Originariamente inviato da
aledario
La chiave della felicità?!?
Ieri era una giornata tanto attesa … perché era teoricamente per Dario il primo giorno del suo contratto lavorativo a tempo determinato… un anno, secondo gli accordi presi con il proprietario dell’Hotel, dopo tanta fatica da parte di tutti i personaggi coinvolti (Dario in primis, il suo potenziale datore di lavoro, il Servizio di Inserimento Lavorativo del Comune…noi genitori) … ma non è andata così, ed ora vi spiegherò perché…
Come tutti i lunedì da ormai quasi un anno a questa parte… Dario si è presentato al lavoro, puntuale… ha salutato quelle che chiama “le sue donne” (il personale rigorosamente femminile incaricato del riordino delle camere e della lavanderia) … e si è recato negli spogliatoi, per mettersi la divisa da cuoco (giacca, cappello, pantaloni, grembiule, zoccoli e torcione (un triangolo di cotone bianco dagli usi immaginari più svariati e misteriosi a noi profani), dopodiché si è presentato in cucina allo chef Roberto, il suo Responsabile. Ad un certo punto della mattinata è stato chiamato insieme a lui in Direzione dell’Hotel, dove si aspettava di firmare il contratto previsto, discusso e ormai dato per “scontato” (cosa che non ho ancora imparato a non fare!!!), e dove invece gli è stata fatta firmare una carta con dei contenuti decisamente diversi! Ha poi continuato a lavorare fino alla fine dell’orario della giornata… e poi, dopo essere ripassato dagli spogliatoi, è tornato a casa.
Quando nel primo pomeriggio l’ho sentito al telefono, ansioso di liberarmi dalla tensione di una mattinata priva di notizie … non sono proprio riuscito a capacitarmi di ciò che mi raccontava … e al suo sintetico racconto di ciò che era avvenuto in quella stanza non ho saputo far altro che contrapporre frasi sterili del tipo …”Ma vedrai che ti sbagli Dario!” … “Non è possibile che sia andata come dici tu… eravamo d’accordo!” … “ Ne sei proprio sicuro???”… E così via…
Solo una volta giunto a casa intorno alle sette e un quarto… ed avere atteso per una buona mezz’ora il ritorno di Dario dalla piscina, non senza aver prima esaminato con attenzione quel foglio di carta che gli era stato consegnato in mattinata, leggendolo e rileggendolo più volte alla vana ricerca di qualcosa che potesse finalmente dimostrare che ciò che lui mi aveva anticipato al telefono non corrispondeva a realtà… ho incontrato i suoi occhi, brillanti come sempre… anzi, un po’ di più a causa delle lacrime che li inumidivano. E mentre abbracciava commosso prima la mamma e poi me… ci mostrava una chiave… una delle tante che porta appese al collo assieme al cellulare… una nuova… con un nastro verde fluorescente … la chiave di un armadietto degli spogliatoi… che da oggi rimarrà lì, insieme ad altri simboli importanti (le chiavi di casa)… a ricordargli per sempre quelle due parole su quel foglio di carta che non lasciavano adito a nessun tipo di dubbio, e che nemmeno io potevo più negare dopo averle lette.
E mentre a mia volta lo abbracciavo forte forte gli dicevo: “Avevi ragione tu Dario… avevi ragione tu! Mannaggia!!!” … e preso in mano quel foglio che ieri gli ha cambiato la vita… l’ho letto insieme a lui…
Segnalibri