Grazie Nunzio per aver ribadito ..anche il<mio concetto..c''e differenza fra scritto e orale....fra scambio epistolare amichevole e lo scrivere per professione ...come si ritiene di farlo la PAnzerotti! :D :D & company
Visualizzazione stampabile
Grazie Nunzio per aver ribadito ..anche il<mio concetto..c''e differenza fra scritto e orale....fra scambio epistolare amichevole e lo scrivere per professione ...come si ritiene di farlo la PAnzerotti! :D :D & company
Non vale! Hai corretto!Quote:
Originariamente inviato da Michele
Ragazzi l'altro giorno ero in vena polemica e mi sono permessa di scrivere pure io alla giornalista in questione:
(ammetto che per far presto ho copiato e riadattato la lettera di Francesco).
Gentile Signora Bossi Fedrigotti,
ho letto la sua risposta al padre del bimbo down del Magazine del 6/9/07. Mi sono cadute le braccia quando ho letto che Lei utilizza ancora il termine "bimbo mongolino". E' un termine decisamente offensivo, si usa (nelle sue derivazioni) infatti quando si vuole offendere qualcuno, ha il sapore della discriminazione e dell'umiliazione. Lei sarei molto grato, considerato il prestigio della testata e l'autorevolezza presso i lettori, se facesse una breve rettifica non legittimando così il prolungarsi dell'uso di questo
termine.
Ricordi che le testate giornalistiche, quale mezzo di informazione, devono fare informazione corretta partendo anche dall'utilizzo corretto dei termini.
Lara Maccolini
P.S. Anch'io ho un bimbo down ma, mi creda, le avrei scritto in ogni caso, anche perchè mai nella mia vita mi sono permessa di definire una persona down "mongolina".
Questa è stata la risposta:
Ho un nipote down e so che la parola giusta è down: Ma nella mia breve risposta l'avevo già usata quattro volte e regola giornalista vuole che non si abusi di ripetizioni. Avrebbe preferito che usassi "portatore di handicap"? A me mio nipote sembra tutto fuorché handicappato... Cordialmente, Isabella Bossi Fedrigotti.
Ho deciso solo ora di rendere pubblica questa mia lettere e pure la risposta per timidezza :oops: :oops:
Ora elenco pure due alcuni dubbi:
In primis chi ci assicura che la giornalista abbia un nipote down ?
come alcuni di voi hanno notato chi ci dice che la sig.ra è "toccata" dalla situazione di suo nipote ? penso che chiunque abbia un nipote down avrebbe rispoto in maniera più umana sia alla lettera pubblicata che alle lettere ricevute per posta elettronica; ma sappiamo tutti quanti che pur di far notizia si strumentalizza il dolore altrui...... (vedi altri fatti di cronaca avvenuti in questo periodo). Molti dei sig.Giornalisti che hanno criticato il Corona, sarebbero dei veri professionisti se prima di pubblicare qualcosa pensassero se si sono comportati più o meno similmente a Lui. (vedi tutti i servizi/articoli che tutti i giorni ci tormentano sul delitto di Garlasco ecc....)
Bella coerenza la signora! Alla presentazione del libro di cui vi dicevo, ha usato esclusivamente il termine Handicappato, anche in riferimento al proprio nipote. E quanto al dubbio nipote down si, nipote down no, posso darvene certa conferma: la signora ha realmente un nipote down-mongolino-handicappato, il che certo non gioca a suo favore, viste le risposte assurde che elargisceQuote:
Originariamente inviato da lara
:-(
Poi, in risposta alle "lamentele" ha aggiunto, per ben due volte:Quote:
Originariamente inviato da Fossi Beccalossi, o come si chiama...
Ecco invece come avrebbe potuto prosare la sig.ra Rotti (tutti i) Supporti per rispettare i canoni giornalistici e magari pure (visto che le mette in secondo piano rispetto ai primi) le persone:Quote:
Originariamente inviato da Rossi Antognoni Altobelli, o come si chiama...
<<Conosco vari [nell'accezione di "tanti"; ndr] genitori di bambini Down [maiuscola; ndr] che raccontano storie simili alla Sua [maiuscola; ndr]. Certo, l'amore potrà rendere soggettivo il modo di guardare le cose, e [e non "ma", visto che quello che dice è coerente con quello che dicono i genitori; ndr] penso anche io che oggi, perfino in Italia, sia sufficientemente agevole far nascere e crescere un bambino disabile. Compatisco profondamente quei poveri genitori per l'atroce sorte che è loro toccata, frutto di una loro scelta fatta probabilmente senza le necessarie informazioni su cosa significhi, in senso lato, crescere un bambino "speciale". Immagino [e non "m'immagino"; ndr] che, con cognizione di causa, avrebbero preferito tenersi entrambe le gemelle.>>
Lo ripeto senza il disturbo delle note di redazione:
<<Conosco vari genitori di bambini Down che raccontano storie simili alla Sua. Certo, l'amore potrà rendere soggettivo il modo di guardare le cose, e penso anche io che oggi, perfino in Italia, sia sufficientemente agevole far nascere e crescere un bambino disabile. Compatisco profondamente quei poveri genitori per l'atroce sorte che è toccataloro, conseguenza di una scelta fatta probabilmente senza le necessarie informazioni su cosa significhi, in senso lato, crescere un bambino "speciale". Immagino che, con cognizione di causa, avrebbero preferito tenersi entrambe le gemelle.>>
Nella sostanza, comunque, nonostante fosse possibile menzionare la parola Down una sola volta e mai quella "handicappato", la risposta rimane insulsa e superficiale.