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Visualizza la versione completa : Mobbing per handicap



Tiziana
22-03-2006, 15:51
Ciao a tutti, vi scrivo per avere informazioni, supporto o consigli su una faccenda che da qualche anno sta creando molta angoscia nella mia famiglia. La cooperativa per cui lavora mio marito ha cominciato una durissima battaglia nei suoi confronti con il dichiarato intento di licenziarlo, da quando, nel 2003, ha usufruito di alcune settimane di congedo straordinario per stare vicino a nostro figlio Yassin. Mio marito è educatore e la cooperativa per cui lavora si occupa di disagio, immigrazione e handicap, per cui siamo rimasti esterrefatti quando il responsabile gli ha detto, chiaro chiaro, che non tollerava l'utilizzo di permessi di alcun tipo da parte di mio marito, e che gliel'avrebbe "fatta pagare" (testuali parole). Da allora ci sono stati 2 richiami formali, una sospensione dal lavoro e ultimamente ne hanno richiesta un'altra (dopo la quale, ci ha spiegato il sindacato al quale ci siamo rivolti, potranno chiedere il licenziamento). Il sindacato ci consiglia di prendere un avvocato e di contestare il primo provvedimento, poi il secondo, sulla base proprio del fatto che risulta chiaro un atteggiamento che hanno definito di "mobbing" dovuto esclusivamente al fatto che nostro figlio è portatore di handicap e che per questo mio marito ha diritto a usufruire dei congedi. Noi siamo senza parole, mio marito non può - per adesso - cambiare lavoro, ma visto il clima e il tipo di persone che si sono dimostrate, ovviamente sta facendo di tutto per trovarne un altro. Nel frattempo vorrei sapere se a voi è mai successo qualcosa del genere, e se potete consigliarmi un ente, o un privato (avvocato) che magari abbia già trattato un caso simile. Quando è nato mio figlio e ho comunicato la notizia della SD ai miei datori di lavoro mancava poco che dovessi essere io a fare forza a loro, mi hanno aiutata e supportata in tutti i modi possibili, e la mia non è un'azienda che ha a che fare con l'assistenza, quindi intendo, una certa sensibilità al problema ce la aspettavamo semmai dalla coop di mio marito... questo comportamento oltre a ferirci ci sta veramente angosciando per l'incertezza che ci crea. Grazie per avermi ascoltato un saluto a tutti!

22-03-2006, 16:05
Sono esterrefatta! Non ho mai sentito niente del genere, però, ricordo che, per altri motivi ( in occasione della mia prima gravidanza, nonostante il parere negativo del ginecologo che mi prescriveva di stare a letto, pretendevano che continuassi a lavorare...) mi sono rivolta all'ispettorato del lavoro .
Sicuramente lì potranno aiutarvi e consigliarvi sul da farsi.
Per quel che ne so anche i sindacati dovrebbero avere avvocati da utilizzare in questo tipo di contese.
Tienici informati

elsy63
22-03-2006, 17:55
Se la tua situazione è questa , trattandosi di una cooperativa , figurati se ti racconto la mia situazione, anzi quella di mio marito. Ha lavorato dodici anni sodo in un afabbrica di salotti e quando è nata Rosanna la cosa è peggiorata. Le tre giornate mensili non solo erano sulla carrta, ma ogni giorno dieci dodici ore di lavoro e nekl'ulitmo anno c'era lo spettro della cassa integrazione usata contro chi volevano loro.Qunado qualche giornata è servit aper andare a Roma , poi si scontava di domenica, diciamo che ci guadagnavano loro perche' rispartmiavano tre giorni di contributi Inps ma si trovavano le stesse ore di lavoro da mio marito!!! Io sono diventata talmente nervosa che spesso si litigava e accusavo lui involontariamnete di insensibilita' al problema e alla famiglia perche' non gli davano nemmeno mezz'ora per accompagnare al bambina a scuola!! o se lo davano la mattina dovevi recuperarlo la sera aumentando anche l'ansia per il viaggio di ritorno a tarda sera!,Ci abbiamo fatti tutte le spese , i ragazzi che in fretta e furia sono diventati adolescenti, Rosanna e io che ho dovuto da sola pensare alla casa, a Rosanna evitando che stesse da sola e andasse in chiusura e a sforzarmi per vestirla, andare alle terapie, e farle salire le scale. Risultato: intervento all'ernia, menisco al ginocchio rovinato e futura protesi all'anca, oltre che tanta vita insieme persa.
Che FARE!!!!!???????? la strada legale è quella da Daniela ma a cosa ci avrebbe portato? Comunque al licenziamento con precedenza nella scala della cassa integrazione e siccome lo stipendio serve mio marito e io ci siamo armati di pazienza e abbiamo sopportato , con tanta sofferenza e purtroppo dovevi anche dimostrare dedizione al lavoro piu' del solito!!! Quando proprio non ce l'ho fatta piu' e avrei dovuto farlo prima ho chiesto un po'di aiuto in casa( a pagamento!).
Intanto , senza mai , mai ma mai far capire niente ai datori di lavoro mio marito ha iniziato a cercare un nuovo lavoro, ma sempre in ditte private.
Cosa è cambiato ? QUasi niente!! Solo non viaggia piu' ma rimane in azienda comunque fino alle otto, anche perche' è entrato in una azienda dove tutto è da fare e riorganizzare dal reparto informatico al commerciale alla produzioen, deve dimostrare di saper lavorare e , essendo un settore comunque sempre in crisi, non si puo' abbassare la guardia. In sincerita' non so se gli ha mai parlato che gli spetta la 104! c'da aggiungere che mio marito ci mette tutta l'anima quando lavora , anche se ha la febbre! e questo è un danno perche' abitua i datori di lavoro troppo bene che poi se chiede qualcosa ai datori non va a genio!
Come vedi siamo sempre allo stesso punto , quando le ditte sono private purtroppo hanno il coltello dalla parte del manico e dobbiamo sperare che il lavoro duri per sempre!!!
Da noi al sud è cosi! Mio marito ha mille chiamate di lavoro dal Nord e anche dalla Cina ma per trovarne uno sul posto devi sudare sette camicie. Quando ha trovato quest'ultimo lavoro mi ha detto che ha cercato di tirare al massimo con lo stipendio per potermi dare la possibilita' di avere la donna di servizio per i lavori piu' pesanti ed evitare di farli la domenica per poter stare insieme. Con il cuore in mano mi disse"E' CIO' che posso regalarti in questo momento e devo dirti grazie per come te la sbrighi dove io non posso esserci!!Purtroppo il mio lavoro è cosi!"
Cosa potevo dirgli:"Grazie , tesoro, va bene cosi', sono gia' felice che non viaggi piu' tutti i giorni, pensiamo a chi non ha lavoro!!"
Sara' pure vero, pero' quante ingiustizie al mondo, si aggiunge la beffa al danno"!!
Piu' di questo non so dirti, la realta' e' questa , auguro a tuo marito di farsi valere senza perdere il posto di lavoro , altrimenti godetevi quel poco di tempo che rimane dopo il lavoro: Io tornando indietro non avrei perso anche dell'altro tempo alamentarmi e a discutere , tanto mica dipendeva da mio marito!
Elsy63

maxniola
22-03-2006, 18:15
E la solita storia! E' il solito falso buonismo e perbenismo di gente che nei momenti di problemi contingenti mostra il vero volto dell'ipocrisia e della falsità.
Mia moglie è nell'identica situazione, magari meno cruda nei termini, ma ugualmente crudele nella sostanza.
La sua necessità è ottenere di lavorare part-time, ma il datore le ha risposto picche :evil:
Attualmente sta sfruttando tutto quello che la legge le permette di usufruire entro i tre anni della bimba, consapevole che al suo rientro sul luogo di lavoro sarà licenziata (testuali parole del datore). Si è rivolta per consigli all'INPS, all'Ispettore del Lavoro e ai sindacati. Risultato un pugno di mosche!!! L'azienda per cui lavora è al di sotto delle 18 unità, quindi nessuna tutela sindacale, e in caso di licenziamento fulmineo l'unico appiglio è il ricorso dove comunque non ci si ricava nulla, poichè il datore preferisce pagare l'indennizzo inflittogli dal giudice e buona notte ai senatori!!!!

Nunzio
22-03-2006, 23:24
...
Mia moglie è nell'identica situazione, magari meno cruda nei termini, ma ugualmente crudele nella sostanza.
La sua necessità è ottenere di lavorare part-time, ma il datore le ha risposto picche :evil:
Attualmente sta sfruttando tutto quello che la legge le permette di usufruire entro i tre anni della bimba, consapevole che al suo rientro sul luogo di lavoro sarà licenziata (testuali parole del datore).
...


Volevo informarVi, nella remota ipotesi che non lo sapeste, che:

Con la legge finanziaria del 2001 è stato introdotto il diritto a poter fruire di
due anni di congedo retribuito per i genitori o in loro mancanza per i fratelli
conviventi di una persona in situazione di gravità dell'handicap (ai sensi
dell'art. 3 comma 3 della Legge 104/92) a condizione che questo
riconoscimento fosse stato rilasciato da almeno 5 anni.
La finanziaria del 2004 ha eliminato il riferimento ai cinque anni.
Pertanto i familiari delle persone con sindrome di Down che, come è noto
sono riconosciute automaticamente persona in situazione di gravità
dell'handicap in base alla presentazione della mappa cromosomica /cariotipo
(vd intro - gravità dell'handicap) , possono in qualsiasi momento della loro
vita lavorativa richiedere questo tipo di congedi.
Il congedo può essere goduto alternativamente dai due genitori per il
periodo complessivo di due anni (ad es. 16 mesi la madre e 6 mesi il
padre). Conseguentemente può essere goduto in maniera frazionata (anche
per periodi inferiori al mese).
Nel caso in cui la persona con SD sia maggiorenne e uno dei genitori non
lavori (pensionato/a casalinga) l'altro genitore non può fruire di questi
congedi, salvo la provata impossibilità del coniuge non lavoratore a prestare
l'assistenza necessaria.
Per i dipendenti privati è necessario compilare il modulo INPS (HAND 4) e il
datore di lavoro deve concedere il congedo entro 60 giorni dalla data di
presentazione della domanda.
Durante il periodo di congedo (per "durante" si intende anche il mese in cui
inizia e/o termina il congedo) per i genitori non è possibile fruire dei permessi
ex art. 33 L. 104/92 (3 giorni di permesso).
Questi due anni di congedo NON si cumulano con i due anni di congedi per
eventi e cause particolari (non retribuiti), previsti per tutti i genitori e
familiari. Esempio: se un genitore utilizza un mese per gravi e documentati
motivi, per il figlio disabile in situazione di gravità rimarrà un periodo dei
congedo retribuito pari a 2 anni meno un mese e viceversa.

tratto dal sito:
http://www.sindromedidown.it/asp/Leggi/congedi_retribuiti_01.htm






...
Mio marito è educatore e la cooperativa per cui lavora si occupa di disagio, immigrazione e handicap, per cui siamo rimasti esterrefatti quando il responsabile gli ha detto, chiaro chiaro, che non tollerava l'utilizzo di permessi di alcun tipo da parte di mio marito, e che gliel'avrebbe "fatta pagare" (testuali parole). Da allora ci sono stati 2 richiami formali, una sospensione dal lavoro e ultimamente ne hanno richiesta un'altra (dopo la quale, ci ha spiegato il sindacato al quale ci siamo rivolti, potranno chiedere il licenziamento)
...


Ma quali erano i motivi dei richiami formali? Non credo facessero riferimento al diritto di assentarsi dal lavoro con l'obiettivo di negarglielo formalmente. Sarebbe inoltre utile sapere se si tratta di una cooperativa di produzione e lavoro in cui Tuo marito è anche socio (e come tale in grado di orientare anche le scelte degli amministratori).
Sarebbe comunque auspicabile un avvocato esperto in diritto del lavoro perchè la materia è sufficientemente intricata.

P.S.: il mondo è pieno di gente che lucra (ma mi verrebbe "specula") su disagio, immigrazione e handicap; non c'è da rimanere esterefatti quindi: la saccoccia prima di tutto!

Tiziana
24-03-2006, 08:21
cavoletti! da quello che dite io vivo proprio nel mondo dei puffi, intendo, la maggior parte dei datori di lavoro è simile alla coop di mio marito, altro che "il caimano"! Per Nunzio che mi chiede i motivi delle contestazioni, sì certo, il datore di lavoro sta creando motivi pretestuosi, o meglio, usa qualsiasi appiglio, come esempio ti posso fare che l'operatore che fa il turno di notte in genere mangia insieme ai residenti della comunità, è solo una comodità, per non mangiare da solo nel gabbiotto. Per mio marito si è andati a cercare una norma del regolamento - mai attuata - che lo vietava ed è stato sospeso per 3 giorni. Credevo che fossimo molto più tutelati come lavoratori, invece mi sono resa conto che se un datore di lavoro vuole licenziare un dipendente qualcosa lo può trovare sempre e comunque... Non credo neppure che mio marito possa influenzare in alcun modo la politica della cooperativa che è costituita da migliaia di soci-lavoratori, ma su questo onestamente non mi sono mai informata. Mi è stato molto utile avere il vostro feedback perché in questo modo mi sono resa conto che come dice Elsy o si trova un altro lavoro (e pure lì forse è meglio non parlare neppure di 104!) oppure bisogna "abbozzare" come si dice a Roma... un saluto a tutti ciao!

Manuela
24-03-2006, 23:59
Veramente mi rendo conto leggendovi che sono stata molto fortunata con i miei datori di lavoro. Non mi hanno mai fatto nessuna storia per i permessi che mi vengono e anzi, quando qualche mese non riesco ad usufruire di tutti e tre i permessi (che di solito mi prendo sempre e comunque) me li pagano fuori busta come avessi lavorato ore in più.
D'altra parte però mio marito è libero professionista (geometra) e quindi ovviamente non ha nessun permesso e siccome il settore negli ultimi anni è un po' in crisi e lui tutto sommato ha appena cominciato deve prendere tutti i lavori che arrivano. Quindi non è quasi mai a casa prima delle 8, ma se ha qualche scadenza si ferma in ufficio anche fino alle 3 di notte!
Anche lui, come tanti altri padri quindi per lavoro si perde un sacco di vita dei suoi figli!
E' vero che di fatto non dipende da nessuno e potrebbe prendersi i permessi che vuole, ma in realtà ha 10/20 30 datori di lavoro e deve rendere conto a tutti e rispettare le scadenze con tutti e quindi è meno libero di un dipendente!

elsy63
25-03-2006, 17:33
Io non sono invidiosa di niente e di nessuno anzi gioisco pr chista meglio di me , pero'......vi rendete conto della differenza del tipo di vita?
Mio marito salta il prenza da tre giorni per il lavoro, è sull'orlo di una crisi di nervi, e non ha tempo veramente di andare al bagno, lavora 70 ore al mese, ma mica per guadagnare l'America come credono utti in famiglia....ma perche' le condizioni sono queste: lo stipendio è sempre uguale, se c'e' da lavorare si lavora. prendere o lasciare!!
Logicamente prendere se vuoi campare!!


Sentite questa:sempre con rispetto parlando del lavoro altrui :


La pausa caffè......
noi insegnanti ne abbiamo diritto? lavoriamo 5 ore al giorno e non 6.10 ma non è colpa nostra; il nostro contratto la prevede senza abbandonare il luogo di lavoro? E' possibile vietarcela?
e se non possiamo abbandonare gli alunni, la pipì come la facciamo se non abbiamo la bidella che rimane a sorvegliare la nostra classe?
Inoltre, mentre gli alunni fanno la merenda, noi non possiamo continuare a fare lezione quindi è come se fossimo costretti a fare la pausa.... perchè non possiamo bere un caffè
xxxxxxxxxx
soc.La pausa caffè......
noi insegnanti ne abbiamo diritto? lavoriamo 5 ore al giorno e non 6.10 ma non è colpa nostra; il nostro contratto la prevede senza abbandonare il luogo di lavoro? E' possibile vietarcela?
e se non possiamo abbandonare gli alunni, la pipì come la facciamo se non abbiamo la bidella che rimane a sorvegliare la nostra classe?
Inoltre, mentre gli alunni fanno la merenda, noi non possiamo continuare a fare lezione quindi è come se fossimo costretti a fare la pausa.... perchè non possiamo bere un caffè
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[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]





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Ferdi
26-03-2006, 20:03
Ciao Tiziana, sono indignato, ma, purtroppo, non sorpreso a leggere quello che scrivi a proposito dei permessi negati a tuo marito.
Nunzio ti ha già esaudientemente citato la normativa a proposito, ma, se dovesse esserti utile, ti riporto come si è espressa la Corte di Appello di Palermo nei confronti della negazione da parte di un direttore didattico ad una insegnante, mamma di una bambina Down, dei permessi contemplati e fruibili da parte di chi "gode" della Legge 104/92:
- Due mesi e venti giorni (pena sospesa);
- Provvisionale di Euro 1.500, come anticipazione all'eventuale futuro risarcimento del danno, ottenuta dall'AIPD, costituitasi parte civile;
- Stesso provvedimento per Euro 6.000 in favore della persona offesa (l'insegnante danneggiata);
- Richiesta del Procuratore Generale di interdizione temporanea del direttore didattico dai Pubblici Uffici se e quando la Sentenza sarà definitiva.
GIORNALE DI SICILIA - DOMENICA 10 OTTOBRE 2004
Se può esserti utile la copia dell'articolo posso inviartelo via e-mail; il mio indirizzo è: ferdi957@yahoo.it Scrivimi pure quando vuoi.
Credo, comunque, che l'avv. Salvatore Nocera sia una delle persone più idonee e competenti a consigliarti ed eventualmente ad aiutarti.
In bocca al lupo.

Nunzio
26-03-2006, 21:58
...
Per Nunzio che mi chiede i motivi delle contestazioni, sì certo, il datore di lavoro sta creando motivi pretestuosi, o meglio, usa qualsiasi appiglio, come esempio ti posso fare che l'operatore che fa il turno di notte in genere mangia insieme ai residenti della comunità, è solo una comodità, per non mangiare da solo nel gabbiotto. Per mio marito si è andati a cercare una norma del regolamento - mai attuata - che lo vietava ed è stato sospeso per 3 giorni.
... un saluto a tutti ciao!



Non vorrei ricordar male e, soprattutto, involontariamente offenderVi, ma mi risulta possa essere comminata una sanzione al lavoratore solo se questa è espressamente prevista come conseguenza dell'atto illecito commesso.
Per intenderci: potevano comminare tre giorni di sospensione a Tuo marito solo se nel regolamento, accanto al divieto di non mangiare con i residenti (una curiosa e bizzarra forma/norma di razzismo), c'è scritto, a caratteri cubitali (cioè chiaramente), che chi lo infrange è passibile di tre giorni di sospensione.
Peraltro le sanzioni e i divieti devono essere ben visibili nei luoghi di lavoro in bacheche o quant'altro.

I datori fanno quello che vogliono fino a quando un giudice non dice loro che hanno sbagliato (e che devono pagare).
Quello di Ferdi è uno dei tanti esempi con, addirittura, pesanti conseguenze penali. Mi piacerebbe avere copia dell'articolo all'indirizzo "Fatmah47@virgilio.it".

Tiziana
31-03-2006, 09:25
Non vorrei ricordar male e, soprattutto, involontariamente offenderVi, ma mi risulta possa essere comminata una sanzione al lavoratore solo se questa è espressamente prevista come conseguenza dell'atto illecito commesso.

ciao Nunzio, non ricordi male affatto, mio marito su consiglio del sindacato decise di non contestare il primo provvedimento (nonostante non fosse neppure riportato come atto illecito sul regolamento aziendale l'aver cenato con i residenti, quindi la cosa non poteva nemmeno essere contestata! la coop disse che era un regolamento interno e lo produsse per l'occasione, ci rendiamo conto?) perché, disse sempre il sindacato, era meglio "abbozzare", chiedere scusa e sperare in una riappacificazione. So che sembra assurdo ma la paura di perdere il lavoro fa fare cose illogiche, e questa è una di quelle... adesso mio marito non seguirà più i consigli di quel sindacato, e stiamo preparando la mail da mandare all'avvocato consigliato da Ferdi, vogliamo "impugnare" non so se è il termine giusto, il primo provvedimento e poi bloccare quest'altro, vediamo che succede, di certo bisogna sbrigarsi a cercare un altro lavoro perché se hanno fatto tutto questo burdel per aver usufruito di congedi immagino che se chiamiamo un avvocato e protestiamo per i provvedimenti come minimo lo rinchiudono a Guantanamo... vi ringrazio ancora per i consigli e le spiegazioni, poi vi farò sapere come è andata (si potranno mandare le arance a Guantanamo? :lol: )

elsy63
31-03-2006, 09:41
In bocca al lupo, allora! Sarei contenta di sapere e sperare , vista la vs residenza( Bologna) che da voi è piu' facile trovare un altro lavoro in breve tempo e non subire ingiustizie quando si è nel giusto.
Da noi giaà il lavoro è poco e viene per la maggior parte da datori di lavoro privati.Inoltre c'è fra loro una sorta di tacito accordo e quando si chiede un lavoro a un altro datore fra di loro si consultano per le referenze e se per caso fra il licenziamento o le dimissioni ci sono motivazioni come quelle di tuo marito, rimani disoccupato a vita, oltre al fatto che si mettono d'accordo anche sulla retribuzione. Quindi o si lavora da Caio o da Sempronio di solito è uguale sia per l'aria che si respira che per la retribuizione.
Capita alcune volte , pero' che qualche accanito al lavoro , ma di quelli che non pensano ne' a famiglia, ne' a divertirsi, ne ad altro, ma che rimarrebbero a dormire in azienda sulla sedia della scrivania per trovarsi bene la mattina , sia richiesto a suon di quattrini da piu' aziende come dirigente o figura simile. Questo crea un altro fenomeno non molto bello , cioe' concorrenza sleale fra i dipendenti stessi e stipendi esagerati confronto a quelli degli operai che poi sono la vera forza lavoro dell'azienda.
Credo sia un fenomeno locale, almeno lo spero, in quanto da noi si è creata la maggiore area di produzione salotti e per questo abbiamo la concorrenza sleale da un lato e la manodoera sfruttata dall'altro.
Di nuovo in bocca al lupo!
Elsy63