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Visualizza la versione completa : Fatti di Torino, parole in libertà nei Commenti di Repubblic



francesco
30-11-2006, 00:58
[Lettera inviata a Repubblica e pubblicata sabato 18 novembre 2006]


Caro direttore,
a mio avviso, i fatti di Torino sono stati giudicati male perchè distorti dal pregiudizio e dalla mancanza di memoria che spesso colpisce noi adulti. Non ci siamo ricordati quante volte siamo stati protagonisti di scherzi maldestri.
Questa volta a “farne le spese” è stato un ragazzo con disabilità: una difficoltà tra le tante!
Non lo sappiamo, ma di una cosa siamo certi, questa volta anche se in maniera passiva e forse dura lui dentro il gioco c’era. Quindi, chi nella maggior parte dei casi è spettatore si è trovato ad essere attore. Non sarà il massimo ma è sempre meglio dell’esclusione totale.
E poi le pene: come possiamo far capire in maniera utile a dei ragazzi che un gioco costa un anno di scuola! Il gioco dei sentimenti deve sempre essere maneggiato con cura. Questa volta per dare un esempio abbiamo fatto diventare vittima di chi voleva essere protagonista, e carnefici ragazzi che volevano un po’ di notorietà, magari attraverso Internet.
Ma non è meglio, invece che dividere e dare pene, unire i ragazzi sdrammatizzando e utilizzando anche un po’ di ironia?
Antonio Guidi
Presidente dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale

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[La Repubblica - COMMMENTI - SABATO 25 NOVEMBRE 2006]

I ragazzi di Torino e un'ironia che non si vede

CARO Augias, sabato scorso su Repubblica,
a margine degli articoli di
cronaca sul povero ragazzo di Torino
umiliato in classe, compariva una lettera
di Antonio Guidi, Presidente dell'Istituto
Italiano di Medicina Sociale, che
sottovalutava in modo incomprensibile
il caso parlando di 'condivisione dello
scherzo' da parte della vittima. Parlare di
'condivisione' da parte di un ragazzo autistico
è semplicemente assurdo, tanto
più da parte di chi dirige un istituto di
medicina!
La lettera di Guidi tentava di far passare
un episodio di tale gravità per innocente
birichinata da liquidare con ironia
e giudicava eccessive le punizioni dei
colpevoli. Per fortuna queste sorprendenti
opinioni non corrispondono alle
decisioni prese dal Ministro e dai docenti.
Credo che il diritto all'opinione personale
in un Paese libero non dovrebbe
mai confliggere in modo cosi palese con
l'etica e il senso comune, oltre che con i
sentimenti di chi vive nel quotidiano
questi drammi. .
L'episodio ha suscitato rabbia e mortificazione
nei familiari di questi ragazzi
infelici ed in tutte le persone che ancora
credono nella salvaguardia della dignità,
soprattutto quando è offesa in chi
non è in grado di difendersi. Quale utilità
a pubblicare argomenti sballati sul piano
tecnico e aberranti sul piano etico? La
firma dell'autore come Presidente dell'Istituto
di Medicina Sociale significa che
si tratta di opinioni non personali?

Prof. Pasquale Perrone Filardi

Università Federico Il, Napoli
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[Risposta di Augias]

Il dottor Guidi nella sua lettera giudicava
'scherzo maldestro' un episodio oggettivamente
grave che ha suscitato grande indignazione.
Scriveva anche di essersi dispiaciuto
che gli autori di quell'azione riprovevole
fossero stati puniti in maniera a suo dire eccessiva.
Concludeva: «Per dare un esempio
abbiamo fatto diventare vittima chi voleva
essere protagonista, e carnefici ragazzi che
volevano un po' di notorietà, magari attraverso
Internet. Ma non è meglio, in vece che dividere
e dare pene, unire i ragazzi sdrammatizzando
e utilizzando anche un po' di ironia? ».
Sempre sabato, ma nella pagina delle lettere,
compariva uno scritto del prof. Francesco
Barale, della Fondazione Genitori per
l'Autismo, che ristabiliva una più corretta
prospettiva scrivendo tra l'altro: «Improvvisamente
l'opinione pubblica è stata costretta
a guardare qualcosa che è ampiamente
diffuso nelle sue pieghe: la barbarie quotidiana
che si abbatte sulle persone disabili
mentali nella nostra distratta società». I ragazzi
violenti di Torino si sono comportati in
maniera selvaggia, la punizione è stata per
una volta rapida ed esemplare.
Sbaglierebbero gravemente e due volte quei
genitori che pensassero di ricorrere contro i
provvedimenti. Casi di questa gravità non si
affrontano con l'ironia consigliata dal signor
Guidi. Sarebbe anzi utile a quei prepotenti in
erba la terapia sociale consigliata dal prof
Barale: «affiancare alla sospensione scolastica
l'obbligo di vivere e lavorare per un periodo
con persone autistiche. Potrebbe realmente servirgli:
magari riusciranno ad intravedere
che nell'umanità autistica, ferita, talvolta
straziante, vi sono anche candore, luci e intensità
sconosciuti all'orizzonte di volgarità
in cui paiono immersi».
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[Lettera che io ho inviato a La Repubblica (non pubblicata)]


Caro Augias, mi sembra molto opportuno lo spazio che la sua rubrica continua ad offrire alle lettere relative a quanto è avvenuto a Torino. Desidero solo aggiungere una piccola considerazione a partire dalla lettera apparsa sabato a firma del Prof. Perrone Filardi. La lettera è a mio avviso molto condivisibile, tuttavia nel finale l'autore non riesce a trattenersi dal definire i ragazzi disabili come "infelici". Anche in quanto papà di una bambina down molto allegra e felice (almeno fino a quando non si accorgerà che altri la chiamano infelice) desidero sottolineare come pure il linguaggio usato, in pubblico o in privato, può creare infelicità e isolamento. Usare termini come "subnormale" (detto da un noto uomo politico durante un comizio due mesi fa) o "assegnare il mongolino d'argento" come vorrebbe fare tal Moggi, o l'utilizzo di questi o analoghi termini nelle conversazioni quotidiane è un altro modo di rendere più difficile l'inserimento di chi vive in mezzo a noi, ma con delle difficoltà in più.