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Originariamente inviato da
mela
Io penso che un down debba capitalizzare il più possibile il tempo della sua gioventù, questo perchè sono gli anni in cui si impara e si costruisce più facilmente.
Insomma,è stata grande a laurearsi, ma credo che forse sarebbe stato meglio utilizzare questi anni per imparare qualcosa di più utile per la sua vita.Non che una laurea nn serva a nulla, ma insomma ...forse una persona con difficoltà può utilizzare quel tempo per migliorarsi ad esempio dal punto di vista relazionale o dell'autonomia.
Tanto non sarà facile comunque trovare un lavoro con una laurea in lettere. Si tratta solo di ottimizzare tempo e risorse.
Non è una questione di problemi di linguaggio (esprimersi bene è il requisito minimo x insegnare !) In questi giorni la maestra di mio figlio ha grossi problemi con un bambino che la picchia (avete letto bene: la picchia) e addirittura l'ha fatta cadere x terra più volte. Secondo voi una persona down come potrebbe gestire una situazione di tale gravità e difficoltà?
Certo che se fosse perfettamente in grado di insegnare senza alcuna difficoltà, saremmo tutti felicissimi e io gli affiderei mio figlio con grande piacere.
mela,però tu la conosci? se non è così dai perscontato che non abbia fatto null'altro nella sua vita?come fai a dire che poteva utilizzare meglio il tempo?
per quanto poi rigurda le relazioni andando a scuola sicuramente si sarà relazionata con i suoi compagni forse di più di quello che un ragazzo che dopo la scuola dell'obbligo non ci va più....
cosa accade a chi rimane a casa e non può comunque trovare un lavoro?a meno che non abbia costruito delle amicizie solide (cosa difficle) con i suoi compagni sarà difficile che si relazioni e dove.....?forse andare a scuola e fare comunque qualcosa che le ha fatto piacere fare era meglio che starsene a casa.
certo la questione del lavoro oggi come oggi è difficle comunque che tu sia laureato o no,se poi sei una persona disabile le cose si complicano ancora di più...lo sappiamo tutti quanti ostacoli ci sono....
per quanto rigurda la storia sucessiva non lo riferirei solo alle persone con sdd ma lo estenderi a tutti ....ma mi chiedo e se invece di una maestra serena e tranquilla quel bambino si fosse ritrovato in uno di quegli asili che ormai conosciamo x nomina con quelle specie di maestre nevrotiche che picchiavano i bambini??? cosa sarebbe sucesso...
forse e dico forse magari a lei i bambini piacciono davvero e le piacerebbe inseganre e forse sarebbe più paziente e calma di quanto crediamo chissà?ma forse non lo sapremo mai...ho paura che sarà molto difficle che riesca a realizzare il suo sogno ci sono troppi pregiudizi e putroppo ci saranno sempre,se ci poniamo questi dubbi noi figurati il resto del mondo.
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Originariamente inviato da
palma
Conosco un ragazzo down svedese, T21 totale e non mosaico, che dall'età di vent'anni vive da solo, anzi ora con la moglie (anch'essa down) e lavora (mi sembra in un ufficio postale), supportato da servizi sociali che lo aiutano nello svolgere mansioni più difficili per lui, aiutandolo nella pulizia dell'appartamento, nella spesa, nella gestione di altre situazioni più complicate per lui (gli spostamenti).
Auguro a Mirco questo futuro....ovviamente incorniciato da serenità.
Ma non è che la parola magica è : SVEDESE ! :eek:
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palma qual'è secondo te la normalità per una persona disabile di cui tu parli più giusta?
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La normalità può essere un concetto astruso.. difficile da considerare anche per chi non ha disabilità; non è solo una condizione determinata dalla statistica, anche perché "normalità" (nel senso di cosa è più diffuso) può non essere un parametro positivo.
Mi riferisco allora alla costituzione italiana e alle leggi che riferendosi alle persone disabili parlano di integrazione e sviluppo delle capacità come diritto dii qualsiasi individuo.
Parametrando tali diritti alle condizioni oggettive di una persona, si deve garantire ad essa l'acquisizione massima delle proprie potenzialità; ovviamente valutando la differenza dei casi e non semplificando uno stato di svantaggio con l'appartenenza ad una macrocategoria! Esistono diversi livelli di sindrome di down, come in tante altre patologie, ed ogni individuo rappresenta se stesso, non la sua disabilità. Cogliere ogni specificità può anche individuare "deviazioni" del percorso che pare già segnato. Ci saranno down che scieranno, altri che non sapranno andare in bicicletta. E ci sarà anche chi potrà trovare una occupazione differente rispetto a quella di pelare patate. La laurea è un optional, ma dovrebbe essere un obiettivo credibile..se la ragazza in questione non avesse avuto un padre prof universitario, ma fosse stata figlia di un bidello che pure l'avesse seguita tantissimo in questi anni di formazione, sarei stata solo orgogliosa per lei. Facciamo in modo che ci possano stupire, scoprendoli veramente. Sì, la Svezia è un'altra cosa e infatti il fratello della mia amica, cos autonomo e consapevole, credo sia l'esempio di cosa può essere un welfare credibile.
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Originariamente inviato da
palma
La normalità può essere un concetto astruso.. difficile da considerare anche per chi non ha disabilità; non è solo una condizione determinata dalla statistica, anche perché "normalità" (nel senso di cosa è più diffuso) può non essere un parametro positivo.
Mi riferisco allora alla costituzione italiana e alle leggi che riferendosi alle persone disabili parlano di integrazione e sviluppo delle capacità come diritto dii qualsiasi individuo.
Sì, la Svezia è un'altra cosa e infatti il fratello della mia amica, cos autonomo e consapevole, credo sia l'esempio di cosa può essere un welfare credibile.
Welfare che in Italia si sta sgretolando e che forse non esiste.....
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Originariamente inviato da
Anna211061
mela,però tu la conosci? se non è così dai perscontato che non abbia fatto null'altro nella sua vita?come fai a dire che poteva utilizzare meglio il tempo?
per quanto poi rigurda le relazioni andando a scuola sicuramente si sarà relazionata con i suoi compagni forse di più di quello che un ragazzo che dopo la scuola dell'obbligo non ci va più.....
no, ho detto che nn la conosco. Non ho detto che nn ha fatto null'altro nella sua vita ma immagino che si sia dovuta impegnare per prendersi la laurea (o vogliamo pensare che non ha avuto bisogno di passare ore e ore sui libri???) E io penso che quel tempo forse (dico forse, mia opinione) poteva essere speso in un modo più utile e concreto per la sua autonomia.
Io sono quella che preferisce che suo figlio passi il pomeriggio ai giardini (supportato da educatori validi) a giocare al calcio con gli altri bambini, piuttosto che a casa a fare i compiti perchè ritengo che la vera integrazione all'età di mio figlio, 9 anni sia conoscere le regole del calcio, piuttosto che la grammatica.
Ma è una mia opinione, ovvio. Poi naturalmente mi accerto che a scuola faccia il suo lavoro e chi mi conosce sa che mi faccio in quattro perchè impari le nozioni base della scrittura e della matematica.
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Originariamente inviato da
Anna211061
cosa accade a chi rimane a casa e non può comunque trovare un lavoro?a meno che non abbia costruito delle amicizie solide (cosa difficle) con i suoi compagni sarà difficile che si relazioni e dove.....?forse andare a scuola e fare comunque qualcosa che le ha fatto piacere fare era meglio che starsene a casa..
E chi ha detto che devono starsene a casa???? Ho parlato di altre attività utili e ce ne sono a bizzeffe: laboratori, apprendistati, progetti per l'autonomia , per il lavoro, per la socializzazione, hai voglia...
Anzi, è studiando all'università che , per forza di cose, ci si deve rinchiudere in una stanza davanti ad una pila di libri da studiare.
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Originariamente inviato da
Anna211061
per quanto rigurda la storia sucessiva non lo riferirei solo alle persone con sdd ma lo estenderi a tutti ....ma mi chiedo e se invece di una maestra serena e tranquilla quel bambino si fosse ritrovato in uno di quegli asili che ormai conosciamo x nomina con quelle specie di maestre nevrotiche che picchiavano i bambini??? cosa sarebbe sucesso...
forse e dico forse magari a lei i bambini piacciono davvero e le piacerebbe inseganre e forse sarebbe più paziente e calma di quanto crediamo chissà?ma forse non lo sapremo mai...ho paura che sarà molto difficle che riesca a realizzare il suo sogno ci sono troppi pregiudizi e putroppo ci saranno sempre,se ci poniamo questi dubbi noi figurati il resto del mondo.
Di situazioni difficili nelle classi ce ne sono sempre. Insegnare è un mestiere impegnativo, difficile e stressante e qualunque insegnante te lo potrà confermare. Non basta essere dolci e pazienti e conoscere la materia, i bambini richiedono tantissima energia e sicurezza (sorvoliamo poi sul fatto che quella ragazza ha avuto paura pure di dire anche mezza parola con magalli e nn venitemi a dire che può succedere a tutti in televisione)
Pensa un po' che un signore che conosce molto bene i down, una volta mi ha detto che a volte per loro è pure troppo stressante lavorare al mc donald e alcuni devono abbandonare.
Penso che nella ns situazione, se riusciamo a guardare in faccia la realtà, non lo facciamo per sminuire le potenzialità di queste persone , che ci sono assolutamente (le potenzialità) ma per aiutarli a trovare uno stile di vita adatti a loro che li renda davvero uomini e donne adulti e realizzati e quindi felici.
Poi, se a quella ragazza piacciono i bambini, e nessuno ha motivo di dubitarne, una soluzione in una scuola materna secondo me la può sempre trovare ma nn come insegnante di classe .