PDA

Visualizza la versione completa : Giocare con i compagni



mela
03-03-2009, 20:43
in realtà, per quanto mi riguarda (anche se forse sono un po' fuori argomento) la preoccupazione grossa nn è tanto l'apprendere, perchè vedo che i progressi ci sono e comunque vabbè, dove arriva arriva, insomma... noi facciamo di tutto ma nn ci voglio morire sopra.
Il vero problema dicevo riguarda l'integrazione coi coetanei... nn tanto un discorso di accettazione da parte degli altri ma proprio un problema del bambino che secondo me nn trova piacere nell'aggregarsi al gioco coi compagni..si, nn è in grado di giocare al pari loro ma insomma, almeno avvicinarsi , provare a partecipare..invece niente...sembra sempre immerso in una bolla di sapone, è sempre presissimo da attività sue che nn lo portano da nessuna parte. L'anno scorso ho avuto persino il sospetto che ci fosse una componente autistica in questo comportamento, in realtà questo aspetto con mio enorme sollievo è stato escluso. Anche gli atteggiamenti stereotipati si stanno riducendo col crescere, però l'isolamento permane. L'interesse nei confronti dei compagni rimane limitato a piccoli momenti in cui si svolgono attività che lo attirano, chessò un girotondo, un nascondersi per poi ritrovarsi, un oggetto interessante da osservare... ma comunque mai su sua iniziativa e poi, esaurito quel momento, ritorna nel suo isolamento.
Credetemi, questa cosa mi fa molto male, più di qualunque ritardo cognitivo.

elsy63
03-03-2009, 20:53
in realtà, per quanto mi riguarda (anche se forse sono un po' fuori argomento) la preoccupazione grossa nn è tanto l'apprendere, perchè vedo che i progressi ci sono e comunque vabbè, dove arriva arriva, insomma... noi facciamo di tutto ma nn ci voglio morire sopra.
Il vero problema dicevo riguarda l'integrazione coi coetanei... nn tanto un discorso di accettazione da parte degli altri ma proprio un problema del bambino che secondo me nn trova piacere nell'aggregarsi al gioco coi compagni..si, nn è in grado di giocare al pari loro ma insomma, almeno avvicinarsi , provare a partecipare..invece niente...sembra sempre immerso in una bolla di sapone, è sempre presissimo da attività sue che nn lo portano da nessuna parte. L'anno scorso ho avuto persino il sospetto che ci fosse una componente autistica in questo comportamento, in realtà questo aspetto con mio enorme sollievo è stato escluso. Anche gli atteggiamenti stereotipati si stanno riducendo col crescere, però l'isolamento permane. L'interesse nei confronti dei compagni rimane limitato a piccoli momenti in cui si svolgono attività che lo attirano, chessò un girotondo, un nascondersi per poi ritrovarsi, un oggetto interessante da osservare... ma comunque mai su sua iniziativa e poi, esaurito quel momento, ritorna nel suo isolamento.
Credetemi, questa cosa mi fa molto male, più di qualunque ritardo cognitivo.

Lo so, e c'e' che non puo aspettarti che gli altri lo chiamano e lo integrano , perche' vanno avanti a passi piu' veloci.
Devi trovare altre soluzioni,immetterlo in gruppi parrocchiali, boyscouts, sport dov ec' e' l'adulto che stimola e media.
E man mano che cresce capire quali sono le sue capacita', le sue passioni e fargliele coltivare.

mela
03-03-2009, 21:52
Lo so, e c'e' che non puo aspettarti che gli altri lo chiamano e lo integrano , perche' vanno avanti a passi piu' veloci.


ma in realtà gli altri lo cercano pur sapendo che nn sta al passo con loro, ma insomma, in un gruppo di bambini ci possono essere anche i più immaturi che almeno guardano quello che fanno i più svegli e cercano di imitarli (anche i 3enni x dire)... la cosa che mi fa rabbia è che lui li ignora sistematicamente!

valemi
04-03-2009, 13:05
Anche mio figlio sta molto sulle sue. Ora è in seconda elementare. Oltre a 10 ore di sostegno ne ha 5 con un educatore comunale che stà proprio lavorando sull'integrazione di Pietro all'interno della classe. Diciamo che passin passetto qualche progresso è stato fatto. Poi è stato lui stesso che ha trovato il suo modo per interagire. Visto che a lui i giochi troppo movimentati, troppo veloci, troppo chiassosi non piacciono, ed avendo un mazzo suo di carte (tutte scompagnate) ... ma col quale ha imparato bene a giocare a rubamazzo, un giorno ha deciso di portarlo a scuola. Da lì si sono formati piccoli gruppi spontanei intorno al banco di Pietro, senza bisogno di adulti a dirigere il gioco. Ora il suo mazzo di carte ce l'ha sempre in cartella. So che non sempre le tira fuori, ma dai suoi racconti (pochi), mi sembra che ultimamente si faccia coinvolgere maggiormente.
Poi come è stato già suggerito stiamo provando anche con lo sport. Pietro sta facendo Judo che lo "costringe" ad un contatto fisico al quale lui non era abituato e che rifiutava, ma che adesso accetta.
Dal prox anno ci sarà il catechismo che frequenterà insieme alla maggior parte dei suoi compagni e vedrò se riesco a fargli piacere l'oratorio ... cosa che il mio grande rifiuta categoricamente.
Insomma mi accorgo che è un percorso lungo e faticoso quando hanno questo carattere un pò chiuso, riservato e tendente al "sto bene anche da solo", ma per il loro bene dobbiamo trovare le strategie giuste.

MARTY
04-03-2009, 13:35
... e poi si arriva all'età di Martina ... in cui si starebbe anche bene con gli altri ... ma sono "quasi" tutti gli altri che la evitano :evil: :(

drdlrz
04-03-2009, 15:16
anche per noi è stato esattamente come per tuo figlio, proprio lo stesso percorso, anche se noi siamo in una fase di maggiore apertura perchè Lucrezia è più grande.
Ad accompagnarla a gradire la compagnia degli altri (anche, quando lei veniva cercata dalle compagne o dalle sorelle, si ritraeva preferendo il suo rassicurante isolamento) ci ha pensato soprattutto la sua bravissima AEC, Elisa. Questa ragazza, che è una figura carismatica e attrae facilmente anche i compagni di classe, durante le ricreazioni ha sempre organizzato giochi aggreganti a cui potesse partecipare Lucrezia, ha creato situazioni stimolanti per la sua partecipazione al gruppo, ha incentivato le compagne ad includere Lucrezia nei loro giochi.
Per darle man forte, a casa abbiamo sempre fatto attenzione a quelli che erano le modalità di aggregazione del momento: ci sono periodi in cui le compagne impazziscono per gli stickers, e allora anche Lucrezia ha avuto il suo album degli stickers (stimolata da noi a tenerlo, anche al di là di un suo vero interesse), piuttosto che le figurine dei cucciolotti, e simili.
In questo modo LUcrezia si è abituata a relazionarsi con l'altro ed è arrivata addirittura a proporsi, alcune volte, in tempi molto recenti. Rimane sempre però un "filtro" che lei applica rispetto ai giochi che gli altri fanno, come ha detto Valemi.

mela
04-03-2009, 18:54
proprio oggi c'è stato un incontro fra alcune delle figure che si occupano di lele: maestra + educatori del centro pomeridiano ed è emerso sempre questo problema dell'isolamento.
I compagni di classe son ben disposti nei confronti di lele ma ovviamente lui rifiuta di aggregarsi, è già molto se si avvicina e se li osserva nei loro giochi...

A volte accetta di unirsi al girotondo ma insomma, nn è che si possa fare girotondo x tutto l'intervallo...

La scorsa settimana ho avuto molto successo con una festa di carnevale che ho organizzato x tutta la classe, devo dire che si son divertiti tutti, compreso lele a suo modo..poi la maestra mi ha detto che ha raccontato volentieri a scuola l'esperienza...
a breve mi inventerò qualcos'altro ... ma che fatica!
Il mio grande desiderio e la mia speranza è che col tempo riesca a ricostruire con qualche compagno il rapporto bellissimo che ha col fratello..perchè almeno con lui gioca che è una consolazione vederli...

Sergio
04-03-2009, 21:43
Giorgio e' sempre stato un ''rompiscatole'' percio se non lo cercavano i compagni era lui che andava verso di loro,con il tempo pero le disparita di giochi e di intenti hanno cominciato a essere evidenti e ha ovviato a questo all'interno della classe organizzandosi con 2 suoi compagni(1 maschio e 1 femmina) che come lui avevano difficolta di apprendimento trovando in loro una affinita nei giochi. All'oratorio cercava di interagire con i bambini piu piccoli di lui a meno che ci fosse la mediazione di un adulto o il gioco fosse organizzato.Nonostante cio e' alla continua ricerca degli altri anche se solo come osservatore o per chiedere cosa fanno. Adesso le cose si stanno complicando perche il periodo dell'adolescenza e' molto delicato e a volte mi rendo conto che Giorgio e' solo ''sopportato'' ma non integrato e stiamo facendo di tutto per tenergli aperti piu possibilita di interazione con i pari:oratorio ,gruppo chierichetti, momenti di aggregazione vari,certo e' che nessuno lo invita ad andare al cinema con loro ,siamo sempre noi che cerchiamo le opportunita per lui che sta volentieri con gli altri.

mariasole
05-03-2009, 02:38
sergio
Adesso le cose si stanno complicando perche il periodo dell'adolescenza e' molto delicato e a volte mi rendo conto che Giorgio e' solo ''sopportato'' ma non integrato e stiamo facendo di tutto per tenergli aperti piu possibilita di interazione con i pari
Quella che tu descrivi è una cosa che a me sta a cuore molto più del dopo di noi, perchè se i nostri figli riusciranno ad avere anche un solo amico su cui contare, questo sarà il suo sostegno...anche senza il nostro!
Conosco comunque anche ragazzi normo che vivono la situazione che hai descritto: che trascorrono domeniche solitarie a casa perchè non hanno una compagnia o qualche amico che li inviti ad uscire.
Penso che l'amicizia nasce da sè, è spontanea e non si può costruire...ma solo coltivare...e che sia opportuno offrire ai nostri figli vari stimoli, opportunità e possibilità di avere rapporti sociali come quelli che hai descritto...per favorire la sua nascita.
Un bacio a Sergio dalla sua sexi Mariasole!!!:P

mariasole
05-03-2009, 02:48
mela
Il mio grande desiderio e la mia speranza è che col tempo riesca a ricostruire con qualche compagno il rapporto bellissimo che ha col fratello..perchè almeno con lui gioca che è una consolazione vederli...

Ti auguro davvero di cuore che questo tuo desiderio e questa tua speranza un giorno si avverino!
Da questa tua ultima affermazione si capisce quindi che il fatto che Lele a volte si isoli o giochi per conto suo anche se gli altri lo cercano, probabilmente dipende dal fatto che non si propongono o non riescono a coinvolgerlo come fa il fratello!
Forse partire proprio da questa modalità che il fratello ha di attivare tuo figlio nel gioco, nella prossima festa che organizzi, può essere positivo e vincente per instaurare con gli amici, il rapporto bellissimo che ha con lui!

maddy
05-03-2009, 12:40
sergio
Quella che tu descrivi è una cosa che a me sta a cuore molto più del dopo di noi, perchè se i nostri figli riusciranno ad avere anche un solo amico su cui contare, questo sarà il suo sostegno...anche senza il nostro!
Conosco comunque anche ragazzi normo che vivono la situazione che hai descritto: che trascorrono domeniche solitarie a casa perchè non hanno una compagnia o qualche amico che li inviti ad uscire.


vado un pò OT, scusate...
Il ragazzo normo che la domenica sta da solo perchè nessuno lo invita, sarà probabilmente infelice, ma.... è in grado di ricordarsi di pagare la tassa sui rifiuti!!!
Quello che voglio dire è che non basta inseguire un generico concetto di felicità o serenità, a me piacerebbe che mia figlia fosse in grado di cavarsela da sola, perchè l'autonomia è secondo me una precondizione della felicità, anche se non la garantisce.
Insomma: autonomia come condizione quasi necessaria, anche se non sufficiente, per la felicità

francesca
05-03-2009, 14:14
Trovo molto interessante quello che ha scritto Laura - Biglau (a proposito, felicissima di rivederti al meeting! :D), e mi fa riflettere anche a proposito di mia figlia Rosa, ora sei anni, che ha sempre avuto problemi di questo tipo, tanto che quelle poche (colpa mia) volte che sue amichette di sezione sono venute a casa nostra hanno giocato con Margherita e Althea mentre lei se ne stava beatamente per conto suo :eek: :rolleyes:
Crescendo in realtà la situazione è migliorata (pensate che il primo anno di scuola materna parlava solo con le maestre), nel senso che ora ha rapporti più intensi con i compagni, io credo anche perchè il linguaggio si è sviluppato molto... però le difficoltà restano... proprio ieri pomeriggio, mentre eravamo al pattinodromo per la lezione, una bambina le si è avvicinata salutandola molto afffettuosamente e lei è stata davvero antipatica, non le voleva rispondere, non le ha fatto un sorriso, niente! Dico io, se c'è qualcuno che ti si avvicina e ti mostra affetto non lo respingere! Mah, magari le sta antipatica ;)

drdlrz
05-03-2009, 14:17
l'autonomia totale credo che rimarrà un miraggio anche per i nostri figli, che faranno sicuramente passi avanti rispetto ai loro colleghi di 20 anni fa, ma avranno comunque lo stesso bisogno di qualcuno che stia dietro ai loro interessi, ad esempio, economici (e per esempio si ricordi di pagare la tassa sui rifiuti per loro... insomma più o meno come capita a me ;)).
Per questo motivo, a mio avviso, la maggiore autonomia raggiungibile va ricercata sì, ma non a tutti i costi. Sarà che quando uno ha bambini un po' più grandicelli, e li ha visti mortificarsi tanto dietro a cerniere e scarpe con i lacci, inizia a benedire l'invenzione del velcro, e a pensare che si può vivere anche utilizzando quello, e la propria qualità di vita potrebbe anche non risentirne troppo ;) Questo esempio può servire anche come metafora dell'analisi costi-benefici che deve stare dietro alla ricerca delle autonomie :)
Spero di essermi spiegata, e soprattutto capita :rolleyes:

drdlrz
05-03-2009, 14:27
è capace di giocare? purtroppo ai nostri figli in alcuni casi bisogna insegnare anche a giocare e prendersi cura degli inpput che vengono dall'esetrno....questo non è un lavoro semplice ma dave essere fatto in modo graduale e con il tempo vedrai che ci saranno sicuramente dei risultati...
il mondo esterno ci da degli stimoli che noi dobbiamo decifrare ed interpretare all'istante e se la loro lentezza li fa sentire a disagio loro si rinchiudono nel loro mondo....


Laura, hai detto cose secondo me iperazzeccate.
E' curioso che proprio ieri stavo riportando su word questi passi del quadernino di comunicazioni casa-scuola che usiamo per nostra figlia, e in cui parlavo proprio del progetto per farla socializzare, e ne spiegavo l'estrema complicazione:
...mi pare già un miracolo che Lucrezia sia giunta ad esprimere un bisogno evoluto (la socializzazione) al gruppo dei pari, dato che è molto più difficile che farlo con un adulto, che ha più tempo per ascoltarti e più disponibilità di tempo per stare a cercare di capirti!
Anche qui è un processo partito da molto lontano: l'atto di indicare con il ditino la cosa che ti interessa per comunicarlo agli altri viene tanto spontaneo ai bambini senza handicap, e invece c'è voluto tanto tempo e tante strategie per far capire a Lulù la portata simbolica di quel gesto.
L'obiettivo che ti sei prefissata (parlo con l'AEC di Lulù, che si impegna per farla socializzare) è molto ambizioso, perchè questo bisogno non segue lo schema semplice azione-reazione (del tipo: indico-ottengo l'oggetto), bensì uno schema complesso, poichè all'azione "chiedo di giocare" non è detto che segua "ottengo di giocare", ma possono succedere diverse cose (ottengo di giocare, ma non nel ruolo che volevo io, non ottengo di giocare, l'interlocutore non mi capisce, l'interlocutore non mi ascolta...).
Oltre ad invitarla all'azione, dunque, c'è poi da aiutarla a capire le motivazioni di alcune risposte (ad esempio: non ti faccio giocare perchè me l'hai chiesto con prepotenza!), ad interpretare le situazioni e, eventualmente, a gestire la frustrazione per un rifiuto...

maddy
05-03-2009, 14:28
sì mi sa che ti sei capita :rolleyes:
con il mio commento volevo dire che alle volte ci viene spontaneo sottolineare le varie sfortune che anche i normo possono avere, ma ai miei occhi la questione è completamente diversa... un normo (almeno inizialmente, poi magari può dar fuori da matto) ha una dotazione di risorse che gli consente di cavarsela... anche senza affetti.
I nostri pinguinetti hanno il problema che senza appoggi non potranno mai ricordare le scadenze fiscali (per tornare alla semplificazione di prima)... e hanno anche difficoltà a costruirsi una amicizia valida.
Alla fine, non ero neanche troppo OT ;)

drdlrz
05-03-2009, 14:29
con il mio commento volevo dire che alle volte ci viene spontaneo sottolineare le varie sfortune che anche i normo possono avere, ma ai miei occhi la questione è completamente diversa... un normo (almeno inizialmente, poi magari può dar fuori da matto) ha una dotazione di risorse che gli consente di cavarsela... anche senza affetti.

assolutamente d'accordo con te!

aledario
05-03-2009, 16:02
...non basta inseguire un generico concetto di felicità o serenità, a me piacerebbe che mia figlia fosse in grado di cavarsela da sola, perchè l'autonomia è secondo me una precondizione della felicità, anche se non la garantisce.
Insomma: autonomia come condizione quasi necessaria, anche se non sufficiente, per la felicità"Devo" dissentire ;-) da questa affermazione che secondo me come ho già detto più volte è troppo legata alla condizione "borderline" dei nostri figli (della serie... "quasi ce la possono fare" ;-) ad essere autonomi, ed al nostro desiderio conseguente, con tutto il carico di energie fisiche e psicologiche investite... e la nostra "adorazione" di questo parola-idolo-miraggio: autonomia).
"Devo" perchè ho un figlio che senza ombra di dubbio autonomo non lo sarà mai... anzi... non si avvicinerà nemmeno da lontano al concetto comune di autonomia.
Ma che... alla faccia di tutte le nostre convinzioni... è spesso sereno, a volte sicuramente felice.
Credo che il concetto di serenità-felicità ... e fondamentalmente anche quello di autonomia vada profondamente ripensato e rimesso in discussione... perchè se è vero che l'uomo è comunque un animale sociale... e quindi per definizione non può essere felice "da solo" ... l'autonomia... il sapersela cavare per forza "da solo" in altri termini... non ne può rappresentare un prerequisito.
Ho scritto questi concetti diverse volte ... già un po' di tempo fa... per quello magari li "ripropongo" ... pechè credo siano fondamentalmente validi nel messaggio che lanciano... ve li ripropongo a distanza di quasi cinque anni da quando li scrissi per la prima volta su questo forum.

mariasole
05-03-2009, 16:31
sì mi sa che ti sei capita :rolleyes:
con il mio commento volevo dire che alle volte ci viene spontaneo sottolineare le varie sfortune che anche i normo possono avere, ma ai miei occhi la questione è completamente diversa... un normo (almeno inizialmente, poi magari può dar fuori da matto) ha una dotazione di risorse che gli consente di cavarsela... anche senza affetti.
I nostri pinguinetti hanno il problema che senza appoggi non potranno mai ricordare le scadenze fiscali (per tornare alla semplificazione di prima)... e hanno anche difficoltà a costruirsi una amicizia valida.
Alla fine, non ero neanche troppo OT ;)

con il mio intervento intendevo dire che questa modalità di vivere l'amicizia, a volte isolandosi dagli altri, poteva essere down e non...senza generalizzare...e che senza dubbio più opportunità di stimolare la nascita di nuove amicizie diamo ai nostri figli e più possibilità loro hanno di crearne di nuove...e speriamo...durature!!!!
ciao ciao bacio al tuo tesoro...come vanno i controlli???

maddy
05-03-2009, 16:32
la riflessione di Sandro è sicuramente più profonda e motivata dall'esperienza che la mia, però di fondo resto un pò convinta della mia idea.... io pensavo a un soggetto adulto e senza genitori... faccio fatica a pensare che la sua felicità sia indipendente dalla sua autonomia.
Probabilmente la "verità" sta nel mezzo. Ha ragione Cri quando dice che l'autonomia assoluta è un miraggio, e non ci dobbiamo scordare i costi per inseguirla.... insomma siamo alle solite: l'arduo compito della giusta misura ;)

maddy
05-03-2009, 16:36
senza dubbio più opportunità di stimolare la nascita di nuove amicizie diamo ai nostri figli e più possibilità loro hanno di crearne di nuove...e speriamo...durature!!!!
ciao ciao bacio al tuo tesoro...come vanno i controlli???

d'accordissimo!
la cucciola sta abbastanza bene, tra due settimane controllo cardiologico, sono già in ansia

mariasole
05-03-2009, 16:42
Credo che il concetto di serenità-felicità ... e fondamentalmente anche quello di autonomia vada profondamente ripensato e rimesso in discussione... perchè se è vero che l'uomo è comunque un animale sociale... e quindi per definizione non può essere felice "da solo" ... l'autonomia... il sapersela cavare per forza "da solo" in altri termini... non ne può rappresentare un prerequisito.


condivido questo tuo pensiero...anche perchè pensando alle esperienze vissute con i miei cari che con la vecchiaia dipendono in tutto e per tutto dagli altri...e a volte qualcuno vive in casa di riposo...se non ci fosse questa consapevolezza non riuscirebbero a vivere con serenità la loro nuova condizione divita!!!


Ma tornando ai nostri figli, penso che riguardo all'autonomia sia giusto richiedere a loro il massimo di ciò che possono dare come down, responsabilizzarli più che possono...e insegnare loro come aggirare certi ostacoli che non riuscirebbero a superare...tipo il pagamento automatico in banca di tutti i tipi di bollette...spazzatura, acqua, gas...come del resto faccio già io...altrimenti se dovessi fidarmi della mia memoria sarebbero più i pagamenti della mora che non quelli effettivi!!!;)

axelegaya
05-03-2009, 18:14
Ciao a tutti, con Gaya io non ho grossi problemi con i coetanei che dimostrano sempre un grande affetto nei suoi confronti, già dall'asilo aveva una buona socializzazione e un buon rapporto anche con una quasi completa assenza di linguaggio, adesso con la scuola il linguaggio è migliorato e lei si è molto integrata addirittura in entrabe le due prime della scuola e sceglie lei con chi fare merenda e con chi giocare a ricreazione, mentre durante l'orario scolastico si sono arresi a fare il calendario di chi si siede con lei perchè litigavano, infatti l'insegnante di sostegno segue la lezione a debita distanza:
Fuori dall'ambiente scolastico fequenta un corso bi settimanale di "ginnastica-musiaca-movimento con adeguati risultati, l'unica cosa che non riesce ancora a fare è la ruota, ma non pretendiamo troppo!!!!, Poi c'è il catechismo del sabato dove io faccio da insegnante di sostegno visto il numeroso gruppetti di bambini (di 1° elementare!!!!!!!) seguito da due ore di oratorio, lì abbiamo incontrato le difficoltà maggiori perchè in questo periodo si svolge in ambienti chiusi e molto chiassosi, ma ho ricavato un angolo per fare un piccolo laboratorio di disegno con relativa coloratura dove un gruppo di bambini si unisco a Gaya ed evitiamo il trambusto degli altri che metteva in crisi Gaya per il chiasso!!!!
Per le sue piccole autonomie mi regolo con delle piccole regole che segue amche suo fratello: riporre i giochi, dove mettere le scarpe e le giacche, mettere in ordine lo zaino e il suo contenuto, adesso abbiamo cominciato la lotta degli occhiali, con questa benedetta "casetta dove devono essere riposti", ma io mi accorgo che la crescita la stà aiutando a seguire queste piccole regole che fino all'anno scorso non voleva seguire, e spero che ad ogni passo avanti ci sarà un metodo per responsabilizzarla, il futuro non mi spaventa, vivo aiutata da un istinto che spero continui a darmi le vie giuste per far arrivare tutti ai traguardi che ci aspettano (mi sono inclusa perchè anche io stò ancora crescendo!!!!!!)
Un abbraccio

mela
05-03-2009, 21:30
Ciao a tutti, con Gaya io non ho grossi problemi con i coetanei che dimostrano sempre un grande affetto nei suoi confronti, già dall'asilo aveva una buona socializzazione e un buon rapporto anche con una quasi completa assenza di linguaggio, adesso con la scuola il linguaggio è migliorato e lei si è molto integrata addirittura in entrabe le due prime della scuola e sceglie lei con chi fare merenda e con chi giocare a ricreazione, mentre durante l'orario scolastico si sono arresi a fare il calendario di chi si siede con lei perchè litigavano, infatti l'insegnante di sostegno segue la lezione a debita distanza:


L'atteggiamento dei bambini è così anche x mio figlio sia all'asilo che a scuola. Ieri la maestra mi ha detto che per pranzo litigano x sedersi vicino a lui..
però io onestamente nn capisco il perchè ,visto che lui li ignora completamente ..e mi chiedo: ma x quale motivo è così popolare?????? La mia rabbia ,come ha scritto qualcuno, è che poi, quando lui finalmente li cercherà, loro saranno già su un altro pianeta, e buonanotte.
E' vero verissimo ciò che avete scritto cioè che lui non gioca perchè NON SA giocare, lo so.
Ma vedo i bambini di 2-3 anni che sicuramente nn sanno giocare al pari di quelli di 6-7 che comunque si avvicinano, osservano magari in silenzio però guardano.
Lui zero o quasi.

Sinceramente nn è solo x aiuti futuri che io spero che impari a sviluppare la socialità. Io credo semplicemente che già sarà praticamente impossibile (se nn succede qualcosa di eclatante!!!!) che riesca a farsi una famiglia sua, immagino se neanche riesce a farsi qualche amico...ma che vita è, che infanzia è senza amici?

Mi basterebbe che da adulto imparasse ad andarsene al bar a commentare le partite di calcio con gli altri tifosi...non pretendo mica che diventi un brillante intrattenitore o un animatore di salotti letterari o un pr di successo!!! :-)
E poi, mica la sua vita sociale può dipendere sempre e totalmente dal fratello...anche lui ha diritto a farsi un gruppo di amici indipendenti dalla famiglia...

Lia
06-03-2009, 00:03
proprio ieri pomeriggio, mentre eravamo al pattinodromo per la lezione, una bambina le si è avvicinata salutandola molto afffettuosamente e lei è stata davvero antipatica, non le voleva rispondere, non le ha fatto un sorriso, niente! Dico io, se c'è qualcuno che ti si avvicina e ti mostra affetto non lo respingere! Mah, magari le sta antipatica ;)

Antipatia???? Forse è questo il motivo ... perchè sara è una campionessa a respingere i bambini (ma anche adulti). :D :D :D :D
purtroppo si beccano anche un bel "vai via" da parte di sara. possiamo ritenerci fortunati perchè sara è circondata a scuola da bambini che le vogliono bene e la conoscono dalla scuola materna. forse sanno che è solo un "momento" di sara perchè vedo che poi ci riprovano e sono più fortunati. le maestre mi hanno anche confermato che sara si relaziona con tutti i bambini e ci sta volentieri in classe. però mi dà un gran fastidio quando risponde "vai via" a qualcuno che le si avvicina con affetto. ci sono alcuni bimbi proprio carini. cosa posso fare per farglielo capire? cerco di spiegarglielo ma cmq lo rifà.
adesso è una bambina e tutti ci ridono sopra perchè può essere preso come uno "scherzo" ma più avanti i bambini si possono anche stufare e non cercarla più.
più che altro lo trovo anche maleducato! non sono stata in grado ad educarla adeguatamente su questo?

Mary75
30-03-2009, 15:19
Antipatia???? Forse è questo il motivo ... perchè sara è una campionessa a respingere i bambini (ma anche adulti). :D :D :D :D
purtroppo si beccano anche un bel "vai via" da parte di sara. possiamo ritenerci fortunati perchè sara è circondata a scuola da bambini che le vogliono bene e la conoscono dalla scuola materna. forse sanno che è solo un "momento" di sara perchè vedo che poi ci riprovano e sono più fortunati. le maestre mi hanno anche confermato che sara si relaziona con tutti i bambini e ci sta volentieri in classe. però mi dà un gran fastidio quando risponde "vai via" a qualcuno che le si avvicina con affetto. ci sono alcuni bimbi proprio carini. cosa posso fare per farglielo capire? cerco di spiegarglielo ma cmq lo rifà.
adesso è una bambina e tutti ci ridono sopra perchè può essere preso come uno "scherzo" ma più avanti i bambini si possono anche stufare e non cercarla più.
più che altro lo trovo anche maleducato! non sono stata in grado ad educarla adeguatamente su questo?


Ciao Lia, anche Gloria a volte ha questi atteggiamenti scontrosi, e non credo dipenda da una nostra mancanza. Mi sembra piuttosto una rabbia repressa, che inevitabilmente esplode e spesso anche senza "giustificato" motivo.