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Discussione: metodo Vojta

  1. #1

    Predefinito metodo Vojta

    Egregio prof. Cuomo
    Sono Alessandro papà di un bimbo con sindrome di Down da circa un mese. Sperò di poter ricevere chiarimenti in merito alla terapia riabilitativa denominata Vojta.
    Il mio piccolo già da qualche giorno è sottoposto, da Noi genitori, a queste stimolazioni.
    Tali chiarimenti risultano indispensabili per avere un suggerimento sulla effettiva utilità, comprendere quali benefici possa apportare in confronto ad altre terapie di questo tipo. Insomma stiamo facendo bene o potremmo ottenere uguali risultati con terapie meno stessanti per Noi genitori e per il ns piccolo?
    Ovviamente se tale sacrificio applicativo fosse necessario per apportare anche il + piccolo beneficio, rispetto ad altre terapie, siamo disposti a farlo.
    Nel ringraziarla porgo distinti saluti.
    Bisogna ringraziare anche per gli sgarbi. Permettono di valutare meglio chi li fa.

  2. #2

    Predefinito

    Ecco la risposta di Cuomo (l'ultima parte con i riferimenti dei medici viene mandata in via privata per via del regolamento del forum):
    Quote Originariamente inviato da cuomo
    Gentilissimo signor Alessandro,
    Mi scuso del fatto che non ho potuto rispondere rapidamente.
    Per quanto riguarda i consigli sulla terapia i bambini con cui i ointervengo
    da circa trent'anni, hanno avuto di buoni risultati indipendentemente dalla
    terapia vojta. Io non sono un terapista, ma lavoro nell'ambito della
    Pedagogia Speciale e specialmente nell'ambito relativo allo svilupop dei
    massimi potenziali e per il permanente superamento dei deficit che gli
    handicap propongono. L'allarme che posso indicarle è quello di evitare
    iterventi terapeutici fortemente invasivi e che non propongono sin dalla più
    tenera età esercizi senza senso, monotoni e con chiare finalità. Sono
    preferibili le attività con senso, fortemente evidenti e implicanti sul
    piano emozionale ed affettivo (cfr. http://rivistaemozione.scedu.unibo.it)
    Le consiglio di "sentire altre campane" (i riferimenti vengono mandati in privato)
    Concludo raccomandandole un intervento precoce (con progetto) non invasivo
    né monotono e senza senso (bisogna evitare che il bambino viva in una
    condizione ambientale passiva, subita); il bambino deve essere sollecitato
    ad esplorare il mondo, a toccare, ad odorare, ad accarezzare,..., in uno
    scambio con significati (anche se appare, a noi, che non comprenda).
    Mi faccia sapere
    Le auguro buone feste

    Nicola Cuomo
    Lo staff di Pianetadown.org

  3. #3

    Predefinito

    Cari genitori, sono Alessandro Papà di Marco, ho ricevuto diverse richieste di chiarimenti in riferimento a quanto mi ha gentilmente risposto il Dott. Cuomo.Lle perplessità che suscita l'applicazione di tale medoto è sicuramente legittima e solo dopo alcune semplici considerazioni è opportuno prendere una decisione.
    L'aspetto terapeutico
    Alcune garanzie sull'effettiva utilià di tale sistema sussistono, con pareri contrastanti ovviamente ma non mi soffermo su tale aspetto, ma è altresì vero il contrario, mi spiego meglio. Se non sottoponessi Marco a tali trattamenti come farei a comparare i risultati ottenuti con quelli che avrei potuto ottenere? non avendo parametri di riferimanto non voglio precludere la possibilità di ottenere risultati positivi e lasciare tutto al caso. Mi sono altresì documentato su vari testi per comprendere di cosa si stava parlando, ho trovato interessante il manuale di Cecilia Morosini, Neurolesioni dell'età evolutiva nella parte riguardante appunto il metodo Vojta. Tra le tante nozioni mi è parsa interessante la parte riguardante i complessi locomotori primitivi del neonato.
    Non mi soffermo sulla teoria perchè ritengo di non essere aduguatamente in grado di fornire esatte spiegazioni, credo comunque di poter considerare tale terapia come il tentativo di migliorare i collegamenti neuromotori tra il cervello e le parti periferiche che coordinano i movimenti, a mezzo di stimolazioni posturali.
    Secondo aspetto In termini di sacrifici, sicuramente ciò comporta un impegno costante che sottrae tempo al normale svolgimento della vita quotidiana. Ma io e Enrica siamo disposti a farlo con puntuale serenità, consapevoli che nulla deve essere lasciato al caso...o all'abbandono. Hanno bisogno + che delle terapie delle nostre attenzioni, del nostro affetto e della nostra presenza che stimola in loro la voglia di migliorarsi.
    Terzo ed ultimo personale aspetto Marco fortunatamente non è nato con patologie accessorie alla sdd, è abbastanza tonico e non chiedetemi se a furia di fare terapie, a 4 mesi tenta già di rotolarsi nel tappeto di gomma su cui è opportunamente collocato nel pomeriggio, sorride a 3756 denti che non ha ed è insieme a Maty quanto di più bello che la vita potesse donarci.Vi abbraccio Alessandro

    Quote Originariamente inviato da enricalessandro Visualizza il messaggio
    Egregio prof. Cuomo
    Sono Alessandro papà di un bimbo con sindrome di Down da circa un mese. Sperò di poter ricevere chiarimenti in merito alla terapia riabilitativa denominata Vojta.
    Il mio piccolo già da qualche giorno è sottoposto, da Noi genitori, a queste stimolazioni.
    Tali chiarimenti risultano indispensabili per avere un suggerimento sulla effettiva utilità, comprendere quali benefici possa apportare in confronto ad altre terapie di questo tipo. Insomma stiamo facendo bene o potremmo ottenere uguali risultati con terapie meno stessanti per Noi genitori e per il ns piccolo?
    Ovviamente se tale sacrificio applicativo fosse necessario per apportare anche il + piccolo beneficio, rispetto ad altre terapie, siamo disposti a farlo.
    Nel ringraziarla porgo distinti saluti.
    Bisogna ringraziare anche per gli sgarbi. Permettono di valutare meglio chi li fa.

  4. #4

    Predefinito

    Il prof. Cuomo ha risposto:
    Quote Originariamente inviato da Cuomo
    Gentilissimo signor Alessandro,
    In relazione alla sua perplessità circa il confrontare qualunque intervento
    o riabilitativo, o medico, o pedagogico, per potenziare cognitivamente ed
    affettivamente suo figlio Marco, penso che per lei sia pressochè impossibile
    poterlo fare in quanto questo è un ambito di responsabilità della rigorosa
    ricerca scientifica. Se noi dovessimo personalmente verificare (senza gli
    strumenti scientific e le responsabilità degli scieziati) qual è il modo
    migliore per intervenire su una cataratta, su un cancro alla mammella o alla
    prostata, lo potremmo fare solo e soltanto se entriam oin un team di ricerca
    internazionale, inter e multidisciplnare, con una vasta casistica. Si
    scelgono quegli interventi in base alla letteratura scientifica, ai
    risultati della ricerca scientifica (non quelli personali) e alla fiducia
    rispetto a questo o quello scienziato.
    Spero di aver dato un aiuto per sciogliere una sua giusta preoccupazione
    personale, preoccupazione da genitore come tutti noi genitori abbiamo circa
    l'intervenire sui nostri figli al di là della sindrome di Down.
    Cordiali saluti
    Nicola Cuomo
    Lo staff di Pianetadown.org

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