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Visualizza la versione completa : Judith Scott: artista Down



milena
04-05-2007, 14:52
da: http://giuba47.blog.lastampa.it/saper_vedere/2007/04/judith_scott_ar.html

Judith Scott, artista down

La chiamavano “la donna ragno”, perché come un ragno catturava qualunque oggetto le capitasse per le mani: scatole di cartone, scarpe, sedie, poi le avvolgeva nella lana. E questi suoi oggetti colorati assumevano le forme più svariate: piedi, uccelli, sagome inventate. Oggi le sue opere possono valere tra i 15 mila e i 20 mila dollari.

Si tratta di Judith Scott, una donna sorda affetta dalla sindrome di Down nata nel 1943 e morta a 61 anni. Nella sua esistenza ha vissuto solo 20 anni in “libertà”. Gli altri li ha trascorsi in una casa di cura. A farla uscire è stata la gemella Joyce, che si distingueva dalla sorella perché non aveva un cromosoma in più. Hanno vissuto insieme i primi 6 anni della loro esistenza, poi un mattino Joice si è vegliata e non ha più trovata Judith accanto a sé e di lei nessuno ha mai più voluto parlare: da quel momento è stato come se non fosse mai esistita. Judith era stata trasferita in un istituto per malati mentali.

Così spesso capitava in quegli anni quando un figlio aveva un handicap come Judith, spariva in un istituto, perché non si credeva potessero condurre una vita come tutti gli altri. (ho raccontato già in un precedente post la storia dei “figli dello Stato”)
Ma Joice non si è arresa, a 43 anni è riuscita a ritrovar la sorella e l’ha ripresa con sé. Per tutto il periodo vissuto in istituto a Judith non avevano insegnato né a leggere né a scrivere, né tanto meno il linguaggio dei segni, non si erano neanche accorti che era sorda. Non l’avevano preparata al mondo esterno e la sorella aveva il sospetto che fosse stata usata per sperimentare farmaci: soffriva, infatti, di discinesia, un movimento continuo della mandibola, che spesso è l’effetto collaterale di alcuni medicinali usati in psichiatria.
La sua vita, quella vera, è finalmente cominciata il giorno che sua sorella l’ha riportata a casa. Solo così Judith ha potuto dimostrare quante potenzialità nascondeva dentro di sé, ha potuto rivelare un mondo interiore che nessuno neanche aveva tentato di esplorare.

Sarà nel Creative Growth Art Center, un istituto artistico e non una casa di cura fondato nel 1974, che Judith troverà la sua realizzazione artistica e personale. Ha cominciato imbrattando di colori fogli di carta. In seguito una delle sue insegnanti le ha dato una matassa di filo e dei bastoni di legno e di lì è iniziato il suo incredibile processo creativo. Sulla sua arte John McGregor, psicologo e storico dell’arte scriverà nel 1999 un libro.
Judith Scott è considerata il miglior esempio di una corrente d’arte che il pittore francese chiamava Art Brut. Art Brut è un concetto introdotto dal pittore Jean Dubuffet alla fine della Seconda Guerra mondiale per identificare le opere d'arte create senza intenzione artistica o estetica, ma obbedendo piuttosto a un bisogno, a una pulsione creatrice o espressiva.
Il pittore ideatore di questa corrente collezionò i disegni di bambini o di malati di mente, i graffiti, e questa collezione oggi fa parte del museo dell' "Art brut" a Losanna, Svizzera.
E’ nel Creative Growth Art Center la regista madrilena Lola Barrera, madre di una bambina affetta dalla sindrome di Down conoscerà Judith e deciderà di fare con lei un film: “La storia di Judith mi è sembrata fin dall’inizio la sceneggiatura di un film: conoscerla mi ha emozionato. Vedere il modo con cui combinava i colori, la sua sensibilità per i toni mi ha convinto che avevo di fronte un’opera di fantasia”. Nell’arte Judit dava vita che scaturiva direttamente dalla sua anima e dal suo silenzio.

Se ad ogni persona handicappata si dà l’opportunità di esprimersi, anche, se non diventano “artisti” , si scoprirà comunque la loro sensibilità, la loro capacità di amare, di dare: un mondo che tengono il più delle volte nascosto perché non si sentono né accettati né considerati come persone in grado di dare e non solo ricevere.

mariafatima
04-05-2007, 15:36
...c'è un universo che non pensavo potesse esistere ancora da scoprie...questo è uno dei tanti miracoli che Mariafatima ha fatto nella mia vita: mi ha aperto gli occhi! La mamma non smetterà mai di ringraziarti, piccolina mia....

gigliorosa
04-05-2007, 16:39
Grazie Milena.....
Soprattutto mi ha confortato così tanto leggere di persone che non sono "pinguini" e scrivono cose tanto belle su chi ha una disabilità...

renemar
04-05-2007, 19:09
Quanto è bella e triste allo stesso modo questa storia.
Per fortuna la sorella gemella non si è mai arresa e ha dato a Judith quell' oportunittà di vivere e creare.

valeria sechi
05-05-2007, 02:45
Grazie di questa segnalazione,
effettivamente è una storia bellissima proprio da film!!! :569:

Anche le opere hanno un fascino particolare...rivestite per nascondere ciò che hanno dentro o per proteggerlo?!

E i colori....le forme.....mi hanno colpito, chissà che percezione aveva di sè nel mondo questa donna immersa nel silenzio e nella diversità...una diversità da espiare....siamo "fortunate" a dove affrontare la diversità dei nostri figli OGGI....