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La linea del venti
La matematica è un problema!!!!!
Per questo motivo, visto che a scuola la situazione non evolveva, mi sono letteralmente messa a studiare la didattica della matematica (peraltro per bambini normodotati, visto che di specifico sulla sdd fin'ora ho solo avuto del materiale dal npi che lo segue, e peraltro in inglese!). Tra le strategie didattiche che ritengo valide c'è il metodo Bortolato che utilizza la Linea del Venti. Ovviamente anche questa metodologia è utilizzata per bambini di prima elementare normodotati, e lo stesso Bortolato non ha mai utilizzato questo metodo per bambini con sdd.
Io ho cominciato ad usarlo con Davide per integrare la didattica della matematica, ma non riesco ad avere confronti.
C'è qualcuno che per caso l'ha utilizzato con il figlio?
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Originariamente inviato da
Dadi
C'è qualcuno che per caso l'ha utilizzato con il figlio?
ciao, ti posso dire che ho visto utilizzare una volta questa specie di aggeggio (nn so come chiamarlo) dalla dott che applica il metodo Feurenstein. Per combinazione, me ne ha parlato recentemente molto bene mio cugino che è np infantile ..in questi giorni desidero ordinarlo anch'io.
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sì, avevo messo un thread sulla linea del venti della erickson perchè i figli (down) di due miei amici lo usavano alle elementari, con buoni successi.
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http://www.erickson.it/erickson/prod...yId=43&id=1223
qui c'è il video dimostrativo, per chi non sa di cosa si tratti
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Mia figlia l'ha usato l'anno scorso con ottimi risultati (1° elementare), quest'anno tutta la classe usa la linea del 100. Con questo strumento si riesce a materializzare l'astratto dei numeri, quello che normalmente si fà usando le dita.
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Originariamente inviato da
abile
Mia figlia l'ha usato l'anno scorso con ottimi risultati (1° elementare), quest'anno tutta la classe usa la linea del 100. Con questo strumento si riesce a materializzare l'astratto dei numeri, quello che normalmente si fà usando le dita.
Quando parli di ottimi risultati cosa intendi?
Per esempio riesce ad eseguire le addizioni (semplici) senza guardare lo strumento e quindi a mente?
Ti pongo queste domande proprio per avere dei riferimenti concreti.
Davide per esempio l'ha usato lo scorso anno scolastico, riusciva a riconoscere i numeri, ad eseguire le addizioni e le sottrazioni con lo strumento e anche velocemente, ma non riusciva poi a fare il passo successivo, e cioè il calcolo mentale (2+2; 3+4 ecc.).
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Con Alex non ho mai usato la linea del venti, ho usato un mio metodo, ad es. "tieni in testa 15, aggiungi (o togli) 7" , per il 7 usava le dita. Ora, 5a elementare, a furia di fare esercizio di certe operazioni semplici sa gia' il risultato, per le altre usa sempre lo stesso metodo ma si vergogna a farsi vedere che usa le mani per cui le usa lo stesso, ma mentalmente, infatti se lo si guarda attentamente si notano degli impercettibili movimenti delle dita mentre conta, ma uno che non lo sa non se ne accorge. Mentre per le tabelline l'ho talmente stressato che sa gia' il risultato senza contare con le dita.
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Originariamente inviato da
elena
Mentre per le tabelline l'ho talmente stressato che sa gia' il risultato senza contare con le dita.
ma le sa usare, nel senso che discrimina i problemi in cui serve la moltiplicazione?
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stesso metodo di Elena , Martina fa addizioni ,sottrazioni usando le dita . Le addizioni con il riporto e usa le centinaia . Sa fare anche le moltiplicazioni usando le tabelline che conosce 2,3,4,5 , 10 . La maestra le ha insegnato la conta veloce , cosi' usa le dita anche per le tabelline . Ha imparato anche ad usare l'orologio .
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mi spiego: ma sanno capire, senza che sia indicato il calcolo, quale segno algebrico utilizzare in un determinato problema? Se dite che su ogni nave ci sono 5 bambini e le navi sono 7, sanno arrivare da soli al risultato?
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Il passaggio che manca ancora a Martina è capire come utilizzare nel lato pratico la matematica . Forse perchè deve essere piu' veloce e deve utilizzare il calcolo mentale ...
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Originariamente inviato da
drdlrz
mi spiego: ma sanno capire, senza che sia indicato il calcolo, quale segno algebrico utilizzare in un determinato problema? Se dite che su ogni nave ci sono 5 bambini e le navi sono 7, sanno arrivare da soli al risultato?
SI cosi' ci arriva ! aspetta che glielo chiedo ... vediamo che risponde !
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AL VOLO BECCATA AL VOLO !"!!!!! Grande Marty!!!!!
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Originariamente inviato da
drdlrz
mi spiego: ma sanno capire, senza che sia indicato il calcolo, quale segno algebrico utilizzare in un determinato problema? Se dite che su ogni nave ci sono 5 bambini e le navi sono 7, sanno arrivare da soli al risultato?
Riprendo la domanda di Cristina solo per dire che anche ai tempi di dario a scuola ho sempre insistito sul fatto che lui più che a fare operazioni (esistono le calcolatrici per quello! ;-)) imparasse ad utilizzarle nel momento giusto... cosa che peraltro risulta ovviamente più difficile.
E devo dire che alle elementari c'era riuscito abbastanza bene...
Poi il problema è ... che con il passare del tempo si è un po' ... dimenticato ... :- ... un po' come succede a chi di noi ha dato un'esame di analisi matematica all'università ... e arrivato a cinquant'anni (o anche mooolto prima! :- ) non sa più fare un'integrale ... ;-).
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Originariamente inviato da
aledario
Riprendo la domanda di Cristina solo per dire che anche ai tempi di dario a scuola ho sempre insistito sul fatto che lui più che a fare operazioni (esistono le calcolatrici per quello! ;-)) imparasse ad utilizzarle nel momento giusto... cosa che peraltro risulta ovviamente più difficile.
E devo dire che alle elementari c'era riuscito abbastanza bene...
Poi il problema è ... che con il passare del tempo si è un po' ... dimenticato ... :- ... un po' come succede a chi di noi ha dato un'esame di analisi matematica all'università ... e arrivato a cinquant'anni non sa più fare un'integrale ... ;-).
A questo proposito vorrei aggiungere un'osservazione.
Studiando la didattica della matematica e lavorando con Davide, mi sono resa conto che il calcolo e il concetto di addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione sono due ambiti distinti ma servono entrambi per raggiungere un risultato.
Per risolvere un problema (tipo quello che ha indicato Cristina) occorre 1) comprendere il testo,2) sapere quale operazione effettuare,3) eseguire il calcolo. Pertanto tutte le fasi sono ugualmente importanti.
E' vero che per fare i calcoli hanno inventato la calcolatrice, ma il suo uso avviene solo dopo che si siano acquisite le conoscenze matematiche di base, altrimenti, non lavorando sulle quantità si mettono insieme solo simboli di cui non si conosce appieno il significato e il valore posizionale.
Lavorando con Davide, per esempio, mi sono resa conto che lui aveva acquisito con una certa facilità i concetti di addizione e sottrazione, (non mi stupisce la risposta di Marty)ma si bloccava quando doveva fare il calcolo (che paradossalmente sembrerebbe la parte più meccanica e quindi più insignificante).
Per questo motivo da un pò di tempo ho cominciato a distinguere le due attività: problemi con addizioni e sottrazioni (ok); calcolo (difficoltà anche se in via di superamento).
Per quanto riguarda il dimenticare ciò che si è imparato mi sento anche qui di fare una riflessione: nei nostri ragazzi si può determinare il cosiddetto "analfabetismo di ritorno", dovuto ad una mancanza di allenamento mentale che di solito si comincia a verificare nelle scuole superiori perchè aumenta il gap con i coetanei, per poi evidenziarsi al termine del percorso scolastico in cui si abbandonano normalmente le attività sul cognitivo.
Questa cosa che ho letto più volte, ho avuto modo di riscontrarlo sia a scuola (insegno alle superiori e ho diversi ragazzi disabili) che con i ragazzi over 20 che frequentano la locale associazione.