PDA

Visualizza la versione completa : Voglio finire tutto!



drdlrz
30-11-2009, 11:26
Certo, non avrei mai pensato di avere con lei questo tipo di problemi...
Veniamo al dunque. Da quest'anno al GLH avevamo deciso di imbastire per Lucrezia una programmazione individualizzata. Frequenta la terza elementare, e i compagni stanno facendo grammatica e le operazioni in colonna. Per lei la maggior parte dei concetti sono di difficile comprensione, ed è sempre più complicato usare i compiti e i materiali del resto della classe per farla lavorare sugli obiettivi suoi.
Il problema più grosso, però, viene da lei.
Non accetta assolutamente che le vengano ridotti i compiti rispetto agli altri (leggere meno pagine, fare meno schede).
Di sicuro questa sua determinazione le ha fatto fare grandi progressi quest'anno. Ormai la sua lettura è piuttosto scorrevole anche con lo script, e in matematica è molto più disinvolta. Ha capito anche il multibase ed è capace di scomporre e leggere correttamente i numeri con le centinaia.
Però, ogni week end è la stessa storia. Se ci sono da cercare i nomi e gli articoli di un testo di due pagine, non vuole assolutamente che gliene sconti una, e continua finchè non le lacrimano gli occhi e la resa intellettiva scende sotto lo zero. Di conseguenza, già in questo periodo dell'anno è stanca morta come di solito succede prima di natale.
Fa una tenerezza struggente questo vederla affannarsi per non perdere il treno ad alta velocità su cui sono i compagni, e penso che questa situazione continuerà finchè non si accontenterà di salire sul trenino regionale successivo.
Vi è mai capitato qualcosa di simile? come ne siete usciti?

valemi
30-11-2009, 11:56
presente! anche Pietro in terza.
Io per ogni compito cerco di trovare piccoli stratagemmi per far si che quantitavamente siano gli stessi, ma con delle facilitazioni per velocizzare, facilitazioni che ovviamente le maestre mi accordano:
qualche volta scrivo io le operazioni in colonna e lui le esegue; quando sono da fare con la prova se per esempio sono addizioni e moltiplicazioni gli dico di copiare il risultato; per le materie di studio prepariamo insieme delle mappe concettuali che lui può utilizzare durante l'interrogazione, per italiano magari una pagina gliela faccio leggere a lui e la successiva gliela leggo io e lui si limita a sottolineare.
Quando deve fare riassunti o piccoli temini lui detta a me e poi copia in bella.
Purtroppo facendo così siamo ben lontani dall'autonomia ... devo essere sempre molto presente, e posso permettermelo visto che il grande si gestisce da solo ... però vedo che lui è contento e sereno.

drdlrz
30-11-2009, 12:50
Purtroppo facendo così siamo ben lontani dall'autonomia ... devo essere sempre molto presente, e posso permettermelo visto che il grande si gestisce da solo ... però vedo che lui è contento e sereno.
sì, infatti, hai centrato il punto!
Anche noi puntavamo a darle compiti più semplici e adeguati alle sue potenzialità proprio per farla imparare a fare da sola quel po' che riesce, ma sembra che con lei non sia possibile.
Io faccio esattamente come te: invento scorciatoie per utilizzare il materiale e i compiti degli altri al fine di raggiungere gli obiettivi suoi, però in questo modo devo essere presente sempre.
Vedo in effetti che questo modo di fare i compiti è molto più interessante e tiene più viva la sua attenzione rispetto alla monotonia di fare 20 operazioni con 2 cifre tout court, però mi chiedevo per quanto tempo potremo andare avanti così, e se sia opportuno continuare fino a che non sarà lei ad arrendersi!

Laura74
30-11-2009, 13:44
scusami Cri, forse vado fuori tema, forse sbaglio tutto, forse ne hai già parlato e io me lo sono persa....ma qs. tua discussione mi ha fatto venire in mente un'altra situazione simile che conosco (di una bimba disabile ma con un disturbo differente) e del suo "necessariamente volere stare al passo della classe", spiegato dagli "esperti" come una sua difesa rispetto alla sua consapevolezza (o meglio inizio di consapevolezza) della sua diversità rispetto agli altri: in altri termini "se faccio come loro sono uguale a loro"

Credete che qs. voler fare necessariamente tutto senza semplificazioni o aiuti derivi anche da un "inizio di consapevolezza" di diversità rispetto al gruppo classe??

Per l'agito, io credo che tu debba accompagnare ancora un pò Lucrezia rispetto a questa sua volontà...sempre che tu ce la faccia in termini di tempo/forza...oppure non è possibile che da scuola direttamente intervengano?? che siano loro a preparare direttamente tutte le semplificazioni del caso? scopro l'acqua calda vero?

aledario
30-11-2009, 14:40
Colgo al balzo il tema introdoto da Laura... per dire che quantomeno nel caso di Dario, fu proprio quella la molla che gli fece scattare quelle che abbiamo sempre chiamato "piccole manie di onnipotenza". Il primo passaggio certo fu quello di "provare" a stare al passo con gli altri ... e quello subito successivo, non appena si rese conto che non poteva farlo con mezzi "onesti"... fu quello di "rifiutare" la differenza, negandola appunto attraverso il rifiuto, di impegnarsi, di sforzarsi, di studiare, o anche solo di "ascoltare"... perchè tanto "lui lo sapeva già!" ... o "lo sapeva fare" ... e via di questo passo... fino all'assurdità di non ascoltare nemmeno le regole di un gioco nuovo, che non aveva mai fatto... perchè tanto le conosceva già! :evil: E fino al barare in maniera spudorata pur di raggiungere il proprio obiettivo... (tipo fare a dama mosse che non sono consentite ... per fare un esempio facilmente comprensibile nel gioco... ma che utilizzava anche nella vita... e via discorrendo)
Inutile dire che quello è stato un periodo abbastanza difficile nella sua crescita... e che l'aiuto di una figura esterna che lo aiutasse a distinguere tra il modificabile e la realtà, senza mischiarlo con i suoi sentimenti (di rabbia, inadeguatezza etc... ) sia nei confronti di se stesso, ma anche nei confronti di noi genitori... fu sicuramente importante... (per non dire indispensabile, visto che non so come sarebbe stata la sua "evoluzione" se tale figura non ci fosse stata). Alla fine di quel cammino (diciamo mai terminato in realtà... ma dopo l'acquisizione delle "tappe" più importanti) ... la sua maggiore consapevolezza... di sè, della propria condizione di "persona con sdd" e dei propri limiti, direttamente connessi a questa realtà... fu un passaggio decisivo per il raggiungimento di una (relativa ;-)) serenità, ed un conseguente atteggiamento più costruttivo nei confronti della realtà e delle persone intorno a lui... con particolare riferimento alla sfera emotiva ed affettiva, al di là di quella delle competenze... che non è poi cambiata più di tanto.
A te Cri perciò vorrei solo dire di stare molto attenta ai metamessaggi che con la tua presenza pur piena di buone intenzioni magari le trasmetti riguardo alla propria inadeguatezza... ed agli inevitabili confronti che sicuramente in questo periodo la "grande" Lulu sta facendo con le piccole "rivali" con le quali è costretta a dividere l'amore materno...
Detto ciò... è chiaro che fino a che non sfocia nel "patologico" ;-) come fece con Dario... sfruttare la caparbietà e la voglia di fare per dar loro la possibilità di acquisire il maggior numero di abilità possibili... è sicuramente una strada da perseguire con i nostri figli superdotati, una volta salvo il fatto di non sovraccaricarli di aspettative oltre la loro portata.

drdlrz
30-11-2009, 15:13
beh, di certo per Lucrezia il tutto è sicuramente reso più difficile dalla sorella che sta nella terza gemella, che fa lo stesso programma con le stesse maestre.
Ogni tanto Lulu le chiede di vedere il suo quaderno, e se ne sta rapita di fronte ai suoi disegni e agli scritti in corsivo e le dice, piena di sincera ammirazione: "Lilli sei bravissima!".
Un giorno aveva fatto anche lei un disegno piuttosto bello (per i suoi standard) sull'ambiente rispettato/non rispettato dall'uomo, e quando me l'ha fatto vedere ha esclamato: "vedrai che questa volta prendo anche io NON HO PAROLE". Sono rimasta un attimo interdetta, poi mi sono ricordata che una volta la maestra in un compito di Virginia, invece del voto, aveva scritto "non ho parole" :rolleyes:
Povero amore, la vita è dura!

valemi
30-11-2009, 15:22
E' indubbiamente un'arma a doppio taglio questa loro caparbietà nel voler a tutti i costi saper fare come gli altri. Da una parte a me viene spontaneo cogliere la palla al balzo per farlo stare al passo: la qualcosa mi sembra si ripercuota anche sulla sua autostima. Dall'altra è indubbio che per stare al passo l'impegno che ci mette è il doppio di quello che impiegano i compagni e quindi è indispensabile, almeno in questa fase il supporto di noi genitori per aiutarlo in questo percorso. Credo che anche a scuola le insegnanti stiano attuando alcune strategie per diminuire un pò la mole di lavoro. Es. se in una verifica ci sono 10 operazione a lui ne propongono 5. Se in analisi gramm. ci sono 5 frasi a lui ne propongono tre ... salvo poi ritrovarsi Pietro al termine della ricreazione chiedere il suo quaderno per poter completare la verifica :-)
Credo che inevitabilmente arriverà anche per noi il momento di affrontare le domande sulla sua difficoltà/diversità ... anche se per lui capire la diversità potrebbe essere un pelo più complicato visto che esteriormente non ha alcuna diversità coi coetanei.
Comunque è tutto complicatissimo. In questo momento mi sembra di fare il meglio per lui ... ma chi lo può sapere?
Dario a che età ha incominciato ad avere questa sua crisi? Non è comunque un periodo che può essere legato all'adolescenza? Mi sembra che questo periodo metta in crisi un pò tutti: normo e non.

Sergio
30-11-2009, 15:40
Magari avessi di questi problemi !Giorgio e' della scuola :meno faccio meglio sto percio devo sempre ingaggiare una dura battaglia per fargli eseguire quei compiti(pochi e sempre semplici) che gli vengono assegnati.La nostra presenza e' ancora indispensabile se non altro perche' faccia qualcosa e non si ''perda'' facendo altro.

milena
30-11-2009, 16:04
Giorgio e' della scuola :meno faccio meglio sto percio devo sempre ingaggiare una dura battaglia per fargli eseguire quei compiti(pochi e sempre semplici) che gli vengono assegnati.La nostra presenza e' ancora indispensabile se non altro perche' faccia qualcosa e non si ''perda'' facendo altro.

Mi accodo a te (togliendo però il "magari avessi questi problemi!")... stiamo sulla stessa barca! :)

MARTY
30-11-2009, 16:23
Idem , come Antonella e Milena :D Anche se quest'anno è davvero tutta un'altra storia , lei lavora tanto fuori dalla classe e credo non abbia nemmeno l'idea di cosa facciano i compagni ...

monica23
30-11-2009, 22:14
Mi accodo a te (togliendo però il "magari avessi questi problemi!")... stiamo sulla stessa barca! :)

Mi accodo pure io...oggi però con un ingrediente in più...mi tocca essere contenta se lo fanno lavorare quando è a scuola :down: ma voi non scoraggiatevi...a volte è solo questione di sfortuna :shock:

Sergio
01-12-2009, 10:14
Meno male, cominciavo a preoccuparmi ,pensavo che l'unico down scansafatiche l'avessi beccato io !A casa nostra quando Giorgio deve fare i compiti c'e' il ''fuggi fuggi'' generale.A parte gli scherzi(non troppo)dicono che a scuola lavori ,salvo i giorni in cui si ''incaponisce''e li e' dura riescono a fare ben poco.D'altra parte a casa suo fratello non ha mai passato ore sui libri e buon per lui glie' sempre andata bene,aluglio ha fatto la maturita ma non ha certo perso il sonno, e giorgio guarda sempre il fratello come esempio.

mela
01-12-2009, 21:05
Meno male, cominciavo a preoccuparmi ,pensavo che l'unico down scansafatiche l'avessi beccato io !A casa nostra quando Giorgio deve fare i compiti c'e' il ''fuggi fuggi'' generale

No, cara, anche il mio è tale e quale...
ci ha tenuto a precisarlo anche la nuova maestra di sostegno che, come prima cosa quando ci siamo conosciute, ha detto che gli anni scorsi aveva lavorato con un altro ragazzino down , tenendo a precisare che..lui però aveva voglia di lavorare :-(

Evviva la sincerità!!!