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Anna
22-03-2011, 22:53
22/03/2011 - LA PRIMA DONNA IN ITALIA

A Palermo la favola della Down diventata dottoressa Giusi Spagnolo, 26 anni, ieri si è laureata alla facoltà di Lettere con 105 "Mi resta un sogno: insegnare ai bambini"
LAURA ANELLO
PALERMO
Che per lei la parola Down fosse soltanto una declinazione dell’esistenza e non una condanna, lo aveva fatto capire molto presto. Era ancora una bambina, sette anni o giù di lì, quando aveva zittito parenti e amici riuniti in salotto: «Io non sono Down, sono Giusi, Giusi Spagnolo». Adesso quella piccoletta con gli occhi azzurri che sprizzano ironia è una dottoressa, insignita dell’alloro alla facoltà di Lettere dell'Ateneo di Palermo con il voto di 105 su 110. Fiori, parenti commossi, festa con amici e colleghi, tutto normale per questa ragazza di 26 anni che è la prima donna Down a laurearsi in Italia. Al maschile solo due i precedenti noti in Europa: quello di Andrea Brambilla, che nel 2005 coronò i suoi studi universitari alla Statale di Milano, e quello dello spagnolo Pablo Pineda, diventato attore, insegnante, maître à penser.

Un traguardo tagliato proprio, e per caso, nella Giornata mondiale delle persone con sindrome di Down, salutato con emozione dall’associazione delle famiglie, seguito con le lacrime da papà Bernardo e da mamma Teresa, ma pure da Maria Pia Caputo, l’insegnante privata che l'ha accompagnata dalla materna alla maturità classica. Quello fu il primo schiaffo alle diffidenze. «Il commissario d’esami - racconta il padre - credeva che mia figlia non fosse neanche capace di tenere la penna in mano. Accorse l'insegnante di Educazione fisica a dire che lei faceva sport come tutti gli altri».

Adesso eccola davanti alla commissione di laurea, a discutere la sua tesi in Beni demoetnoantropologici, a illustrarla con Romina Mancuso, la dottoranda che l'ha seguita, un gioco multimediale ispirato alla favola della capra e dei cavoli di Fedro. «Un supporto didattico multilingue, interattivo e destinato a tutti i bambini, senza differenze», ha spiegato ai professori mentre cliccava sulla tastiera e le immagini scorrevano sullo schermo. Non a caso, questa creazione andrà a una ludoteca nel cuore della Palermo antica, dove Giusi gioca fin dall’infanzia con bambini normodotati e con handicap, sia siciliani che delle comunità straniere.

Ma la dedica della tesi è per la sorella Laura, morta pochi anni fa e sua più cara compagna di vita. Di fratelli ne ha altri due, parte di una famiglia che non ha mai mollato. Il padre docente universitario di Fisica, la madre assistente sociale nel carcere dei minori. Lei, Giusi, non crede affatto che con la laurea abbia chiuso la stagione delle sfide: «Spero di partecipare come tutor a laboratori con i bambini e che questo sia l'inizio di un lavoro che amo moltissimo». Lo dice guardando il padre che se la mangia con gli occhi, lei che è piccola, delicata ma di ferro. «Il segreto - spiega lui, ex presidente nazionale dell'Associazione famiglie persone Down - è non porsi ostacoli preventivi, conoscere a fondo i propri figli, cercare in loro il germe di un talento di un'opportunità, assecondarla in ogni modo. Una ricetta che credo sia valida per tutti i genitori, e non solo per quelli che hanno figli con difficoltà maggiori. In una parola, crederci».

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/394413/

Fraegio
23-03-2011, 21:56
Giro questo articolo di Gianantonio Stella:

http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/quando-la-scuola-non-aiuta-a-vincere.flc

Francesca

magic lamp
27-03-2011, 16:45
Scusate la vena un po' polemica, ma come fa una notizia come questa a passare inosservata in un forum di persone coinvolte direttamente nella sindrome di Down?

aledario
27-03-2011, 18:08
Scusate la vena un po' polemica, ma come fa una notizia come questa a passare inosservata in un forum di persone coinvolte direttamente nella sindrome di Down?Non credo sia passata inosservata Renza... solo che è difficile sempre commentare in questi casi, avendo solo l'informazione dalle testate giornalistiche, di cui tutti sappiamo pregi e difetti. Io ho approfondito, per conto mio, e mi sono fatto una mia idea... che non ho condiviso solo perchè su questi temi è difficile spesso "capirsi". Di certo è un grande risultato, impossibile fino a pochi anni fa... ma non so a che prezzo raggiunto, con che "verità" (credete davvero che uno dei nostri ragazzi possa prendere un 105 "vero" alla laurea e perciò competere poi con i disoccupati normodotati per lo stesso posto di lavoro? Io, in tutta sincerità... no... ma anche se lo fosse di sicuro non sarebbe un obiettivo raggiungibile dalla stragrande maggioranza di essi... e non voglio innescare una rincorsa alla laurea con tutto ciò che questo comporterebbe... nella popolazione down italiana!), e questo basta a farmi restare in silenzio sul tema.
Preferisco e di molto lasciarmi interrogare sul mio essere genitore... da una persona, sempre a 47 cromosomi, che ieri ha festeggiato con semplicità e circondata da un incredibile affetto, i primi 5 anni della sua vocazione... e l'ha fatto dicedo parole piene di gioia, gratitudine e serenità (nonostante la sua situazione attuale di salute... non proprio ideale diciamo con un eufemismo)... ricevendone altrettante in cambio.
Ecco, io in questo credo... e da questo mi lascio "impressionare". Una laurea (come nemmeno un diploma) sinceramente mi lascia più indifferente, e di certo non mi da la stessa emozione e speranza.
Questo è il "mio" motivo però Renza... non necessariamente simile a quello che avranno avuto altri per non fare da cassa di risonanza a questa notizia.

paola
27-03-2011, 18:11
Scusate la vena un po' polemica, ma come fa una notizia come questa a passare inosservata in un forum di persone coinvolte direttamente nella sindrome di Down?

Intendi la laurea o le giuste osservazioni di Stella? il fatto che non si commenti non vuol dire che è passata inosservata.

Personalmente quello che mi ha colpito di tutta la rilevanza mediatica della notizia, è stato che al servizio del TG2 ha parlato solo il padre e la ragazza era un'attrice muta e per essere una neo laureata alla facoltà di lettere l'ho trovata una pessima immagine!

Sull'argomento "laurea" (di cui se n'è parlato a lungo e in tutte le salse sul forum) io non la ritengo un traguardo necessario neanche per i figli normodotati... preferisco il figlio idraulico, ma felice (e di questi tempi guadagnerebbe pure di più di quello laureato ;) ); la ritengo invece un enorme ipocrisia molto in voga, figlia dei tempi moderni, anche a vedere la "qualità" di tanti laureati in giro. Ovviamente io non sono laureata e sono sopravvissuta, quindi potrebbe essere benissimo che la volpe che non arriva all'uva... ;)

Sul'argomento immagine della persona Down che deve dare il messaggio "possono fare tutto quello che fanno gli altri", beh anche qui ci sono scuole di pensieri differenti. Mio figlio non lo so quello che riuscirà a fare e come lo riuscirà a fare, di sicuro quello che so é che mi piacerebbe che fosse accolto da una società in grado di inserirlo in un qualsiasi ruolo in base a ciò che lui può e sa fare, e di sicuro non sono le notizie come queste che ci aiutano in questo, visto che sottointendono l'omologazione alla normalità per poter fare qualcosa.

drdlrz
27-03-2011, 19:20
io sono per l'abolizione del valore legale dei titoli di studio ;) nel senso che lo studio e la formazione personale valgono e sono importanti per tutto quello che ti danno di altro rispetto al pezzo di carta. Ti devono aprire la mente, insegnare ad imparare, aumentare la tua naturale curiosità verso le cose del mondo, strutturare la persona e darti la certezza che non si finisce mai di imparare...
Da parte mia, ho una formazione universitaria di matrice matematico-scientifica, e invece di lavoro faccio tutt'altro, e se mi fossi fermata a valorizzare il mio "Pezzo di carta", in questo momento sarei molto più povera di tutto... perchè avrei perso molto di altro e un altro tipo di capacità di leggere il mondo.
In caso di disabilità intellettiva, la faccenda è molto molto più complicata. Se a questa ragazza lo studio ha dato quello che dicevo sopra, allora sono molto felice per lei. Se, comunque, a prescindere da quello che le ha dato e insegnato, laurearsi era quello che lei voleva, sono felicissima per lei e per la sua famiglia. Ma nient'altro... le lauree non mi emozionano, sono altre le cose che mi smuovono il cuore e la pancia.
Se devo guardare ai miei sogni, per mia figlia, se dovessi scegliere io un futuro per lei, punterei su altro. Ovviamente spero che sia lei a capire quello che la potrà far sentire felice e realizzata :)

anna72
27-03-2011, 21:31
Scusate la vena un po' polemica, ma come fa una notizia come questa a passare inosservata in un forum di persone coinvolte direttamente nella sindrome di Down?

Quindi dovremmo sperare il futuro per i nostri figli con una laurea? Personalmente non è questo che mi interessa, desidero che in primis venga accettato in società con o senza laurea.

drdlrz
27-03-2011, 22:28
e che impari ad accettare se stesso, senza dover dimostrare niente a nessuno.

Poi, ci mancherebbe, per chi ci tiene è pure giusto che possa studiare quanto vuole!

francesca
28-03-2011, 09:51
La notizia a me personalmente ha fatto un immenso piacere non per il raggiungimento di quell'obiettivo in particolare, cioè la laurea, che non ritengo essenziale nella vita di chiunque, bensì per il fatto che è un esempio a credere fortemente nelle potenzialità dei nostri figli, e ad aiutarli a crescere secondo le loro attitudini e i loro desideri senza porsi aprioristici "paletti".
Per quanto riguarda mia figlia, anch'io desidero unicamente che sia felice, soddisfatta, appagata, qualunque sia la sua scelta di vita, ma soprattutto che per lei vi sia la possibilità di accedere agli stessi strumenti a disposizione degli altri: credo infatti che la vera uguaglianza sia quella ai blocchi di partenza, non al nastro d'arrivo :)

aledario
28-03-2011, 10:02
[...]credo infatti che la vera uguaglianza sia quella ai blocchi di partenza, non al nastro d'arrivo :)Commento scherzosamente... che la vita però non è una corsa Francesca (e meno male! Tra l'altro proprio i nostri figli ce la insegnano spesso questa verità!)... e che l'uguaglianza non c'è, oltre che all'arrivo, ... nè ai blocchi di partenza ;-) (causa n° di cromosomi, e relativi annessi e connessi)... nè come è giusto che sia... nemmeno rispetto agli aiuti per correre più velocemente (tutto è relativo ;-)) che sono messi a disposizione dei singoli atleti (che pur con tutti i "se" e i "ma" sono comunque di più nel caso dei nostri figli, o no?)

drdlrz
28-03-2011, 11:14
piuttosto, questo articolo di Stella mi ha fatto riflettere sul fatto che l'insegnante di lettere delle mie figlie ha ragione a dire che la scuola italiana sta perdendo la capacità di ammorbidire le differenze dovute al contesto socio-culturale di provenienza, e questo della disabilità non è un caso particolare, è solo un caso estremo.
Togliendo progressivamente le risorse per fare integrazione, ma piano piano anche per fare recupero e lavoro in gruppi, vanno avanti quelli intelligenti, quelli che hanno i genitori che possono pagarti l'"istitutore privato", quelli che hanno i genitori con un alto livello di istruzione e con tanto tempo libero per seguire i figli (doppio privilegio).
Mi dispiace immensamente. Da parte mia, devo tantissimo di quello che sono e di quello che ho al sistema scolastico pubblico italiano, e putroppo sto assistendo con grande frustrazione all'attuale deriva... :(

francesca
28-03-2011, 11:46
Commento scherzosamente... che la vita però non è una corsa Francesca (e meno male! Tra l'altro proprio i nostri figli ce la insegnano spesso questa verità!)... e che l'uguaglianza non c'è, oltre che all'arrivo, ... nè ai blocchi di partenza ;-) (causa n° di cromosomi, e relativi annessi e connessi)... nè come è giusto che sia... nemmeno rispetto agli aiuti per correre più velocemente (tutto è relativo ;-)) che sono messi a disposizione dei singoli atleti (che pur con tutti i "se" e i "ma" sono comunque di più nel caso dei nostri figli, o no?)

bè, il principio di uguaglianza non l'ho inventato io, sta scritto nell'art. 3 della Costituzione, ed il suo significato è proprio questo: deve essere garantita a tutti la possibilità di accedere agli stessi mezzi ed agli stessi strumenti, poi ognuno raggiunge il risultato che può raggiungere con le sue competenze, e qualsiasi sia il numero dei suoi cromosomi; quindi, quello che a me interessa, e quello per cui io non smetterò mai di lottare, anche perchè è un principio fondamentale di un paese che voglia definirsi democratico, è che gli stessi mezzi siano a disposizione di tutti, anche di mia figlia, soprattutto a livello scolastico. Se poi così nella realtà non è non mi sembra una buona ragione per accettarlo supinamente. E comunque certamente non volevo dire che pretendo aiuti in più per i nostri figli, io pretendo solo le stesse opportunità che hanno gli altri, e mi sembra che la metafora dei blocchi di partenza e di arrivo fosse facilmente comprensibile senza possibilità di fraintenderne il significato, attribuendomi l'affermazione che la vita è una corsa ... infatti probabilmente non è una corsa, soltanto, è anche una lotta continua.

francesca
28-03-2011, 11:51
piuttosto, questo articolo di Stella mi ha fatto riflettere sul fatto che l'insegnante di lettere delle mie figlie ha ragione a dire che la scuola italiana sta perdendo la capacità di ammorbidire le differenze dovute al contesto socio-culturale di provenienza, e questo della disabilità non è un caso particolare, è solo un caso estremo.
Togliendo progressivamente le risorse per fare integrazione, ma piano piano anche per fare recupero e lavoro in gruppi, vanno avanti quelli intelligenti, quelli che hanno i genitori che possono pagarti l'"istitutore privato", quelli che hanno i genitori con un alto livello di istruzione e con tanto tempo libero per seguire i figli (doppio privilegio).
Mi dispiace immensamente. Da parte mia, devo tantissimo di quello che sono e di quello che ho al sistema scolastico pubblico italiano, e putroppo sto assistendo con grande frustrazione all'attuale deriva... :(

sono perfettamente d'accordo, siamo noi genitori costretti, ovviamente quando possiamo e nei nostri limiti, a cercare di colmare quella disuguaglianza che lo Stato crea, aggravando ulteriormente la condizione dei nostri figli, senza fornire loro i minimi strumenti indispensabili almeno per acquisire le competenze fondamentali ... e così la disuguaglianza aumenterà ancora, perchè è evidente che come dici tu Cristina avranno beneficio solo quelli che con mezzi propri riusciranno a pagarsi gli insegnati privati ... bello eh? :evil:

pat65
29-03-2011, 11:58
In effetti pare che questa ragazza che e' arrivata alla laurea sia seguita fin dalla scuola materna da un "educatore" privato... una ulteriore dimostrazione che la scuola pubblica non e' in grado di offrire le stesse opportunita' a tutti!
comunque tanto di cappello a Giusi per aver raggiunto questo obiettivo...
ma quando leggo queste notizie mi rimane sempre il dubbio che siano completamente "vere", che rispecchino completamente quella situazione, magari Giusi per raggiungere questo obiettivo ha dovuto "pagare" in altri termini , magari ha la laurea ma neanche un amica, magari se avesse potuto scegliere non condizionata dalla famiglia (il padre e' un professore) avrebbe scelto di non studiare.... chissa', forse e' laureata ma non e' felice.

Anna Rita Fracchiolla
29-03-2011, 22:03
anch'io mi associo a tutti quelli che hanno detto che la laurea non è certo l'obiettivo e il sogno per i nostri figli. L'importante e che possano integrarsi nella società ed essere apprezzati per quello che sono e che sanno fare. Io spero che possano anche loro trovare una piccola occupazione che li renda soddisfatti di sè stessi, utili e gratificati per i sacrifici fatti e soprattutto che siano felici. Questo è quello che spero per mio figlio!

riodini
30-03-2011, 10:59
l'importante sarebbe capire quali sono i sogni dei nostri figli! Un sogno di Emanuele è proprio quello di andare all'Università..................quindi trovo sia giusto che abbia almeno l'opportunità di sognare ma anche di "provarci". Purtroppo è vero che la scuola pubblica non aiuta e bisogna molto passare per l'aspetto "economico" ma vi assicuro che Emanuele è in prima media e con l'aiuto degli strumenti dati dal privato anche gli insegnanti stanno facendo la loro parte con grande soddisfazione da parte di tutti, soprattutto Emanuele. e vi assicuro che Emanuele è felicissimo, orgoglioso dei suoi risultati anche se gli costano fatica e impegno ma io credo che sia così per tutti i ragazzi non solo per i nostri. Poi sarà quello che Dio vorrà ma io l'opportunità di provare non gliela voglio togliere anche a costo di grandissimi sacrifici. Il massimo sarebbe che la scuola pubblica iniziasse a investire risorse per dare a TUTTI i nostri figli le opportunità alle quali hanno pienamente diritto.

Anna
30-03-2011, 11:40
Ieri Giusy è stata ospite di Rai 1 nel programma "Se... a casa di Paola" questo è il link per rivedere l'intervista; se non volete vedere tutta la puntata, andate da 01:15:03 a 01:19:00

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2011-03-29&ch=1&v=57118&vd=2011-03-29&vc=1

Loredana
30-03-2011, 11:55
l'importante sarebbe capire quali sono i sogni dei nostri figli! Un sogno di Emanuele è proprio quello di andare all'Università..................quindi trovo sia giusto che abbia almeno l'opportunità di sognare ma anche di "provarci". Purtroppo è vero che la scuola pubblica non aiuta e bisogna molto passare per l'aspetto "economico" ma vi assicuro che Emanuele è in prima media e con l'aiuto degli strumenti dati dal privato anche gli insegnanti stanno facendo la loro parte con grande soddisfazione da parte di tutti, soprattutto Emanuele. e vi assicuro che Emanuele è felicissimo, orgoglioso dei suoi risultati anche se gli costano fatica e impegno ma io credo che sia così per tutti i ragazzi non solo per i nostri. Poi sarà quello che Dio vorrà ma io l'opportunità di provare non gliela voglio togliere anche a costo di grandissimi sacrifici. Il massimo sarebbe che la scuola pubblica iniziasse a investire risorse per dare a TUTTI i nostri figli le opportunità alle quali hanno pienamente diritto.


Hai ragione Adriana quando dici che l'importante è capire i sogni dei nostri ragazzi, ma credo sia altrettanto importante capire se questi loro sogni sono realizzabili e cosa comportano in termini non tanto economici (anch'essi importanti) quanto in sacrifici magari troppo grandi da sostenere da parte loro che potrebbe col tempo portarli sì a una laurea ( ...con voto vero? :rolleyes: )
ma a discapito di tante altre cose...... la relazione con gli altri, la serenità...
Ti dico questo perchè ho visto l'altro ieri la trasmissione di Magalli, Giusy ed il suo papà erano ospiti e sono stati intervistati...... :( Non mi ha entusiasmato vedere questa ragazza con la tesi in mano, visino serio, sguardo piuttosto diffidente.... Un papà che con grande orgoglio e tanto entusiasmo ha risposto a tutte le domande di Magalli ed ha spronato la figlia, che non ha detto una parola, a rispondere lei stessa.
Io sono certa che la ragazza, in un contesto diverso sarebbe stata sicuramente più espansiva ma mi chiedo se avesse dedicato meno tempo allo studio e di più alle relazioni forse sarebbe stata più estroversa :confused:
Forse no....chi lo sa? Fatto sta che guardare quell'intervista mi ha messo addosso tanta tristezza.....
E ti assicuro che io sono una di quelle che credono fortemente che i ns ragazzi hanno tante, tantissime più abilità di quelle che generalmente si pensa possano avere dei ragazzi con disabilità intellettiva, ma non dobbiamo dimenticarci che quel cromosoma in più c'è......e purtroppo quello fa la differenza :mad:

drdlrz
30-03-2011, 12:24
Hai toccato un punto importante Loredana.
E' vero che dobbiamo aiutarli a capire quali siano i loro sogni, ma è altrettanto vero che (come con gli altri figli, ma a maggior ragione con loro) il nostro dovere genitoriale consiste anche nell'indirizzarli e nel guidarli nella comprensione della praticabilità di questi loro sogni, nonchè dell'opportunità di seguirli, se il rischio è quello di far fagocitare la nostra e soprattutto la loro vita...

riodini
30-03-2011, 12:33
io non ho visto la trasmissione, ho visto Giusi al telegiornale quando ne hanno parlato e ti confesso che nemmeno a me ha dato una sensazione di felicità. Hai ragione Loredana in ciò che affermi ma tu mi conosci bene e sai che per i miei figli la cosa che più mi preme è la loro felicità. Io Emanuele lo vedo felice e lui mi dice che si sente molto amato! Dal punto di integrazione vedo che si sta lavorando molto come pure ad elaborare la sua "diversità". Ieri per esempio doveva studiare per scienze la cellula e la sua riproduzione. Ho pensato di approffittarne e parlare delle "sue cellule". Visto che la lezione parlava anche di cromosomi gli ho tirato fuori la sua mappa cromosomica e con il fascicolo dell'aipd abbiamo visto insieme cosa è successo al momento del suo concepimento. Ti assicuro che era molto attento e interessato di capire il perchè......down. Quindi tutto ciò serve a dargli la maggiore serenità possibile e accettazione di sè, sia che un giorno faccia lo spazzino o che riesca a fare qualcosa di più! I miei figli non sono tutti laureati, mio marito ha il diploma di media inferiore quindi lostudio non fa parte del nostro "credere" ma è giusto dare loro l'opportunità e di questo sono fermamente convinta. Ti confesso che ho visto anche molti ragazzini down frustrati tanto da sfociare in tratti autistici a causa del loro non poter dimostrare che dentro hanno un pensiero e un'intelligenza. L'importante è avere equilibrio nel crescerli sia in un senso che nell'altro.

riodini
30-03-2011, 12:45
Ieri Giusy è stata ospite di Rai 1 nel programma "Se... a casa di Paola" questo è il link per rivedere l'intervista; se non volete vedere tutta la puntata, andate da 01:15:03 a 01:19:00

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2011-03-29&ch=1&v=57118&vd=2011-03-29&vc=1

sono riuscita a vederlo, mi è piaciuto!
mi è piaciuta una frase che dice il papà e cioè che con Giusi ha imparato a fare il papà , questa frase la dice sempre anche mio marito!

In fondo dovremmo essere un pò più positivi, meno critici nei confronti di questi ragazzi e delle loro famiglie perchè credo che ognuno faccia il percorso in cui crede e quindi va rispettato, poi non so quanti dei nostri ragazzi normo sono felici della loro laurea o servirà loro veramente per il lavoro e nella vita.

andreasss
30-03-2011, 17:50
Anche io ho visto la trasmissione di Magalli con Giusy cosa dire....condivido pienamente le considerazioni di Loredana.
Sono un papà e guardavo con molto interesse oltre giusy il suo papà.
E' grande motivo di orgoglio la Laurea di una figlia con o senza cromosoma in piu' e capisco la gioia del papà.
Certo non aver usdito nemmeno una parola spontanea da Giusy mi è dispiaciuto.
Cosa pero' non accetto per niente???
La conclusione dell'intervista con il papà che dice a Giusy di dare un bacio a Magalli!!!!
Questo modo comune di far dare sti baci a tutti mi da i nervi.:n_cursing:
Non credo che voi genitori ogni volta che incontrate qualcuno dite:dai dagli un bacio!!!
Smettiamola con questo modo di fare perchè a rimetterci sono sempre i nostri figli.
Spetta a noi inserire i nostri figli nella società e farli rispettare per quelli che sono!!
Perdinate lo sfogo.
saluti:D

riodini
30-03-2011, 18:23
anche io ho visto la trasmissione di magalli con giusy cosa dire....condivido pienamente le considerazioni di loredana.
Sono un papà e guardavo con molto interesse oltre giusy il suo papà.
E' grande motivo di orgoglio la laurea di una figlia con o senza cromosoma in piu' e capisco la gioia del papà.
Certo non aver usdito nemmeno una parola spontanea da giusy mi è dispiaciuto.
Cosa pero' non accetto per niente???
La conclusione dell'intervista con il papà che dice a giusy di dare un bacio a magalli!!!!
Questo modo comune di far dare sti baci a tutti mi da i nervi.:n_cursing:
Non credo che voi genitori ogni volta che incontrate qualcuno dite:dai dagli un bacio!!!
Smettiamola con questo modo di fare perchè a rimetterci sono sempre i nostri figli.
Spetta a noi inserire i nostri figli nella società e farli rispettare per quelli che sono!!
Perdinate lo sfogo.
Saluti:d

ripeto, non ho visto l'intervista con magalli ma condivido in pieno il discorso "baci", anch'io non lo sopporto proprio e stiamo proprio lavorando da tempo perchè emanuele non dia baci ora che sta crescendo, ho addirittura chiesto espressamente ai nostri amici di non chiedergli piu' il classico "mi dai un bacio?" perche' non lo chiederesti mai a un ragazzino di 12 anni! Come a un ragazzino di 12 anni non direi mai di dare dei baci per salutare figuriamoci ad una ragga di 26! A meno che lei spontaneamente non lo faccia ma molto meglio un bel saluto con la mano!

giuly
30-03-2011, 19:25
Condivido tutto ciò che ha detto Loredana, ha espresso perfettamente il mio pensiero.
Anche a me l'intervista non è piaciuta, mi ha messo tristezza vedere questa ragazza, che pure ha raggiunto un obiettivo molto ambizioso, non fare un discorso, non parlare dei suoi sentimenti o di ciò che le è costato tagliare questo traguardo.
Ho in mente alcuni ragazzi con la sdd che ho conosciuto che non hanno ottenuto la laurea ma avrebbero fatto una splendida figura e lasciato di stucco gli interlocutori per le capacità oratorie e la sagacità delle loro affermazioni ;)
Fino ad ora con Adriano ci siamo dedicati ad altri obiettivi... purtroppo non si può fare tutto, quindi ci siamo lasciati guidare da lui e dai suoi interessi, oltre che dal nostro buon senso... spero che si riveli la scelta giusta anche in futuro... se poi lui ci dirà che vuole dirigersi in altre direzioni, valuteremo insieme se ne varrà la pena e se sarà possibile lo asseconderemo.

Fraegio
30-03-2011, 22:09
... ero a casa perchè Giovanni era ammalato e mia madre mi chiama per dirmi che c'è Giusy in televisione da Magalli, accendo veloce perchè volevo proprio sentire e vedere questa ragazza....
... purtroppo è stata un intervista davvero triste. Magalli non le ha mai dato il tempo di rispondere, come sappiamo i nostri ragazzi hanno i loro tempi.
Magalli cercava di spronarla dicendo, bene che voto hai preso? Lei non diceva nulla nell'immediato e lui cen...., cen..., poi interveniva il papà che si vedeva voleva fare buona impressione, dare un messaggio positivo.

Insomma una pena. Per poi concludere con il papà che dice vabbè adesso non vuole rispondere, e che comunque la sfera emotiva è quella che è più sviluppata in lei e così Magalli dice: "spero che un domani vorrai bene anche a me" (perchè si vedeva che un pò era intimorita da Magalli) ed il papà ma certo dai, dai dai un bacio al Signor Magalli!!!!

Ma insomma è una ragazza di 26 anni mi pare, laureata e gli dici dagli un bacetto!!!
Ecco lì anche io mi sono davvero arrabbiata.

... sto ancora cercando di elaborare quello che ho visto. Non so che dire.

Francesca.

Loredana
31-03-2011, 12:43
....In fondo dovremmo essere un pò più positivi, meno critici nei confronti di questi ragazzi e delle loro famiglie perchè credo che ognuno faccia il percorso in cui crede e quindi va rispettato, poi non so quanti dei nostri ragazzi normo sono felici della loro laurea o servirà loro veramente per il lavoro e nella vita.

Non vorrei essere fraintesa Adriana, la mia non voleva essere assolutamente una critica ai ragazzi ne tantomeno alle famiglie, per carattere sono una persona positiva e non è nella mia indole giudicare le scelte altrui, il mio era semplicemente un pensiero espresso con voi, tra di noi, per esternare una sensazione che mi era rimasta dentro dopo aver visto l'intervista.

riodini
31-03-2011, 13:19
scusa Loredana, la mia non era una critica nei confronti nè tuoi nè di altri ma un'autocritica.
Ho scritto un pensiero che ho posto a me stessa.

paola
31-03-2011, 15:52
Veramente a me non è piaciuto neanche questo servizio linkato qui... o meglio il servizio è fatto bene e che non capisco a che serva una laurea presa "abbastanza" autonomamente (parole di quella penso sia la sua insegnante) :roll: Ma poi quando si va nel mondo del lavoro si può lavorare "abbastanza" autonomamente in quei lavori per cui ci vuole una laurea tipo la maestra?
Non so... mi sembra tanto una cose fine a se stessa... sarò limitata io ma non riesco a capire...

Loredana
01-04-2011, 00:14
Io credo che se un ragazzo normo o uno con la sindrome di down sceglie di studiare per un suo desiderio e ha la volontà e la capacità di arrivare alla laurea debba poterlo fare indipendentemente che quel pezzo di carta poi serva o no a trovare un lavoro.
Studiare non può nuocere, al contrario, apre la mente e tiene in allenamento il cervello,e ad un ragazzo con la sindrome da anche l'opportunità di continuare a stare in mezzo ad altri coetanei, di fare ulteriori esperienze vedi il nostro Luigi Fantinelli, lui desidera laurearsi, non possiamo sapere ora se ci riuscirà o meno ma nel frattempo sta facendo tante esperienze in Italia e all'estero e anche se non dovesse raggiungere l'obiettivo che si è prefisso sarà comunque servito al suo sviluppo personale.
Credo che il compito più difficile per un genitore sai quello di saper distinguere quali sono i reali desideri dei propri figli e le reali capacità a sostenere l'impegno a cui dovrà andare incontro, anche se con l'aiuto di un tutor.
Diversa è l'osservazione di Sandro, la valutazione di 105 può considerarsi vera? Forse meritata per l'impegno e lo sforzo fatto data la particolare condizione del ragazzo ma non credo possa essere considerata uguale al 105 preso da un normodotato specialmente se finalizzata ad un inserimento lavorativo.......chissà se sono riuscita a spiegarmi :confused: il mio titolo di studio e lontano mille miglia dalla laurea..;) :oops:

Loredana
01-04-2011, 00:19
D' altro canto abbiamo anche tante testimonianze che non occorre la laurea per trovare un lavoro, ce l'hanno dimostrato in tanti proprio in questo forum vedi il mitico Dario, Ilaria, Elena....e chissà quanti altri ancora di cui non se ne è parlato :D

drdlrz
01-04-2011, 10:22
il lavoro, come lo studio, per i "nostri eroi" vanno benissimo quando indirizzano verso modalità di vita soddisfacenti e con relazioni umane esterne alla famiglia di discreto livello, quando ti danno uno stimolo positivo per alzarsi al mattino e fare una cosa che ti piace.
In questo senso, ripensandoci, forse va bene anche perseguire il sogno di una laurea, se l'interesse principale del ragazzo è lo studio, a patto però che non si tratti di studiare tutto il giorno a casa escludendo le relazioni ma, anzi, che sia fatto secondo un percorso di ricerca di relazioni significative al di fuori della famiglia (coetanei, insegnanti...).
Per loro, che in fondo se sono "fortunati" da percepire sia la pensione che l'accompagno possono anche permettersi il lusso (un vero lusso oggigiorno!!) di non dover per forza lavorare per vivere, non credo che a tutti i costi si debbano indirizzare tutte le attività verso un orizzonte di produttività. Anche perchè, salvo eccezioni, mi par di capire che la vera produttività lavorativa rimane una chimera.
Perciò, effettivamente, se l'esigenza prende le mosse da un vero interesse del ragazzo e in questo viene accompagnato e guidato ad arricchire i rapporti interpersonali, può avere un senso anche prolungare lo studio oltre le scuole superiori, a prescindere dai risultati effettivi e dalla comparabilità del voto con quello dei normo (che immagino sia a misura delle elementari, dove Lucrezia ha quasi tutti 9, in quarta elementare, pur avendo ancora una certa difficoltà a fare i conti che non stanno sulle dita di una mano ;)).

Loredana
01-04-2011, 11:56
Grazie Cristina! Hai espresso in maniera più chiara e ordinata il mio pensiero, mi trovo in perfetta sintonia con quanto hai scritto :D

Anna Rita Fracchiolla
01-04-2011, 21:38
la valutazione di 105 può considerarsi vera? Forse meritata per l'impegno e lo sforzo fatto data la particolare condizione del ragazzo ma non credo possa essere considerata uguale al 105 preso da un normodotato specialmente se finalizzata ad un inserimento lavorativo

concordo pienamente! E' quello che penso anch'io. Anche a Marco alcuni insegnanti mettono sui pagellini 8 e 9 (ovviamente sono contenta) ma quando chiedo loro spiegazioni pechè mi sembrano un pò alti per le sue capacità al pari degli altri, mi rispondono proprio così, che premiano il suo impegno, la sua buona volontà nel tentare anche le cose più difficili.

riodini
02-04-2011, 10:15
Anch'io concordo pienamente con Cristina perchè è proprio quello che stiamo facendo con Emanuele. A lui piace moltissimo studiare con risultati veramente buoni....perchè non dargli l'opportunità? Proprio mercoledì abbiamo avuto il GLHO dove con nostra sorpresa sono venute non solo le due insegnati di sostegno e l'assistente ma anche l'inegnante di lettere, di matematica, di francese e la preside ed erano tutti molto contenti di come Emanuele si è inserito e come sta lavorando. Dopo le iniziali (notevoli) difficoltà, con il cambio di un insegnate tutto ha preso la giusta strada. ma magari questo non è il post giusto per raccontarvi di queste cose. GIovedì poi siamo andati dal nostro neuropsichiatra privato e ma ci ha fatto una domanda che sembrava non c'entrasse nulla, ci ha chiesto cosa avevamo fatto domenica e noi abbiamo risposto che abbiamo passato una tranquilla domenica in famiglia, con le mie figlie e i mariti, nipotine, etc.. Lui poi mi ha spiegato che ha fatto quella domanda proprio perchè Emanuele ha soprattutto bisogno di tutto ciò che non sia solo "studio". abbiamo parlato molto dei suoi rapporti sociali, di come sia importante che faccia sport, che abbia un gruppo, etc........Poi effettivamente Emanuele a scuola lavora molto, a casa fa gli stessi compiti dei suoi compagni ma è velocissimo, vi assicuro che non perde la vita sui compiti ma fa anche tremila altre cose.

simo74
06-04-2011, 18:15
Mi sono imbattuta casualmente in questo articolo, mi sembrarva interessante divulgare la notizia, anche se pensare a quello che sarà:confused: del mio pinguinetto :pingu:mi mette sempre un pò in ansia....!
Meglio restare con la mente nel qui ed ora!

Non so se qualcuno lo ha gia segnalato ....comunque vi invio il link:

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/394413/

Buona lettura, un saluto affettuoso a tutti,
Simona (vi leggo sempre in silenzio!);)

mela
06-04-2011, 18:42
bello.
Che sguardo, quella ragazza!

Anna211061
06-04-2011, 19:38
Che brava....!!:D che bello.

simo74
06-04-2011, 20:42
Sono decisamente arrivata in ritardo, scusate...solo ora mi sono accorta che la notizia era stata ampiamente discussa e commentata!Sorry:sad:

mela
08-04-2011, 18:55
Sono decisamente arrivata in ritardo, scusate...solo ora mi sono accorta che la notizia era stata ampiamente discussa e commentata!Sorry:sad:

invece io non me ne ero accorta, grazie di averla riproposta.

gabrisco78
13-04-2011, 14:56
i nostri bimbi speciali ci danno la conferma che se stimolati possono raggiungere tanti traguardi..... anche molto importanti e faticosi...... auguri alla neo dottoressa

Ariel
13-04-2011, 18:45
mi chiedo??????

quando iniziano a seguire un percorso didattico come quello degli altri?

da subito o solo arrivati alle superiori?

drdlrz
13-04-2011, 18:59
credo mai, Claudia!

Anna Rita Fracchiolla
13-04-2011, 22:01
credo mai, Claudia!

concordo pienamente!:(

evele
13-04-2011, 22:04
credo mai, Claudia!
Mi associo::D
Ops ho sbagliato..........:ffe:

paola
13-04-2011, 22:07
Che acide disfattiste che siete!!!
Ma perchè i vostri non seguono gli stessi percorsi didattici degli altri? :- :ffds:

mamma lidia
13-04-2011, 22:08
mi chiedo??????

quando iniziano a seguire un percorso didattico come quello degli altri?

da subito o solo arrivati alle superiori?

Io non sono cosi' pessimista.(per drdlrz)
Certo questo è un discorso lungo, ma che varrebbe la pena approfondire.
Diciamo che per chi riesce, è piu' fattibile alle elementari e poi forse, anche alle superiori . Certo credo che si debba parlare sempre comunque di percorso facilitato e semplificato, ma comunque possibile.

Le variabili pero' sono tantissime: come famiglia innanzi tutto bisogna crederci, tirarsi su le maniche , sperare di imbattersi in maestre con la voglia di fare e di collaborare e non da meno sperare in una classe "accogliente".

Non è facile, ma se non in tutto , almeno in parte ce la si puo' fare ;)

In bocca al lupo!

evele
13-04-2011, 22:21
Non credo si debba essere necessariamente "pessimiste" o "passive" se si guarda in faccia la realtà. Io ho poca esperienza, in fondo Eleonora è solo in prima elementare..... ma credo che anche mettendocela tutta non possa, in futuro, seguire un programma didattico come i suoi compagni. E sinceramente non me la sento di obbligarla a seguirlo a discapito del suo equilibrio emotivo. Ammiro i genitori di questa ragazza che si è laureata, ammiro anche lei e spero abbia potuto godere della sua infanzia, adolescenza con tutti i lati positivi e negativi.

evele
13-04-2011, 22:26
sperare di imbattersi in maestre con la voglia di fare e di collaborare e non da meno sperare in una classe "accogliente".

Più una Dirigente lungimirante, un Provveditorato collaborativo, E la Fata Turchina (Maria Star) che faccia funzionare oltre che la bacchetta ... il cervello ...... sto scherzando!!! Facciamo un passo alla volta, in primis, come dici tu, la famiglia deve rimboccarsi le maniche e non arrendersi mai, poi ..............

Ariel
14-04-2011, 11:09
me lochiedeo perché in altri forum miè capitato di leggere di insegnanti che raccontavano di pinguini che non seguivano un programma ad hoc che i genitori volevano quello della classe vistoche il figlio ce la faceva anche se con grande sforzo
e la cosa mi stupiva un po' almeno vista rapportata a jonny che è indietro indietro indietro :rolleyes:

drdlrz
14-04-2011, 11:42
Io non sono cosi' pessimista.(per drdlrz)
Certo questo è un discorso lungo, ma che varrebbe la pena approfondire.
Diciamo che per chi riesce, è piu' fattibile alle elementari e poi forse, anche alle superiori . Certo credo che si debba parlare sempre comunque di percorso facilitato e semplificato, ma comunque possibile.

penso che stiamo dicendo la stessa cosa. Il programma degli altri non potranno seguirlo mai, semplicemente perchè ci sono dei limiti oggettivi che tutti hanno (chi più, chi meno), soprattutto in materie come la matematica.
Per questo, per tagliare la testa al toro, ho detto che seguire il programma degli altri (nel senso di apprendere come gli altri, fare le verifiche con le modalità degli altri, studiare con le modalità degli altri, esporre oralmente al livello medio degli altri) secondo me è escluso, sempre, per tutti.
Poi, se vogliamo dire che si possono usare gli strumenti degli altri per raggiungere obbiettivi personali e comunque utili, sono perfettamente d'accordo con te! :)

riodini
14-04-2011, 11:46
Io non sono cosi' pessimista.(per drdlrz)
Certo questo è un discorso lungo, ma che varrebbe la pena approfondire.
Diciamo che per chi riesce, è piu' fattibile alle elementari e poi forse, anche alle superiori . Certo credo che si debba parlare sempre comunque di percorso facilitato e semplificato, ma comunque possibile.

Le variabili pero' sono tantissime: come famiglia innanzi tutto bisogna crederci, tirarsi su le maniche , sperare di imbattersi in maestre con la voglia di fare e di collaborare e non da meno sperare in una classe "accogliente".

Non è facile, ma se non in tutto , almeno in parte ce la si puo' fare ;)

In bocca al lupo!

voglio condividere la mia personale esperienza se può aiutare qualcuno.
Emanuele ora ha 12, frequenta la prima medie e fa lo stessoprogramma della classe.
Come ci siamo arrivati?
Siamo arrivati a metà anno della terza elementare che ancora non gli facevano fare quasi nulla, lui andava a scuola mal volentieri e ero più che certa che avesse più capacità di quelle che dimostrava (o aveva l'opportunità di dimostrare) a scuola. Abbiamo iniziato il percorso privato della Comunicazione facilitata alternativa aumentativa. Questa ci ha permesso di capire quanto effettivamente aveva dentro Emanuele. Il percorso è stato lungo e faticoso per me perchè il programma di terza glielo ho fatto fare io a casa con strumenti alternativi che mi hanno insegnato al centro dove porto Emanuele. All'inizio della quarta Emanuele ha iniziato anche a scuola a fare decisamente di più (senza C,F. solo con diverse strategie e strumenti). Purtroppo Emanuele ha avuto delle elemntari difficili per il continuo cambio di insegnanti e gli insegnanti di classe che non si facevano carico di lui. Quest'anno, prima media, tutto è cambiato, gli insegnanti credono in lui anche perchè vedono i risultati e vi assicuro che i voti che prende sono tutti suoi non regalati. A scuola non usa la Comunicazione facilitata ma su suggerimento nostro e degli specialisti che lo seguono nonchè la grande disponibilità degli insegnanti di sostegno Emanuele fa proprio lo stesso identico programma della classe in tutte le materie. è indietro solo in matematica perchè alle elemntari non ha mai fatto niente, comunque fa già le espressioni, le frazioni, etc.Bisogna che noi per primi ci crediamo e diamo loro l'opportunità di dimostrare ciò che veramente possono fare, ovviamente ciascuno nella propia misura come nella normalità. Emanuele è felicissimo, va a scuola volentieri, fa tutti i compiti, studia ma anche gioca, si diverte.Le relazioni con i compagni sono finalmente buone perchè mediate dagli adulti, lui si sente gratificato e vi assicuro che sembra un altro ragazzino in questi ultimi mesi. Abbiamo fatto il GLHO dove gli insegnanti hanno esplicitamente detto alla neuropsichiatra che segue il programma della classe. Fatica, impegno, energie spese di tuti i tipi (anche economiche) ma vi assicuro che ne vale la pena, vederlo così felice ci ripaga di tutto.

paola
14-04-2011, 12:03
e la cosa mi stupiva un po' almeno vista rapportata a jonny che è indietro indietro indietro :rolleyes:
Non ti preoccupare che stai in buona compagnia ;)

Laura74
14-04-2011, 12:36
Non ti preoccupare che stai in buona compagnia ;)

lety ha un programma semplificato anche alla materna:(:(
certo le linee del programma sono le stesse ma le modalità completamente differenti:confused:

pamela
14-04-2011, 12:48
lety ha un programma semplificato anche alla materna:(:(
certo le linee del programma sono le stesse ma le modalità completamente differenti:confused:

anche Angie...

paola
14-04-2011, 15:26
E' qualche giorno che volevo condividere delle nuove riflessioni e domande a riguardo dopo avervi letto sul discorso "laurea" come strumento di gratificazione personale, che è giustissimo e lo condivido nella misura in cui è la laure l'oggetto ultimo della gratificazione del ragazzo, intesa come realizzazione del sogno. Però quello che mi lascia l'amaro in bocca e poi sentire (e sarei curiosa di sapere se qualcuno di voi la pensa diversamente) che il prossimo sogno, indicato tra l'altro come se fosse un qualcosa di possibile, è quello di poter fare la maestra.
Ora con tutto l'ottimismo che posso metterci mi rimane difficile pensare ad una maestra Down che rimane sola con 20/30 bambini che ha avuto necessità dell'aiuto pure per fare la tesi: ma voi i vs figli glieli affidereste alla ragazza del servizio? secondo voi è un sogno realizzabile?

Io, onestamente, non penso gli affiderei i miei figli e come madre mi domando, ma è giusto farle pensare che ciò un giorno possa avvenire? non è un crearle un'illusione irrealizzabile?
Avrei capito di più un discorso del tipo voglio lavorare a contatto con i bambini, e di persone Down che hanno visto realizzato questo di sogno ce ne sono, magari come bidelli o aiuto mensa o comunque con mansioni semplici che non implichino la piena responsabilità che ne consegue dall'affidamento di un minore, e sono persone che lo fanno consapevolmente, è così mostruoso cercare di tarare gli obiettivi e i sogni su cose più umili ma rispondenti alle effettive potenzialità dei nostri figli? :roll:

Laura74
14-04-2011, 15:38
Concordo con Paola: aldilà dell'eventuale preparazione (se ha avuto necessità del sostegno come fa ad essere un'eventuale maestra prevalente;)) anche io sinceramente come genitore avrei delle serie perplessità ad affidare mio figlio ad una maestra con sdd...sono razzista forse:rolleyes:??

con questo credo che sia giusto far seguire un proprio sogno, l'importante è che poi qs. non diventi un'arma a doppio taglio a livello emotivo.
Se così fosse, sempre come madre ma stavolta di una bimbetta con sdd, cercherei di ridimensionare il sogno su un piano di estremo realismo, per evitare inutli sofferenze. O cercherei di dare un altro significato a quel sogno: quindi si all'eventuale laurea (:rolleyes::rolleyes: che vedo dura visto la differenziazione del programma già alla materna;)) ma per una soddisfazione pesonale e non come trampolino di lancio per il lavoro:(

Anna Rita Fracchiolla
14-04-2011, 18:39
tantissimi complimenti ad Emanuele e a voi per averlo supportato, ma in poche parole in cosa consiste la "comunizione facilitata"????:confused:
Marco è in 2 media (dopo avergli fatto ripetere volutamente la 5) e il suo programma è simile a quella di sua sorella che frequenta la 4. Per cui non c'è assoluta corrispondenza con i programmi della classe, nonostante io lo faccia seguire privatamente da una pedagogista da quando aveva meno di 1 anno. I risultati ci sono, l'impegno anche, le gratificazioni scolastiche pure, ma non c'è paragone con i suoi compagni anche se lui segue tutte le materie con relative verifiche in classe dei professori titolari. Ma a me va bene così!

Anna Rita Fracchiolla
14-04-2011, 19:14
ma voi i vs figli glieli affidereste alla ragazza del servizio? secondo voi è un sogno realizzabile?



anch'io non accetterei una insegnante down per i miei figli, realisticamente noi vogliamo il meglio per tutti loro e diciamocelo tranquillamente i nostri pinguini non sono il massimo. E poi mi chiedo ma quanta consapevolezza aveva questa ragazza della parola del significato di "laurea"?! E' partito veramente tutto da lei o dai genitori che volevano dimostrare al mondo che anche una ragazza down poteva raggiungere gli obiettivi di una normo?
Bha, a me basta che Marco impari a leggere e scrivere e fare i conti, non cerco uno scienziato, nè un caso da dover vantare. Infine io credo che non bisognerebbe incoraggiare i loro desideri quando noi ci rendiamo conto di quanto siano difficili o irraggiungibili per loro, credo che provocherebbero una delusione e un danno maggiore, meglio restare ancorati alla realà. Piccolo esempio: Marco vorrebbe fare da anni brekdance, ma sapendo quanto sia lento e goffo per una disciplina decisamente molto molto movimentata gli ho spiegato che non sarebbe facile per lui e che può riuscire meglio in altro, non è meglio spiegargli la realtà che rendolo poi ridicolo agli occhi di altri? Io credo che questa mia scelta sia il male minore!

Sergio
14-04-2011, 19:26
La discussione capita a fagiolo,in questo momento sono davanti a un dubbio perme amletico:Giorgio frequenta il secondo anno di un istituto professionale con indirizzo economico aziendale,naturalmente ha un PEi tarato sui suoi obbiettivi diversi dalla classe,ad es.in economia uso dell'euro e carico e scarico del materiale,....ora mi trovo davanti ad un bivio e cioè fargli continuare questa scuola pur sapendo che dalla quarta non avrà più l'educatrice( il comune dice che dopo i 18 anni non la darebbe più e il prossimo anno lui prenderebbe la qualifica)che lo supportava molto(15 ore) anche sul piano didattico e affidarlo all'insegnante di sostegno(9 ore su una frequenza di 30 ore)chiedendo agli insegnanti curricolari si ''mettersi in gioco''di più,gli insegnanti sono disponibili ma..''signora qua siamo alle superiori,la classe è difficile......''perciò sarebbe a scuola contando su degli insegnanti curricolari che abbiano la voglia di ''fare'';certo potrebbe maturare in socialità ma la didattica.....

L'alternativa prevede che dal prossimo anno scolastico si iscriva ad un corso regionale dove si punta sulle abilità lavorative spendibili in un eventuale luogo di lavoro ma....poca didattica e visto che il corso è per ragazzi disabili troverebbe modo di confrontaarsi solo con loro,a me sarebbe piaciuto farlo rimanere ancora per un anno nell'istituto che frequenta ma questo precluderebbe lo possibilitàin futuro di frequentare questo corso poichè la regione mette dei vicoli precisi per il loro ingresso.

Mi sento presa tra due fuochi:la voglia di farlo stare ancora in una scuola ''normale'' a scapito degli apprendimenti o la consapevolezza che comunque vada lui dovrà confrontarsi con i suoi ''pari'' intesi come ragazzi disabili,so che è impossibile dare consigli ma volevo solo sfogarmi un po',certo che se avete qualche idea fatemela sapere magari qualche riflessione su aspetti da me non considerati mi possono aiutare a sbrogliare la matassa.Antonella mamma di Giorgio

GIUSI
14-04-2011, 22:32
Io spero molto che Mirco possa lavorare da grande.....perciò punterei sul corso che ha lo sbocco lavorativo.Ma molte cose le ignoro ovviamente ...... perciò non prenderlo proprio come un consiglio ;)

GIUSI
14-04-2011, 22:47
Io, onestamente, non penso gli affiderei i miei figli e come madre mi domando, ma è giusto farle pensare che ciò un giorno possa avvenire? non è un crearle un'illusione irrealizzabile?
Avrei capito di più un discorso del tipo voglio lavorare a contatto con i bambini, e di persone Down che hanno visto realizzato questo di sogno ce ne sono, magari come bidelli o aiuto mensa o comunque con mansioni semplici che non implichino la piena responsabilità che ne consegue dall'affidamento di un minore, e sono persone che lo fanno consapevolmente, è così mostruoso cercare di tarare gli obiettivi e i sogni su cose più umili ma rispondenti alle effettive potenzialità dei nostri figli? :roll:
Anch'io non affiderei i miei figli.E come genitori abbiamo il dovere di non creare illusioni.....le illusioni sono emozioni distruttive.
Anche a me ha colpito il suo sogno.....ma mi è anche stato detto che ha voluto laurearsi in quel campo perché non aveva potuto farlo sua sorella.Forse è stato fatto tutto per amore........ma è doveroso tener conto delle responsabilità verso terzi.
A volte penso alle paternità o maternità dei nostri pinguini.Se fisicamente è possibile... credo che sia impossibile per il discorso crescita e cura dei figli.Dovrebbe sempre esserci qualcuno a prendersi cura del bimbo........(francamente per dare la possibilità a mio figlio di essere padre mi piacerebbe essere immortale).......ma è solo fantasia :(

mela
14-04-2011, 22:57
Ora con tutto l'ottimismo che posso metterci mi rimane difficile pensare ad una maestra Down che rimane sola con 20/30 bambini che ha avuto necessità dell'aiuto pure per fare la tesi: ma voi i vs figli glieli affidereste alla ragazza del servizio? secondo voi è un sogno realizzabile?


Ma ovviamente nn si può immaginare che questa diriga da sola una classe. Ora io nn la conosco nè ho visto il servizio...mi viene da pensare che una donna down di 'altro profilo' potrebbe lavorare in una materna come aiuto educatrice, cioè collaborare con le educatrici della scuola ma mai da sola con una classe o con soggetti potenzialmente difficili.

Certo, la laurea in lettere boh...non so come possa aiutarla...comunque se lei è contenta del risultato, tanto di cappello.

X ARIEL : anche noi non seguiamo il programma della classe ma uno semplificato ..siamo down doc!!! ;-)

pamela
15-04-2011, 12:48
Ora con tutto l'ottimismo che posso metterci mi rimane difficile pensare ad una maestra Down che rimane sola con 20/30 bambini che ha avuto necessità dell'aiuto pure per fare la tesi: ma voi i vs figli glieli affidereste alla ragazza del servizio? secondo voi è un sogno realizzabile?
:roll:

sinceramente io davo per scontato che comunque non sarebbe mai stata sola, ma che affiancherà l'insegnante....non mi sembra possibile, per quanto possa essere sveglia, che possa gestire una classe da sola (a volte fanno fatica le insegnanti a 46 cromosomi...)...

uncantodilode
16-04-2011, 15:48
Scusatemi ho voluto aspettare e contare fino a 10.000 prima di rispondere ma alla fine non ce l'ho fatta e ....forse sarò arrivata si e no a 1000 ma devo subito rispondere!
Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo??????
Se noi per primi non crediamo alle capacità dei nostri figli come possiamo pretendere che ci credano gli altri che non li conoscono e credono ancora che il termine down sia sinonimo di ,scusatemi per il termine crudo cattivo ma sopratutto falso,"deficiente"?
Invece di rallegrarci per il traguardo raggiunto da Giusy ci chiediamo se lei abbia avuto la coscienza di essersi laureata ,ma secondo me ha più consapevolezza lei di coloro i quali credono che lei non ne abbia perchè prigionieri delle loro paure e dei loro pregiudizi.Diciamo che vogliamo portare i nostri figli all'autonomia e quando questi desiderano farlo e s'impegnano con tutte le loro forze per ottenere risultati ,noi cosa facciamo?Ci accorgiamo che sono "diversi"e gli tarpiamo le ali,così non soffriranno in seguito,quando si accorgeranno di non essere adatti,scusatemi ma questo discorso mi sembra tanto simile a chi dice:"io abortisco mio figlio per non farlo soffrire"!Io sono un'insegnante e credetemi di insegnanti incapaci che non hanno "insegnato"nulla di buono agli alunni,cioè non hanno saputo tirare fuori dall'animo degli alunni ciò che di buono avevano,ne ho visti molti,forse avere un'insegnante down significherebbe fare poco dal punto di vista nozionistico e didattico ma fare tanto dal punto di vista umano ed è questo quello che io auspico per i miei figli normo e down:che abbiano dei docenti che li aiutino nel loro cammino di uomini e donne ,capaci di amare e relazionare col mondo intero senza pregiudizi e luoghi comuni.

paola
16-04-2011, 16:59
Scusatemi ho voluto aspettare e contare fino a 10.000 prima di rispondere ma alla fine non ce l'ho fatta e ....forse sarò arrivata si e no a 1000 ma devo subito rispondere!

Forse dovresti iniziare a chiederti perche ti sei arrabbiata tanto...
L'hai visto il servizio quello completo prima che lo togliessero? Conosci la ragazza? cosa intendi tu per autonomia?
Per me l'autonomia non è prendersi una laurea CON AIUTO, o saper mettere la tavola, ed è quella che spero mio figlio un giorno avrà, ma per averla deve essere consapevole di quello che può e non può fare, e raggiungere traguardi adeguati a loro per poi poter fare le cose da soli, se poi vogliamo continuare a credere che la sindrome di Down è solo sinonimo di diversità e non di "ostacolo"... liberi di farlo: possiamo pure sperare di farli diventare ingegneri e fare di tutto x farceli diventare, però non ci aspettiamo che dopo progettino case...
Faccio la domanda anche a te: i tuoi figli in una classe che la ragazza dovrebbe gestire DA SOLA li metteresti? Gli insegnanti stanno da soli mica hanno il sostegno a se stessi!
Questo non è non credere nelle potenzialità dei nostri figli, ma è avere un minimo di oggettività, poi per carità ognuno é libero di pensare che davvero i nostri figli non hanno nessun problema se non il fatto che imparano tutto (laurea compresa e mestieri compresi) quello che possono imparare gli altri solo un po' più lentamente, questa mi è sempre parsa una bella favoletta lenitiva, ma poco corrispondente a realtà. Poi ognuno può vederla come gli pare, l'importante è che poi sia in grado di ascoltare le esigenze dei propri figli e fare del suo meglio per loro. Comunque ripeto bisognerebbe capire perchè l'opinione dell'altro ci dà tanto fastidio (quando ce lo dà ;))

paola
16-04-2011, 17:07
Un'altra cosa...

questo discorso mi sembra tanto simile a chi dice:"io abortisco mio figlio per non farlo soffrire"!
No non è per niente uguale ma è uguale a quello "io non abortisco mio figlio perchè penso che abbia il diritto di vivere indipendentemente da ciò che imparerà a fare e gli vorrò bene lo stesso anche se non imparerà neanche a camminare"

mela
16-04-2011, 17:21
Scusatemi ho voluto aspettare e contare fino a 10.000 prima di rispondere ma alla fine non ce l'ho fatta e ....forse sarò arrivata si e no a 1000 ma devo subito rispondere!
Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo??????
Se noi per primi non crediamo alle capacità dei nostri figli come possiamo pretendere che ci credano gli altri che non li conoscono e credono ancora che il termine down sia sinonimo di ,scusatemi per il termine crudo cattivo ma sopratutto falso,"deficiente"?
Invece di rallegrarci per il traguardo raggiunto da Giusy ci chiediamo se lei abbia avuto la coscienza di essersi laureata ,ma secondo me ha più consapevolezza lei di coloro i quali credono che lei non ne abbia perchè prigionieri delle loro paure e dei loro pregiudizi.Diciamo che vogliamo portare i nostri figli all'autonomia e quando questi desiderano farlo e s'impegnano con tutte le loro forze per ottenere risultati ,noi cosa facciamo?Ci accorgiamo che sono "diversi"e gli tarpiamo le ali,così non soffriranno in seguito,quando si accorgeranno di non essere adatti,scusatemi ma questo discorso mi sembra tanto simile a chi dice:"io abortisco mio figlio per non farlo soffrire"!Io sono un'insegnante e credetemi di insegnanti incapaci che non hanno "insegnato"nulla di buono agli alunni,cioè non hanno saputo tirare fuori dall'animo degli alunni ciò che di buono avevano,ne ho visti molti,forse avere un'insegnante down significherebbe fare poco dal punto di vista nozionistico e didattico ma fare tanto dal punto di vista umano ed è questo quello che io auspico per i miei figli normo e down:che abbiano dei docenti che li aiutino nel loro cammino di uomini e donne ,capaci di amare e relazionare col mondo intero senza pregiudizi e luoghi comuni.

intanto chi ti dice che un insegnante down significhi fare tanto dal punto di vista umano?
Potrebbe non essere in grado di trasmettere ciò che ha dentro o potrebbe essere umanamente poco valido: mica sono umanamente perfetti, i down..anche loro hanno pecche e difetti, come tutti.
Comunque cerchiamo di aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà: ci sono attività e mestieri che mio figlio nn potrà fare e questo nn significa affatto non credere nelle sue capacità. Nelle SUE CAPACITA' , appunto: non in quelle che io vorrei che avesse e che invece non ha.
E' anche una questione di rispetto nei suoi confronti: capire i suoi limiti e portarlo con serenità fin dove può arrivare, non certo lanciarlo verso obiettivi che nn può raggiungere.
E tutto questo non ha niente a che vedere con il discorso penoso dell'aborto, non vedo cosa possa entrarci. Invece, se devo dirla tutta, penso che chi spinge i figli fino all'impossibile per far raggiungere loro traguardi che poco hanno di utile nella realtà , lo fa per soddisfare il proprio ego e la propria vanità di genitore ferito nell'orgoglio, non certo per il bene del proprio figlio.
Quanto avrà dovuto sacrificare quella ragazza in termini di vita sociale per raggiungere l'obiettivo della laurea?
Cosa serve di più: vivere esperienze in mezzo al mondo reale o rinchiudersi a studiare per un titolo che nella pratica servirà a ben poco?

uncantodilode
16-04-2011, 17:30
Penso di avere detto ciò che non mi è piaciuto e cioè il fatto di non credere tanto alla laurea di questa ragazza ,di criticare il fatto che lei volesse in qualche modo insegnare ai bambini ma sopratutto al fatto di mettere in dubbio che lei potesse avere coscienza di essersi laureata.
Se qualcuno dovesse avere qualche dubbio sulla capacità di coscienza di sè delle persone con sdd,suggerirei di andare a guardarei la puntata di "A Sua immagine "del gennaio del 2010,puntata incentrata sulla "scelta" di Cristina Acquapace. Se si è capaci di avere la profondità che ha dimostrato di avere Cristina non vedo come si possano avere dubbi a riguardo,certo le dita della mano non sono tutte uguali,ma anche noi "normo"non siamo tutti belli,bravi ed intelligenti alla stessa maniera.

mela
16-04-2011, 17:32
ognuno é libero di pensare che davvero i nostri figli non hanno nessun problema se non il fatto che imparano tutto (laurea compresa e mestieri compresi) quello che possono imparare gli altri solo un po' più lentamente,

Beh , se fosse vera questa storia, il sito e tutte le associaz di genitori, gli aiuti vari ecc ecc cosa ci starebbero a fare????? Basterebbe 'aspettare'....

mela
16-04-2011, 17:37
,puntata incentrata sulla "scelta" di Cristina Acquapace. Se si è capaci di avere la profondità che ha dimostrato di avere Cristina non vedo come si possano avere dubbi a riguardo,certo le dita della mano non sono tutte uguali,ma anche noi "normo"non siamo tutti belli,bravi ed intelligenti alla stessa maniera.

Cristina è splendida, io ci farei la firma che mio figlio fosse così, peròanche lei ha dei limiti di cui è perfettamente conscia.
Tant'è (e questo lo aggiungo io e si tratta di una mia conclusione personale ) che lei comunque, nonostante sia consacrata, vive in casa con la sua famiglia.
E poi nn si tratta di avere o non avere profondità o intelligenza.
Un'insegnante di classe deve avere 'l'occhio lungo' sulle situazioni, prontezza di riflessi e di parola, autorevolezza ecc ecc a volte faticano le insegnanti normalissime con anni e anni di esperienza...fare l'insegnante è un lavoro molto difficile e di responsabilità. Non bastano la laurea e la buona volontà.

evele
16-04-2011, 17:52
Penso di avere detto ciò che non mi è piaciuto e cioè il fatto di non credere tanto alla laurea di questa ragazza ,di criticare il fatto che lei volesse in qualche modo insegnare ai bambini ma sopratutto al fatto di mettere in dubbio che lei potesse avere coscienza di essersi laureata.
Se qualcuno dovesse avere qualche dubbio sulla capacità di coscienza di sè delle persone con sdd,suggerirei di andare a guardarei la puntata di "A Sua immagine "del gennaio del 2010,puntata incentrata sulla "scelta" di Cristina Acquapace. Se si è capaci di avere la profondità che ha dimostrato di avere Cristina non vedo come si possano avere dubbi a riguardo,certo le dita della mano non sono tutte uguali,ma anche noi "normo"non siamo tutti belli,bravi ed intelligenti alla stessa maniera.
Conosco personalmente Cristina, non la ragazza che si è laureata. Mi sento di dire però che non si possono paragonare le due ragazze. La consapevolezza di una persona va aldilà di una laurea. Sinceramente non sò fino a che punto la laurea era un desiderio di Giulia, (credo si chiami così!), perchè da quel poco che ho potuto vedere in televisione, mi è sembrato che fosse il desiderio dei genitori. E' difficile poter dare un parere su una situazione che si conosce solo attraverso i media, perchè sappiamo tutti quanto queste cose siano "addomesticate".

paola
16-04-2011, 18:30
Conosco personalmente Cristina, non la ragazza che si è laureata. Mi sento di dire però che non si possono paragonare le due ragazze.
Infatti... Cristina parla lei alle trasmissioni e Marilena é tra il pubblico. E ti dirò di più é proprio per l'aver conosciuto e parlato con Cristina ed altri che quel che ho visto in tv su questa ragazza non mi é piaciuto, e la discussione era sul caso specifico ;)

Fraegio
16-04-2011, 19:17
... io penso che quello che voleva dire la mamma di Emi è che non bisogna viaggiare con il freno a mano tirato perchè si ha paura di andare a sbattere.
Certo non si andrà a sbattere ma non si riuscirà nemmeno ad andare da altre parti.

Io ho visto la trasmissione di Magalli e non mi è piaciuta.

Ma mai e poi mai smetterò di pensare che Giovanni possa arrivare dove vuole, sarò anche utopica, ma tutto quello che faccio e farò sarà cercare di dargli tutti gli strumenti necessari per riuscire a fare ciò che desidera.

Già ha avuto la sfortuna di nascere con la zavorra e io non sarò certo responsabile di aggiungere altro peso.

Da qualche parte ho letto questa frase di Pablo Pineda, «Metterci sempre, in quello che si fa, tutta l'illusione; non solo quando le cose vanno bene».

Che se ci pensate bene, da un punto di vista di una generazione fà o due, anche tutte noi siamo delle illuse, perchè una generazione fà o due non era nemmeno pensabile che i nostri bambini potessero, frequentare la scuola, suonare uno strumento, prendere un autobus, avere un lavoro, avere una vita sociale ..... insomma tutte le vite che voi ogni giorno raccontate!!! :)

Francesca

drdlrz
16-04-2011, 20:48
... io penso che quello che voleva dire la mamma di Emi è che non bisogna viaggiare con il freno a mano tirato perchè si ha paura di andare a sbattere.

sì, certo, il ragionamento è giusto e comprensibile, ed è stato quello che in questi ultimi decenni ha fatto correttamente progredire la qualità di vita e l'autonomia delle persone con sdd. Da persone istituzionalizzate, tenute nascoste in casa o comunque non stimolate in quanto nessuno aveva fiducia in loro, si è arrivati ad avere persone semi-autonome e capaci di avere relazioni significative con gli altri.
Ora il rischio è forse quello di non riuscire a rallentare per tenere conto dei limiti oggettivi derivanti dalla sdd. Un po' come i limiti umani nei record di corsa o salto in alto... siamo arrivati quasi all'asintoto, se vuoi progredire troppo in fretta ti serve il doping...
Come con il doping, con le persone, semplici e non, c'è da stare attenti a forzare troppo, per il rischio di arrivare a disturbi psichiatrici che magari non si sarebbero verificati con uno stile di vita più consono alla persona in questione.
Questo sul versante delle richieste.
Poi c'è il capitolo delle illusioni... anche qui il confine è lasco... con i "nostri" non possiamo creare illusioni come la genitorialità o mestieri come la maestra gestiti in autonomia. Non possiamo però nemmeno frantumare queste illusioni troppo violentemente o prematuramente.
Possiamo, però, cercare di soddisfare i bisogni che stanno alla loro base.
L'istinto materno può essere soddisfatto facendo la zia, la sorella maggiore, prendendosi cura degli animali... la voglia di fare la maestra idem, facendo la vice-baby sitter o, nei casi migliori, l'aiuto-maestra.
Anche per me è scontato che un mestiere difficile come fare la maestra non può essere svolto in piena autonomia da una persona con sdd. Anche nei rarissimi casi in cui il livello cognitivo può essere all'altezza, magari non lo sono la prontezza di riflessi o la capacità di pensare a cosa possa succedere con uno strumento, valutare la pericolosità di una situazione... un po' come il discorso della guida e della patente, che il problema non è capire come funzionano freno e frizione, ma è di saper gestire situazione di pluristimolo e di pericolo incombente.

Anna Rita Fracchiolla
16-04-2011, 22:06
al fatto di mettere in dubbio che lei potesse avere coscienza di essersi laureata.


mi rendo perfettamente conto di quello che ho detto nella stessa maniera in cui penso che per ognuno di noi il fatto di avere o no la laurea non lo renda certo più istruito o ideneo a svolgere mansioni di responsabilità. Io penso che per questa ragazza il diploma o la laurea non avrebbe fatto molta differenza se il suo desiderio era inserirsi nel lavoro nell'ambito scolastico, per esempio ci sono corsi che permettono poi di farlo come aiuti in asili o simili. La laurea credo che abbia soddisfatto più i genitori e questo non vuol assolutamente dire non credere nelle possibilità dei nostri figli ma di crederci in maniera "reale". Non ricordo quanti anni ha tuo figlio ma il mondo della scuola fa emergere notevolmente le loro lacune e voler equiparare questa laurea a quella degli altri mi sembra una favola. Ognuno lo pensa a suo modo ma io non vivo di illusioni, vivo con i piedi per terra e cerco di rendere mio figlio autonomo e felice senza pretendere il "plus" che potrebbe andare a discapito della sua serenità.

GIUSI
17-04-2011, 00:22
E' anche una questione di rispetto nei suoi confronti: capire i suoi limiti e portarlo con serenità fin dove può arrivare, non certo lanciarlo verso obiettivi che nn può raggiungere.


è così che non li trattiamo da diversi.....questo aspetto li rende uguali ai loro fratelli e sorelle...

Anna211061
17-04-2011, 14:57
personalmente non posso dire nulla al riguardo,non posso giudicare perchè non conosco la ragazza...come molti di voi.
quindi le mie sono ipotesi,non so se fosse un suo desiderio o un desiderio dei suoi genitori ma mi chiedo quant ragazzi "normodotati" che si laurano lo facciono x una loro scelta e quanti per rendere felici i genitori....??????????????????
non so se si sia davvero come dite sacrificata o no nella socializazzione,non lo so perchè non vivo con lei non la conosco non so..però credo che comunque sia per ricevere una laurea che tu sia normodotato o disabile dicerto c'è un impegno dicerto questa ragazza ha studiato,e anche tanto.
e non riesco a pensare che non fosse consapevole di quello che faceva,
come dice qualcuno...o ha detto...
se avete letto l'intervista quando da bambina ha detto
IO NON SONO DOWN per me ha già detto tutto,siamo noi a mettere su etichette ai nostri figli eppure siamo consapevoli che si tutti hanno la sdd ma non tutti i down sono uguali e se in lei il ritardo fosse davvero lievissimo?non lo so ma quella frase detta da una bambina di 7 anni mi ha colpito.(e immagino chissà quanto avrà sofferto)
forse avrà come dite voi difficoltà a spiegarsi o avrebbe difficoltà a inseganre per problemi di linguaggio questo non lo so ,non so com'è cosa dice e cosa no, non so quali siano le sue reali difficoltà,come ho detto non la conosco,
ma forse potrebbe trovare un altro modo per insegnare...
e un ultima cosa non avrei nulla da ridire se a insegnare fosse lei....se lo fa bene e sa fare il suo mestiere non sono io a dire cosa deve o non deve fare....non la conosco e non lo so, ma se fosse davvero brava? quanti insegnati normodotati sono bravi??
non so come sarà o cosa vorrà fare il nsotro bambino in futuro come per tutti i bambini lasciermo che segua le sue inclinazioni...
non mi interessa si laurei se non lo rende felice ma se questo dovesse essere il suo sogno e non il nostro che ben venga....
se invece non vorrà o non potrà farlo ,farà altro....
ci sono tante cose che si possono fare....
ma questo dovrebe valere per tutti i figli....ripettare i loro desideri...e aiutarli a seguire le loro inclinazioni...
un ultima cosa se dovesse un giorno insegnare questa ragazza anche una sola materia e sapessimo che insgena al apri di altri non vedo perchè non dovrebbe insegnare a tutti.(compresi i nostri figli)
se poi invece decideranno che sarà solo di aiuto alla classe con un insegnate perchè effetiviamente non può farlo da sola,mi starebbe bene e non avrei acora nulla da dire se capitasse a insegnare a mio figlio anche solo come aiuto ... non siamo noi a doverlo decidere ma chi dovere e comunque in questo momento penso solo a quanto sia bello questo suo momento tutto il resto si vedrà.
spero di non aver offeso nessuno ma anche io volevo esprimere i miei pensieri.

Anna Rita Fracchiolla
17-04-2011, 20:33
io dico solo che essere la seconda persona in Italia e la terza in Europa ad aver raggiunto una laurea vorrà pur dir qualcosa, vorrà pur significare che le persone down hanno difficoltà a raggiungere tali risultati, o no? Poi se vogliamo credere alle favole, metterci i prosciutti sugli occhi allora possiamo immaginarceli ingegneri, architetti, professori, medici ecc. ecc. Sarà ma io mi rendo conto con profondo dispiacere che sindrome di down è ritardo psicomotorio e vivo ancorata alla realtà, quando questi casi non saranno più mosche bianche sicuramente mi ricrederò.

mela
17-04-2011, 22:34
quindi le mie sono ipotesi,non so se fosse un suo desiderio o un desiderio dei suoi genitori ma mi chiedo quant ragazzi "normodotati" che si laurano lo facciono x una loro scelta e quanti per rendere felici i genitori....??????????????????
non so se si sia davvero come dite sacrificata o no nella socializazzione,non lo so perchè non vivo con lei non la conosco non so..però credo che comunque sia per ricevere una laurea che tu sia normodotato o disabile dicerto c'è un impegno dicerto questa ragazza ha studiato,e anche tanto.
.
Io penso che un down debba capitalizzare il più possibile il tempo della sua gioventù, questo perchè sono gli anni in cui si impara e si costruisce più facilmente.
Insomma,è stata grande a laurearsi, ma credo che forse sarebbe stato meglio utilizzare questi anni per imparare qualcosa di più utile per la sua vita.Non che una laurea nn serva a nulla, ma insomma ...forse una persona con difficoltà può utilizzare quel tempo per migliorarsi ad esempio dal punto di vista relazionale o dell'autonomia.
Tanto non sarà facile comunque trovare un lavoro con una laurea in lettere. Si tratta solo di ottimizzare tempo e risorse.



forse avrà come dite voi difficoltà a spiegarsi o avrebbe difficoltà a inseganre per problemi di linguaggio questo non lo so ,non so com'è cosa dice e cosa no, non so quali siano le sue reali difficoltà,come ho detto non la conosco,
ma forse potrebbe trovare un altro modo per insegnare....

Non è una questione di problemi di linguaggio (esprimersi bene è il requisito minimo x insegnare !) In questi giorni la maestra di mio figlio ha grossi problemi con un bambino che la picchia (avete letto bene: la picchia) e addirittura l'ha fatta cadere x terra più volte. Secondo voi una persona down come potrebbe gestire una situazione di tale gravità e difficoltà?
Certo che se fosse perfettamente in grado di insegnare senza alcuna difficoltà, saremmo tutti felicissimi e io gli affiderei mio figlio con grande piacere.

palma
18-04-2011, 15:36
Seguo il forum anche se non mi sono ancora presentata.
Vorrei esprimere la mia opinione in questa discussione, perché sono rimasta assai perplessa dal come i media abbiano trattato come "caso" la ragazza sd laureatasi in lettere...soprattutto ho sentito il divario netto tra l'eccezionale (?) e i quotidiano di chi ha questa disabilità.
Mi spiego meglio. Conosco un ragazzo down svedese, T21 totale e non mosaico, che dall'età di vent'anni vive da solo, anzi ora con la moglie (anch'essa down) e lavora (mi sembra in un ufficio postale), supportato da servizi sociali che lo aiutano nello svolgere mansioni più difficili per lui, aiutandolo nella pulizia dell'appartamento, nella spesa, nella gestione di altre situazioni più complicate per lui (gli spostamenti).
E mi è sembrato sereno, assai più complicata la vita di sua sorella (mia amica) e della stessa madre, che infatti si sono divorziate, rimaritate, cambiando anche paese, senza dover pensare troppo a lui... e questa mi è sembrata la cosa straordinaria, che "lui" non fosse altro che una persona, non un problema, un continuo pensiero al futuro...un amore, un affetto, un punto fermo. Basta.
Infatti all'ennesima rottura sentimentale della sorella lui mi ha detto che "non poteva occuparsi di lei, lei è tanto triste, ma lui deve pensare a sua moglie".
E dall'altra parte, in Italia, una ragazza down si laurea, e non riesce quasi a esprimere una sua opinione a riguardo, stimolata a parlare da un padre -fisico universitario-, dando l'immagine di una persona che guarda ritagli di figurine per spiegare la sua tesi, e non so quanto in grado di disquisire su Foscolo o Leopardi... si presume che un laureato in lettere (certo, oggi non tanto) "legga". Questa ragazza può leggere Faulkner? Capire un libro di Roth?
Perché non pensare alla normalità più giusta e rispettosa per chi è nato con delle oggettive difficoltà, e parlare in un caso unico, palesemente taroccato?
Questo almeno è quello che ho pensato, fidandomi poco della università italiana e non interessandomi di pietà come cura. Ma di autonomia e capacità a gestirsi, ad amare, ad imparare, quello sì.

Anna211061
18-04-2011, 16:22
Io penso che un down debba capitalizzare il più possibile il tempo della sua gioventù, questo perchè sono gli anni in cui si impara e si costruisce più facilmente.
Insomma,è stata grande a laurearsi, ma credo che forse sarebbe stato meglio utilizzare questi anni per imparare qualcosa di più utile per la sua vita.Non che una laurea nn serva a nulla, ma insomma ...forse una persona con difficoltà può utilizzare quel tempo per migliorarsi ad esempio dal punto di vista relazionale o dell'autonomia.
Tanto non sarà facile comunque trovare un lavoro con una laurea in lettere. Si tratta solo di ottimizzare tempo e risorse.



Non è una questione di problemi di linguaggio (esprimersi bene è il requisito minimo x insegnare !) In questi giorni la maestra di mio figlio ha grossi problemi con un bambino che la picchia (avete letto bene: la picchia) e addirittura l'ha fatta cadere x terra più volte. Secondo voi una persona down come potrebbe gestire una situazione di tale gravità e difficoltà?
Certo che se fosse perfettamente in grado di insegnare senza alcuna difficoltà, saremmo tutti felicissimi e io gli affiderei mio figlio con grande piacere.


mela,però tu la conosci? se non è così dai perscontato che non abbia fatto null'altro nella sua vita?come fai a dire che poteva utilizzare meglio il tempo?
per quanto poi rigurda le relazioni andando a scuola sicuramente si sarà relazionata con i suoi compagni forse di più di quello che un ragazzo che dopo la scuola dell'obbligo non ci va più....
cosa accade a chi rimane a casa e non può comunque trovare un lavoro?a meno che non abbia costruito delle amicizie solide (cosa difficle) con i suoi compagni sarà difficile che si relazioni e dove.....?forse andare a scuola e fare comunque qualcosa che le ha fatto piacere fare era meglio che starsene a casa.
certo la questione del lavoro oggi come oggi è difficle comunque che tu sia laureato o no,se poi sei una persona disabile le cose si complicano ancora di più...lo sappiamo tutti quanti ostacoli ci sono....
per quanto rigurda la storia sucessiva non lo riferirei solo alle persone con sdd ma lo estenderi a tutti ....ma mi chiedo e se invece di una maestra serena e tranquilla quel bambino si fosse ritrovato in uno di quegli asili che ormai conosciamo x nomina con quelle specie di maestre nevrotiche che picchiavano i bambini??? cosa sarebbe sucesso...
forse e dico forse magari a lei i bambini piacciono davvero e le piacerebbe inseganre e forse sarebbe più paziente e calma di quanto crediamo chissà?ma forse non lo sapremo mai...ho paura che sarà molto difficle che riesca a realizzare il suo sogno ci sono troppi pregiudizi e putroppo ci saranno sempre,se ci poniamo questi dubbi noi figurati il resto del mondo.

GIUSI
18-04-2011, 16:26
Conosco un ragazzo down svedese, T21 totale e non mosaico, che dall'età di vent'anni vive da solo, anzi ora con la moglie (anch'essa down) e lavora (mi sembra in un ufficio postale), supportato da servizi sociali che lo aiutano nello svolgere mansioni più difficili per lui, aiutandolo nella pulizia dell'appartamento, nella spesa, nella gestione di altre situazioni più complicate per lui (gli spostamenti).

Auguro a Mirco questo futuro....ovviamente incorniciato da serenità.
Ma non è che la parola magica è : SVEDESE ! :eek:

Anna211061
18-04-2011, 16:30
palma qual'è secondo te la normalità per una persona disabile di cui tu parli più giusta?

palma
18-04-2011, 17:04
La normalità può essere un concetto astruso.. difficile da considerare anche per chi non ha disabilità; non è solo una condizione determinata dalla statistica, anche perché "normalità" (nel senso di cosa è più diffuso) può non essere un parametro positivo.

Mi riferisco allora alla costituzione italiana e alle leggi che riferendosi alle persone disabili parlano di integrazione e sviluppo delle capacità come diritto dii qualsiasi individuo.

Parametrando tali diritti alle condizioni oggettive di una persona, si deve garantire ad essa l'acquisizione massima delle proprie potenzialità; ovviamente valutando la differenza dei casi e non semplificando uno stato di svantaggio con l'appartenenza ad una macrocategoria! Esistono diversi livelli di sindrome di down, come in tante altre patologie, ed ogni individuo rappresenta se stesso, non la sua disabilità. Cogliere ogni specificità può anche individuare "deviazioni" del percorso che pare già segnato. Ci saranno down che scieranno, altri che non sapranno andare in bicicletta. E ci sarà anche chi potrà trovare una occupazione differente rispetto a quella di pelare patate. La laurea è un optional, ma dovrebbe essere un obiettivo credibile..se la ragazza in questione non avesse avuto un padre prof universitario, ma fosse stata figlia di un bidello che pure l'avesse seguita tantissimo in questi anni di formazione, sarei stata solo orgogliosa per lei. Facciamo in modo che ci possano stupire, scoprendoli veramente. Sì, la Svezia è un'altra cosa e infatti il fratello della mia amica, cos autonomo e consapevole, credo sia l'esempio di cosa può essere un welfare credibile.

evele
18-04-2011, 19:15
La normalità può essere un concetto astruso.. difficile da considerare anche per chi non ha disabilità; non è solo una condizione determinata dalla statistica, anche perché "normalità" (nel senso di cosa è più diffuso) può non essere un parametro positivo.

Mi riferisco allora alla costituzione italiana e alle leggi che riferendosi alle persone disabili parlano di integrazione e sviluppo delle capacità come diritto dii qualsiasi individuo.

Sì, la Svezia è un'altra cosa e infatti il fratello della mia amica, cos autonomo e consapevole, credo sia l'esempio di cosa può essere un welfare credibile.

Welfare che in Italia si sta sgretolando e che forse non esiste.....

mela
18-04-2011, 20:32
mela,però tu la conosci? se non è così dai perscontato che non abbia fatto null'altro nella sua vita?come fai a dire che poteva utilizzare meglio il tempo?
per quanto poi rigurda le relazioni andando a scuola sicuramente si sarà relazionata con i suoi compagni forse di più di quello che un ragazzo che dopo la scuola dell'obbligo non ci va più.....
no, ho detto che nn la conosco. Non ho detto che nn ha fatto null'altro nella sua vita ma immagino che si sia dovuta impegnare per prendersi la laurea (o vogliamo pensare che non ha avuto bisogno di passare ore e ore sui libri???) E io penso che quel tempo forse (dico forse, mia opinione) poteva essere speso in un modo più utile e concreto per la sua autonomia.
Io sono quella che preferisce che suo figlio passi il pomeriggio ai giardini (supportato da educatori validi) a giocare al calcio con gli altri bambini, piuttosto che a casa a fare i compiti perchè ritengo che la vera integrazione all'età di mio figlio, 9 anni sia conoscere le regole del calcio, piuttosto che la grammatica.
Ma è una mia opinione, ovvio. Poi naturalmente mi accerto che a scuola faccia il suo lavoro e chi mi conosce sa che mi faccio in quattro perchè impari le nozioni base della scrittura e della matematica.



cosa accade a chi rimane a casa e non può comunque trovare un lavoro?a meno che non abbia costruito delle amicizie solide (cosa difficle) con i suoi compagni sarà difficile che si relazioni e dove.....?forse andare a scuola e fare comunque qualcosa che le ha fatto piacere fare era meglio che starsene a casa..

E chi ha detto che devono starsene a casa???? Ho parlato di altre attività utili e ce ne sono a bizzeffe: laboratori, apprendistati, progetti per l'autonomia , per il lavoro, per la socializzazione, hai voglia...
Anzi, è studiando all'università che , per forza di cose, ci si deve rinchiudere in una stanza davanti ad una pila di libri da studiare.





per quanto rigurda la storia sucessiva non lo riferirei solo alle persone con sdd ma lo estenderi a tutti ....ma mi chiedo e se invece di una maestra serena e tranquilla quel bambino si fosse ritrovato in uno di quegli asili che ormai conosciamo x nomina con quelle specie di maestre nevrotiche che picchiavano i bambini??? cosa sarebbe sucesso...
forse e dico forse magari a lei i bambini piacciono davvero e le piacerebbe inseganre e forse sarebbe più paziente e calma di quanto crediamo chissà?ma forse non lo sapremo mai...ho paura che sarà molto difficle che riesca a realizzare il suo sogno ci sono troppi pregiudizi e putroppo ci saranno sempre,se ci poniamo questi dubbi noi figurati il resto del mondo.

Di situazioni difficili nelle classi ce ne sono sempre. Insegnare è un mestiere impegnativo, difficile e stressante e qualunque insegnante te lo potrà confermare. Non basta essere dolci e pazienti e conoscere la materia, i bambini richiedono tantissima energia e sicurezza (sorvoliamo poi sul fatto che quella ragazza ha avuto paura pure di dire anche mezza parola con magalli e nn venitemi a dire che può succedere a tutti in televisione)
Pensa un po' che un signore che conosce molto bene i down, una volta mi ha detto che a volte per loro è pure troppo stressante lavorare al mc donald e alcuni devono abbandonare.
Penso che nella ns situazione, se riusciamo a guardare in faccia la realtà, non lo facciamo per sminuire le potenzialità di queste persone , che ci sono assolutamente (le potenzialità) ma per aiutarli a trovare uno stile di vita adatti a loro che li renda davvero uomini e donne adulti e realizzati e quindi felici.
Poi, se a quella ragazza piacciono i bambini, e nessuno ha motivo di dubitarne, una soluzione in una scuola materna secondo me la può sempre trovare ma nn come insegnante di classe .