Un incontro che illumina la giornata
Metro di Roma, ore 15:30.
Una signora (!?) è seduta concentrata a pensare agli impegni del pomeriggio.
Un uomo basso, con le spalle spioventi, le si siede vicino.
Lei si gira un attimo a guardarlo, l'occhio indugia quell'istante in più, lui le sorride.
L'uomo ha la sindrome di down, qualche capello bianco inizia a scorgersi.
Lei è imbarazzata di averlo guardato troppo insistentemente, anche se il sorriso di risposta di lui era di sincera cordialità. Decide quindi di palesare che il motivo di quello sguardo non era la sua evidente disabilità, quanto un altro.
"Può essere che ti abbia visto su un giornale qualche anno fa?". Si danno del tu, sono praticamente coetanei.
"Sssì, sono io", risponde lui, senza celare l'orgoglio di essere stato riconosciuto.
Lei è meravigliata: era convinta di non essere fisionomista, e che i down fossero tutti uguali.
"Lavori ancora da MacDonald?".
"Sssì, a piazza di Spagna, da 12 anni".
Il dialogo scorre, lui le racconta del suo percorso scolastico, dell'orgoglio per averci un lavoro stabile, "anche ssse non posso ancora montarmi la testa"!.
Parla bene, eccezion fatta per quel lieve insistere sulla prima lettera, a preludere una frase che poi parte a raffica. Alla signora questo modo di parlare ricorda qualcuna... :rolleyes:
E' una conversazione davvero gradevole, e l'incontro fortuito mette la signora di buon umore. Per la prima volta il viaggio di ritorno a casa le sembra troppo corto, le dispiace di essere arrivata.
Quando arriva la sua fermata l'uomo si alza in piedi scattante, allunga la mano e con decisione dice: "E' stato un vero piacere conoscerti, spero di rincontrarti!".
Il piacere è stato tutto mio, davvero, tutto mio! :)