PDA

Visualizza la versione completa : Sostegno sì! sostegno no! Il sostegno è dei cachi?



paola
09-11-2007, 15:51
Non sapevo che titolo dare allora l'ho buttato sull'ironico... ;)
Come sapete Davide quest'anno ha iniziato la materna ed io da "brava" madre apprensiva (come i più sanno) ho fatto di tutto per fargli avere il massimo delle ore di sostegno, perchè ritengo (magari sbagliando) che alla materna si debbano sviluppare oltre che la tanto auspicata autonomia, anche delle competenze (forse chiamarle competenze a questa età è esagerato :roll: , diciamo... manualità và, che magari dà più l'idea ;) ), che serviranno poi anche per la scuola elementare e per l'approccio della lettoscrittura. In tutto ciò mi sono sempre premurata di dire alle maestre di Davide, soprattutto al sostegno, che i primi obiettivi dovevano rimanere la socializzazione (quindi evitare l'effetto bostick al bambino nei momenti di libertà) e l'autonomia compatibilmente con le sue capacità, nel senso, ad esempio, che sono io la prima a dire che il bambino deve essere accompagnato al bagno dall'insegnante. In tutto ciò Davide ha iniziato a frequentare da subito mattina e pomeriggio, spesso facendo dopo la scuola (la mattina non c'era posto) anche le due ore di riabilitazione (ammetto che quei giorni quando torna è stremato). Questo per dire che forse io esagero un po' :oops:
E allora? Beh allora mercoledì scorso c'è stata la prima riunione del comprensorio scolastico, che comprende tre comuni, indetta dalla nuova preside, con tutti i genitori di bambini con handicap, anzi no... nel corso dell'incontro mi sono accorta che sul foglio era scritto male non sono bambini con handicap (guai mai!) ma "solo" con sostegno :twisted: :oops: .
Ovviamente in questa riunione non c'erano solo genitori di bambini con sindrome di Down che sono la minoranza, ma anche con altri problemi di vario tipo.
Obiettivo della riunione era quello di presentare un po' a tutti la nuova direzione scolastica e le iniziative che si volevano mettere in atto per questi bambini in modo da fargli fare più attività possibili per cui è previsto l'intervento di un consorzio dei servizi sociali che avrebbe integrato le ore del sostegno... quel poveraccio ha dovuto spiegare mille volte che quell'unità in più non era ad personam ma per la classe, per semplificare il lavoro delle insegnanti e da come parlava si vedeva che stava camminando su un terreno minato... il che all'inizio mi è parso un po' strano... poi ho capito...
Mi sono accorta subito dopo, visto che sono stata l'ultima dei bambini della materna, che Davide, l'unico che è stato buttato nella fossa dei leoni a tempo pieno fin dal primo anno :oops: , è anche l'unico ad avere il rapporto 1:1 (anche se già lo sapevo xchè me lo aveva accennato tempo fa la psicologa) e ne ho capito il motivo: gli altri genitori non vedono di buon occhio il sostegno :shock: adducendo le motivazioni più disparate, di cui sicuramente la più quotata è l'autonomia, quindi anche per accettare questa nuova figura hanno voluto rassicurazioni che non fosse una "guardia del corpo".
Ora lì per lì il discorso fermo a questo punto lo potevo pure capire, pensando che magari chi sbaglia sono io, almeno se ci fermiamo alla materna, poi però se passiamo alle elementari o alle medie dove i sostegni rasentano il ridicolo (9 e 6 ore nel migliore dei casi) e il discorso dell'autonomia dovrebbe spostarsi su quello delle competenze (parola che non ho mai sentito pronunciare) , invece qui si spostavano sull'integrazione che pare non vada d'accordo con l'ins di sostegno... Beh a questo punto mi sono venuti i primi dubbi e ho iniziato anche a pensar male :oops: soprattutto perchè, conoscendo a priori chi aveva il figlio Down :D , ho notato che questa reticenza al sostegno viene, maggiormente, ma non solo, dove non ci sono disabilità conclamate e visibili (tipo la sdd o altre + gravi) quindi non occultabili... quasi l'ins di sostegno fosse un "marchio", quindi fa niente se non imparano... ma almeno sono "uguali" agli altri. Praticamente mi è passato il messaggio "meno ore di sostegno ha e meno mio figlio è grave" che è sempre capovolta da come l'ho pensata io ovvero "più ore mio figlio ha più viene seguito e più può fare".
Poi a conclusione dell'incontro è arrivata la "conferma" alla teoria, neanche cercata e per di più che mi ha lasciato ancor di più basita. Una mamma ha raccontato un episodio "grave" (secondo lei) alle insegnanti: un compagno di suo figlio, che fa le medie, le aveva detto "non picchio tuo figlio solo perchè ha l'ins di sostegno" e si lamentava x l'insegnamento che aveva ricevuto dai genitori questo bambino. Scusate ma cosa ha detto di sbagliato quel bambino? Evidentemente se gli è venuto voglia di picchiare l'altro è perchè qualche "dispetto" lo ha ricevuto e se afferma di non farlo perchè quel bambino ha l'ins di sostegno (ergo ha qualche difficoltà in più rispetto a lui) non vedo che cosa ci sia di così scandaloso...
Forse era meglio che lo picchiava perchè tanto non era in grado di reagire e magari ci si faceva pure bello davanti agli altri? Allora sì che sarebbe stato integrato! :twisted: Insomma se li prendono in giro li vogliamo prendere a calci in culo, se fanno i bulli peggio di peggio, se ci dicono che non li picchiano xchè hanno un problema (che è comunque un riconoscere il fatto che quel bambino è diverso) ce la prendiamo con i genitori, se fanno finta di non vederli diciamo che non sono integrati, ma non saremo davvero un tantino incontentabili... Ma come vorremmo fossero i compagni e i genitori (degli altri bambini) perfetti? Purtroppo degli attriti tra coetanei ci saranno sempre, e delle differenze ci sono, ma come vorremmo che fossero affrontati? e questi poveri insegnanti che devono fare e che devono dire per non "urtare" in continuazione la ns iper-sensibilità? :roll:

elly12345
09-11-2007, 18:05
Ciao Paola, proprio un bel titolo hai scelto .
Cmq. ci tenevo a dirti che anch'io sul sostegno la penso come te, e cioe' piu' ore mi danno , meglio e' per mia figlia.
Se una persona la puo' seguire tanto e soprattutto nelle attività di laboratorio o motorie dove lei ha sicuramente piu' difficolta' io sono felicissima.
Piuttosto a volte il prb e' un'altro e cioe' che l'insegnante che dovrebbe in teoria aiutare tuo figlio , poi tiene magari un gruppetto di bimbi, magari lo mettono li a tenere tutta la classe se ci sono da coprire assenze e altro.... e questo si che mi fa incaz....
Cmq. come in ogni cosa ci vorrebbe una via di mezzo ...
Al nido per due anni abbiamo avuto un sostegno davvero fantastico : Paola, la nostra PAO pur essendo molto giovane era davvero molto in gamba.
A parte che ha fatto la tesi sui bimbi DOwn.... a parte che quando si e' sposata ha voluto che Giulia le portasse le fedi all'altare ( sob son commossa ) ...... cmq. l'ins. di sostegno e' una figura importantissima , un'opportunità in piu' per i nostri figli.
Giulia attualmente ha avuto 25 ore, ma a tuo figlio quante ne hanno date?
Il rapporto 1 a 1 di cui parli non mi e' chiaro.

Cmq. quelli che pensano meno sostegno , meglio e' mi fanno un po' ridere , mi sembra una mentalità un po' da bigotti.
Gia' abbiamo pochi diritti e risorse per i nostri figli... se neanche prendiamo questo poco .... come dobbiamo fare?

Cmq. io domani vado a vedere una scuola Elementare ...... sono un po' in anticipo , Giulia ha solo 4 anni e mezzo , mancano ancora due anni..... ma approfitto dell'OPen day della scuola per andare a sbirciare.

Il sostegno della scuola materna e' abbastanza bravo ...anche se non e' la nostra mitica Pao .....

Come dici tu non siamo mai contente. :D :roll: :D

Un abbraccio
Elena :D

Enza
10-11-2007, 16:45
....un argomento veramente interessante che ci sta prendendo tanto in questo momento... vittorio ha anche lui iniziato la materna ed ha già cambiato due insegnanti.... diciamo che la cosa ci ha preoccupato , anche se poichè una delle insegnanti della classe è sua zia forse siamo un pò più tranquilli (in verità forse confidiamo più in lei....) tuttavia abbiamo lottato per averla e con il massimo delle ore. nessuna delle due ha il titolo specifico, :?: pertanto il mio dubbio è saprà questa persona aiutare veramente vittorio, o avrà voglia di farlo cercando di capire i problemi di vittorio (es. linguaggio) e con quali strumenti? non vorrei riversare su di lei tutto il lavoro da fare..ma in questo periodo, se pur breve, ho notato un attegiamento più da mamma che da insegnante...ma di mamma ne basta una! forse esagero ma i dubbi sono tanti....

lory
10-11-2007, 18:46
in questo periodo, se pur breve, ho notato un attegiamento più da mamma che da insegnante...ma di mamma ne basta una! forse esagero ma i dubbi sono tanti....

Se da un lato l'avere come insegnate un familiare puo' tranquilliarci, dall'altro io avrei le stesse tue perplessita'! Io temo infatti che una presenza troppo "di parte" puo' essere dannosa per i nostri figli, tanto piu' se si mostrano troppo protettive e responsabili nei confronti di questi nostri bambini. Secondo me dovresti parlare molto apertamente e mostrare le tue perplessita'.

Nunzio
10-11-2007, 22:26
L'insegnante di sostegno per il massimo delle ore è come il conto in banca: quando servono i soldi è meglio che ci sia una fonte da cui attingere. Per cui, se c'è la possibilità di averla per il massimo delle ore, è meglio approfittarne... e non fare gli schizzinosi sui "marchi".
Si può poi sempre introdurre il discorso (laddove non lo sappia di per se) dell'evitare la guardia del corpo e far innanzitutto in modo che il pargolo socializzi.
Per massimo delle ore credo debba intendersi quello per cui è contrattualmente obbligato l'insegnante e non quelle che l'alunno frequenta a scuola. A scuola materna ogni insegnante presta la sua opera per 25 ore settimanali; ergo...
Se il primo comportamento dell'insegnante di sostegno è quello della mamma (che è sempre meglio di quello di una matrigna) può darsi sia giustificato dalla circostanza di volersi accattivare il pargolo. Del resto credo che la scuola materna sia un po' prematura per gli integrali indefiniti.
"Di mamma ce n'è una sola" ... ma gli atteggiamenti possono essere tanti, fra cui quello materno.
Avere l'insegnante del proprio figlio parente comporta una serie di vantaqggi e un numero imprecisato di inconvenienti.
Sarei felice che un ragazzo normodotato non picchiasse un ragazzo Down riconoscendone lo svantaggio e gli assicurerei al decesso l'avvio di una causa di canonizzazione se fosse così maturo da andare oltre.
Oggi ho perdonato una vecchietta che non ha rispettato il suo turno in polleria proprio perchè ho riconosciuto lo svantaggio derivante dalla sua età: non credo che sia ritornata a casa dai suoi parenti e ne abbia parlato come un affronto subìto.
In molti casi il problema più grande dei bambini, speciali e non, è costituto dai genitori.
Amen.

Laura74
11-11-2007, 15:00
Cara Paola sottoscrivo ogni tua riga!!!!!!!!!!!!!!!
tu la chiami iper- sensibilità...io in un altro modo meno fine, ma il senso è quello!
personalmento credo che tu abbia agito in maniera assennata...fare in modo che i nostri figli abbiano un sostegno, è necessario non solo perchè l'nsegnante dovrebbe anche essere da facilitatre rispetto al resto gruppo classe, ma soprattutto perchè lavori sulle capacità del bambino!
io non sono ancora arrivata al momento "del sostegno", però spero che lety possa avere una figura che l'aiuti a stare bene in classe e ad implementare le sue competenze!
per quanto concerene la mamma che si è lamentata del fatto che l'altro bambino si era fermato di fronte a suo figlio perchè aveva il sostegno...bh si commenta da solo credo!

elsy63
11-11-2007, 15:47
Mi associo a chi preopensa pe rpiu' sostegno....non e' vero che stando soli imaprano di piu' spesso sono rinuciatari...un buon sostegno oltre all'autonomia lavra su tante altre aree.e vi dico che leore non sonomai sufficienti.
SE ci sono piu' ore si fannolavri in grupo, giochi, etc.
alla scuola materno e' necessario pe rlacuni obiettivi ealle altre scuoleper altri ma se manca e'peggio di qunado non ce ne'e''. Iome ne accrogo quando ilsotegno ha la giornat alibera...si vede eccome ....
Dopo anni di riflessioni....concoordo con Paola ch espesso ci facciamo tante paranoie inutili....noi piu' dei bambini.
Non e'ch eavendo meno sostegno semb apiu' normale,anzi seilbambino con il sostegno lavorae fa progressivien visto daglialtri bambini , in idffficcolta' si' ma capace di progredire. Ese invece di vederlo sempre cn il sostegno lo vedessero a colorare la solita scheda di trattenimento?? piu'passa il tempo e piu' e ' difficile chesappiano seguir eilpasso delgi altri e questo falso obiettivo ce lo dobbiamo togliere dalla testa prima possibile.
Deve entrarne un altro..supportarli nelel difficcolta' e rispettare i loro tempi...l'importante ch eprogrediscano e ch esi sentono fiduciosi di se stessi ...adessso che rosanna mi parla di quelo cheriesce di quello che non riesce l'importante eè farlgi capire chesiamo ocn lei nel percorrere la fatic ae il paicere di imparare...e quando si arrende farle capire che il tempo l'aiutera' ocme anche il saper chiedere aiuto agli latri invece di rinunciare.
Il volerli pareggiare agli altri negliobiettivi e' spesso dannoso sper tutti bambini in genere.....refcvi ilgi ...volerli pareggiare agli latri deve essere inteso come il volergli dare tutte le opportunita' possibili e gli aiuti possisibli per pregredire.
E in quest'aria di talgi finanzari vi dico che mancan ancora tanto....ci spetterebbe l'educatore non ceerto pe rportarlial bagno ma per fargli acquisire cmpetenze di vita, mancherebbero centri sociali, mancherebbero opportunita' lavorative...lamentarsi di quel poco che ci danno e' peccato veramente.
L'insegnante di Rosanna afferma spesso ch eci vorrebbero anco ra piu' ore per terminare tutto quello che iniziano senza stresarla...la scuola tempo pieno da dno non c''e e molti processi,esperimenti vengono interrotti nel loro ciclo ..e spesso rimandati a casa da finire.

paola
11-11-2007, 16:28
Per rapporto 1:1 intendo (come già detto da Nunzio) 25 ore settimanali.
Per quanto riguarda avere una persona di famiglia che segua da vicino i nostri figli non so fino a che punto sia positivo... Fino a che sono specialisti che danno consigli e che non devono seguirli da vicino penso che va pure bene, però una figura come un'insegnante di sostegno o una terapisca (psicomotricista, fisioterapista, logopedista) la eviterei perchè, per esperienza personale, quando il legame affettivo è forte perdono l'obiettività professionale e non riescono ad essere fermi nel pretendere le cose, è ovvio che poi c'è sempre l'eccezione che conferma la regola ;)

elsy63
11-11-2007, 16:54
Non sapevo che titolo dare allora l'ho buttato sull'ironico... ;)
Come sapete Davide quest'anno ha iniziato la materna ed io da "brava" madre apprensiva (come i più sanno) ho fatto di tutto per fargli avere il massimo delle ore di sostegno, perchè ritengo (magari sbagliando) che alla materna si debbano sviluppare oltre che la tanto auspicata autonomia, anche delle competenze (forse chiamarle competenze a questa età è esagerato :roll: , diciamo... manualità và, che magari dà più l'idea ;) ), che serviranno poi anche per la scuola elementare e per l'approccio della lettoscrittura. In tutto ciò mi sono sempre premurata di dire alle maestre di Davide, soprattutto al sostegno, che i primi obiettivi dovevano rimanere la socializzazione (quindi evitare l'effetto bostick al bambino nei momenti di libertà) e l'autonomia compatibilmente con le sue capacità, nel senso, ad esempio, che sono io la prima a dire che il bambino deve essere accompagnato al bagno dall'insegnante. In tutto ciò Davide ha iniziato a frequentare da subito mattina e pomeriggio, spesso facendo dopo la scuola (la mattina non c'era posto) anche le due ore di riabilitazione (ammetto che quei giorni quando torna è stremato). Questo per dire che forse io esagero un po' :oops:
E allora? Beh allora mercoledì scorso c'è stata la prima riunione del comprensorio scolastico, che comprende tre comuni, indetta dalla nuova preside, con tutti i genitori di bambini con handicap, anzi no... nel corso dell'incontro mi sono accorta che sul foglio era scritto male non sono bambini con handicap (guai mai!) ma "solo" con sostegno :twisted: :oops: .
Ovviamente in questa riunione non c'erano solo genitori di bambini con sindrome di Down che sono la minoranza, ma anche con altri problemi di vario tipo.
Obiettivo della riunione era quello di presentare un po' a tutti la nuova direzione scolastica e le iniziative che si volevano mettere in atto per questi bambini in modo da fargli fare più attività possibili per cui è previsto l'intervento di un consorzio dei servizi sociali che avrebbe integrato le ore del sostegno... quel poveraccio ha dovuto spiegare mille volte che quell'unità in più non era ad personam ma per la classe, per semplificare il lavoro delle insegnanti e da come parlava si vedeva che stava camminando su un terreno minato... il che all'inizio mi è parso un po' strano... poi ho capito...
Mi sono accorta subito dopo, visto che sono stata l'ultima dei bambini della materna, che Davide, l'unico che è stato buttato nella fossa dei leoni a tempo pieno fin dal primo anno :oops: , è anche l'unico ad avere il rapporto 1:1 (anche se già lo sapevo xchè me lo aveva accennato tempo fa la psicologa) e ne ho capito il motivo: gli altri genitori non vedono di buon occhio il sostegno :shock: adducendo le motivazioni più disparate, di cui sicuramente la più quotata è l'autonomia, quindi anche per accettare questa nuova figura hanno voluto rassicurazioni che non fosse una "guardia del corpo".
Ora lì per lì il discorso fermo a questo punto lo potevo pure capire, pensando che magari chi sbaglia sono io, almeno se ci fermiamo alla materna, poi però se passiamo alle elementari o alle medie dove i sostegni rasentano il ridicolo (9 e 6 ore nel migliore dei casi) e il discorso dell'autonomia dovrebbe spostarsi su quello delle competenze (parola che non ho mai sentito pronunciare) , invece qui si spostavano sull'integrazione che pare non vada d'accordo con l'ins di sostegno... Beh a questo punto mi sono venuti i primi dubbi e ho iniziato anche a pensar male :oops: soprattutto perchè, conoscendo a priori chi aveva il figlio Down :D , ho notato che questa reticenza al sostegno viene, maggiormente, ma non solo, dove non ci sono disabilità conclamate e visibili (tipo la sdd o altre + gravi) quindi non occultabili... quasi l'ins di sostegno fosse un "marchio", quindi fa niente se non imparano... ma almeno sono "uguali" agli altri. Praticamente mi è passato il messaggio "meno ore di sostegno ha e meno mio figlio è grave" che è sempre capovolta da come l'ho pensata io ovvero "più ore mio figlio ha più viene seguito e più può fare".
Poi a conclusione dell'incontro è arrivata la "conferma" alla teoria, neanche cercata e per di più che mi ha lasciato ancor di più basita. Una mamma ha raccontato un episodio "grave" (secondo lei) alle insegnanti: un compagno di suo figlio, che fa le medie, le aveva detto "non picchio tuo figlio solo perchè ha l'ins di sostegno" e si lamentava x l'insegnamento che aveva ricevuto dai genitori questo bambino. Scusate ma cosa ha detto di sbagliato quel bambino? Evidentemente se gli è venuto voglia di picchiare l'altro è perchè qualche "dispetto" lo ha ricevuto e se afferma di non farlo perchè quel bambino ha l'ins di sostegno (ergo ha qualche difficoltà in più rispetto a lui) non vedo che cosa ci sia di così scandaloso...
Forse era meglio che lo picchiava perchè tanto non era in grado di reagire e magari ci si faceva pure bello davanti agli altri? Allora sì che sarebbe stato integrato! :twisted: Insomma se li prendono in giro li vogliamo prendere a calci in culo, se fanno i bulli peggio di peggio, se ci dicono che non li picchiano xchè hanno un problema (che è comunque un riconoscere il fatto che quel bambino è diverso) ce la prendiamo con i genitori, se fanno finta di non vederli diciamo che non sono integrati, ma non saremo davvero un tantino incontentabili... Ma come vorremmo fossero i compagni e i genitori (degli altri bambini) perfetti? Purtroppo degli attriti tra coetanei ci saranno sempre, e delle differenze ci sono, ma come vorremmo che fossero affrontati? e questi poveri insegnanti che devono fare e che devono dire per non "urtare" in continuazione la ns iper-sensibilità? :roll:





e il titolo nonmale ....per ilmio pensiero maturato nel tempo sui tempi....o :P :P :P
i cachi ..sono fra i frutti che maturano per ulitmo ma vuoi mettere la solita banale mela o pera...con i cachi .che si fanno attendere..fino a ottobre..novembre ? sono buoni e nutrienti a :D

Da noi c''e un fruto che matura anch edopo dei cachi...le nespole, quando f afreddo cane...
e mio padre dice spesso quando vede fretta e ansia di otteenre qualcosa di prematuro...Calma che col tmepo maturano anche le nespole.. :!:

valeria sechi
11-11-2007, 16:54
Sono assolutamente d'accordo Paola, più ore di sostegno = più possibilità date !!! Ma aihmè la mentalità comune è veramente quella descritta e rappresentata dagli altri genitori, insegnante di sostegno=bollo d'incapacità!!! Peccato per i loro figli! Poichè quelle incapacità rimarranno potenzialità inespresse ! Ben venga l'insegnante di sostegno che media i rapporti con gli altri senza volerli gestire, che veicola gli strumenti didattici senza sostituirli, che sappia essere presente e un po invisibile!!! E qualche volta anche un po mamma perchè no!!!! Sono così cuccioli i bimbi della materna!!! Che dire del ragazzo che ha frenato i suoi moti d'ira traducendoli da violenza fisica a constatazione verbale!!!! Tanto di cappello!!! Saper valutare la controparte in una lite come in una discussione e saper tarare di conseguenza la reazione è segno di maturità!
Sui genitori mai contenti si potrebbero scrivere trattati.....che volete credo sia una inevitabile realtà dettata dall'amore!!!! Vorremmo tutto e di più per i nostri figli!!!!

aledario
12-11-2007, 10:52
Una banale considerazione... da chi comunque, non è più interessato ;-) al problema del sostegno scolastico. Una considerazione che è scontata, volgare ma inevitabile purtroppo. E cioè che finchè non viene risolto il problema delle "risorse" ... si può solo "sperare" ;-) che ci siano genitori che non vogliuono il sostegno per i propri figli. Se no la metafora strasfruttata ed obsoleta ma sempre efficace della coperta piccola... continuerà ad applicarsi a realtà come questa. Ricordatevi che viviamo in un Paese dove esiste una legge sull'abbattimento delle barriere architettoniche (cosa c'è di più banale ed evidente di questo per "venire incontro" alle problematiche della disabilità?) che non viene finanziata da circa dieci anni (o forse più non ricordo)... dove da anni si parla di sostegno finanziario per creare un fondo per i non autosufficienti e non si riesce a venirne a capo (e stiamo "solo" parlando di soldi... non di delicati equilibri educativi e di integrazione), e quindi "pretendere", come è giusto che sia, il massimo per i propri figli deve comunque passare dalla presa di coscienza che in quello stesso momento si tolgono risorse a chi forse più sfortunato o meno "abile" di noi sotto il profilo rivendicativo (ma non è anche questa una sorta di discriminazione sperequativa?), ne ha altrettanto bisogno. E ' una provocazine ... molto banale ripeto... nella forma, ma purtroppo non nella sostanza... :-(

mariasole
19-01-2013, 02:05
Pubblico questa lettera di una mamma con la sdd che manifesta la sua perplessità sulla necessità di avere l'insegnante di sostegno.
Voi cosa ne pensate?

Sono la mamma di una bimba con Sindrome di Down, Irene.

Irene ha quasi due anni e mezzo, è una bimba gioiosa e furbetta, divertente e riflessiva. Ora cammina in modo deciso alla scoperta del mondo ed inizia a pronunciare le prime parole, spinta da un forte desiderio di farsi capire. A noi piace moltissimo guardarla nelle sue esplorazioni, nei suoi sorrisi, nel suo modo di comunicare, anche nella sua goffaggine nel camminare!

Da settembre 2010 frequenta il nido comunale, in un gruppo di pari età, dove si è inserita con facilità e partecipa felice alla vita “sociale”, anche grazie all’intelligenza ed alla disponibilità della sua maestra Patrizia e del resto del personale, capaci di accogliere Irene con attenzione e leggerezza al tempo stesso. In questo contesto aperto ed accogliente, Irene riesce a regalare giorno dopo giorno, sia a noi cha alla maestra, la gioia e la sorpresa di continui apprendimenti.

Tutto sta quindi procedendo al meglio, ma... Una nuova “sfida” si affaccia alla nostra porta: l’imminente iscrizione alla Scuola d’Infanzia. La questione è così semplice e così complessa al tempo stesso: continuo a sorprendermi di quanto una cosa così semplice possa diventare così incredibilmente complicata!

Mi spiego. Da quando ho inziato ad attivarmi per l’iscrizione, mi sono scontrata con l’idea che il diritto all’inclusione scolastica coincide con il diritto all’insegnante di sostegno. Sento fastidioso questo abbinamento automatico: perché le due cose si sono così sovrapposte!? Non è questo che dice la legge sull’integrazione. Non è questo che dicono alcune circolari ministeriali. Non è questo che dicono molti esperti. E non è questo ciò che penso serva alla mia Irene!

La richiesta dell’insegnante di sostegno sembra ormai essere l’esito di un processo acritico ed automatico, una prassi ormai consolidata ma poco “pensata”: diritto all’inclusione uguale diagnosi funzionale uguale insegnante di sostegno. La scuola lo dà per scontato. I servizi lo danno per scontato. Le famiglie pure. L’ipotesi di non richiederlo sembra assurda: com’è pensabile rinunciare ad un diritto così importante?

Io invece sento il bisogno di fermare la corsa burocratica e pensarci un attimo: davvero l’insegnante di sostegno sarebbe un’opportunità per mia figlia in questo momento? Penso di no. I motivi sono tanti. Ne cito solo alcuni.

Primo, stiamo parlando della Scuola dell’Infanzia.

Poi ho un’idea radicata: le cosidette “professioni d’aiuto” vanno usate con attenzione e moderazione (e lo dico da psicologa): se da una parte offrono aiuto, dall’altra possono etichettare, trasmettere messaggi di deficit ed inadeguatezza, molto pericolosi in età evolutiva.

Un pò come l’utilissimo antibiotico: sappiamo bene che se ne abusiamo, l’inefficacia non tarderà a comparire. L’idea “più ne usi meglio è” (spesso diffusa negli interventi riabilitativi, terapeutici, di sostegno), può essere molto pericolosa.

Quindi mi chiedo: serve proprio a Irene l’insegnante di sostegno alla Scuola d’Infanzia ove la didattica ha un ruolo ancora limitato? O la sua presenza rischia di etichettarla già come inadeguata, incapace, deficitaria in un momento della sua vita in cui non è poi così vero nè necessario? Perchè devo già sottolineare le sue differenze come se fossero differenze negative, mancanti, problematiche tanto da necessitare un adulto tutto per lei per “normalizzarla” il più possibile? Ne trarrebbe giovamento la sua autostima? E la sua autonomia? L’avere un adulto “tutto per sè” non rischia di “infantilizzarla” più del dovuto e di ostacolare processi di autonomizzazione che potrebbero invece più facilmente svilupparsi se lei potesse essere trattata come tutti gli altri bimbi?

Spesso si sente dire che i bambini con disabilità sono innanzitutto bambini: posso capire che chi non ha avuto la fortuna di crescere per due anni e mezzo con una bimba come Irene possa fare più fatica a cogliere la veridicità di questa affermazione. Come mamma però sento profondamente che è così: innanzittutto una bambina, con bisogni, desideri e modi simili a qualsiasi bambino.

Che ci siano dei limiti, questo è innegabile. Non dobbiamo neanche negare, però, che spesso ipervalutiamo i limiti, perchè ciò che è diverso ci spaventa e ci mette a disagio. Sopravvalutiamo il limite per avere la sensazione che, definendolo, lo possiamo gestire meglio.

Forse allora può essere utile fermarsi un attimo, bloccare le prassi consolidate e gli automatismi interventistici.

Senza attese miracolistiche, con la consapevolezza che l’ inclusione scolastica sarà un obiettivo mai raggiunto completamente e che dobbiamo fare tutti insieme un passo dietro l’altro.

L’inizio, per me, per noi, per quello che può fare la nostra famiglia per contribuire a questo processo, è questo: dare fiducia alla nostra bimba, dare fiducia alle insegnanti che l’accoglieranno, alla scuola, a noi come famiglia. Puntare sulle potenzialità di tutti e sperimentare un percorso scolastico alla scuola materna ove siano presenti le insegnanti curriculari in prima linea, la mia Irene, la nostra famiglia, le associazioni, i professionisti che sapranno aiutarci e sostenerci.

Un modo per iniziare può essere, dunque, questo: sfidare i nostri pregiudizi e le nostre paure e vedere l’ingresso di Irene alla scuola materna come un’opportunità per tutti oltre che come un impegno ed una fatica in più. Iniziare concretamente, con questa scelta di rinunciare ad un diritto, quello all’insegnante di sostegno, che sembra essere diventato un dovere.

Claudia Trombetta

http://www.educationduepuntozero.it/citta-educativa/insegnante-sostegno-diritto-o-dovere-40705878.shtml

mela
19-01-2013, 09:03
Non ha torto. Non è detto che serva il sostegno..in casi fortunati probabilmente non serve...non si deve mai generalizzare. Io credo che se lei non desidera il sostegno per sua figlia e chi segue la bambina è d'accordo, non vedo perchè lo si debba dare per forza. Vista la carenza di risorse, alla fine è meglio che gli aiuti vadano dove serve. Però non so se down =sostegno in automatico...secondo me i np valutano se si può fare a meno.

abile
19-01-2013, 11:05
La lettera della signora Trombetta è piena di buon senso, ma evidenzia l'inesperienza sul funzionamento della scuola.
Prima di tutto vorrei sottolineare che l'insegnante di sostegno è assegnato alla classe, quindi se le cose funzionassero come dice la legge e le circolari la bambina ed i suoi amici non si accorgerebbero nemmeno dell'aiuto.
Dopo 9 anni passati a sfidare i pregiudizi e cercare di affermare i diritti minimi di mia figlia (un PEI adeguato, rimanere in classe per quanto possibile, collaborazione fra scuola, famiglia e specialisti) ora sto gettando la spugna. Purtroppo dobbiamo affidarci al buon cuore di qualche insegnante o dirigente, se abbiamo fortuna bene, altrimenti dobbiamo accettare la dura realtà. Come ho detto ad un dirigente scolastico che chiedeva al provveditore il rapporto 1:1 nonostante sapesse della mia contrarietà e la contrarietà della pedagogista, non vorrei trovarmi "cornuto e mazzaiato". Paura che con meno sostegno anzichè "presa in carico" dai curriculari lasciata ai giochini durante le lezioni

giuly
19-01-2013, 20:06
Laura ho unito la tua discussione ad una già esistente che tratta lo stesso argomento, così che non si perda ciò che già è stato scritto in passato ;)
L'argomento è interessante e sempre attuale, appena sono un po' meno di corsa scrivo anche il mio pensiero :D

Sergio
19-01-2013, 21:50
Secondo si valuta caso per caso,ad es Giorgio è entrato alla materna che non aveva ancora compiuto 3 anni(fine novembre) ,aveva il pannolino,per cui abbiamo richiesto il sostegno che c'era solo la mattina,nella sua classe per altro c'era un altra bimba certificata e l'insegnante era in comune.
Il primo anno hanno lavorato sulle autonomie,in seguito il sostegno è servito per far seguire a Giorgio i laboratori strutturati per età(3 anni-4 anni-5anni) che organizzavano con tutti i bimbi della scuola,con un gran numero di bambini Giorgio si sarebbe''perso'' nel senso che magari non capiva bene le consegne o non riusciva ad eseguire qualcosa,con una persona che lo tenesse più sott'occhio sapevo che lui avrebbe lavorato come e con gli altri.
Naturalmente questa è la mia personale esperienza e bisogna valutare il bambino,gli insegnanti,il contesto classe,....senza il sostegno secondo me in alcuni momenti i nostri bimbi rischiano ,se non coinvolti adeguatamente dagli insegnanti curricolari,di rimanere in disparte.

anna72
19-01-2013, 23:09
Noi abbiamo deciso insieme alle maestre di non fare richiesta del sostegno per Francesco, condivido la lettera della signora, sono valutazioni che abbiamo fatto noi prima di decidere. Devo dire che è stata una scelta giusta, Francesco è molto seguito, si è ben inserito nel gruppo ed è partecipe a tutte le attività. E' il suo primo anno alla materna, e per adesso non ci sono problemi. Il percorso è ancora lungo, poi valuteremo in futuro......

harold
20-01-2013, 10:01
Credo sia molto complesso generalizzare e riuscire a dare una valutazione su cosa è "giusto" e cosa non è "giusto, tanto più che sappiamo bene che ogni nostro figlio è diverso dall'altro, da noi, da tutti... come tutte le persone.

Due considerazioni su cui riflettere.

1. L'insegnante di sostegno si misura soprattutto nella qualità del suo intervento e nella integrazione con gli altri insegnanti; il numero delle ore tutto sommato è relativo e il suo contributo, se non è alla classe ed è dedicato solo al bambino, rischia effettivamente di essere quasi controproducente.
2. Sulla base di quanto detto da Paola ("non ci sta mai bene nulla") vale la pena farsi uno scrupolo e cercare di evitare un perverso circuito che ci porti a considerare la nostra posizione come quella di chi ha capito tutto sui figli ovvero abbia una qualche forma di "supremazia" su come educarli, crescerli e formarli. Di certo se esiste questo rischio è legato anche alla nostra ipersensibilità data la nostra situazione, ma una delle tante sfide è proprio quella di tentare di essere "normali" il più possible.

Claudio

P.S.: Giulio fa la quarta elementare è ha un sostegno "pieno" di 22 ore, dopo una causa vinta con l'ufficio regionale scolastico e il ministero per comportamento discriminatorio; vi assicuro che siamo contenti di aver vinto la causa, ampi spazi di miglioramento sull'efficacia dell'intervento della insegnante.

Claudio

mariasole
23-01-2013, 01:42
Io penso che la misura giusta stia sempre nel mezzo...copertura quasi totale, per dare modo ai nostri figli di avere uno spazio minimo da gestire in autonomia .