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francesco
13-12-2006, 13:52
Promossa dalla Fondazione Simona e Daniela una mostra di oggetti creati da ragazzi down
Il recupero psicofisico passa dall'arte
La struttura realizzata con fondi Por è inspiegabilmente non operativa


L'OCCASIONE, come succede in questo periodo, è il Natale. E proprio l'avvicinarsi a queste festività, ha permesso alla Fondazione Simona e Daniela di Catanzaro, di organizzare una mostra di oggetti realizzati dai ragazzi affetti dalla sindrome di Down.
Protagonisti della manifestazione i ragazzi con le famiglie che partecipano nella Fondazione, sostenuti, per l'occasione, dall'Unitalsi di Catanzaro, dal Comando provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro - con il suo rappresentante il dirigente Luigi Ricci - dai volontari e dalle organizzazioni degli scout.
Un'occasione per aprire le porte di una struttura realizzata con i fondi Por 2000-2006 e, inspiegabilmente, non ancora operativa. Una struttura di cui, ad oggi, è stato portato a termine solo un terzo dell'intero progetto e che prevede, a breve, il suo completamento con la realizzazione di una piscina, di una casa famiglia e di un settore dedicato ai laboratori artigianali.
«Una struttura che abbiamo creato con lo scopo principale del cosiddetto "dopo genitori", che si interessi quindi dei nostri ragazzi quando un giorno non ci saremo più a seguirli senza, però, trascurare il recupero psico-fisico, la specializzazione e l'inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro».
A parlare è Maria Gareri con il marito Antonio Perrone, genitori di due ragazze down, ma che sono, soprattutto, i promotori della Fondazione che porta il nome delle figlie, Simona e Daniela.
«La Fondazione è nata anche con lo scopo di evitare, ai genitori dei ragazzi affetti dalla sindrome di Down, il loro recupero psico-fisico fuori dalla Regione. Un'esperienza stancante vissuta sulle nostre spalle con continui viaggi a Roma. Quello che ci impedisce di far partire questa struttura è la farraginosa burocrazia che non ci consente di avere il cosiddetto "accredito" da parte della Regione Calabria. Un'autorizzazione indispensabile senza la quale diventa gravoso ed oneroso poter avviare l'attività della Fondazione».
Per la Fondazione "Simona e Daniela", in assenza dell'accreditamento, si dovrebbero assumere, a tempo indeterminato, almeno venticinque operatori a fronte di un numero di prestazioni richieste dall'Azienda sanitaria del tutto presunto. «è praticamente impossibile pensare che si possano assumere venticinque persone - conclude Maria Gareri. Una soluzione improponibile a qualsiasi imprenditore. Fare questo vorrebbe dire rinunciare alla Fondazione. Si dovrebbe pensare e autorizzare qualche altra soluzione. è un peccato avere realizzato una struttura all'avanguardia come la nostra e non poterla far funzionare come vorremmo e come dovrebbe».


Francesco Iuliano
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