da più di
    trent'anni hanno fatto emergere che è molto meglio iniziare l'approccio al
    leggere ed allo scrivere organizzando attività di lettura e non di
    scrittura. L'iniziare o dal leggere o dallo scrivere non è legato ad alcuna
    ragione pertanto ciascun insegnante può iniziare dall'attività che ritiene,
    in relazione alla classe, più opportuna.
    Per bambini come Maria Antonella è consigliabile, è più opportuno iniziare
    dal leggere (cfr.: L'insegnamento della lettura e della scrittura rivista
    "L'Emozione di Conoscere" vol. 1 2007
    http://rivistaemozione.scedu.unibo.it).
    Sul piano dello stile didattico e dei modelli didattici che sono risultati
    più adeguati a bambini come Maria Antonella mi sento di segnalare
    orientamenti didattici globali ed attivi.
    Gli insegnanti naturalmente sono liberi di scegliere i modelli
    dell'insegnare che credono ma quando vi è in classe un bambino come Maria
    Antonella è opportuno che per questo bambino si prediliga:
    il Lavoro di gruppo con riferimento alle pedagogie attive attraverso una
    didattica globale con forte attenzione oltre che ai contenuti da apprendere
    anche ai processi in un ambito cooperativo-attivo di ispirazione Freinet e
    degli ultimi orientamenti denominati "cooperative learning"-.
    Una didattica multi ed ipermediale che propone differenti accessi
    all'apprendere attraverso una molteplicità di utilizzo di strumenti e
    situazioni mediatrici.
    I differenti accessi propongono un ricercare diverse strade per comprendere
    e per insegnare, tali differenti percorsi si pongono in alternativa al fare
    tutti uguali, tutti nello stesso modo, tutti in contemporanea. Il far tutti
    uguali prediligerà quei bambini che per una coincidenza hanno uno stile
    uguale a quello proposto dagli insegnanti. In tale dimensione l'avere uno
    stile proprio, modalità differenti di affrontare, per superare, lo stesso
    problema può produrre il rischio di sentirsi differenti. Bambini come Maria
    Antonella avendo uno stile estremamente originale se vivono in una classe
    dove il fare, gli itinerari dell'apprendere sono presentati uguali per
    tutti vorra fare anche lei come tutti (per non sentirsi diversa) in tale
    omologazione vi è il rischio di perdere la strada più adeguata alla propria
    originalità.
    Per Maria Antonella quindi è fondamentale una didattica attenta ai
    contesti, alle situazioni, alle atmosfere forti sul piano relazionale ed
    affettivo. Una didattica che propone una dimensione laboratoriale dove
    l'ipotizzare, il progettare lo sperimentare attraverso il provare, spostare,
    trasportare, sollevare, spingere, ., trasformare confrontandosi, lavorando
    insieme propone le azioni quali generatrici di condizioni sperimentali dove
    il fare va a sollecitare nel bambino riflessioni, nuove ipotesi,
    valutazioni, verifiche, ricerca di strumenti adeguati e valorizzanti la
    propria originalità. quelle condizioni proponenti sollecitazioni allo
    sviluppo ed il potenziamento delle competenze con l'emozione di conoscere.
    Una didattica attiva propone strategie e tecniche che si vanno ad
    intrecciare in relazione alle originalità cognitive dei bambini per
    valorizzarle e potenziarle.
    Nel loro intrecciarsi strategie e tecniche, diversamente combinate, possono
    dare luogo ad una molteplicità di soluzioni didattiche permettendo la
    determinazione di molteplici percorsi per raggiungere stessi obiettivi.
    Come potrà rilevare in tale dimensione didattica Maria Antonella
    accetterebbe il cooperare, il farsi aiutare, l'aiutare gli altri,. in quanto
    nella cooperazione vedrebbe il piacere di apprendere.
    Una dimensione che propone il far scoprire che un problema può essere
    analizzato da una molteplicità di punti di vista scoprendo che l'altro, il
    gruppo, il confronto sono una grande risorsa che ci permette di trovare
    strade per la risoluzione dei problemi con una pluralità di idee e
    strumenti.
    Una pluralità di possibilità in una dimensione forte sul piano affettivo ed
    estremamente plastica (una plasticità che funge da specchio per una
    organizzazione cognitiva altrettanto potentemente plastica) che assume un
    suo profilo in relazione alle diverse esigenze poste dall'ambiente e dagli
    scolari.
    La didattica attiva propone un ambiente ed atmosfere per l'insegnamento e
    per l'apprendere attraverso strategie e tecniche che pongono in sinergia
    sia l'impegno nel fare, nell'operare che nel progettare e sperimentare
    insieme.
    Un impegno professionale, quello del far apprendere, che è di totale
    responsabilità degli insegnanti. Una responsabilità che necessita di alte
    competenze professionali sia nell'ambito teoretico che nel progettare
    prassi, percorsi operativi, attività con forti e sufficienti motivazioni.
    Non tutti i bambini sono motivati e il sollecitare la curiosità, il
    provocare le motivazioni risulta una fondamentale ed indispensabile
    competenza che si attua nell'opera mediatrice dell'insegnanteè[1].
    La condizione laboratoriale delle scuole attive proponendo molti accessi,
    molti percorsi, molte occasioni alla scoperta offre molte opportunità al
    bambino di trovarsi nelle condizioni a lui congeniali e quindi favorevoli
    all'apprendere; offre l'opportunità al bambino per inserirsi attraverso le
    sue competenze, attraverso anche i suoi più minimi "sa fare" nei processi
    del conoscere. La dimensione laboratoriale oltre ad ogni nuova opportunità
    per partecipare, per essere coinvolti nel processo di apprendimento integra
    ciò che sta dietro all'apprendere, propone: l'emozione di conoscere, il
    piacere e l'interesse ad apprendere.
    Il lavoro di gruppo, caratterizzante una gran parte della dimensione
    laboratoriale(che non esclude assolutamente i momenti di lavoro singolo),
    determina il cooperare, l'implicarsi vicendevolmente risultato di una
    attenta regia dell'insegnante.
    A tale proposito fondamentale risulta la spinta e la guida dell'insegnante
    al cooperare che attraverso le sue mediazioni produce meta competenze.
    Meta competenze che nel rapporto inter soggettivo, nel lavoro di
    cooperazione e di implicazione reciproca, a specchio, in modo che potremmo
    definire naturale, apre le porte per la maturazione a quella che Vygotskij
    definisce la "zona di sviluppo potenziale".
    L'intervento dell'insegnante va organizzato per determinare l'emozione di
    conoscere, per rendere estremamente sensibile il bambino alle motivazioni.
    Bisogna che il bambino diventi sensibile, reattivo alle motivazioni che gli
    adulti, gli altri li propongono, un bambino fiducioso è un bambino che vede
    nell'altro una risorsa, il non accettare l'aiuto degli altri può essere la
    manifestazione di un senso di sfiducia. Il voler fare da soli caparbiamente
    se è la manifestazione di una profonda sfiducia può nascondere un non aver
    desiderio di apprendere ma di apparire. Un apparire che può avere radici nel
    vissuto che il suo punto di vista non è considerato dagli altri che
    assolutamente non ne tengono conto. Un rischio che emerge quando i percorsi
    dell'apprendere e dell'insegnare sono stati organizzati in prevalenza per
    determinare situazioni subite-passive, un procedere addestrativo che vuole
    per lo più che tu ripeta pari pari quello che io ti dico di imparare.
    Il procedere per apprendimenti con forte ed evidenti sensi e finalità, il
    collaborare per raggiungere gli obiettivi, il non eseguire esercizi passivi
    come l'unire puntini, tratteggiati,infilare chiodini, perline, colorare
    riquadri di figurine,. un procedere avendo come base itinerari
    vissuti-attivi e non subiti passivamente sono le proposte
    educativo-didattiche utili per Maria Antonella.
    Questa presa di coscienza motivante, nella dimensione della classe
    cooperativa si matura sia soggettivamente che intersoggettivamente ed è
    nella situazione di gruppo, nel confronto che produce la maturazione di un
    sentirsi utile ed apprezzato socialmente. Non sono quindi le parole ma i
    modi, le situazioni, i comportamenti relazionali che propongono tale
    consapevolezza non sicuramente la consapevolezza di essere desiderato ed
    utile agli altri ed a se stesso può essere raggiunto tramite spiegazioni,
    per quanto facilitanti ed eloquenti che queste siano ma necessitano di un
    rendersene conto a livello di sensazione intima.
    Lo stancarsi, il passare a scarabocchiare nervosamente sino a
    consumare-strappare i fogli , l'annoiarsi, . l'opporsi anche in situazioni
    quotidiane quali il lavarsi, il vestirsi,. possono essere rilevatori di
    percorsi educativi passivi che non hanno coinvolto emotivamente nel fare
    attraverso il desiderare e l'emozionarsi al fare ed al conoscere.
    Anche la frammentarietà degli interventi può produrre una sorta di
    ribellione all'organizzazione subita difatti in molti casi: psicomotricità,
    piscina, terapie, . non fanno parte di un progetto sinergico con i modi
    dell'educare a casa, a scuola e tale frammentarietà può produrre il rischio
    di un disorientamento nel tempo e nello spazio. Ogni attività se non si
    concatena potenziandola alle altre propone dei compartimenti stagni che
    fanno perdere il senso di quanto si sta facendo nell'insieme.
    Per bambini come Maria Antonella è indispensabile una linea progettuale di
    intervento coerente e sinergica, rigorosa e plastica nello stesso tempo che
    vada a sollecitare le originalità della bambina ed i suoi potenziali
    cognitivi ed affettivi.
    Prima di stigmatizzare un difetto nel comportamento di Maria Antonella è
    necessario che si allarghi la riflessione alle situazioni, ai contesti, alle
    atmosfere agli accadimenti i quali sono sicuramente provocatori di reazioni.
    Consiglio alla famiglia di avere un confronto periodico con specialisti
    nell'ambito della Pedagogia Speciale i quali possono orientare i genitori e
    gli insegnanti a comprendere ed a procedere secondo itinerari
    educativo-didattici e relazionali adeguati.
    Un corretto e attento progetto vita (rigoroso in particolare in questi primi
    anni di vita della bambina) sicuramente porterà Maria Antonella verso una
    vita autonoma ed indipendente con l'emozione di conoscere ed il desiderio di
    esistere.

    E' con questo augurio che porgo i miei saluti.
    Nicola Cuomo

    Note
    [1] Nella scuola di base non sono certo i contenuti che caratterizzano la
    professionalità degli insegnanti, questi sono per definizione elementari. La
    caratterizzazione della professionalità sta proprio nella capacità
    dell'insegnante di determinare le condizioni forti per la nascita delle
    motivazioni e del desiderio di conoscere.
    Lo staff di Pianetadown.org

  3. #3

    Predefinito

    scusatemi ...potrei far leggere qualcosa di questa lettera all'ins. di Rosanna?alcune dinamiche sono uguali anche per la mia...
    Grazie
    Io forse non saro' mai nessuno , ma sicuramente nessun'altro sara' come me.
    (Jim Morrison)

  4. #4

    Predefinito

    Ringrazio di cuore il Dr Cuomo e lo staff per la risposta alla mia lettera; Mi ha dato degli spunti di riflessione e di potermi confrontare con le insegnanti di Maria Antonella. Ringrazio anche chi mi ha inviato i messaggi di posta :Un sentito Grazie a tutti
    per trovare me stessa devo uscire da me stessa.devo cercare la mia identità in Dio e anche negli altri uomini.

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