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francesco
08-01-2007, 11:51
Il racconto dell'unico passeggero che è intervenuto
L'autista: "Appena mi sono accorto della lite, l'ho sedata"
Disabile sventa borseggio sul bus - Malmenato, nessuno interviene

ROMA - "Sporco down, malato di mente". Così Gianluca, un giovane gentile, timido, con un evidente ritardo mentale, si è sentito apostrofare da un borseggiatore che aveva sorpreso a frugare nella borsetta di un'anziana donna, su un bus dell'Atac a Roma. Insulti e poi giù un pugno assestato in pieno volto. Ma in favore del giovane, nell'affollato autobus, pieno di turisti e romani, che copre la tratta tra la stazione Termini ed il centro storico, nessuno pare abbia mosso un dito. Nessuno ha fiatato anzi, qualcuno, avrebbe addirittura censurato il suo comportamento che avrebbe messo a rischio l'incolumità dei passeggeri esposti alla reazione del malvivente, sorpreso con le mani nel sacco, in questo caso nella borsa, e dei suoi complici.

La vicenda viene raccontata da un testimone oculare: un giovane giornalista che lavora nell'ufficio stampa del Ministero delle Politiche agricole. L'unico a bordo della linea 40 che ieri, giorno della Befana, abbia in qualche modo cercato di difendere Gianluca.

"Ero su un autobus dell'Atac, la vettura 224 della linea 40 - racconta Cappeddu - che, partito dalla Stazione Termini, si muoveva in direzione del centro storico. Giunti in Corso Vittorio Emanuele, poco dopo Largo di Torre Argentina un ragazzo disabile, di circa 30 anni di età, con un evidente ritardo mentale ma lucido, dall'aspetto bonario e autonomo dal punto di vista motorio, ha cominciato a gridare indicando un borseggiatore straniero, forse di etnia nordafricana, con le mani nella borsa di una passeggera del mezzo seduta vicina al ragazzo".

Secondo Cappeddu il malvivente, con l'aiuto di due complici, appena si è reso conto di essere stato scoperto, si è scagliato contro il ragazzo. "Lo ha colpito con forza al viso e o lo ha insultato al grido di "sporco down, malato di mente".

"In quel momento sono intervenuto - aggiunge Cappeddu - chiedendo all'autista di fermare la vettura e chiamare i carabinieri. Il conducente mi ha però risposto che non poteva altrimenti sarebbe stato accusato di interruzione di pubblico servizio e così, appena è giunto alla fermata successiva, ha aperto le porte anteriori. I tre delinquenti sono scesi dal mezzo e scappati via".

"Nessun altro dei passeggeri presenti è intervenuto - conclude Cappeddu - anzi, uno di questi mi ha apostrofato in malo modo consigliandomi di farmi gli affari miei". Poi Cappeddu spiega di essere sceso dall'autobus per accompagnare Gianluca a piazza Navona dove doveva recarsi forse per un giro tra le bancarelle della Befana.

"Non gli ho chiesto altro, né le sue generalità. Ha aperto il portafogli, mi ha detto il suo nome e mi ha mostrato un tesserino che accertava la sua invalidità al 100 per 100. Tra le sue cose c'era anche una tessera dell'arma dei carabinieri e mi ha detto con orgoglio, prima di salutarmi, che il papà indossava la divisa".

E dopo la denuncia del giornalista, arriva la nota dell'Atac. In cui l'azienda di trasporto pubblico di Roma informa di aver già rintracciato l'autista che era ieri alla guida dell'autobus della linea 40; il conducente racconta la vicenda dal suo punto di vista, difendendo il suo operato: "Bisogna considerare che l'autobus è
uno di quelli snodabili e che tra l'altro era pieno, comunque io non ho visto nessun borseggio né nessuno menare le mani, ma solo un litigio tra questi ragazzi extracomunitari e il giovane disabile. Una volta alla fermata ho invitato tutti alla calma, cosa che è avvenuta. I giovani extracomunitari sono scesi e ho invitato il disabile a venire vicino alla cabina di guida. Ho suggerito poi al ragazzo di scendere alla fermata successiva, per evitare qualsiasi strascico".

(7 gennaio 2007)

francesca
08-01-2007, 12:00
Ho sentito la notizia stamattina per radio, e riflettevo sul fatto che probabilmente quel ragazzo avrebbe preso il pugno anche se non era down :( :?
Se fosse mio figlio, gli direi di comportarsi sempre in quel modo, anche con il rischio di prendere pugni... magari chiedendo prima aiuto anche a qualcun altro :wink:

biglau
08-01-2007, 13:50
Scusate ho aperto un forum inutile, spero che paoletta lo cancelli...
io volevo solo dire che gli insulti e i delinquenti ci saranno sempre ma dove sta l'educazione generale? tutta quella gente togli i bimbi le donne in cinta ed il resto ma un uomo che gliene cantasse 4? non sono più una donna per questo mondo, se ci fossi stata io forse sarei finita all'h malmenata.....
che sensa ha che io educhi tutti i miei figli alla condivisione quando viviamo in un mondo dove tutti pensano solo ed esclusivamente ai c....i loro?
se non li tocca non è un problema di altri ma... non è un problema e basta....
lalla

MARTY
11-01-2007, 07:50
Roma grazie a Dio siamo tutti diversi.

Non solo fisicamente, non solo di razza, ma anche di cultura, capacità e comportamento.

C'è il romano tipico, moro e chiaro di pelle, che poi è perlopiù di origine meridionale, campana, sicula, calabrese, pugliese o sarda.

C'è il romano biondo e alto, di origine nordica o addirittura normanna, c'è il moro africano, dalle ascendenze cartaginesi o più recenti, somale, eritree, marocchine.

C'è l'ebreo e l'arabo, il cinese, l'asiatico e lo slavo.

Se guardi bene c'è persino qualcuno che viene da un altro pianeta, ben mimetizzato nella folla, c'è chi viene da altri piani dell'esistente.

Ci sono nani e gnomi dalle viscere della terra, fauni e silvani, ninfe ed elfi.

Ci sono statue che parlano, ed è pieno di fantasmi.

Ci sono anche spettri e vampiri e se sai dove andare, puoi incontrare santi ed angeli e persino Nostro Signore, che a volte conversa con l'Avversario in piazza Sant'Ignazio, nelle notti fredde e deserte quando tira il vento.

C'è chi frequenta i locali più strani, c'è gente che va in discoteca, che ama i concerti rock, chi suona musica classica in chiesa, e chi visita mostre di artisti geniali.

C'è l'ignorante e il colto, c'è chi va allo stadio e chi tifa dal bar.

Siamo tutti diversi e diversamente abili.

In questi giorni fa notizia il disabile che interviene contro dei brutali scippatori.

Con il solito corollario di luoghi comuni:

gli africani delinquenti, la folla che non fa niente, l'autista del bus che come al solito farà da capro espiatorio e poi verrà assolto.

Ipocrisie. Che coprono altre responsabilità.

Ma come al solito volano gli stracci.

E se invece di dare una scorta ad ogni politico che non ha il coraggio di girare in mezzo alla gente mettessimo più agenti sui mezzi pubblici?

Ma oggi è di altra ipocrisia che vorrei parlare.

I giornali parlano di Gianluigi Barbieri, ma nessuno ne ricorda il nome.


Perché si affrettano a coprire il suo nome con l'etichetta di disabile.

Politically correct.

Chi non ha mai detto ad un altro come insulto scemo, cretino o down?

Purtroppo è un uso comune, insultare le persone tacciandole di qualche infermità.

La sindrome di Down ha un primato in questo.

Sei un mongolo, un mongoloide, un down, vinci il mongolino d'oro, sono purtroppo accezioni comuni. Spietate anche perché apparentemente non volgari.

Ma guardiamoci in faccia. Etichettare un ragazzo come "affetto da sindrome di Down" o disabile o diversamente abile è solo più ipocrita.

Se Mario è pelato, i giornali non direbbero di lui il pelato Mario è intervenuto contro gli scippatori.

Se Maria non ha la patente, i giornali non direbbero di lei Maria benché incapace di guidare è intervenuta contro gli scippatori.

Se Caio è malato di reni, i giornali non direbbero di lui, Caio nonostante sia malato di reni è intervenuto contro gli scippatori.

Se Sempronio deve usare il Viagra, se no non riesce più a soddisfare la sua signora, i giornali non scriverebbero che il signor Sempronio che usa il Viagra è intervenuto contro gli scippatori.

Se Tizio è ignorante e non ama leggere i giornali nemmeno quando vince la Roma, non direbbero che l'ignorante Tizio è intervenuto contro gli scippatori!

In realtà siamo tutti diversamente abili e quasi tutti affetti da qualche infermità.

C'è chi salta con difficoltà 40 centimetri e chi non ha problemi a superare con un balzo un metro e quaranta, c'è chi scrive tutti i giorni per lavoro e chi non sa leggere neanche un cartello stradale, c'è chi ha una malattia che non si vede e nessuno lo guarda strano, c'è chi ha una brutta malattia, e la gente si volta dall'altra parte per paura.

Allora smettiamola di usare queste terminologie idiote e chiamiamo le persone col loro nome o con le loro qualità.

Tutti i laureati amano essere definiti dottori, i nobili col loro titolo, gli artisti maestri della loro arte.

Gianluigi Barbieri è un ragazzo coraggioso.

Pochi uomini e donne hanno il coraggio di intervenire di fronte a delinquenti pericolosi.

La prossima volta che assistiamo a una violenza pensiamo che anche noi, nonostante la nostra diversità da Gianluigi, nonostante non siamo forti come il divino Achille o coraggiosi come Bilbo Baggins (il piccolo indomito eroe del signore degli Anelli), possiamo resistere alla prepotenza.



Nell'immagine una foto di Luciano 46 un fotografo che guarda Roma senza retorica.

Si tratta di Ponte Milvio, dove i ragazzi lasciano dei lucchetti chiusi con il nome della persona che amano.

http://imagoromae.blogosfere.it/2007/01/il-coraggioso-gianluigi-barbieri.html

francesco
11-01-2007, 10:38
Mentre condivido di quest'intervento l'opportunità di non etichettare le persone e di chiamarle con il loro nome , tuttavia non sono d'accordo su almeno due cose:

la prima in merito all'affermazione: "Sei un mongolo, un mongoloide, un down, vinci il mongolino d'oro, sono purtroppo accezioni comuni. Spietate anche perché apparentemente non volgari.

Ma guardiamoci in faccia. Etichettare un ragazzo come "affetto da sindrome di Down" o disabile o diversamente abile è solo più ipocrita".
Secondo me c'è differenza tra definire (se proprio la si deve definire) una persona mongoloide o disabile, è una questione di rispetto, delicatezza, simpatia. Il fatto che siano accezioni comuni non fa che spingermi (ci) ad impegnarci perche un certo tipo di linguaggio sparisca dal nostro orizzonte.

La seconda cosa è che a mio avviso non si può mettere sullo stesso piano disabilità, calvizie, insufficienza renale, sessuale o culturale come fa l'autore dell'intervento. E' quel tipo di politically correct che porta a dire siamo tutti disabili, nessuno è disabile. Francamente non credo sia così.

francesco
15-01-2007, 16:24
Quello che ho scritto qui sopra l'ho inviato anche all'autore dell'intervento, ne è seguito il breve dialogo che allego.


Commenti
francesco ha detto:
Mentre condivido di quest'intervento l'opportunità di non etichettare le persone e di chiamarle con il loro nome , tuttavia non sono d'accordo su almeno due cose:

la prima in merito all'affermazione: "Sei un mongolo, un mongoloide, un down, vinci il mongolino d'oro, sono purtroppo accezioni comuni. Spietate anche perché apparentemente non volgari.

Ma guardiamoci in faccia. Etichettare un ragazzo come "affetto da sindrome di Down" o disabile o diversamente abile è solo più ipocrita".
Secondo me c'è differenza tra definire (se proprio la si deve definire) una persona mongoloide o disabile, è una questione di rispetto, delicatezza, simpatia. Il fatto che siano accezioni comuni non fa che spingermi (ci) ad impegnarci perche un certo tipo di linguaggio sparisca dal nostro orizzonte.

La seconda cosa è che a mio avviso non si può mettere sullo stesso piano disabilità, calvizie, insufficienza renale, sessuale o culturale come fa l'autore dell'intervento. E' quel tipo di politically correct che porta a dire siamo tutti disabili, nessuno è disabile. Francamente non credo sia così.
_________________
Francesco

12.01.07 18:04

iperio ha detto:
Quello che volevo evitare è proprio di essere politically correct.
ho usato termini crudi proprio per evitare di esserlo.
ma sono semplicemente termini che la gente usa normalmente al bar o a scuola mentre in tv o sul giornale suscitano ipocritamente scandalo.
Ribadisco che per me dire diversamente abile, è come dire mongolide: etichettare una persona per un difetto fisico e non PER QUELLO CHE è.
Il che avviene solo per persone affette da certe malattie e non per gli altri.
Cioè se sei cieco affibbiano l'etichetta di non vedente al tuo nome e se fai qualcosa che pensano che un cieco non dovrebbe fare ti trattano come una bestia rara.
Mentre se putacaso hai un altro difetto, ciò non avviene.
Non dico che tutti disabili, nessuno disabile, ma viceversa dico che nessuno deve essere etichettato (negativamente) per le sue qualità fisiche.
E che stupirsi se Gianluigi Barbieri è coraggioso, vuol dire presumere che una persona affetta da sindrome di down non dovrebbe esserlo.
Spero ora di essermi spiegato meglio.

12.01.07 18:50

francesco ha detto:
Si sono d'accordo su quello che dici sull'etichettare le persone a seconda dei difetti fisici; l'unica cosa (ma non è per polemizzare) è che avendo una bambina con sindrome di down penso sia molto meglio (quando è necessario) usare il termine disabile piuttosto che quello di monogloide (il fatto che si usi al bar è vero, ma io non o accetto ugualmente.
Tutto qui.

14.01.07 21:04

iperio ha detto:
spero di riuscire finalmente a spiegarmi e sgombrare il campo ad un equivoco che evidentemente ho creato.
non intendo assolutamente dire che sia meglio usare il termine mongoloide piuttosto che il termine disabile.
ma solo che se il termine mongolide è orrendo, disabile è ipocrita.
la cosa giusta secondo me è quella di usare il termine persona per tutti, anche perchè a nessuno piace essere etichettato, se non per qualche titolo o merito, come cavaliere o dottore, specialmente non per un difetto fisico.
e quindi tantomeno è giusto che lo facciano i media che spesso usano tali etichette con divertito stupore, come se si trovassero di fronte a bestie rare e non a persone magari con una marcia in più, nonostante l'handicap fisico.
come ad esempio Gianluigi Barbieri.
ti prego di scusarmi per il fraintendimento (evidentemente mi sono spiegato molto male), e mando una carezza alla tua bimba.
sono padre anche io, e provo un sentimento di affetto sincero e tenerezza verso tutti i bambini.

15.01.07 10:51

francesco ha detto:
Ti ringrazio per la carezza (che ho subito trasmesso alla piccola Giulia), come ti ho già detto condivido il tuo ragionamento sulle etichette.
Se hai tempo fatti un giro sul forum di www.pianetadown.org (dove tra l'altro qualcuno ha inserito il tuo testo, è lì che l'ho visto)in particolare nel settore "rassegna stampa" leggiti l'argomento "La Provincia di Como", ti puoi fare un'idea della lotta contro la parola mongoloide; so bene che la condividi.
Ricambio i saluti alla tua famiglia!


15.01.07 15:18