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Discussione: «Errore» nell'aborto, muore il gemello sano

  1. #31
    Administrator Pinguino reale L'avatar di paola
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    Scusa Sonia ma l'aborto di terapeutico non c'ha proprio nulla poi che la legge lo chiami così lo chiami selettivo o lo chiami pinco pallo non fa molta differenza, che poi il ministro faccia le sue precisazioni "di legge" giusto che le faccia così come è giusto che noi da genitori (e su questo Michele condivido e non era a quello che mi riferivo ) di bambini Down gridiamo a gran voce che la sdd non è una malformazione, come invece mi pare di aver letto in giro, è che non può passare il messaggio che invece si vuol dare sdd=malformazioni.
    Sul caso specifico posso solo dire che era evitabile perchè di solito, e davvero non capisco xchè in questo caso non sia stato così, al momento dell'amnio su gemelli si colora il liquido amniotico di uno dei due per diastinguerli dopo, avendo cura di dare la priorità all'amniocentesi in modo che arrivi in tempi brevi. Quindi il rischio che si muovano non è calcolato, sono altri i rischi calcolati, ma non quello, questo è dovuta all'incuria dell'ospedale che evidentemente pratica l'aborto terapeutico su gemelli un po' con troppa leggerezza, a prescindere da qualsiasi considerazione morale che si possa fare dopo sulla scelta di questa donna, che non è dissimile a quella che fa la maggior parte delle persone (anche cattoliche di quelle citate che dicono che poi Dio gli ha mandato altri bambini ecc ecc) con un'amnio positiva
    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente"

  2. #32

    Predefinito

    a volte l'aborto puo' essere terapeutico... magari per la mamma . Metti il caso che diagnosticano un tumore durante la gravidanza . La mamma puo' scegliere di interrompere la gravidanza per potersi curare , oppure una gravidanza plurigemellare in cui si potrebbero salvare due gemelli sacrificandone uno . In questi casi , certo non è curativo per il bambino ucciso ma almeno terapeutico per qualcun altro si !
    Sono d'accordo pure io l'aborto in se di terapeutico non ha nulla

  3. #33

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    Ieri sera alla rubrica del TG3 "PRIMO PIANO" in onda attorno alle 23, 20 si è parlato della L.164 alla luce del caso in oggetto. Continuamente la giornalita Bianca Berlinguer usava la parola "malato" in riferimento al feto portatore di S.d.D.. Devo sottolineare che indipendentemente dal fatto che la rubrica durando solo 20 minuti non riesca ad entrare nel merto dell'argomento con puntualità, trovo deludente che, seppur il tema centrale fosse la L.164, una intera redazione - evidentemente - nella realizzazione della puntata e la giornalita B. Berlinguer continuamente nei 20 minuti a disposizione, abbiano usato il termine "malato" per il feto Down e che l'On. Turco (Ministro della Salute) e l'On. Buttiglione non abbiano eccepito a questo luogo comune.

    Quindi questa mattina ho scritto due righe alla redazione che riporto quì sotto:



    Buongiorno,
    Vi scrivo perchè, come padre di un bambino trisomico di 4 anni, ieri sera sono rimasto basito di fronte alla terminologia utilizzata da una giornalista come B. Berlinguer (ed evidentemente da una nutrita Redazione di Rete nazinale) in merito alle persone con Sindrome di Down. Infatti, Vi siete infilati subito e ripetutamente, nel più grosso luogo comune riferito alle persone Down...e cioè che sono malati, <il feto malato - bambino malto di s.d.d.>. Pazienza che la Berlinguer non lo sappia, ma che ad una intera redazione sfugga che le persone Down non sono "malate" non hanno una malattia (qualcuno potrebbe pensare ancora che siano pure contaggiosi) ma che siano affette da una alterazione cromosomica, o che indubbiamente si possano anche definire ritardati mentalmente o persone semplici ecc. Pazienza, ieri mi si contorcevano le budella a sentire le cavolate dei tre "attori". In ogni caso, anche come è stato trattato l'argomento principale, la L.194 non mi ha soddisfatto, certo che in 20 minuti...forse se il tempo a disposizione è quello che è, e per questo certi argomenti fareste bene ad evitarli - opinione personale - infatti, a mio avviso non ne site usciti con "informazione" ma con una tendenziale disinformazione. Scusate lo sfogo, ma considerate che un padre come me, di due figli di cui uno con S.d.D. che quasi quotidianamente si confronta con la moglie sulla opportunità o meno di cercare il terzo figlio (amniocentesi, aborto, sensi di colpa, etica, religione, ecc.) e non solo in famiglia ma anche con altre persone/figure coinvolte con empatia all'argomento, di fronte a simili leggerezze si rimane veramente delusi. Sottolineo che io non sono religioso, che mia moglie è infermiera professionale e che anche noi desideravamo dei figli non disabili o diversamente abili come tutti gli altri. Però, la vita è fatta anche di delusioni e di difficoltà, si affrontano... Non entro, anche se ho già dato la mia opinione, nel merito della decisione della Sig. Milanese di eliminare la bimba "<ammalata>" di S.d.D., mi limito ad allegarvi qualche foto di Daniele e di segnalarvi un sito veramentre prezioso www.pianetadown.org.
    Mi farebbe molto piacere ricevere una risposta, giusto per sentire che da parte Vs. c'è attenzione all'argomento.
    Saluti

  4. #34

    Predefinito

    Bravo Maurizio.
    La vera sfida secondo me è proprio quella di fare vera cultura, vera informazione intorno all' argomento. Per una persona "esterna" al problema, giornalisti e medici compresi, questo risulta effettivamente difficile. Per noi genitori invece e per tutti quelli in qualche modo coinvolti la cosa risulta più facile, più sofferta ma anche più facile.
    Mi viene in mente la testimonianza di un medico alla presentazione di un libro sulla sindrome di down: "ho capito veramente cosa sia la sdd solo nel momento in cui ho dovuto diagnosticarla su mia figlia...".

  5. #35

    Predefinito salviamo il salvabile

    Cari mi avete preceduto, mi sono loggata per scrivere della trasmissione, ieri sera non mi sono contratte le budella alla parola malato anche se ogni volta mi risuonava in testa come una campana , mi sono invece molto preoccupata sulla campagna informativa che volevano fare sull'argomento... subito mi sono venute alla mente le scimmiottaggino Costanziane e altri surrogati di trasmissione in giro viste....poi ho pensato di chiamare Paola per prender in mano la trasmissione e farla con la nostra supervisione......e che ne dite di spedire in redazione il vostro fantastico video?
    è solo un idea fatemi sapere se fate qualcosa che guardo
    bacioni lalla
    Abbi la forza di affrontare l'inevitabile, il coraggio di ottenere il possibile e la fede-ragione per distinguere le due cose
    Laura

  6. #36

    Predefinito

    penso che sia un'ottima idea.
    Hai regione Paola non mi posso permettere di dare giudizi su quella madre.
    Io sono una persona a tinte forti e mi sfogo come fossi un abambina poi mi fermo e penso (anche con il vs aiuto) e dico "forse era meglio se non avessi scrotto niente".
    E' che mi fa male pensare che dei bimbi che possono vivere vengano fatti fuori per paura.

    A proposito della trasmissione della Berlinguer non l'ho visto ma nache sul giornale della mia città era usctio un articolo in cui si usava la parola malattia (ripetute volte) per definire la sdd.
    Bè ho scritto un alettera la giornale semplicemente scrivendo che è un'alterazione genetica e che i ns figli non sono "malati". sennò potrebbero "guarire". ho parlato un po' di Ale e della ns famiglia.
    poi mi hanno risposto dicendomi che non era fatto in malafede ma che l'articolo esigeva una errata corrige.
    Enrica mamma di Ale sdd 11 anni,Andrea 9 anni e Rachele 2 anni

  7. #37

    Predefinito

    Questa è la risposta della redazione del programma PRIMO PIANO:

    Gentile signor Maurizio C.,
    faccio parte della redazione di Primo Piano, ho letto la sua mail e le rispondo a titolo personale.
    Le cose che lei scrive sono, ovviamente, corrette. La sindrome di Down, viene troppo spesso considerata come una malattia e mi rendo conto che questo non possa far altro che alimentare i pregiudizi e le diffidenze nei confronti delle persone.

    L'unica (parzialissima) giustificazione che credo ci possa essere nel caso specifico, è che il fatto di cronaca a cui ci si riferiva, riguarda la scelta dell'aborto selettivo e le tragiche conseguenze che nel caso di Milano si sono verificate. La pratica, come lei sa, viene utilizzata per non portare a termine la gravidanza di un feto con alterazioni cromosomiche, ma molto più spesso di un feto malato, nel senso più generico del termine. Probabilmente Bianca Berlinguer non intendeva riferirsi specificatemente alla Sindrome di Down e poi la provocazione di Buttiglione nei confronti della Turco, ha fatto il resto.

    Certamente 20 minuti sono troppo pochi per affrontare un argomento così complesso e articolato e il lavoro andava fatto molto meglio, ma non credo che neppure il silenzio aiuti. Spero sinceramente ci sia invece la possibilità di tornare sul tema, realizzando finalmente un'informazione corretta.

    Il caso vuole che a Roma ci siano solo due famiglie che hanno gemelli di cui uno down e che io conosca personalmente entrambi i padri. Uno di loro mi ha mandato oggi una bellissima mail, in cui mi segnala gli stessi errori e la stessa rabbia che ho trovato nella sua lettera.

    Al di là di tutto sono sinceramente dispiaciuta per la puntata di ieri e la ringrazio per averci scritto, spero ci aiuti tutti ad essere più attenti.

    Elisabetta Margonari

  8. #38

    Predefinito

    Per rabbia e con amore verso i nostri figli , ho mandato due righe anche io ieri sera alla redazione di Primo Piano.
    Se non vi annoiano ve le incollo qui sotto........


    Oggetto: Christian

    Gentili signori,

    sono la mamma di un bellissimo bambino di quasi sei anni con sindrome di down.
    Scrivo in merito alla puntata di Primo Piano del 29 08 07, sull'argomento dell'aborto e correlato al
    fatto della signora di Milano e delle gemelline di cui una down.
    Scrivo e voglio solo sottolineare con non poca rabbia, di come si sia potuto per circa 25 minuti parlare della sindrome di down chiamandala più volte " malattia".
    ( Feto malato, stato di salute, soffre di sindrome di down.....malata di sindrome di down).
    La sindrome di down non è una malattia, è una condizione genetica , è un alterazione cromosomica.
    Se fosse una malattia, forse si potrebbe curare e i nostri figli, allora risponderebbero allo standard di normalità imposto da questa società fatta di apparenza e supeficilità che troppe volte rovina anche chi è catalogato tra i "normali".
    Scusate lo sfogo, ma chi come me ha a che fare con una persona down, e non mi riferisco solo a mio figlio perchè in questi sei anni ho conosciuto altri bambini, altri ragazzi con sindorme di down, e posso garantire che ognuno di loro ha una propria personalità, ognuno di loro è unico e solo chi ne viene a contatto può rendersi conto di quale siano le loro potenzialità e di quanto possa dare e arrichhire la vita di chi li conosce.

    Vi inviterei, ma questa è un umile consiglio a fare una trasmissione sulle persone con sindrome di down, una trasmissione "seria", ( e non solo di 20/25 minuti) che sappia dare giusta informazione, e che sia di aiuto anche a quelle persone che hanno paura di avvicinarsi a questa realtà, magari invitando anche bambini, ragazzi down..e possibilmente non alle 23,00 di sera magari in un orario più accessibile a tutti.

    Lo so la gente preferisce imbottirsi di reality e fiction che durano 15 anni , in cui sono tutti belli ricchi, e senza difetti..ma la reltà è fatta di altre cose, ma questo lo sapete meglio di me....

    Non mi dilungo oltre.....penso di essere stata chiara.

    Porgo cordiali i saluti e Vi auguro un buon lavoro.

    Lucia , mamma di Christian
    Lucia mamma di Chiara (1990) e Christian (2001)

  9. #39

    Predefinito Questione inutile

    Sempre io, il bastian contrario.
    Ma quanti di voi che così si scandalizzano hanno scelto in gravidanza di tenere un bimbo down? Molti di voi forse l'hanno saputo solo alla nascita: ne avete gioito???!!!
    Vogliamo proprio nasconderci dietro un dito:la parola malattia vi dà fastidio mentre invece alterazione genetica vi fa sentire meno "diversi"?

    Non facciamo guerre per delle parole, facciamoci portatori semplicemente di una mentalità diversa, che NON sta a guardare alle parole, che non si indegna per tragedie personali ma lotta per un mondo nuovo,capace di accogliere CHIUNQUE, che dà a ciascuno la possibilità di esprimere le sue potenzialità.

    Insomma dritti per la nostra strada ma apertura, sorrisi, accoglienza anche per chi non la pensa come noi, per chi ha scelto con un dolore che NON conosciamo diversamente da noi...

    Al bando le ipocrisie

  10. #40

    Predefinito

    Volevo risp a Jowa...
    La questione secondo me non è nascondersi dietro un dito...tante volte le parole feriscono più dei fatti...se non iniziamo a puntualizzare sulle parole non potrà mai cambiare qlc...si è lottato tanto x fare in modo ke i nostri figli non vengano kiamati "mongoloidi" ed è giusto ke non vengano più kiamati "malati" xkè non lo sono!!!ad es. vorrei vedere se ad un tuo figlio normodotato venisse detto -sembri un mongoloide- se non ti incazzi e ribatti xkè è dispreggiativo!!!!è naturale cercare di far valere i diritti dei propri cari...a nessuno piace essere "classificati" in modo diverso da come si è!!!Questo è il mio pensiero...
    Aggiungo un art ke ho trovato sull'aborto...

    Per fermare il feticidio selettivo non serve toccare la legge sull'aborto

    di Assuntina Morresi

    Il nome tecnico è “feticidio selettivo”. E’ l’aborto di uno o più feti in una gravidanza bi o plurigemellare: dei feti che si stanno sviluppando, non tutti nasceranno. Uno o più verranno eliminati, perché considerati “di troppo”, oppure perché “malati”.
    Si esegue iniettando cloruro di potassio nel cuore del feto da eliminare, provocandone l’arresto cardiaco, oppure occludendone il cordone ombelicale, con il laser, ad esempio, e bloccando l’afflusso di ossigeno. Il feto morto rimane in pancia, accanto a quello (o quelli) vivo, che nel 3% dei casi muore pure lui, o comunque avrà elevate probabilità di nascere prematuramente, con tutte le conseguenze del caso.
    Claudio Giorlandino, presidente della Sidip (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale) spiega che "nel feticidio selettivo gli errori sono possibili e, nella maggior parte dei casi, non se ne ha notizia per la delicatezza delle vicende umane che si accompagnano e per l'impossibilità di arrivare a un contenzioso legale in considerazione del fatto che le donne sono ben informate, prima di sottoporvisi, e sottoscrivono un pieno consenso informato. Tale prassi, e tali errori, sono tecnicamente possibili e diffusi in tutto il mondo".
    Sarebbe interessante conoscere il numero dei feticidi selettivi effettuati nel nostro paese, e quantificare gli “errori”, ad esempio come quello dell’ospedale San Paolo di Milano, e cioè la soppressione di un feto diverso da quello selezionato.
    I tragici fatti milanesi sono noti: le due gemelle a diciotto settimane di gravidanza erano identiche e non era possibile distinguere visivamente quella con la sindrome di Down dall’altra. Per eliminare la prima, e tenere solamente il feto sano, il medico si è basato sulla posizione che avevano in pancia tre settimane prima dell’intervento, al momento dell’amniocentesi. Ma in quelle tre settimane di intermezzo pare che le sorelle si siano scambiate di posto, ed è stata soppressa quella sana. Successivamente, accortisi di quanto successo, si è eliminata anche l’altra.
    Alessandro Di Gregorio, specialista in ostetricia e ginecologia al centro Artes di Torino, spiega che esistono sistemi per cercare di evitare casi come questi: "Nel caso degli aborti selettivi, l'uso del colorante per marcare il feto malato è prassi".
    Marcare con un colorante il feto selezionato, per sopprimerlo senza commettere errori: espressioni che, nel migliore dei casi, evocano pratiche veterinarie - di solito si marcano le greggi, le mandrie, oppure gli esemplari malati o difettati, o comunque con qualche particolarità. Nel peggiore, invece, ricordano i lager nazisti.
    Come nel caso del Careggi di Firenze – dove nacque vivo un feto sano, dopo un aborto indotto a ventitrè settimane di gravidanza, con una errata diagnosi di malformazione – anche adesso l’ errore è la soppressione di un sano, anziché di un malato.
    E’ sbagliato nascere disabili, insomma. La pressione sociale e culturale per il “diritto al figlio sano” è fortissima, i sostegni alle famiglie con figli handicappati sono spesso drammaticamente insufficienti: in queste condizioni è difficile parlare di “libera scelta” delle donne. L’aborto sembra essere la via meno dolorosa per affrontare il problema.

    Eppure la legge 194 non prevede l’aborto eugenetico, cioè non consente l’aborto a causa di malformazioni o anomalie del concepito: se integralmente e correttamente applicata, dovrebbe contribuire a “far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza”, e ad “aiutare la maternità difficile dopo la nascita”. Se ne parla sempre, ma difficilmente si va oltre le solite polemiche.

    Per applicarne le parti più disattese, quelle riguardanti la prevenzione, e chiarire i passaggi e gli articoli riguardanti i cosiddetti “aborti terapeutici”, sarebbe sufficiente stilare delle linee guida, adeguate alle nuove conoscenze scientifiche e tenendo conto dell’esperienza di questi trenta anni di regolamentazione delle interruzioni di gravidanza, senza intervenire sul testo di legge. Potrebbe essere un primo, importante tentativo di stabilire alleanze fra chi, sia sostenitori che oppositori della legge 194, pensa che comunque si possa fare ancora molto di più per combattere la tragedia dell’aborto.

    © Copyright L'Occidentale, 28 agosto 2007
    -"Quando mi incontri rispetta i miei limiti e riconosci le mie tante capacità,sarò in grado di sorprenderti."-
    (i ragazzi di Casa al Sole-PN-)

  11. #41

    Predefinito

    Diciamo che io non mi scandalizzo proprio di niente, tatntomeno di quanto scrivono i giornali.
    Diciamo però anche che sono attento in generale ai termini che si usano quando si parla di determinate cose. Ci sono, anche in tedesco, dei termini dispregiativi per definire le varie disabilità, non solo i down, che proprio mi urtano, mi danno fastidio perchè non sono esatti.
    E se i nostri figli un domani non si sentiranno più dare dei mongoloidi, forse sará anche dovuto ad una diversa sensibilitá sui termini da usare quando ci si rivolge a loro.
    Ad esempio ho notato che spesso alle persone down adulte ci si rivolge quasi sempre con il tu, mai con il Lei. E questa è un' altra cosa che mi irrita.
    Tutto questo poi credo non abbia niente a che fare con l' ipocrisia, ognuno di noi ha fatto le sue scelte e credo rispetti le scelte di altri.
    Si tratta solo di discuterne senza dare necessariamente dei giudizi, e questo a volte è difficile.

  12. #42

    Predefinito

    Quote Originariamente inviato da Michele
    Diciamo che io non mi scandalizzo proprio di niente, tatntomeno di quanto scrivono i giornali.
    Diciamo però anche che sono attento in generale ai termini che si usano quando si parla di determinate cose. Ci sono, anche in tedesco, dei termini dispregiativi per definire le varie disabilità, non solo i down, che proprio mi urtano, mi danno fastidio perchè non sono esatti.
    E se i nostri figli un domani non si sentiranno più dare dei mongoloidi, forse sará anche dovuto ad una diversa sensibilitá sui termini da usare quando ci si rivolge a loro.
    Ad esempio ho notato che spesso alle persone down adulte ci si rivolge quasi sempre con il tu, mai con il Lei. E questa è un' altra cosa che mi irrita.
    .
    Condivido al 100%
    Loredana, mamma di Emilio (1999) ed Edoardo sdd ( 2001)

  13. #43

    Predefinito Re: Questione inutile

    Rispondo a Jowa:
    [quote="Jowa"]
    Ma quanti di voi che così si scandalizzano hanno scelto in gravidanza di tenere un bimbo down? Molti di voi forse l'hanno saputo solo alla nascita: ne avete gioito???!!!

    Infatti, proprio per tutta una serie di informazioni sbagliate, a partire anche dal termine "malattia" ero estremamente ingnorante e impreparato...e non solo, anche i medici ginecologi invece di fare informazione corretta la fanno "scorretta" o "terroristica"...vedi anche l'articolo riportato da sunflower

    Vogliamo proprio nasconderci dietro un dito:la parola malattia vi dà fastidio mentre invece alterazione genetica vi fa sentire meno "diversi"?

    Beh, mi da fastidio la disinformazione sulla terminologia se usata su una rete nazionale e alla presenza di persone che contano un pochino come il Ministro della Sanità Livia Turco..... Certo al verduraio non avrei fatto l'osservazione.


    Maurizio

  14. #44

    Predefinito

    Quote Originariamente inviato da Michele
    Diciamo che io non mi scandalizzo proprio di niente, tatntomeno di quanto scrivono i giornali.
    Diciamo però anche che sono attento in generale ai termini che si usano quando si parla di determinate cose. Ci sono, anche in tedesco, dei termini dispregiativi per definire le varie disabilità, non solo i down, che proprio mi urtano, mi danno fastidio perchè non sono esatti.
    E se i nostri figli un domani non si sentiranno più dare dei mongoloidi, forse sará anche dovuto ad una diversa sensibilitá sui termini da usare quando ci si rivolge a loro.
    Ad esempio ho notato che spesso alle persone down adulte ci si rivolge quasi sempre con il tu, mai con il Lei. E questa è un' altra cosa che mi irrita.
    Tutto questo poi credo non abbia niente a che fare con l' ipocrisia, ognuno di noi ha fatto le sue scelte e credo rispetti le scelte di altri.
    Si tratta solo di discuterne senza dare necessariamente dei giudizi, e questo a volte è difficile.
    Condivido in pieno e anche io come maurizio non mi arrabbio se a parlare di sdd come malattia sono le persone comuni con cui posso parlare e di cui conosco l'opinione ma sono imezzi d'informazione che influenzano le persone comuni.

    All'asilo di Ale dei bimbi chiesero se Ale era "malato" perchè non si comportava come loro chiedendo anche se un giorno sarebbe potuto guarire...
    Bè le maestre hanno risposto , dopo aver parlato con me, facendo vedre loro il fratellino di Lilli (cartone animato) e spiegando che Ale è fatto così ma che può fare quasi tutte le cose che fanno loro e sopratutto che va apprezzato per quello che è...

    Forse la domanda dei bimbi arrivava da una mala informazione in casa, derivata da una malainformazione in tv o sui giornali.
    E' per questo che io personalmente ho scritto al giornale per fare una errata corrige e penso che per lo stesso motivo gli altri abbiano scritto alla Berlinguer, non sicuramente per sentire i ns figli meno diversi.
    Enrica mamma di Ale sdd 11 anni,Andrea 9 anni e Rachele 2 anni

  15. #45

    Predefinito Re: Questione inutile

    Quote Originariamente inviato da Jowa
    Sempre io, il bastian contrario.
    Ma quanti di voi che così si scandalizzano hanno scelto in gravidanza di tenere un bimbo down? Molti di voi forse l'hanno saputo solo alla nascita: ne avete gioito???!!!
    Vogliamo proprio nasconderci dietro un dito:la parola malattia vi dà fastidio mentre invece alterazione genetica vi fa sentire meno "diversi"?

    Non facciamo guerre per delle parole, facciamoci portatori semplicemente di una mentalità diversa, che NON sta a guardare alle parole, che non si indegna per tragedie personali ma lotta per un mondo nuovo,capace di accogliere CHIUNQUE, che dà a ciascuno la possibilità di esprimere le sue potenzialità.

    Insomma dritti per la nostra strada ma apertura, sorrisi, accoglienza anche per chi non la pensa come noi, per chi ha scelto con un dolore che NON conosciamo diversamente da noi...

    Al bando le ipocrisie
    Mi sembra Jowa, che nessuno si sia scandalizzato , si è solo puntualizzato che una rete televisiva che da informazione come hanno già detto sopra debba usare una terminologia appropriata per descrivere certe situazioni, perchè se la gente comune come noi, mi ci metto anche io, perchè prima che nascesse mio figlio ben poco sapevo della sindrome di down, ha sempre delle notizie distorte come fa poi a vedere i nostri figli come realmente sono e ad integrarli nella società? E questo vale per qualsiasi altra realtà sia essa di malattia e non.
    Solo per questo da fastidio la parola malattia, e non mi fa certo sentire meno "diversa"...parlare di alterazione cromosomica...?
    "diversa" poi da chi e da cosa?

    Ma comunque se stiamo sempre zitti, se non sottolinamo mai nulla anche solo per correggere ua parola usata male, non lamentiamoci poi se ancora nel 2007 c'è chi usa il termine mongoloide in senso dispregiativo.


    Comunque sempre liberi di esprimere le proprie opinioni
    Lucia mamma di Chiara (1990) e Christian (2001)

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