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Visualizza la versione completa : Sindrome di Down e informazioni per i datori di lavoro



ritz
28-03-2007, 02:43
Sono approdata qui
http://www.downs-syndrome.org.uk/
immagino che molti tra voi già conoscano il sito.

Ad ogni modo, quel che volevo segnalare è la bella immagine che guida la campagna pubblicitaria di cui trovate informazioni in questa pagina.
http://www.downs-syndrome.org.uk/DSA_detCampaign.aspx?cam=12
Per il poster, che mi dicono affisso di questi tempi nelle metropolitante londinesi, cliccate qui http://www.downs-syndrome.org.uk/pdfs/Employment%20campaign%20poster.pdf

Trovo il messaggio di grande impatto:
"Stai osservando Paul piu' a lungo di quanto abbia mai fatto un datore di lavoro."
E piu' sotto: "Paul è una persona affidabile e un gran lavoratore.
Potrebbe iniziare un lavoro oggi, ma probabilmente non accadrà. Solo il 16% di una forza lavoro di 15.000 persone con sindrome di down avrà mai un'opportunità di mostrare di che cosa è capace. Aiutaci a cambiare: visita http://www.downs-syndrome.org.uk"

Simili iniziative non possono che fare bene all'animo
;-)

aledario
28-03-2007, 11:38
"Paul è una persona affidabile e un gran lavoratore.
Potrebbe iniziare un lavoro oggi, ma probabilmente non accadrà. Solo il 16% di una forza lavoro di 15.000 persone con sindrome di down avrà mai un'opportunità di mostrare di che cosa è capace. Credo che il 16% ... in Italia rappresenti una specie di "sogno" irraggiungibile in questo momento... a meno che in questo ambito si considerino le borse-lavoro del Comune e/o le convenzioni con le Provincie che alla fine del percorso portano nel 99% dei casi (e sono ottimista credo, visto che nel Comune dove abito, di 130000 abitanti, non esiste ancora un caso di inserimento lavorativo mirato di persona down conclusosi con un assunzione) se va bene... all'inserimento in laboratori "protetti" (che fa rima con "gh****" :evil:) in cooperative sociali di tipo A o B. (di lavoro o cosiddette "educative").
Da noi le difficoltà reali per i nostri ragazzi sono duplici. Da un lato c'è il grosso pregiudizio sociale e culturale...(leggi "ignoranza") che fa sì che la maggior parte dei datori di lavoro non "conosca" (nelle potenzialità e nei limiti) le possibilità lavorative di una persona down. Dall'altro canto ci sono una serie di difficoltà di carattere legislativo. Se da un lato infatti la legge sull'inserimento lavorativo mirato del '99 ha rivoluzionato il mondo del collocamento obbligatorio... cercando di instaurare un "ciclo virtuoso" tra esigenze dell'imprenditore e potenzialità del disabile... nel caso specifico dell'handicap intellettivo questo si è tradotto in una diminuzione delle opportunità di essere messi alla prova. Non è più la "graduatoria" infatti che determina chi deve chiamare il datore di lavoro che si deve mettere "in regola" con le "quote" obbligatorie, ma questi può effettuare chiamata nominale... o su suggerimento della provincia attraverso soggetti preposti ... La naturale conseguenza è che se puoi assumere un centralinista cieco o una signora cinquantenne con mastectomia totale (che intendiamoci ... devono parimenti essere tutelati... ma su "percorsi" secondo me non in "concorrenza" con i disabili intellettivi!) la cui produttività è prossima al 100% ... i nostri raga... non avranno mai alcuna speranza, almeno fino a quando non verranno presi in considerazione per la "scelta" ... fattori di altro tipo, che esistono, e sono secondo me in questo momento sottostimati. L'unica "agevolazione" a chi assume un disabile intellettivo è un maggior periodo di sgravio fiscale (ma sono "briciole" ... da 1 a 3 anni di fiscalizzazione dei costi del lavoro)... sicuramente non sufficientemente appetibile, per chi si può permettere di "scegliere".
Se si considera poi che la Legge Biagi ha ufficializzato la possibilità di "delegare" le quote obbligatorie previste dalla legge 64/99 a tali cooperative, pagando il corrispettivo del "mantenimento" del lavoratore disabile... in denaro attraverso commesse di lavoro... l'integrazione ... è ..."dis-fatta" :evil:
Questa è la vera sfida per il futuro ... quella che le nostre generazioni sono chiamate ad affrontare... e alla quale se possibile ... dobbiamo fornire risposte fantasiose ed efficaci.