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Ed io ieri sera o guardato e riguardato la mia Sofia ed ho pensato che se avessimo fatto l' amnio probabilmente ci avrebbero parlato anche a noi di feto gravemente malformato, di persona incapace di svolgere le normali attivitá della vita quotidiana e tutta una serie di altre affermazioni che vedo e leggo spesso in relazione alla sindrome di down. :evil: :twisted:
La mia Sofia non è niente di tutto questo, anche se la sua centralina elettronica non è proprio di quelle da corsa :); la mia Sofia è una bellissima bambina così com' è, da prendere o lasciare, e che sbaglio avremmo fatto se avessimo lasciato. :wink:
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non potremo mai sapere come è andata veramente..la diversità è un dono che viene dato a tutti noi..che lo accettiamo o meno le conseguenze esistono... quei genitori hanno deciso...ed ora..cosa rimane nelle loro mani?..si sono negati una possibilità di espandersi per PAURA... questa fottutissima inesistente presenza che si beve il nostro cervello!!!
cerco d' aver compassione per loro,ma lo sgomento è troppo...vi abbraccio
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Originariamente inviato da rachele
non potremo mai sapere come è andata veramente..la diversità è un dono che viene dato a tutti noi..che lo accettiamo o meno le conseguenze esistono... quei genitori hanno deciso...ed ora..cosa rimane nelle loro mani?..si sono negati una possibilità di espandersi per PAURA... questa fottutissima inesistente presenza che si beve il nostro cervello!!!
cerco d' aver compassione per loro,ma lo sgomento è troppo...vi abbraccio
Condivido e sottoscrivo! :(
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Condivido tutto, volevo solo sottolineare che due piccole anime sono salite in cielo grazie solo alla stupidità dei genitori, non certo quella dei medici..loro fanno solo il loro lavoro...anche prima c'erano le rupi di Sparta e i vari Boia :roll: :roll:
lalla
nb= io non vorrei essere al posto di questa madre avrà rimorsi e rimpianti a tutto spiano...non si vive bene con questo peso sulla coscienza...(avercela!!!!) :twisted: :twisted: :evil:
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Sono tre giorni che commento il fatto a casa e con gli amici. Ma conosco solo persone intelligenti? Addirittura più preparate dei giornalisti?
La cosa che mi sconvolge di più è proprio l'ignoranza dell'informazione che ricama su luoghi comuni per riempire le pagine.
Credo bene che il Direttore Romano non abbia risposto, deve avere avuto un attimo di vergogna sulla superficialità di certe affermazioni.
Non è che non mi sconvolga la decisione della madre, ma quella è stata una scelta personale (che non condivido conoscendo tanti down sani come pesci e le loro risorse)!!
Se avete in mente qualche iniziativa di protesta, datene notizia!
Ciao Marinella la nonna di Andrea
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Mi sono resa conto di una cosa molto triste commentando con amiche questo fatto. Nessuno è dispiaciuto per il feto trisomico ... tutti molto dispiaciuti per quella sana , colpevolizzano i dottori ma quello con trisomia niente ... anzi normalissima procedura .
Non solo in questo periodo . Qualche mese fa ho vissuto l'incubo villocentesi , 20 giorni di attesa , notti bianche e attacchi di panico .
Ne ho sentite talmente tante ... Amiche di amiche che avevano abortito e poi il "buon Dio" :shock: aveva mandato due bambini bellissimi ... addirittura gemelli , altri ancora mi dicevano ... quando è toccato a me non ho fatto nulla ma per fortuna mi è andata bene ero proprio fuori ... con quello che costano ... ecc ecc
Alla fine mi sono messa a minacciare Dio :roll: speigandogli che avrei fatto esattamente come gli altri se non mi avesse ascoltata ...
Questo per dirvi che sono davvero sconvolta dalla vicenda . Forse perchè la conosco , forse perchè so che quella mamma ha visto Martina per qualche mese e probabilmente , senza nemmeno avvicinarsi ha deciso di non avere una figlia come Martina , forse perchè tra un mesetto nascerà la sorellina di Martina e non so cosa avrei fatto se avesse avuto problemi . E proprio in questo periodo sento di aver raggiunto l'accettazione piu' completa di Martina amandola perchè è semplicente Martina , con tutte le sue debolezze e stranezze che ora mi fanno sorridere .
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Originariamente inviato da MARTY
Mi sono resa conto di una cosa molto triste commentando con amiche questo fatto. Nessuno è dispiaciuto per il feto trisomico ... tutti molto dispiaciuti per quella sana , colpevolizzano i dottori ma quello con trisomia niente ... anzi normalissima procedura .
è stato il mio primo pensiero.... :oops:
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Originariamente inviato da pamela
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Originariamente inviato da MARTY
Mi sono resa conto di una cosa molto triste commentando con amiche questo fatto. Nessuno è dispiaciuto per il feto trisomico ... tutti molto dispiaciuti per quella sana , colpevolizzano i dottori ma quello con trisomia niente ... anzi normalissima procedura .
è stato il mio primo pensiero.... :oops:
Anche i commenti che ho sentito io sono nella stessa direzione nessuno condanna la madre per aver scelto quale figlia le andava bene..
Sono nera ... il mio Ale, come tutti i vs bimbi, sanno dare tanta gioia perchè nessuno la viuole?
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Originariamente inviato da enrica
Sono nera ... il mio Ale, come tutti i vs bimbi, sanno dare tanta gioia perchè nessuno la viuole?
Perkè purtroppo la società cerca solo il perfezionismo...:( :( tra l'altro vorrei sapere ki ha detto ke noi normodotati siamo i "perfetti"?non credo esista una "scala valori" :evil: :evil: !!!!!!!!!! purtroppo l'ignoranza è troppa......x l'articolo mi trattengo dal commentare...
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Originariamente inviato da enrica
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Originariamente inviato da pamela
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Originariamente inviato da MARTY
Mi sono resa conto di una cosa molto triste commentando con amiche questo fatto. Nessuno è dispiaciuto per il feto trisomico ... tutti molto dispiaciuti per quella sana , colpevolizzano i dottori ma quello con trisomia niente ... anzi normalissima procedura .
è stato il mio primo pensiero.... :oops:
Anche i commenti che ho sentito io sono nella stessa direzione nessuno condanna la madre per aver scelto quale figlia le andava bene..
Sono nera ... il mio Ale, come tutti i vs bimbi, sanno dare tanta gioia perchè nessuno la viuole?
Ho citato un intervento per citarli tutti... io capisco che nel ns caso ci sia una visione diversa da chi sceglie di sottoporsi ad un amnio e poi abortire, infatti i ns figli sono nati, però non potete neanche pretendere che l'opinione pubblica si scagli contro chi sceglie l'aborto terapeutico (selettivo e non) visto che è uno strumento previsto dalla legislazione italiana, sarebbe un po' fare come i coccodrilli... prima diamo strumenti legali e medici x dare un diritto di scelta e poi cerchiamo una condanna pubblica! Che ci sia una legge che dia un diritto di scelta è sacrosanto poi deve essere ognuno di noi a esercitare o meno tale diritto, in base alla sua coscienza e non perchè una legge glielo impone, e di quello che sceglie non deve certo rendere conto nè a me nè a voi, nè a nessun altro su questa terra. Quindi visto che è anch'essa una scelta di dolore, fatta secondo metri di valutazione diversi dai ns, magari anche con una disinformazione di base ecc penso che non possa essere giudicata da nessuno.
Altra cosa non è vero che nessuno si è scagliato contro la donna, anzi... e sinceramente lo trovo davvero una mancanza di rispetto enorme, visto che spesso è la società che induce a certe scelte, poi che ne venga anche una condanna dalla medesima società mi sembra davvero grottesco :roll:
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Per precisare,
la mia era una contestazione sui termini usati per definire la sindrome di down e non un giudizio sulla scelta di abortire. Volevo solo dire che è molto importante usare termini esatti quando si parla di disabilità in generale. Tutto qua.
Poi, visto che sono l' unico uomo a scrivere dell' argomento comincio a sentirmi un po`in disagio, come la particella di sodio nell' acqua lete.
Lascio la discussione a voi donne in attesa di rinforzi ( sandro dove sei ai caraibi ? ).
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Paola , la legge l'aborto selettivo non lo permette alla diciottesima settimana . Ho letto da qualche parte (ora lo cerco) un articolo a riguardo. Da quanto ho capito io l'aborto si puo' effettuare fino alla dodicesima settimana , dopo è aborto terapeutico e non selettivo, c'è una bella differenza. Terapeutico significa "curare" , selettivo no è altro. Vengono tutti passati per aborti terapeutici ma in realtà non curano nulla .
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ECCO L'ARTICOLO
Selezioni uno, elimini due
Il caso dell'aborto andato male
Dal Foglio di martedì 28 agosto
Una delle due gemelle aveva, secondo i risultati dell'amniocentesi, la sindrome di down. L'altra no. L'aborto avrebbe dovuto eliminare la bambina malata (alla diciottesima settimana, quindi al quinto mese), ma nelle tre settimane trascorse tra l'amniocentesi, i pensieri, i consigli, la decisione e l'intervento, le piccole si erano scambiate il posto nella pancia. Si erano mosse, è normale. Così i medici hanno sbagliato bambina ("l'interruzione di gravidanza della mia paziente è andata storta per un rischio non ponderabile... in futuro bisogna studiare un sistema per marchiare il feto, ad esempio con un colorante" ha detto la ginecologa del San Paolo, a Milano) e subito dopo lo sbaglio hanno eliminato l'altra gemella, quella probabilmente down.
E' andata così, cioè malissimo, è successo in giugno e la madre, quarantenne con un figlio, ha denunciato l'ospedale: vuole essere risarcita per la gemella sana uccisa, per un aborto selettivo sbagliato. Solo che aborto selettivo è un'espressione brutta, soprattutto se l'obiettivo è una bambina down di diciotto settimane che si muove nella pancia, la parola eugenetica fa venire i brividi quasi a tutti: selezionare il più forte, eliminare l'imperfetto e ammettere che non merita di vivere. Così il ministro della Salute, Livia Turco, ha detto al Corriere della Sera che non si è trattato di aborto selettivo perché "la legge parla di aborto terapeutico". La legge è sempre la 194 del 1978 (scritta quando non c'erano quasi nemmeno le ecografie, scritta quando non si sapeva cosa fosse la diagnosi prenatale, scritta per difendere la vita e aiutare le donne), e parla soltanto di "interruzione volontaria di gravidanza", entro e dopo i novanta giorni (dopo i novanta giorni deve essere certificato il rischio per la vita della madre o per la sua salute fisica e psichica).
"Se il ministro Turco ritiene che questo sia stato un aborto terapeutico - terapeutico per chi? non per il bambino malformato, che non c'è più - allora lo scriva: senza toccare la legge, ovviamente, scriva linee guida largamente condivise, per spiegare se siamo a favore o contro l'aborto selettivo, se siamo contro l'eugenetica, visto che le pratiche mediche attuali consentono di andare molto al di là dello spirito della 194" dice, al Foglio, Eugenia Roccella, già portavoce del Family Day e presidente di SAlute FEmminile (Safe). "Basta con i dubbi etici e con l'equivici-nanza: il ministro spiega di essere a disagio e di porsi molte domande sui limiti della scienza e sulla responsabilità individuale, ma allora dovrebbe trovare, lasciando la 194 così com'è, un accordo per stabilire, con linee guida la contrarietà all'eugenetica e all'aborto selettivo".
Quel che è successo, spiega Carlo Bellieni, neonatologo e membro della Pontificia accademia per la vita, "è riduzione fetale, o feticidio selettivo, una pratica non rara, nel caso di gravidanza plurigemellare o anche di gemelli non voluti: se non si chiama aborto selettivo come si può chiamare? Interruzione di gravidanza no, perché quella, se la procedura non avesse fallito, sarebbe continuata. Certo è una storia tragica, ma non più di quelle che avvengono ogni giorno: negare un diritto all'esistenza per le persone malate e allo stesso tempo parlare di `terapeutico'. Non c'è niente di terapeutico (e la legge 194 non usa mai quest'espressione) nell'eliminare il feto difettoso. In una gravidanza di cinque gemelli l'aborto di un feto potrebbe essere terapeutico, dare cioè agli altri quattro più possibilità di sopravvivere, ma anche in questo caso non sarebbe senza senza rischi". Ora che nessuno è sopravvissuto, ora che di nuovo il Vaticano condanna, attraverso l'Osservatore Romano, "la cultura della perfezione", ora resta, secondo Bellieni, "solo il dubbio profondo su ciò che sarebbe stato".
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca...lo376942.shtml
VI PASSO ANCHE QUESTO LINK
http://www.oecumene.radiovaticana.or...o.asp?c=151599
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Quote:
Originariamente inviato da Michele
Per precisare,
la mia era una contestazione sui termini usati per definire la sindrome di down e non un giudizio sulla scelta di abortire. Volevo solo dire che è molto importante usare termini esatti quando si parla di disabilità in generale. Tutto qua.
Poi, visto che sono l' unico uomo a scrivere dell' argomento comincio a sentirmi un po`in disagio, come la particella di sodio nell' acqua lete.
Lascio la discussione a voi donne in attesa di rinforzi ( sandro dove sei ai caraibi ? ).
Sottoscrivo la puntualizzazione di Michele!!!!!! COSI NON TI SENTI SOLO!!!!! :wink:
Anche nell'articolo di Marty ci sono termini non proprio adatti ai ns. figli (malato, malformato......bisognerà marchiare con della vernice quello da eliminare...............) non siamo molto lontani dalla eugenetica nazista :!:
Per spunti di riflessione allego quanto apparso al Meeting di Rimini:
“Il figlio non è una merce”
Perché non fare un uomo migliore, se ne abbiamo la possibilità?” si chiedeva lo scopritore della struttura a doppia elica del Dna James D. Watson. Eugenia Roccella ha risposto ieri nell’incontro Generare un uomo perfetto? a questa domanda con due interrogativi: se l’uomo sia qualcosa da “fare” e se siamo sicuri che l’uomo perfetto sia davvero ciò che desideriamo. “La differenza tra l’eugenetica nazista e quella odierna – spiega la giornalista – è sottile. Se prima era imposta dall’alto, oggi passa attraverso la libera scelta individuale”. Cosa c’è di male nel desiderare un figlio sano? In questa domanda apparentemente innocua. Roccella individua delle insidie nascoste: se il figlio diventa un oggetto da progettare a tavolino viene snaturato il legame tra genitori e figli. La maternità non è più l’accettazione incondizionata del figlio in quanto sono le caratteristiche fisiche del nascituro a determinarne il valore. E se il bambino nasce “difettoso”, non dobbiamo essere egoisti, ma eliminarlo per il suo bene: “Oggi lo scarrafone non lo vuole più nessuno”. Come ha sottolineato Roberto Colombo, direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Genetica Umana all’Università Cattolica di Milano, la tensione alla perfezione e il desiderio di essere sani diventano diabolici se non vengono affrontati usando la ragione: “Io non sono contro la scienza o la genetica e neanche il Meeting: fede e scienza hanno in comune la ragione”. Citando il Vangelo (Mt 13), ammonisce a non sradicare il grano insieme alla zizzania: “I test genetici stanno crescendo in maniera esponenziale, quando vengono effettuati prima della nascita servono alla cosiddetta eugenetica negativa. Bisogna fare attenzione: non si possono eliminare i bambini per togliere i geni indesiderati, sarebbe una cura sproporzionata”. Il pericolo di radicare il valore dell’individuo nella qualità della vita si aggrava quando una preferenza soggettiva diventa criterio oggettivo: “Noi ci illudiamo – argomenta la scrittrice – di fare una scelta. In realtà la qualità viene imposta dal mercato e la domanda è determinata dall’offerta. Se questo può andar bene per la Coca-Cola, è inaccettabile per l’uomo”. Se il figlio viene ridotto a strumento per realizzare i genitori, sarà per tutta la vita marchiato da questa pretesa: “E se per caso – riprende – fallisce nella vita o si ammala, sapremo affrontarlo?”. La risposta viene da sé. Purtroppo non sono solo il rapporto genitori-figli e la maternità ad essere snaturati, è la stessa medicina che viene stravolta: “La scienza medica non mira più alla salute dell’uomo, ma alla sua perfezione. Si sta trasformando in ingegneria sociale”. Colombo, raccontando storie di malati affetti da patologie ereditarie, raggiunge un livello del problema ancora più profondo: “Faccio il genetista clinico, so quanto sia drammatico il rapporto tra genitori e bambini affetti da malattie devastanti. Se non riconosciamo che il senso delle cose non lo creiamo noi, invece che fare del bene all’umanità, la devasteremo”. Sia il dolore fisico che la sofferenza vengono ritenuti ostacoli alla perfezione dell’uomo ed è proprio su quest’aspetto che Colombo interviene con più veemenza: “Cos’è la perfezione dell’uomo? Non è assenza di difetti, non è un problema di ‘materiali’”. Ritenendo che nell’etimologia delle parole ci sia già scritto tutto, continua: “Perfezione deriva dal latino perficio che significa portare a compimento, quindi ha a che fare col destino dell’uomo. La perfezione c’è già, è Gesù Cristo e la nostra vocazione sta nel conformarci a Lui”. In conclusione, la Roccella si fa apologeta dell’imperfezione: “La differenza e l’imperfezione sono un arricchimento. La scienza promette la perfezione, ma noi siamo unici proprio perché imperfetti”.
Leone Grotti
venerdì 24 agosto 2007
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Originariamente inviato da paola
Ho citato un intervento per citarli tutti... io capisco che nel ns caso ci sia una visione diversa da chi sceglie di sottoporsi ad un amnio e poi abortire, infatti i ns figli sono nati, però non potete neanche pretendere che l'opinione pubblica si scagli contro chi sceglie l'aborto terapeutico (selettivo e non) visto che è uno strumento previsto dalla legislazione italiana, sarebbe un po' fare come i coccodrilli... prima diamo strumenti legali e medici x dare un diritto di scelta e poi cerchiamo una condanna pubblica! Che ci sia una legge che dia un diritto di scelta è sacrosanto poi deve essere ognuno di noi a esercitare o meno tale diritto, in base alla sua coscienza e non perchè una legge glielo impone, e di quello che sceglie non deve certo rendere conto nè a me nè a voi, nè a nessun altro su questa terra. Quindi visto che è anch'essa una scelta di dolore, fatta secondo metri di valutazione diversi dai ns, magari anche con una disinformazione di base ecc penso che non possa essere giudicata da nessuno.
Altra cosa non è vero che nessuno si è scagliato contro la donna, anzi... e sinceramente lo trovo davvero una mancanza di rispetto enorme, visto che spesso è la società che induce a certe scelte, poi che ne venga anche una condanna dalla medesima società mi sembra davvero grottesco :roll:
Giustissimo e sacrosanto, nessuno si deve sentire in dovere di porre giudizi e tantomeno condanne sulla mamma!
Per quanto riguarda la legge..........fatta la legge trovato l'inganno :twisted:
A riguardo allego l'articolo apparso sull'Avvenire del 28-08-07:
L'USO PERVERSO DELLA LEGGE 194
Aborto &C - mar 28 ago
L'uso perverso della legge 194
di Lucetta Scaraffia
Tratto da avvenire del 28 agosto 2007
Il caso dell'aborto delle due gemelline di Milano non può essere derubricato a semplice errore medico, come si è cercato di fare anche per la morte, per molti versi analoga, del bimbo di Careggi: è invece un esempio significativo dello stravolgimento culturale che sta prevalendo nel nostro Paese.
A questo si aggiunge la prova evidente - ultima dopo tante altre - dell'uso distorto che in molti ospedali si fa della legge 194, certo non finalizzata alla selezione eugenetica dei feti. Come mai una legge dalle motivazioni ben diverse è divenuta di fatto strumento di eliminazione per feti "anormali" o malati? Questa la domanda da porsi, e che sembra si stia ponendo, se pure con prudenza, il ministro Livia Turco.
Bisogna chiarire che per giustificare questi aborti la legge viene disinvoltamente manipolata - con la clausola che dà la possibilità di abortire se lo stato di salute fisico e psichico della madre è in pericolo - e che essa non prevede la selezione eugenetica attraverso l'aborto. Ed è bene ricordarlo perché periodicamente si alzano voci - l'ultima, ieri, di Silvio Viale - che considerano la possibilità di abortire un feto anormale una acquisizione della legge 194, e quindi denunciano una contraddizione con la legge 40, che non permette la selezione eugenetica degli embrioni. Invece contraddizione non c'è, perché in Italia l'eugenetica non è prevista dalle leggi, almeno per ora.
Dobbiamo domandarci, piuttosto, come mai tante madri si sentano incapaci di affrontare la nascita di un figlio anormale o malato, giungendo al punto di preferire l'aborto. Anche se non c'è la sicurezza dell'anormalità del feto (come nel caso di Careggi) né della riuscita dell'aborto (nel caso delle gemelline). La risposta è su due piani, sociale ed etico. Se l'aiuto pubblico a chi ha figli handicappati è scarso e l'opinione pubblica emargina i "diversi", la decisione di accettare un bambino "imperfetto" è difficile e a molti può sembrare quasi una stranezza eroica. I bambini di versi invece non sono solo un peso per i genitori, ma anche una gioia profonda, forse maggiore e più intensa di quella che danno i figli normali, ma con la loro presenza ricordano al gruppo sociale in cui vivono che esistono la diversità, la malattia e il dolore. Tutte cose che si vorrebbe dimenticare.
Come vorrebbe fare Viale, ritenendo un successo il fatto che in Italia - alla faccia dell'uguaglianza dei diritti - non nascano quasi più bambini handicappati. Non risulta che così siamo più felici, naturalmente, né che abbiamo capito di più il senso della vita, ma non importa. Bisogna affermare invece, e a voce alta, che la scomparsa degli handicappati è un segno di barbarie crescente, di egoismo e di insensibilità: lo sanno bene gli svedesi - certo non succubi del Vaticano - che hanno messo a punto un'eccellente assistenza per i bambini down, che in Svezia non vengono scartati, ma fanno parte della società.
Ma la ragione più profonda e più grave che spiega questo uso perverso della legge 194 è l'atrofizzazione del senso morale verificatasi nel trentennio successivo all'approvazione della legge: esempio clamoroso di quel piano inclinato che scivola verso il peggio negato dai sostenitori di un'etica liberale. Se rileggiamo i dibattiti sull'aborto al tempo del referendum troviamo abortisti - come per esempio Natalia Ginzburg - convinti che si tratti comunque di omicidio, da legalizzare come male minore, per evitare cioè che le donne muoiano per aborto clandestino: tutti convinti della gravità del fatto e sicuri che la legalizzazione non lo avrebbe banalizzato. Nessuno pensava che sarebbe diventato uno strumento di selezione per il figlio perfetto. Anche se, con la pretesa di cancellare un dolore, se ne può causare uno molto più grande.