Ancora "la figlia del silenzio"
Sapete che sono solo un ospite del vostro pianeta. Vorrei porre un quesito, dibattuto più volte direte Voi, ma pur sempre attuale e utile per far capire al mondo esterno i problemi degli “autoctoni” del pianeta down. Abbiamo letto, mia moglie ed io, “la figlia del silenzio”. Scritto bene, commovente in alcuni passi (capisco le calde lacrime di Mariafatima). Ho letto tutte, ma proprio tutte, le tre pagine di osservazioni in risposta alla recensione di Francesco, constatando che la quasi totalità riguardano il libro da leggere e non già letto. Adesso che molti lo avranno letto si potrebbe avere una più approfondita analisi. Una bella e commovente storia, ma non deprimente. Ma la piccola down figlia del silenzio, è veramente vista nella sua reale dimensione oppure è l’eroina con gli occhi a mandorla di un romanzo da fiction tv? Lo chiedo a Voi, che avete esperienza diretta come genitori o siblings o parenti. La realtà è più drammatica o più dolce? Lo sviluppo della giovane è legato all’ambiente affettivo o ad altri fattori? Cosa devono pensare coloro che, come noi due, hanno solo grande rispetto e solidarietà per gli abitanti di questo fragile pianeta down? Io sono ammirato dalla vostra partecipazione alla vita del pianeta e dallo spirito che l’ispira, ma è sufficiente da parte nostra portare ammirazione, simpatia e amicizia fraterna? Domande intriganti e puerili ma certamente le vostre risposte saranno più profonde, più vissute e degne di grande riflessione. Grazie a tutti. Ugo Brugnara - Dream, pinguino in un’oasi.