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elsy63
11-03-2009, 13:02
La prima lezione di Pablo, insegnante Down

Pablo Pineda ha 35 anni, è nato a Málaga, ed è il primo europeo affetto da sindrome di Down ad aver terminato l'università, laureandosi in Magistero. Adesso gli mancano quattro esami per specializzarsi in Psicopedagogia.
Ricordo di averlo visto in televisione varie volte, intervistato in programmi come Informe semanal. Mi aveva colpito per la tranquillità con cui assumeva la sua condizione, senza cercare di negarla e senza sentirsi sminuito o inferiore per questo; parlava con una proprietà di linguaggio e con una convinzione che lo facevano prendere sul serio, ammirare con sincerità piuttosto che sentire una tenera pena per la sua volontà. Una delle cose che meno sopporta, aveva detto tempo fa in un'intervista a El Pais, è che la gente lo tratti come un bambino semplicemente perché è Down. Ha saputo della sua diversità intorno ai 6-7 anni, quando gli è stata spiegata da un dottore. "Sono tonto?" è stata la domanda e la preoccupazione immediata. "Posso continuare a studiare?" la domanda e la preoccupazione successive. Ha continuato a studiare, vincendo pregiudizi e resistenze di professori e compagni, finendo con conquistarli sempre tutti, aiutato da una famiglia che non lo ha mai protetto e gli ha sempre insegnato ad essere autonomo e a cavarsela da solo. Come quelle volte che pioveva e chiedeva di essere accompagnato a scuola e suo padre gli dava i soldi del biglietto: "Prenditi l'autobus e va' a scuola da solo". E poi lui o i fratelli lo seguivano di nascosto per vedere se e come poteva cavarsela da solo. Ha studiato con ferrea volontà perché gli piaceva: "Impazzisco per la storia e le scienze sociali, potrei leggeri gli annuari di storia per ore" ha raccontato.
Ieri Pablo ha realizzato uno dei sogni della sua vita: essere maestro di una classe di bambini. E' successo nella 6° classe di Primaria della scuola Miguel de Cervantes di Montemayor, in provincia di Córdoba.
La sua presenza è stata organizzata alcuni mesi fa, quando i 385 alunni della scuola hanno visto il film Yo también (Anch'io), in cui lui racconta la propria storia, e i professori hanno lanciato una specie di concorso, ¿Te gustaría que Pablo fuera tu maestro?. Con testi o disegni gli allievi dovevano spiegare perché sarebbe loro piaciuto avere Pablo come maestro per un giorno. E ieri è stato il grande giorno.
Anche per Pablo Pineda. "Chiaro che mi piacerebbe insegnare, per questo ho studiato Magistero e mi mancano solo quattro esami per finire Psicopedagogia. Ma so che se finissi davvero con insegnare in una scuola sarebbe bestiale per la società" ha detto ai media "Le famiglie hanno ancora paura delle persone down, che siano maestri, che siano i fidanzati delle proprie figlie o dei propri figli..."
Nella sua lezione ai ragazzi Pablo ha parlato della sua esperienza cinematografica, spiegando come nasce un film e i dettagli tecnici della sua realizzazione. E' stato interrotto un paio di volte dalle domande dei suoi ascoltatori e ha risposto ad entrambe riprendendo poi il filo del suo racconto. La sua condizione è stata affrontata una sola volta, quando gli è stato chiesto il perché del titolo del film e lui ha spiegato che "è come una metafora della riaffermazione dei diritti delle persone con sindrome di Down: anch'io posso, anch'io posso farlo, anch'io posso studiare, anch'io posso innamorarmi". Poi la lezione è andata avanti, con Pablo che ha ricordato che "siamo tutti diversi e tutti siamo uguali", per affermare i diritti delle persone con deficienze mentali (che, come tiene a sottolineare lui, non sono malattie mentali), e ha invitato all'impegno per l'integrazione nella società delle persone con handicap perché anche loro, come tutti "possono arrivare dove ci proponiamo di arrivare". E poi, parlando ai genitori dei due bambini down presenti nella scuola, ha ricordato che non è detto che anche i loro figli arrivino, come lui, all'università: "Non bisogna chiedere ai down di studiare a tutti i costi, ma neanche bisogna pensare che non concluderanno niente. La cosa importante è educarli ad essere autonomi e felici, per questo bisogna dare loro libertà ed evitare l'eccessiva protezione, affinché anche loro possano imparare dalla sofferenza e dalle brutte esperienze. Che sono quelle che permettono a tutti di avanzare".
Per i bambini di Montemayor una grande giornata e per gli adulti una frase di Pablo: "Mi sono stancato di essere sempre un bambino, l'eterno studente, adesso voglio insegnare anch'io". Ma, in effetti, siamo pronti a vedere una persona affetta da sindrome di Down, laureata e specializzata, dunque perfettamente qualificata, seduta in cattedra ad insegnare nelle nostre scuole?
Da "La Stampa"

elsy63
11-03-2009, 13:12
Gigi Cortesi
psicologo psicoterapeuta a Bergamo

Ho pianto di gioia leggendo la notizia: Pablo Pineda, 34 anni, spagnolo di Malaga, diplomato in magistero, sta ora per laurearsi in psicopedagogia e tra poco salirà in cattedra a insegnare. Pablo ha la sindrome di down.

Sono felice.

Dire “diverso” è come dire “unico”. Per questo ogni diversità dà fastidio a chi ama il gregge, a chi teme sia la propria che l’altrui unicità. Essere unici della propria unicità significa crescere fino all’ultimo confine della propria umanità, la dove l’umano confina con Dio e con la Creazione. E crescere è l’impresa più difficile, faticosa, costosa. Perciò molti preferiscono il corto circuito delle omologazioni, delle discriminazioni, della apartheid, dei razzismi.

Grazie, Pablo. Ti abbraccio, caro, unico fratello. Tu rendi più grande l’umano e fai felice Dio.

elsy63
11-03-2009, 13:13
Pablo può essere un ottimo insegnante

Di Pablo Pineda, 34 anni spagnolo con sindrome di down, laureato e prossimo insegnante, ho già parlato ieri (clicca e vedi il post Viva Pablo) Ebbene Pablo può essere un ottimo insegnante. Prima ancora della sua didattica, un insegnante è portatore di sé stesso, della propria vita, dei sentieri che ha affrontato e superato, delle identificazioni che ha conquistato. Pablo ha superato oceani incredibili di diffidenza, di discriminazione, di emarginazione, di false pietà. Ha identificato sé stesso nonostante tutti e nonostante tutto, al di là di tutti e al di là di tutto. Ha combattuto e vinto la guerra più difficile. Si è amato e rispettato al di qua di ogni compassione, di ogni ipocrisia, di ogni tentativo di metterlo out. Chi meglio di lui può in-segnare (cioè “segnare dentro” l’allievo) la dignità, la speranza, l’ottimismo, la fiducia in sé, la pulizia etica e morale?
Gigi Cortesi
http://gigicortesi.wordpress.com/2009/03/11/pablo-puo-essere-un-ottimo-insegnante/

MARTY
11-03-2009, 13:23
... in Spagna ... sono avanti non c'è niente da fare !!!

aledario
11-03-2009, 13:50
... in Spagna ... sono avanti non c'è niente da fare !!!Ma no dai... loro hanno Pablo (che è unico!)... ma noi abbiamo Cristina (che è altrettanto unica!).
Stessa età più o meno... si vede che c'era una congiuntura tale che le persone down che nascevano in quegli anni... erano sì down... ma non troppo! ;-) :lol:
E a parte le battute... e vedendo i problemi e le aspirazioni attuali di mio figlio... non so se lo "baratterei" con un figlio laureato che scrive parole come queste:
"[mi sono] innamorato molte volte e sempre di belle ragazze. Una volta ho perduto veramente la testa - rievoca - e la ragazza, che se ne era accorta e che già aveva un fidanzato, mi ha detto:"Pablo, siamo buoni amici, dobbiamo continuare ad esserlo". E' stata la cosa peggiore che poteva dirmi. E così mi sono reso conto che quello delle ragazze era un problema in più. Ho capito che la sindrome di Down mi avrebbe marchiato a vita. Che le ragazze non volevano innamorarsi di me perché ero malato. Eppure continuo a ribellarmi contro questo pensiero. Non piaccio alle ragazze normali. Pensa che direbbe un padre quando si rendesse conto che sua figlia esce con un fidanzato con sindrome di Down". Ecco... io credo che come ha detto in altre circostanze lo stesso Pablo ....
"Come vi sono differenza fra le persone normali e non tutti arrivano all'università - dice - così esistono differenze tra noi. Ciascuno arriva dove arriva. Io sento una responsabilità molto grande" ognuno arriva dove vuole arrivare... e soprattutto dove può arrivare... con la speranza e l'augurio che volontà e possibilità possano nei nostri ragazzi coincidere (non pienamente... per nessuno lo sarà mai... se no non ci sarebbe tensione a migliorare...ma almeno come "ordine di grandezza"), pena una sofferenza troppo grande che deriverebbe dalla coscienza dell'impossibilità di realizzare i propri desideri... qualsiasi cosa possano loro fare per provare a realizzarli (perchè perdonatemi la crudezza, ma nessuna ragazza "normale" si innamorerà mai di un ragazzo down).
Dario per sua fortuna, incapacità... o per suo merito (nel qual caso varrebbe forse anche più di una laurea!) si è "scelto" ed ha fatto intimamente suoi dei desideri che non sono totalmente irrealizzabili... nella vita scolastica, professionale, sportiva, di relazione ed affettiva. Un compromesso? Una rinuncia? No... credo una maturità che al di là delle "competenze" intellettive... gli ha suggerito attraverso la sua intelligenza emotiva una strada... percorribile verso la serenità... possibile.
Ed io a volte mi chiedo se non debba imparare da lui a rapportarmi con il mondo... e con me stesso.

elsy63
11-03-2009, 14:05
e come e' scritto in un libro di albertini: non importa essere una piantina o una quercia l'importantee e' esserlo per bene, svolgere bene il prorio ruolo e essere sereni!;)

maddy
11-03-2009, 14:44
oltre a quello che ha scritto Sandro in merito ai rapporti con le ragazze e che condivido pienamente, il problema mi sembra che sia che la prima lezione di Pablo rischia di essere l'ultima.... Penso che nessuna scuola gli assegnerà mai una classe, sarà sempre un "ospite speciale"....
E allora io non decanterei tanto il fatto che abbia tanto studiato, giungendo alla specializzazione che ha preso, ma piuttosto loderei il fatto che sia riuscito a realizzarsi, se ci è riuscito... :confused:
Insomma, se lui è contento, evviva, ma si può essere contenti anche senza laurea.
Questa storia di Pablo mi sa tanto di superdown, spero che scuserete lo scetticismo... e vi prego di correggermi se mi sbaglio

aledario
11-03-2009, 14:52
Questa storia di Pablo mi sa tanto di superdown, spero che scuserete lo scetticismo... e vi prego di correggermi se mi sbaglioTi sbagli ;-)... nel senso che Pablo è, a detta di tutti coloro che lo hanno incontrato dal vivo, effettivamente un superdown ;-), per quanto concerne le capacità intellettive, anche complesse. Ed è chiaramente una fortuna avere la possibilità di confrontarsi con persone come lui... per capire fino a dove comunque può "arrivare" una persona down con le sue capacità.
Io sottolineavo solamete il secondo, per me più importante aspetto, dell'equilibrio tra ciò che si è, ciò che si vorrebbe essere, e ciò che si può essere ... difficile da trovare, capire, e soprattutto da realizzare. Questo è il traguardo più ambizioso ...

MARTY
11-03-2009, 14:58
Riuscire a raggiungere il giusto equilibrio , sarebbe davvero l'ideale. Io credo che, a volte , siamo noi genitori a volerli super down per usare le tue parole e li spiangiamo ad essere il piu' possibili vicino alla "normalità" . Io stessa lo faccio con Martina , pretendo . Per noi genitori superare la delusione per non aver dato la "perfezione" ai nostri figli credo sia un rospo durissimo da digerire e allora ci troviamo sempre a ricercare la normalità nei nostri figli . Ma cosa è giusto per loro? Non è come essere a dieta e avere davanti uno che si mangia tutto il santo giorno dei dolci deliziosi e ci dice pure che sono buoni ma noi siamo troppo ciccioni e non le potremo mai mangiare ? Non si è capito ... sono a dieta !!!:D . La sofferenza sta nella consapevolezza di aver lottato per pOter raggiungere un certo obbiettivo e comunque non poterlo avere .
Per questo io ammiro tantissimo Paola e Sandro , perchè sono stati capaci di aiutare Dario in questo passaggio . Un figlio, caro Sandro, per "uscire " bene deve avere anche degli ottimi compagni di viaggio e ... voi lo siete !

maddy
11-03-2009, 14:59
grazie Sandro della correzione.
Io come al solito mi ero spiegata male.... Pablo non lo conosco ma non metto in dubbio le sue capacità e concordo sul fatto che può essere interessante capire fino a dove un down può arrivare.
Ma è la presentazione che se ne fa sui media che mi lascia perplessa. Ho il dubbio che si possa alimentare il mito del superdown, che tutti noi finiamo col volere un pablo in casa.... e perdiamo il contatto con la realtà dei NOSTRI pinguini

aledario
11-03-2009, 15:09
Ma è la presentazione che se ne fa sui media che mi lascia perplessa. Ho il dubbio che si possa alimentare il mito del superdown, che tutti noi finiamo col volere un pablo in casa.... e perdiamo il contatto con la realtà dei NOSTRI pinguiniBeh... il discorso sui media è evidente. Quasi mai si assiste ad una informazione "onesta" ed intelligente ;-)... con il pericolo che tu citi (peraltro statisticamente poco significativo nei "numeri"... e difficile da attecchire su dei genitori spesso "smaliziati" come noi! :- )... ma soprattutto con il ben più potenzialmente dannoso pericolo di creare aspettative di questo tipo nella stragrande maggioranza dei "lettori" ... per i quali la parola "Down" ... è ancora solamente un'espressione onomatopeica dell'inglese "GIU'" ;-) (nel senso che proprio non sanno nulla di cosa è e cosa comporta la Sindrome). E creare aspettative elevate in un mondo che già fatica ad accettare i veri "superdown" ;-)... come può aiutare il processo di inclusione della stragrande maggioranza dei down..."normali" ;-)?

giololú
11-03-2009, 17:11
Come spesso accade la risposta a codesti interrogativi peraltro ambiziosi e legittimi, secondo me sta nella disarmante e essenziale semplicità. Del resto i nostri figli la conoscono bene....riempire cioè il nostro piccolo infinito mondo di amore, di sorpresa e perchè no di serenità nonostante tutto. Ti sembra poco quello che ci hai riportato Sandro di Dario? A me pare veramente lo scopo principale di ogni essere umano; lui e voi con lui l'avete raggiunto, c'è altro di meglio da vivere?:abbraccio:

elsy63
11-03-2009, 17:12
a me interessa il messaggio di serenita' e positivita' che traspare dalle conquiste dei ns figli, piccole o grandi che siano e nella situazione incui mi trovo anche la consapevolezza della fatica per raggiungerle e che non bisogna mai sentirsi arrivati o dormire su sette cuscini perche' comunque basta un attimo per distruggere quello che e' stato costruito in una vita, basta un attimo a sconvolgere degli equilibri, basta un soffio di vento!e non nello specifico della sdd!:evil:

valeria sechi
11-03-2009, 20:30
Proprio oggi un'amica spagnola mi ha chiesto se avevo visto il servizio su Pablo, e mi ha riferito della diversa percezione che ha dei Down qui e in Spagna. per loro Pablo non è un superdown, lei si è stupita del servizio alla TV, certo non tutti si laureano, ma in Spagna è assodato e pacifico che crescendo vadano a vivere da soli, abbiano un lavoro e si realizzino come persone! Pur nelle difficoltà della sindrome, per far fronte alle quali esiste un collaudato sistema di assistenza sociale, sono persone comunemente presenti nella vita spagnola, lei mi ha detto sgranando gli occhi: " IO QUI NON NE VEDO MAI!!!"
Ergo da un lato credo che davvero in Spagna siano avanti, da un altro penso che l'approccio che i genitori di Pablo hanno avuto fin dall'inizio sia stato vincente, non hanno dato per oro colato ciò che i medici dicevano e lo hanno cresciuto come gli altri figli, senza il castrante pregiudizio dei limiti che avrebbe avuto!!

drdlrz
12-03-2009, 10:13
...senza il castrante pregiudizio dei limiti che avrebbe avuto!!
d'accordo con te su tutto, con l'unica osservazione - che già faceva Sandro - che Pablo Pineda di limiti ce ne ha proprio tanti di meno rispetto alla media delle persone con sdd.
Quando i limiti oggettivi sono inesorabilmente di più, non si tratta tanto di "castrante pregiudizio", si tratta proprio di fare i conti con la realtà e accompagnare il ragazzo al massimo dell'autonomia e dello sviluppo intellettivo e sociale compatibile con la sua natura e le sue potenzialità.

mariasole
14-03-2009, 03:09
Ogni testimonianza, di super down o di "normali" down (questa espressione è fantastica!!!:D), penso possa farci sperare..o tenerci con i piedi per terra...o far conoscere la realtà dei nostri figli..o fare dei nuovi primati...o scrivere una nuova storia..insomma...tutto ciò che diffonde che anche down è possibile, per me è sempre positivo!!!:ok:

jambo1974
14-03-2009, 14:30
Ogni testimonianza, di super down o di "normali" down (questa espressione è fantastica!!!:D), penso possa farci sperare..o tenerci con i piedi per terra...o far conoscere la realtà dei nostri figli..o fare dei nuovi primati...o scrivere una nuova storia..insomma...tutto ciò che diffonde che anche down è possibile, per me è sempre positivo!!!:ok:

concordo pienamente...ormai dovremmo aver imparato a prendere solo il meglio da certe situazione!!!

lara
30-05-2009, 10:10
Oggi facendo una ricerca ho trovoto questo intervento del prof. di Plabo

http://www.youtube.com/watch?v=DH87iH9TESU

e questa intervista tradotta:

http://gigicortesi.wordpress.com/2009/04/09/intervento-di-miguel-lopez-meleto-maestro-del-prof-pablo-pineda/