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Visualizza la versione completa : Quali vantaggi per i down?



aledario
28-03-2007, 12:49
Riporto qui sotto un post scritto da me in risposta a Ritz nell'area "Rassegna stampa". Credo sia opportuno parlando di "mondo esterno" ... iniziare a discutere anche del mondo del lavoro e dei nostri ragazzi ... perchè se è vero che a scuola si gioca una bella fetta delle possibilità di integrazione dei nostri figli ... è altrettanto vero che finita la scuola... iniziano problemi ancora più grandi e complessi.



Da una campagna di informazione in UK: "Paul è una persona affidabile e un gran lavoratore.
Potrebbe iniziare un lavoro oggi, ma probabilmente non accadrà. Solo il 16% di una forza lavoro di 15.000 persone con sindrome di down avrà mai un'opportunità di mostrare di che cosa è capace. Credo che il 16% ... in Italia rappresenti una specie di "sogno" irraggiungibile in questo momento... a meno che in questo ambito si considerino le borse-lavoro del Comune e/o le convenzioni con le Provincie che alla fine del percorso portano nel 99% dei casi (e sono ottimista credo, visto che nel Comune dove abito, di 130000 abitanti, non esiste ancora un caso di inserimento lavorativo mirato di persona down conclusosi con un assunzione) se va bene... all'inserimento in laboratori "protetti" (che fa rima con "gh****" :evil:) in cooperative sociali di tipo A o B. (di lavoro o cosiddette "educative").
Da noi le difficoltà reali per i nostri ragazzi sono duplici. Da un lato c'è il grosso pregiudizio sociale e culturale...(leggi "ignoranza") che fa sì che la maggior parte dei datori di lavoro non "conosca" (nelle potenzialità e nei limiti) le possibilità lavorative di una persona down. Dall'altro canto ci sono una serie di difficoltà di carattere legislativo. Se da un lato infatti la legge sull'inserimento lavorativo mirato del '99 ha rivoluzionato il mondo del collocamento obbligatorio... cercando di instaurare un "ciclo virtuoso" tra esigenze dell'imprenditore e potenzialità del disabile... nel caso specifico dell'handicap intellettivo questo si è tradotto in una diminuzione delle opportunità di essere messi alla prova. Non è più la "graduatoria" infatti che determina chi deve chiamare il datore di lavoro che si deve mettere "in regola" con le "quote" obbligatorie, ma questi può effettuare chiamata nominale... o su suggerimento della provincia attraverso soggetti preposti ... La naturale conseguenza è che se puoi assumere un centralinista cieco o una signora cinquantenne con mastectomia totale (che intendiamoci ... devono parimenti essere tutelati... ma su "percorsi" secondo me non in "concorrenza" con i disabili intellettivi!) la cui produttività è prossima al 100% ... i nostri raga... non avranno mai alcuna speranza, almeno fino a quando non verranno presi in considerazione per la "scelta" ... fattori di altro tipo, che esistono, e sono secondo me in questo momento sottostimati. L'unica "agevolazione" a chi assume un disabile intellettivo è un maggior periodo di sgravio fiscale (ma sono "briciole" ... da 1 a 3 anni di fiscalizzazione dei costi del lavoro)... sicuramente non sufficientemente appetibile, per chi si può permettere di "scegliere".
Se si considera poi che la Legge Biagi ha ufficializzato la possibilità di "delegare" le quote obbligatorie previste dalla legge 64/99 a tali cooperative, pagando il corrispettivo del "mantenimento" del lavoratore disabile... in denaro attraverso commesse di lavoro... l'integrazione ... è ..."dis-fatta" :evil:
Questa è la vera sfida per il futuro ... quella che le nostre generazioni sono chiamate ad affrontare... e alla quale se possibile ... dobbiamo fornire risposte fantasiose ed efficaci.

Laura74
28-03-2007, 15:27
Sono d'accordo con te Sandro...il lavoro è un "mezzo" di integrazione importante, ma non solo: credo che il lavoro sia anche un modo per potersi/sentirsi realizzati e spesso i diversamente abili (tutti purtroppo, non solo i nostri figli) non hanno qs. possibilità! E' vero che per me questo "scoglio" è ancora molto lontano, vista l'età della mia cucciola, e quindi chissà quante e quali leggi cambieranno da qui a quando Letizia potrà essere "collocabile", ma è anche vero che ogni tanto mi capita di pensarci :oops: e in qs. momenti cado nella "depressione" più sfrenata: vista la situazione di oggi (la legge Biagi è un bel colpo non solo per i disabili ma anche per i normodotati) farà fatica a trovare lavoro Gaia...figuriamoci Letizia! :oops: :oops:
Anche perchè il mio territorio (assolutamente provinciale e quindi con i pregi e difetti dei piccoli centri) non offre praticamente NULLA! qualche ditta (che non naviga esattamente in ottime acque ultimamente e cmq tutte di meccanica) e per i nostri ragazzi 1 o al massimo 2 cooperative sociali! non è esattamente un futuro roseo...e mi spaventa abbastanza questa situazione! La 328/00, con l'istituzione dei Piani di Zona, avrebbe dovuto risolvere qualche "piccolo" problema per i comuni.....sulla carta...come sempre! Non so da voi, ma da me prima il servizio di inserimenti lavorativi era gestito dall'ASL, ora che le ASL hanno dismesso i servizi sociali tutto è rimbalzato ai comuni che, ovviamente, non hanno soldi/mezzi per affrontare in maniera adeguata anche questi problemi. Dove io lavoro c'è effettivamente una buona collaborazione con la provincia, ma la coperta è sempre troppo corta! siamo addirittura arrivati a partecipare ai bandi dell'unione europea pur di portare a casa risorse :oops: utili per i nostri ragazzi!

aledario
28-03-2007, 15:45
I bandi UE sono una buona risorsa, utilizzata anche da noi... ma come sempre attivabili su "progetto", e quindi per definizione ... non continuativi.
Io credo che non sia la strada corretta per dare un futuro dignitoso ai nostri raga... bisogna "lavorare" ;-) di più sulla sensibilizzazione dei datori di lavoro, facendo vedere loro pregi e difetti dei nostri ragazzi, e onestamente mostrando i problemi ma anche i vantaggi che la presenza di una persona down ben integrata in un ambiente di lavoro può portare all'ambiente stesso.
Immaginatevi quelle sensazioni "positive", che tanto spesso diciamo i nostri figli hanno portato nelle nostre vite... senso della relatività che fa ridimensionare i problemi, gioia dei piccoli passi che fa rivalutare le piccole cose ... etc etc... e "trasponetele" nel mondo competitivo del lavoro... dove la presenza di una persona "semplice" ma genuina come solo i nostri raga sanno essere può portare armonia, spirito di squadra e di collaborazione, freno alla competizione sfrenata che più che "aiutare" la produttività la ostacola... e così via... secondo me è questa la strada che oggi dobbiamo imboccare per far comprendere che "down al lavoro" non solo è "possibile" ma è anche "utile". E in quest'ottica secondo me... anche premere sulla "molla" pubblicitaria (ove possibile) ... che distinguerebbe realtà "virtuose" capaci di "rischiare" scommettendo sulle capacità lavorative dei disabili intellettivi ... non guasterebbe. Perchè se non si mostra un reale "vantaggio" ... l'imprenditore che è abituato a "monetizzare" tutto... non si farà mai e poi mai convincere! ;-)

Laura74
28-03-2007, 15:53
Hai ragione Sandro, sono d'accordo anche su questo punto...e credo, proprio per questo, che anche con dei progetti a termine si possa cominciare a far consocere i nostri ragazzi (..e scusa...ma quando ho detto "nostri ragazzi" alla fine del post precedente...parlavo da operatore :oops: ..intendevo i ragazzi disabili presenti sul mio territorio).
La sensibilizzazione migliore credo sia la conoscenza diretta, certo pure un pò di sana campagna pubblicitaria e qualche legge ad hoc non guasta...ANZI :wink:
Più difficile, a volte mi sembra persin utopistico, sia credo cambiare la mentalità che c'è nel mondo del lavoro!...però sarebbe bello e non solo per i nostri ragazzi! :D ...c'è da lavorare tanto anzi DI PIU'....però bisogna cominciare no??? che ne dite di essere in qualche modo propositivi (magari l siete già stati :oops: ) e di raccogliere qualche idea al riguardo????

Sara
28-03-2007, 15:56
A volte mi rendo conto come le priorità siano diverse in ognuno di noi.
Attualmente stiamo lottando con la asl per farci seguire da uno psicologo. Perchè non tutti le asl hanno questo servizio per i maggiorenni...si sa che quando diventano maggiorenni guariscono... La scuola ci ha chiesto un certificato dello psicologo per chiedere qualche ora in più di sostegno rispetto allle 3 che gli SPETTANO. Non abbiamo uno psiicologo riconosciuto che ce lo possa fare. Se ci inalberiamo in questo tipo di scogli figurimoci il lavoro!

Per quanto mi riguarda non mi aspetto proprio nulla dal governo che sia di destra di centro o di sinista le cose non sono mai cambiate e le nostre lotte sono sempre state poco produttive.
Certo che questo non vuol dire che dobbiamo per forza arrenderci...ma io penso a qualche cosa di diverso per lui. Cercherò un lavoro al quale possa partecipare attivamente anche lui.
Poi se arriva e le cose cambiano sarò ben contenta... ma se facciamo fatica a farci fare un certificato...figuriamoci un lavoro!

Laura74
28-03-2007, 16:09
Credo Sara che tu abbia toccato un tasto che avrebbe bisogno di uno "spazio dedicato" solo per lui: già perchè al compimento del 18esimo anno i nostri ragazzi.....spariscono in qualche modo per i servizi territoriali..ovvero la NPI non li può più seguire perchè maggiorenni, ma dopo non c'è nient'altro che fa seguito alla NPI...a meno che non abbiano problemi pschiatrici!....anche qui ci sarebbe molto da fare :oops: