Una notte ho sognato che parlavi
Buongiorno a tutti. Non so se è il luogo giusto, in quanto vorrei segnalare non solo il libro in sè, ma confrontarmi con chi l'ha letto per condividere qualche sensazione ed emozione.... quindi nessuna pretesa di critica letteraria.... A me ha colpito molto, mi sono immedesimato in quel padre, con quel figlio particolare.
Ve ne mando giusto un brano, intenso al punto giusto, senza essere nè piagnone nè eroe...
Buona lettura a tutti
"Oggi sento Tommy come un problema soprattutto mio. E come se lui fosse tornato indietro alla più arcaica tradizione, secondo cui ogni maschio deve lasciare la madre con l'avvento della adolescenza per essere iniziato al mondo dei maschi adulti. Tomy non verrà gettato da una torre legato ad un piede, nemmeno sarà abbandonato nella foresta, né dovrà affrontare una fiera a mani nude. Non gli saranno imposti tatuaggi, scarnificazioni rituali, sacre mutilazioni. Niente di tutto ciò, ma Tommy nella sua alterità obbliga comunque chi gli sta accanto a comportarsi come non si faceva da secoli, almeno alle nostre latitudini. Questo, per quanto bello e suggestivo, alleggerirà la madre di un peso, ma condizionerà per sempre la mia vita.
Lui, giovane guerriero, che però non può essere lasciato un solo istante da me, presto vecchio e inutile ma obbligato a fare per sempre la sentinella al mio ragazzone? Col piffero che andrà a finire così sul triste, caro figlio mio capoccione! Il tuo papà avrà si molti capelli bianchi, ma ancora sa distinguere nelle notti di primavera quel bel profumino di gelsomino che gli risveglia addosso tante emozioni! Che te ne faresti di un papà in pantofole e con lo sguardo rassegnato? Alla fine, saresti tu il primo a soffrirne, quindi non diventare l'unico arbitro della mia possibilità di restare con te quando mi va di restare, e di scappar via ogni volta che l'estro me lo suggerisca.
Tuttavia, così come siamo messi ora, il mio tempo ha perso ogni valore. Quando un anno sta per finire, io rabbrividisco perché, mentre sta per arrivare di nuovo il Natale, mi accorgo che già aspetto Martedì grasso. La Pasqua mi assopirà mentre penso al tedio delle vacanze; sogno agosto da solo in città e già l'autunno mi entra nelle ossa mentre cominciano a vedersi le prime luminarie natalizie... Questo, ogni anno, è il mio anno; un tunnel concentrico con incolmabili fessure.
Non ti chiedo tanto, figlio mio, ma, se puoi, organizzati perché tuo padre riesca almeno a colmarne qualcuna."
GIANLUCA NICOLETTI, 2013. Una notte ho sognato che parlavi. Milano: Arnoldo Mondadori Editore.